
In piena mutazione tecnologica, i media svolgono un ruolo ogni giorno più importante in materia di informazione, comunicazione, educazione, intrattenimento. Questo piccolo volume presenta un panorama sintetico ma completo dei diversi media (stampa, cinema, radio, televisione, Internet) dal punto di vista storico, tecnico, funzionale e critico.
Ogni forma comunicativa, sia essa culturale o mass-mediatica, assimila e applica le caratteristiche della comunicazione interpersonale, la più ricca in termini di scambio informativo. L'incontro tra un 'io' e un 'tu', elemento alla base di questa forma comunicativa, comporta infatti un'ampia gamma di conseguenze sul piano dell'interazione, che vanno dall'amicizia all'amore, dall'ostilità alla competizione. La soggettività della comunicazione interpersonale produce una comunicazione immediata legata al corpo piuttosto che alla verbalità - la cosiddetta comunicazione non verbale -, responsabile di un trasferimento di informazioni qualitativamente e quantitativamente superiore rispetto a quanto avviene in qualunque altra forma di scambio. La prima parte del manuale analizza la comunicazione in presenza, come il faccia a faccia, nelle sue possibili modalità: cooperazione, incomprensione e conflitto. Nella seconda parte viene presa in esame la comunicazione interpersonale a distanza, mediata da mezzi tecnologici. Di ciascun mezzo e-mail, lettera, chat, forum, telefono, cellulare - l'autrice traccia le particolarità costitutive e le difficoltà comunicative che ne derivano.
L'attenzione verso i diritti di bambini e ragazzi nella loro relazione con i media si è spesso tradotta, in termini politico-normativi e pedagogici, in azioni di protezione, tutela e censura che non sembrano essere sufficientemente adeguate a risolvere, ma prima ancora a comprendere, non solo le nuove forme di relazione dei giovani con strumenti di comunicazione sempre più innovativi ma anche la più delicata questione del riconoscimento dei diritti di partecipazione e coinvolgimento dei minori alle produzioni mediali. Nel volume vengono delineate le principali direzioni di questo dibattito, cercando di stabilire quali siano le risposte più adeguate ai quesiti relativi alle identità e ai ruoli dei minori di età nella relazione con i media. Punto di partenza del ragionamento è la centralità dell'infanzia e dell'adolescenza nell'informazione e nella comunicazione mediatica veneta, analizzata tentando di individuare i meccanismi di produzione adulta di senso comune relativo al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza e le modalità di costruzione mediatica di soggettività. L'insieme dei contributi offriranno al lettore elementi utili alla comprensione di quella connessione media-infanzia indispensabile per il riconoscimento delle discorsività sui minori che avvengono non solo nel mondo interno ai mezzi di comunicazione di massa ma anche nel mondo esterno ai media stessi.
La televisione, così come la si è conosciuta, sta per scomparire anche se in pochi se ne sono accorti, affondando in un oceano di schermi, terminali, reti, portatili, che diffondono una quantità sterminata di immagini, suoni e parole da poter consumare a qualunque ora e dovunque. Questo significa che il ruolo di forum sociale che il mezzo televisivo ha svolto per decenni, lungo quelle che Missika chiama le sue età (paleo-, neo- e post-televisione), si va esaurendo. Ciò comporta che il servizio pubblico sarà sempre più sfasato rispetto ai ritmi imposti dalle innovazioni tecnologiche a costi decrescenti, e alle nuove generazioni che ne sono le consumatrici più accanite. La televisione d'antan potrebbe diventare allora un medium rivolto soprattutto alla terza e quarta età, con evidenti ricadute anche sulla raccolta pubblicitaria. D'altra parte, grazie alla diffusione di tecnologie facilmente utilizzabili (video-telefonino) si verifica un processo di de-specializzazione che investe le professionalità tradizionalmente attive nel mondo dell'audio-visivo, per cui si assisterà a un'offerta televisiva sempre più orizzontale e sempre meno verticale. "La televisione sta per diventare una sorta di juke-box" scrive Missika, lo stesso concetto di rete o canale sarà obsoleto, il pubblico si rivolgerà direttamente a chi organizza lo spettacolo o l'evento by-passando qualsiasi mediazione.
La televisione è una «presenza» invadente e irrinunciabile, che funziona 365 giorni all'anno catturando mediamente ogni italiano per circa tre ore e mezza al giorno.
Un team di giovani professionisti del settore, formatisi presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha raccolto la sfida di «ingabbiare il mostro». Il risultato è stato un monitoraggio di più di 8.000 ore di televisione, da cui è uscita una mappa ragionata per scovare, nell'oceano del palinsesto, i programmi da non perdere e quelli da evitare, il meglio e il peggio di quanto va in onda.
Il volume si propone come orientamento sui modelli di vita e sui valori di cui i programmi si fanno portatori (coscientemente o meno) ed è nato sull'esperienza della serie di libri Scegliere un film (pubblicati dalle Edizioni Ares dal 2004 in poi), ideati come strumenti affidabili per lo spettatore che avverte la responsabilità educativa verso sé stesso o le persone a lui affidate (pp. 424).
