
Meditare serve? È davvero utile in tempi di efficienza, velocità, produttività? In tempo di crisi - quale il nostro - meditare è necessario. Questa l'idea di fondo che l'autore sostiene con forza. Meditare è tornare alla propria origine, a ciò che siamo, alla nostra autentica natura. Meditando facciamo esperienza della matrice, al di là del nostro ego. E allora, come fosse un prezioso vademecum, il lettore viene accompagnato in un cammino di scoperta della meditazione come arte della resa, come attesa senza oggetto, imparando a rimanere aperti a ciò che può giungere e non a ciò che si è previsto, desiderato, chiesto. Meditazione diventa allora l'esperienza mistica del distacco da sé, dalle attese, dai desideri, ma soprattutto da Dio. Dall'immagine di un Dio fatto a propria immagine e somiglianza. Nel libro l'autore offre anche indicazioni pratiche per la postura, il respiro, la gestione dei pensieri e delle distrazioni, e in appendice alcuni brani da valorizzare nella conduzione di momenti di meditazione.
Quando si può parlare di un'amicizia autentica? Come dell'amicizia si parla nella Bibbia? E ancora: l'amicizia con Dio, il bisogno di avere degli amici, la gioia di camminare con gli amici... ma anche uno scorcio sull'amicizia interessata di cui, prima o poi purtroppo, a tutti capita di fare esperienza. Brevi ma significativi stralci tratti da alcuni discorsi di papa Francesco ci riconsegnano un piccolo libro da regalare agli amici, da scambiare in gruppo, da valorizzare per occasioni importanti. Perché si sa l'amicizia è sempre un dono, ma è anche impegno e scelta.
Benedetto XVI ha visto la Chiesa minacciata da «una dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e i suoi desideri». Si può condividere questa posizione? Che cosa la contraddistingue? Quali argomenti depongono a suo favore e quali contro? Come vanno prese le rivendicazioni di assolutezza e di esclusività del cristianesimo in un mondo plurale? Esiste una verità nelle questioni etiche? Il dialogo ecumenico e interreligioso è possibile solo al prezzo di una visione relativistica del mondo? I contributi del volume - tutte voci di filosofi e teologi tedeschi di grande competenza - forniscono, da prospettive diverse, risposte non scontate a queste sfide così attuali. La fede cristiana ha una relazione complessa con l'assoluto e il relativo. Da un lato avanza infatti la pretesa universale di spiegare come stanno le cose in sé e per sé. Dall'altro - per farlo - si affida a Gesù di Nazaret, dunque alla determinatezza temporale e locale di una vita umana singolare. Quali sfide si pongono al pensiero teologico alla luce di questa situazione?
In una vita frenetica, accelerata come quella che viviamo nella nostra cultura, sostare, fermarsi e riallacciare i contatti con il nostro Dio, trascendente e vicino, aiuta noi cristiani a tenere in circolo la linfa vitale della nostra identità. Le preghiere che riportiamo in questo libretto sono le tappe di un dialogo in cui sostiamo con Dio, non solo per chiedergli aiuto, ma anche per lodarlo e ringraziarlo per tutti i suoi benefici. Pregare ci aiuta a riprendere fiducia, a ritrovare la speranza, affinché, con l'intercessione di Maria Santissima, possiamo procedere sicuri nel cammino della vita.
Cosa non è l'umiltà? Cos'è l'umiltà? L'autore aiuta il lettore a rispondere a queste domande esplorando, in modo filosofico, la virtù dell'umiltà, a partire dalla sua etimologia. L'umiltà è una virtù che gioca un ruolo decisivo nelle tradizioni monastiche medievali, ma che non si fa vedere, non è predominante nella cultura e nella società di oggi. È un valore che possiede una versione religiosa, ma anche una versione laica, in quanto non ha bisogno di essere riconosciuta dalla fede. È sufficiente prendere coscienza dei propri limiti, della propria fragilità, e quindi aprirsi al concetto di dono.
Dopo la sacra Scrittura e alla sua luce, la via più sicura per conoscere il mistero della Vergine Maria è la preghiera liturgica. Ciò che la Chiesa crede di Maria, questo anche celebra, e viceversa. Ecco perché la venerazione riservatale nei misteri di Cristo celebrati trova eccellente espressione nelle formule liturgiche. Tra queste si distingue il prefazio, che costituisce l'esordio della Preghiera eucaristica, posta al cuore della celebrazione. I prefazi che sono considerati in queste pagine appartengono al Messale Romano, alle Messe della beata Vergine Maria e al Messale Ambrosiano: una sessantina di testi circa, dai quali emerge la visione "mariana" della Chiesa e quella che si può giustamente chiamare "mariologia liturgica". Mentre esprime il sentire della Chiesa, la preghiera liturgica ci apre i tesori della conoscenza dei misteri divini, tra i quali risplende la Vergine Maria, intimamente unita a Cristo e alla Chiesa.
