«L’amore non può esistere senza la comunicazione. Migliorare la qualità della nostra comunicazione significa migliorare la natura e la qualità del nostro amore» (dall’Introduzione).
Le pagine offerte dall’autrice, esperta in comunicazione, si concentrano sul binomio comunicazione-amore, con l’obiettivo di accrescere la capacità di dialogo all’interno delle comunità religiose. E questo non soltanto per rendere più soddisfacente la vita dei soggetti coinvolti, ma anche per la testimonianza che essi sono chiamati a portare per esplicita indicazione di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Se nelle comunità viene meno la comunicazione, queste non saranno altro che gruppi di uomini o donne residenti sotto lo stesso tetto e che forse condividono il lavoro e le spese, mentre la loro prospettiva deve essere quella di divenire un’unità fisica, spirituale e psicologica, con specifiche caratteristiche di fratellanza, amicizia e accoglienza, acquisite attraverso la continua cura della comunicazione tra i propri membri.
Al fine di tradurre in esperienza il percorso proposto dal volume, ogni capitolo è corredato di un’esercitazione, da svolgere dapprima individualmente e poi in gruppo.
Sommario
Introduzione. 1. Una prima definizione. 2. Il dialogo con me stesso. 3. La comunicazione nella vita comunitaria. 4. Solitudine. Comunità. Solidarietà. 5. Chiudersi alla comunicazione: scegliere il non essere. 6. Vivere il sacramento dell’amicizia. Conclusione. Bibliografia. Segni per l’animazione comunitaria.
Note sull'autrice
Maite Melendo, nata a Madrid e formata negli Stati Uniti, è psicoterapeuta. Tiene numerosi corsi sulla comunicazione interpersonale e le tecniche di ascolto. Tra le sue opere ricordiamo: Comunicación e integración personal (1985); En tu centro: el Eneagrama (1995); Soledad acompañada (1995); Vivir de verdad (1996); La escucha (2001).
Che cosa avvenne alla Compagnia di Gesù dopo che fu messa al bando tra il 1759 e il 1773? Gli oltre quindicimila gesuiti che vivevano e operavano in ogni parte del mondo rinunciarono davvero alla regola di sant’Ignazio? E come fu possibile riportare in vita l’Ordine ignaziano nel 1814, dopo quasi mezzo secolo di estinzione? Questo libro prova a rispondere a tali domande, prendendo in esame le vicende di numerosi Paesi europei. Contribuisce così a fare luce su una fase particolarmente critica e poco nota nella storia dei gesuiti. Infatti, se il Cinquecento, secolo degli esordi, fu segnato dall’opera di santi e martiri, e il Seicento rappresentò il momento della piena realizzazione spirituale, apostolica e culturale dell’Ordine, il Settecento fu il secolo delle espulsioni e della soppressione, episodi che ancora oggi non sono stati pienamente elaborati, non solo nella storia della Compagnia di Gesù, ma anche in quella della Chiesa.
Paolo Bianchini è ricercatore in Storia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Torino. Si occupa di storia delle pratiche di diffusione della cultura in Europa tra XVIII e XIX secolo, interessandosi in particolare alle modalità educative della Compagnia di Gesù e alla manualistica per la scuola. È coordinatore nazionale della banca dati italiana sul manuale scolastico (EDISCO).
L’opera è anzitutto destinata in prima battuta all’ambito monastico, a figure come il maestro dei novizi, i confessori, l’abate, tutti coloro che prestano un qualche servizio alla vita spirituale dei giovani professi. Il testo, schematico e non pedante, può essere letto anche da chi svolge un ruolo comunque formativo (catechista, animatore di gruppi parrocchiali) interessato ad approfondire queste tematiche. Il libro offre una serie di indicazioni teoriche e pratiche e, tenendo presente come riferimento la regola di san Benedetto, pesca nella tradizione cistercense, il cammino carmelitano e le scienze umane.