Armando Fumagalli è docente di Semiotica e Direttore del Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema presso l'Università Cattolica di Milano.
Chiara Toffoletto lavora come story analyst per la casa di produzione televisiva Lux vide e collabora alle attività didattiche dello stesso Master.
Il Convegno è il secondo incontro internazionale tra le iniziative del "Seminario Permanente di Studi sull'Etica nelle Relazioni Internazionali", fondato da Giuseppe Vedovato e che agisce all'interno della Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana. Con queste giornate di studio si intende partecipare al dialogo su etica e morale, significato dell'attività umana, dimensioni storiche della interazione umana, riconciliazione tra giustizia e amore del prossimo, cui ci invita l'enciclica "Deus caritas est" del Pontefice Benedetto XVI: "I mezzi di comunicazione di massa hanno oggi reso il nostro pianeta più piccolo, avvicinando velocemente uomini e culture profondamente diversi. Se questo "stare insieme" a volte suscita incomprensioni e tensioni, tuttavia, il fatto di venire, ora, in modo più immediato a conoscenza delle necessità degli uomini costituisce soprattutto un appello a condividerne la situazione e le difficoltà".
Alla fine del XVIII secolo un insieme di tecnologie trasformano le relazioni umane, aprendo la strada ad una comunicazione che va oltre gli Stati nazionali. Non è un caso che questa rivoluzione tecnologica avvenga in concomitanza con una rivoluzione politica. Storia delle comunicazioni di massa ricostruisce questo avvenimento epocale: la nascita di un sistema di comunicazioni di massa. Francesca Anania prosegue poi soffermandosi sul successo della radio e della televisione in Europa e negli Stati Uniti, e confronta i due sistemi adottati, monopolio pubblico e libero mercato. Per finire con uno dei più importanti fenomeni che attraversano le società avanzate del Ventesimo secolo: la diffusione dei computer e dei nuovi sistemi di comunicazione. La sorte di questa nuova società che molti studiosi vanno prospettando, dove telefono, fax, video sono fra loro strettamente interconnessi, è condizionata dai rapporti che si instaurano fra queste nuove forme della comunicazione, i sistemi politici e i sistemi economici che vedono i poteri finanziari internazionali divenire sempre più forti.
Il libro vuole essere una guida alla comprensione dei meccanismi che presiedono il lavoro giornalistico: qual è la sua funzione e la sua storia, quali i suoi ambiti e le sue forme, dall'informazione televisiva ai blog? Allo stesso tempo questo libro vuole condurre il lettore "dietro le quinte" di un giornale, illustrandone i ruoli professionali, i linguaggi, i processi produttivi e commerciali, per incentivare una lettura critica della carta stampata.
Che cosa pensano e capiscono i bambini della pubblicità? Quanta ne vedono? Quali modelli sono rappresentati negli spot e come influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti? Gli spot di giocattoli propongono immagini stereotipate di genere? Quelli di snack e merendine possono sollecitare comportamenti alimentari scorretti? Il volume risponde a queste domande approfondendo il problematico rapporto tra bambini e pubblicità nella società attuale e ponendo particolare attenzione al ruolo di mediazione della famiglia.
Il volume presenta un viaggio nel mondo dei mezzi di comunicazione vecchi e nuovi, proposto a genitori, insegnanti, animatori per recuperare un rapporto più sereno e equilibrato con tutti i mezzi di comunicazione. Il volume prefazione di monsignor Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata, già direttore dell'Ufficio nazionale Comunicazioni sociali - è una risposta all'invito di Benedetto XVI a accentuare la riflessione su questo argomento in occasione della Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che ha per tema "Bambini e media, una sfida educativa". In circa 200 pagine il volume analizza il cambiamento delle abitudini nel consumo mediatico (negli ultimi cinque anni raddoppiati i cellulari mentre resta stazionaria la diffusione dei giornali); vengono indicati suggerimenti per migliorare il nostro rapporto con questi mezzi, per evitare che siano loro a gestire la nostra vita. Il libro propone un'alleanza educativa fra generazioni, ma soprattutto fra famiglia e scuola con l'obiettivo di creare un sistema di regole per una migliore convivenza con tv, computer, "rete" e per integrare questi mezzi con altri strumenti di crescita poco utilizzati, come il cinema e il teatro.
Paladini di carta è una disincantata e ironica rilettura del giornalismo e della sua storia, dagli albori ad oggi. Un manuale sul come si è fatta, si fa e si dovrebbe fare informazione raccontato, con l'abilità dello scrittore di gialli e l'accuratezza del cronista. Come un romanzo vengono infatti seguiti filoni paralleli che vanno poi ad intrecciarsi: da un lato una rilettura in chiave storica ed ironica della storia del giornalismo e dei personaggi che, direttamente o indirettamente, hanno contribuito allo crescita ed allo sviluppo della professione, dall'altro le caratteristiche del giornalismo "moderno" e delle tecniche da conoscere e mettere in pratica.