Un libro dedicato ai complessi rapporti tra la scelta dei cibi, la loro consumazione, la loro degustazione, il metabolismo connesso al comportamento della cibazione e a tutti gli altri fenomeni fisiologici e psicologici dell'alimentazione. Anche la parte più elevata della nostra personalità, che chiamiamo anima, è coinvolta, in rapporto col piacere. Sappiamo tutti che i piaceri che la vita ci offre sono connessi, in qualche modo, alla sopravvivenza dell'individuo e della specie. Essi sono legati al cibo e alla sessualità e collaborano con la fisiologia dell'erotismo e dell'alimentazione per far sì che la specie si riproduca continuamente e resista alle avversità della vita. Tuttavia, mentre queste dinamiche psicofisiche sono gestite dagli animali con la semplicità che l'istinto può dare, l'essere umano, con il suo cervello complesso e con la sua straordinaria autonomia mentale, può andare a complicare la via istintuale e, talvolta, addirittura, a volgerla contro se stesso. Il cibo ci dà soddisfazione, energia, forza per resistere a tutti gli stimoli negativi. Tuttavia, esso contiene anche delle insidie che nelle persone con tendenze nevrotiche, cioè tutti noi, possono predisporre a più complesse modalità di interazione con l'ambiente esterno. L'anima, cioè quella parte di noi che ci spinge ad avere degli ideali, dei valori, a orientarci sul senso della nostra vita, alla solidarietà sociale, allo sviluppo di sentimenti elevati, raffinati, delicati, al contatto con la dimensione artistica che dorme in noi e, perché no, al rapporto con la Divinità, è coinvolta in queste dinamiche, e in certe condizioni rivolgersi ad essa può diventare la chiave di soluzione di tante situazioni problematiche.
«Lo sport è un linguaggio universale». Il Papa non poteva trovare una formulazione migliore. Lo sport unisce, fortifica, consolida i rapporti umani, crea condivisione. Sono valori che le Scritture e la Dottrina cristiana contemplano. Ogni Forza armata ha un proprio gruppo sportivo; singolare e di un certo significato è la storia del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle. La Guardia di Finanza si è felicemente gemellata con Athletica Vaticana, l'omologa dello Stato d'Oltretevere, vivendo una crescita non solo sportiva tout court, ma anche umana e soprattutto cristiana. Paiono dunque riecheggiare le parole di San Giovanni XXIII: «Cerchiamo ciò che unisce e non ciò che divide». E lo sport è un eccellente ed indiscusso collante di valori per l'uomo di ogni tempo.
La profezia di Nietzsche si sta avverando, l'insegnamento del suo vicario Zarathustra ha attecchito nella nostra cultura occidentale. A poco più di un secolo dalla morte del filosofo tedesco, la civiltà cristiana sta scomparendo. L'uomo rinnega il suo Creatore e si sostituisce a Dio in un delirio di onnipotenza che lo porterà in breve tempo a compiere azioni incontrollate e incontrollabili in tutti i settori della vita: sociale, genetico, medico ed etico. La trascendenza e ogni ordine provvidenziale vengono spazzati via, si tenta di oscurare la Chiesa e il suo insegnamento, di estirpare le radici da cui sono nate la cultura europea e occidentale. Siamo agli albori di una nuova umanità.
Nel 1941 Karl Löwith è costretto a lasciare il Giappone per gli Stati Uniti dove arriva anche grazie all'aiuto del teologo e filosofo politico Reinhold Niebuhr, uno dei maggiori protagonisti del panorama intellettuale americano del '900. È proprio in quegli anni, a contatto con la cultura e il cristianesimo americani che Löwith pubblica Significato e fine della storia. Il volume, edito nel 1949 in inglese con il titolo Meaning in History, uscì contemporaneamente ad un'opera di contenuto analogo di Niebuhr, Faith and History. Il tema di ambedue è il senso della storia e il significato della secolarizzazione moderna. Entrambi riflettevano sul rilievo o meno del cristianesimo nel mondo post-bellico. Due culture, quella americana e quella tedesca, si misuravano e gli autori, che si conoscevano personalmente, recensirono l'opera l'uno dell'altro. Il volume ricostruisce il dibattito tra di loro, interessante per contestualizzare anche il periodo "americano" di Löwith e pubblica, nell'appendice, il breve epistolario e i testi che segnano il loro confronto.
L’autore del bestseller L’opzione Benedetto attinge dalle esperienze dei cristiani sopravvissuti alle persecuzioni sovietiche per avvertire i cristiani dei pericoli all’orizzonte. Per anni, gli emigrati dell’ex-blocco sovietico hanno ammonito Rod Dreher dei segnali rivelatori del cosiddetto totalitarismo “temperato” in via di sviluppo in America e in Occidente – un fenomeno più simile a quanto raccontato ne Il mondo nuovo rispetto a ciò che accade in 1984. Le politiche sull’identità hanno iniziato a invadere ogni aspetto della vita quotidiana, le libertà civili sono viste sempre più come una minaccia alla “sicurezza”. I progressisti emarginano conservatori, cristiani tradizionalisti e altri dissidenti. La tecnologia e il consumismo stanno facilitando lo sviluppo di uno Stato di sorveglianza e la pandemia, dopo aver fatto perdere il lavoro a milioni di persone, ha lasciato l’Occidente esposto a manipolazioni demagogiche d’ogni tipo.