Una trattazione completa ed esauriente di un tema che sta tornando di grande attualita e che viene presentato in queste pagine con la chiarezza e la linearita che merita. Sacerdoti, laici, persone consacrate possono trovarvi spunti per la riflesisone. Utile per la catechesi e l'esortazione. Il Diaconato permanente, come Ordine sacro, ha cessato di essere conferito alla meta del secolo XVI, ed e stato ripristinato nel 1964 dal Concilio Vaticano II, e in Italia nel 1971, con importanti e abbondanti vantaggi per la vita delle comunita cristiane, per quanto riguarda la vita liturgica, la diffusione della Parola di Dio, e la pratica della carita fraterna. Dopo un primo capitolo dedicato al vocabolario e alla teologia riguardanti il Diaconato, un secondo ampio capitolo prende in considerazione il ripristino del Diaconato permanente, esaminando attentamente le Norme della Chiesa Universale, i vari documenti della Santa Sede, e la normativa della CEI. In Appendice viene riportato il Rito dell'Ordinazione dei Diaconi permanenti, e l'ultimo recente rilievo statistico sulla loro presenza in Italia.
In un mondo – quello legato all’economia e alla finanza – che è sempre più complesso e specializzato, la formazione specifica di chi è chiamato ad essere economo o amministratore nella vita consacrata è quanto mai necessaria. Quest’opera vorrebbe essere un primo passo per aiutare a rendere effettiva tale formazione, che deve rispondere a un criterio di competenza specifica in campo economico, ma anche essere in sintonia con il fine dell’istituto religioso e con i principi della giustizia e della carità che devono sempre regolare le scelte economiche.
Quest'opera illustra come se da sempre la Chiesa propone ai suoi ministri i molteplici legami che li uniscono nella carità, mediante l'ordinazione sacerdotale, è soprattutto dal Concilio Vaticano II che la loro fraternità ha avuto uno sviluppo tale da essere esplicitamente definita sacramentale. A quarant'anni dal Concilio, questo libro si offre come contributo nello studio di una sfida sempre nuova per ogni sacerdote.
Perché una nuova edizione del volume sui conflitti interpersonali nelle comunità? «Perché quello della comunione sembra il paradosso dei tempi moderni, in cui da una parte si accorciano le distanze tra i popoli, in un mondo divenuto sempre più villaggio, e dall’altra ci si accorge con maggiore evidenza di quanto sia difficile costruire relazioni autentiche, a cominciare dalle persone che vivono fianco a fianco» (dall’Introduzione alla II edizione).
Le tensioni e i conflitti interni alle comunità e ai gruppi sono una realtà che riguarda tutte quelle convivenze significative in cui le persone sono animate dallo stesso desiderio di dedicarsi agli altri. Spesso infatti ci si trova di fronte alla contraddizione quotidiana tra l’ideale di altruismo per i lontani, gli esterni, e la realtà sofferta dei conflitti interpersonali vissuti con quanti condividono lo stesso gruppo di lavoro o addirittura lo stesso tetto.
Il volume nasce da un’esperienza di formazione permanente condotta tra comunità di religiosi e religiose e si rivolge a tutti coloro che sentono forte il desiderio di operare per il bene degli altri, ma non sempre riescono a vivere autenticamente tale ideale all’interno del gruppo-comunità in cui si trovano. L’obiettivo è quello di aiutare ad affrontare i conflitti attraverso percorsi pedagogici che li risolvano trasformandoli in processi di crescita.
Dopo aver approfondito le diverse teorie sui conflitti interpersonali nel contesto dei gruppi significativi, l’autore le applica alla situazione specifica delle comunità religiose, evidenziando non soltanto le potenziali situazioni di disagio, ma anche e soprattutto le possibilità di integrare le differenze interpersonali nella vita del gruppo, affinché diventino occasione di crescita comune.