Dalla pietà del popolo e precipuamente da quella del popolo aragonese muove questa ricerca a carattere storico- teologico che cerca di rinvenire nei luoghi, nell'economia, nelle sonorità, nei riti e financo negli usi culinari, la «fondatezza delle pratiche religiose che da Aragona abbracciano tutta la vita cristiana ed in special modo quella del Meridione, legata sin dai primi secoli di storia a quel sensus fidei popolare che unisce ogni ceto e ogni rango». Se molte delle forme di pietà del passato sono ormai reminiscenza, la Settimana Santa e la Pasqua Aragonese sono ancora vive perché le realtà che significano sono costituenti l'identità di popolo. Nel piccolo centro dell'agrigentino, Settimana Santa e Pasqua, hanno avuto e continuano ad avere la funzione di nesso nel processo di formazione popolare. La complessa Settimana Santa e Pasqua Aragonese è una concrezione nella quale si stratificano e amalgamano elementi liturgici, catechetici e della pietà popolare. Si intrecciano nelle ricche tessiture del volume memoria storica, intelligenza teologica, demologia e saggezza popolare: elementi di una crasi vera e propria che tende a rendere il lettore partecipe protagonista e mai freddo spettatore.
Questo non è un saggio psicopedagogico, non è una meditazione sul dolore e sul lutto, non è una catechesi. Ciò che si vuole comunicare è un'esperienza, una testimonianza di vita. È un itinerario di guarigione del cuore espresso attraverso un vissuto personale: l'esperienza del lutto che Maria Letizia ha attraversato con la perdita della figlia Marianna, di diciotto anni. Vivere la sofferenza della perdita insieme a qualcuno che ti cammina accanto è un'opportunità preziosa per giungere alla guarigione del cuore.
Sono qui raccolte le riflessioni che hanno guidato i ritiri spirituali del presbiterio di Reggio Calabria-Bova, nel periodo in cui maggiormente infuriava la pandemia: «meditazioni nello Spirito» suggerite dall'invito di San Paolo: «siate lieti nella speranza» (Rm 12,12). La gioia si sente, la festa si fa: essere e fare sono due dimensioni che caratterizzano il ministero ordinato, nella Chiesa, poiché concretizzano la missione di persone che, chiamate nella gioia, manifestano la loro vocazione nella festa di un presbiterio, di una chiesa locale, della chiesa universale.
Un libro che raccoglie pagine sparse di Christian Bobin, pensieri mensili scritti fra il 2007 e il 2019. I temi spaziano in lungo e in largo: la vita e la morte, l'amore e la musica, la letteratura e la natura, il fiore e la farfalla, i libri e i volti, attraverso gallerie di personaggi del passato e del presente, artisti, letterati, uomini di fede, musicisti, scultori.
La teologia che si fa pensiero pulsante e soteriologicamente coerente è un pensare nella relazione. L'esigenza di ripensare l'ontologia a partire dal dio uni-trino si accredita come una delle sollecitazioni più attuali e profetiche per la teologia. L'intuizione di questo saggio guarda alla relazione come chiave di volta per la presentazione di una via, concreta ed epistemicamente fondata in Cristo, per giungere a una proposta di rinnovamento in tal senso praticabile.
Antonella Lumini scopre il silenzio nel 1980. Ha 28 anni e una grave malattia cambia la sua vita. Anche la successiva guarigione contribuisce a farle mettere in discussione tutto. Ritrovare il senso della propria esistenza diventa per lei così essenziale che comincia a battere nuove strade, alla ricerca di un equilibrio. Poi, d'un tratto, un tuffo nel vuoto che la lascia senza appigli, Ma dal fondo le arriva la voce del silenzio, che da allora è il centro della sua vita. Le meditazioni qui raccolte sono scaturite da quel centro, che è vuoto e tuttavia nutre e appaga con pienezza assoluta la sua anima sofferente. Scritte tra il 1986 e il 1987, esse non seguono un vero filo conduttore, ma testimoniano l'imprevedibile affiorare di tracce luminose dentro uno scenario oscuro. Sono bagliori che, risvegliando e purificando lo sguardo, lo rendono capace di accogliere e contemplare. «Il viaggio nell'interiorità è come lasciarsi portare in mare aperto, nel mare luminoso dello Spirito, specchio rifrangente che fa vedere cosa si nasconde di sotto, nelle acque profonde dell'anima. Si aprono prospettive inedite che mostrano imprevedibili meraviglie, ma anche ombre, anfratti, regioni completamente buie in cui lo sguardo non ha accesso. Non serve nessuna forzatura per entrare dove sembra chiuso, basta lasciare che lentamente i velami cadano, che quello che c'è si riveli, come l'affiorare del giorno dopo la notte. Morte, dolore, appaiono come luoghi di assenza, in cui la luce della verità desidera entrare per sciogliere e rigenerare. Stare nel silenzio fa percepire di abitare l'universo vivo, di appartenergli avendone fiducia, divenendo obbedienti, conformi alla sua misura che è la misura dell'amore. La grazia non chiede sforzi, ma leggerezza. La leggerezza dell'appartenenza» (Antonella Lumini).