"La realtà è superiore all'idea" è uno dei principi che guidano il pensiero di papa Francesco. Ne parla, per la prima volta, nell'esortazione apostolica del 2013 Evangelii gaudium, al n. 231, quando affronta il tema del bene comune e della pace sociale. Bergoglio, evidentemente, intende metterci in guardia dal rischio di guardare la realtà attraverso le lenti non di rado distorte delle nostre categorie concettuali, talvolta frutto del nostro immaginario più che di un'esperienza diretta. Bene, esattamente come "la realtà è superiore all'idea", così la prassi dialogica - dal dialogo della vita quotidiana a quello segnato da vie spirituali - è sempre superiore a qualsiasi pur superba teorizzazione. Per dirlo con una frase chiave del bel film di Ermanno Olmi del 2007 Centochiodi, messa in bocca al protagonista, un professore di religione in piena crisi, "tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico".
Siamo la generazione più equipaggiata tecnologicamente nella storia dell'umanità, e però anche quella più afflitta da sensazioni di impotenza e di insicurezza. Ma non c'è scampo: senza la fede in un Salvatore è più difficile trovare coraggio di fronte al mondo e alla vita. Sotto questa luce, il lettore è invitato a rispecchiarsi in una galleria di protagonisti e comparse dell'Antico e del Nuovo Testamento, uomini e donne paurosi o senza paura, oppure che fanno paura, oppure che la superano. Per meditare, alla fine, e raccogliere, la sfida della paura e dello stupore che fu delle donne al Sepolcro vuoto, la mattina del primo giorno dopo il sabato. L'itinerario di meditazione: Parte 1: Uomo, dove sei? (Adamo ed Eva) - Parte 2: «Non temere» nei Vangeli dell'infanzia - Uomini e donne senza paura (Zaccaria, Maria, Elisabetta, Giuseppe, i Magi, Anna e Simeone) - Parte 3: Non fare paura, liberare dalla paura (la donna che unge Gesù, Giovanni il discepolo amato, Maria di Magdala, Pietro, Pilato, Giuda, Anna, Caifa, le guardie e i soldati della Passione, Simone di Cirene, la folla, Nicodemo, Giuseppe d'Arimatea; e infine Gesù morto e risorto).
Parlare di ecologia non è questione di moda, ma di coscienza nella "casa comune". Un libro che analizza in modo accurato l'attuale condizione di salute del nostro pianeta, affinché le co-scienze si pongano in discussione per mettere in luce la globale urgenza educativa. Perché la salvaguardia dell'ambiente è questione educativa. L'autore parte dall'enciclica Laudato Si' di papa Francesco ed arriva al Sinodo dei Vescovi in Amazzonia, si avvale di autori ed attivisti di fama mondiale come E. Theokritoff, Thunberg G., Morandini S. e molti altri ancora, per attraversare questo nostro pianeta, scoprirne le ferite e provare ad attuare così una eco-pedagogia in ambito umano e ambientale. Un percorso che giunge ad indicare una "didattica" ecologica nelle famiglie, nelle scuole e in ogni ambiente di vita.
"Il destino è la storia che si fa e ha noi come oggetto e non come soggetto." Il destino oggi sgomita, pretende di imporsi. È facile perdersi se non si traduce con esattezza il senso delle cose e il significato delle parole. Haim Bahrier, matematico e psicanalista allievo di Lévinas, è tra i principali studiosi di ermeneutica biblica e di pensiero ebraico. In questo scritto, la sua ricerca curiosa, che spazia tra saggezza biblica e approccio ermeneutico, si mette in cammino sul sentiero della generazione per comprenderne il suo senso profondo.
Due parti compongono questo libro:
- la prima sulla libertà
- la seconda sulla conversione
Le rispettive riflessioni focalizzano il discorso dell’ambito religioso, soprattutto circa
- la Sacra Scrittura
- il Magistero ecclesiale
I due ambiti si rivelano essere in continuità di contenuti e di intenti.
«Nella mia giovinezza ho conosciuto il “Dio della speranza”. Ora, nella mia vecchiaia, conosco il “Dio della pazienza”. La speranza entusiasma, mentre la pazienza è faticosa. Ma se nella speranza noi accostiamo qualcosa di nuovo, solo nella pazienza lo manteniamo. È nella pazienza perseverante che la speranza diventa duratura».
Descrizione
Quando qualcuno ci viene incontro con pazienza, misericordia e solidarietà, ci dà tempo, spazio e forza per vivere. E noi, a nostra volta, avvicinandoci agli altri con identico atteggiamento, possiamo fare altrettanto per loro. Costruendo e alimentando convivenza.
Sono qui raccolte due sentite riflessioni del grande teologo di Tubinga: una meditazione personalissima sulla pazienza (e il suo legame con la tolleranza) e un trattatello su misericordia e solidarietà (non solo nel cristianesimo). Entrambi i testi si sviluppano in due direzioni di fondo: da un lato indicano qual è il significato di queste virtù, dall’altro suggeriscono dove le si apprendono e come le si praticano.
In questo libro – colmo di una speranza orientata a Cristo – si fondono allora in modo toccante la saggezza della vecchiaia e l’attesa del futuro, facendone uno scritto da consegnare nelle mani di tutti.
«Un bouquet di esperienze dense, intense, preziose – addirittura poetiche» (M.-J. Thiel).
Questo libro non pretende di dare risposte esaurienti alle domande che le donne e gli uomini di oggi - credenti e non credenti - si pongono su quanto sta accadendo nel mondo. Ai credenti queste pagine propongono una rilettura meno abitudinaria e meno distratta di un caposaldo della loro fede, la provvidenza, non per eliminare dubbi, ma per renderli fecondi stimoli alla riflessione personale. Ai non credenti esse si rivolgono nella convinzione che in ogni non credente si nasconde un non credente, e che, allo stesso modo, in ogni non credente si cela spesso un'inquietudine interiore che lo porta a non accontentarsi dei soli fatti e lo spinge a cercarne il senso. La visione cristiana della provvidenza non è certamente il punto di partenza di tale ricerca, ma potrebbe esserne il punto d'arrivo.