Il saggio è uscito in prima edizione nel 2001 col titolo I conflitti interpersonali nelle comunità e nei gruppi ed è stato ristampato nel 2002. La nuova edizione è ripensata soprattutto nella parte operativa, con indicazioni concrete per diagnosticare i conflitti ma anche per imparare a gestirli in un’ottica di autenticità relazionale.
Sommario
Presentazione (E. Fizzotti). Introduzione. Introduzione alla seconda edizione. 1. La dimensione interpersonale nello sviluppo storico della comunità religiosa. 2. Comunità religiosa e comunità umana. 3. Le relazioni interpersonali nelle comunità religiose. 4. Modelli di conflitti interpersonali. 5. Rilevanza dei conflitti interpersonali nei rapporti di gruppo. 6. Le componenti dei conflitti interpersonali nelle comunità religiose. 7. Una ricerca esplorativa tra le comunità. 8. Verso un modello strategico per la gestione dei conflitti. 9. Formazione interpersonale comunitaria. Bibliografia.
Note sull'autore
Giuseppe Crea, missionario comboniano, psicologo e psicoterapeuta, è docente invitato presso la Pontificia Università Salesiana e presso l’Istituto di teologia della vita consacrata Claretianum. Lavora nel campo della formazione permanente, interessandosi particolarmente del problema delle dinamiche di gruppo nelle comunità religiose. Missionario in Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo, ha pubblicato Gli altri e la formazione di sé, EDB, Bologna 2005, e, insieme a Fabrizio Mastrofini, Animare i gruppi e costruire la comunità. Indicazioni e metodi per una leadership responsabile, EDB, Bologna 2004.
Dopo il primo volume dei percorsi di formazione sacerdotale, questo secondo condensa una parte importante dell'azione formativa del Seminario Filosofico-Teologico Internazionale Giovanni Paolo II", riflettendo sull'Eucaristia e la liberta." Il Seminario Filosofico-Teologico Internazionale Giovanni Paolo II" si pone al servizio di Vescovi di tutto il mondo che desiderano formare a Roma alcuni dei candidati al sacerdozio. Il secondo volume dei Percorsi di formazione sacerdotale e segno di un cammino di crescita fecondo e molto importante. "
Un libro sulla figura del superiore religioso. Un'interpretazione del ruolo del superiore che nasce da uno scambio fraterno di esperienze vissute e di riflessioni condivise e non pretende di essere esaustiva, definitiva o infallibile. Non si tratta qui l'aspetto spirituale della leadership religiosa, ma ci si limita a proporre una chiave di lettura e d'intervento soprattutto psicologica. Dopo una breve descrizione della figura del superiore del passato, è tratteggiata la leadership in prospettiva psico-sociale e si presenta la figura del superiore come animatore della comunità. Si approfondisce poi il servizio di accompagnatore attento, mediatore dell'incontro fra generazioni e caratteri diversi, facilitatore dei processi di comunicazione. Infine una panoramica sul superiore come uomo capace di leggere, con la sua comunità, i segni dei tempi.
Destinatari
Dedicato ai superiori delle comunità religiose, ma non solo.
Autore
GIUSEPPE BRONDINO, cappuccino della provincia di Torino, è iscritto all' albo degli psicologi, membro della Società italiana di medicina psicosomatica e della Società italiana di psicologia della religione. Ha insegnato discipline psicologiche e dal 1992 insegna presso l'Università di Torino (psicologia dinamica e psicologia sociale). Insegna anche presso l'Università pontificia «Antonianum» di Roma. MAURO MARASCA, cappuccino della provincia di Trento, è laureato in psicologia presso La Sapienza di Roma. Iscritto all'albo degli psicologi e psicoterapeuti di Trento, è membro della Società italiana di psicologia della religione. Docente di psicologia generale presso lo Studio teologico arcivescovile di Trento, insegna Psicologia dello sviluppo presso l'Università pontificia «Antonianum» di Roma. Da diversi anni è psicologo scolastico.