
Non più vittima passiva delle scelte di palinsesto operate dai dirigenti delle televisioni pubbliche e private, il pubblico sarà in grado, sempre di più, di determinare attivamente gli orientamenti dei programmatori televisivi. Cambieranno quindi anche le politiche di audience delle televisioni, pubbliche e commerciali? O sceglieranno di tenersi stretta la fetta di spettatori fedeli e poco innovativi? Un quesito che ha risvolti non solo culturali ma economici di grande rilievo per il Paese.
In mezzo al vuoto di contenuti e al pieno di merci di ogni tipo, i bambini sono ostaggi di educatori e psicologi che tentano di giustificare strategie di marketing: perché i bambini non hanno bisogno della televisione, è la televisione che ha bisogno di loro. Un libro radicalmente contrario alla foresta di schermi (della tv, del computer, dei videogiochi, dei telefonini), che ha invaso le camerette dei ragazzi e il salotto di casa. Un libro per tutti, ma in particolar modo per genitori e maestri, che spiega cos'è la televisione, a chi serve, quali interessi rappresenta e perché bisogna aspettare che un bambino compia dodici anni prima di fargliela guardare.
La comunicazione verbale umana nasce con il puro uso della voce, non mediato da alcuna tecnologia: degli uomini si riuniscono in un luogo e, ascoltando parole, condividono emozioni profonde, immaginano mondi, cementano i valori fondanti della loro identità di gruppo. È la dimensione antica, magica e complessa dell'oralità, che tuttavia, soprattutto dal momento in cui si è incontrata e confrontata con la scrittura, primo vero e potente medium della storia, ha avuto sviluppi molto diversi nel tempo e nello spazio, a seconda di epoche e culture. Dalla Grecia antica all'attuale era dei mass media, il volume vuole essere una breve introduzione all'essenza della comunicazione orale e alle sue forme storiche.
Nell'epoca della comunicazione, quale è l'attuale, sarebbe quanto-meno auspicabile poter contare su una teoria generale della comunicazione umana in grado di descrivere e spiegare un amplissimo ventaglio di fenomeni. Tuttavia l'auspicio è, ancor oggi, largamente disatteso. "Comunicazione interpersonale" risponde a questa domanda di conoscenza e di sistematizzazione: uno studio organico e completo sulla comunicazione tra persone. Grazie alla sua esperienza di professionista e docente universitario, Francesco Perrone riesce a tenere insieme le esigenze della didattica con quelle proprie degli operatori e firma così un libro in cui gli aspetti teorici sono sempre ben compendiati con quelli pratici ed applicativi.
La tesi di fondo contenuta in quest'opera è che tra il mestiere del giornalista e quello dello scienziato vi sono più punti di contatto di quanto di primo acchito si possa ipotizzare.
Un libro-laboratorio per indagare sulle mutazioni audiovisive. Una ricerca interdisciplinare che parla di cinema, letteratura, tv a partire da una breve panoramica storica degli studi semiotici in Italia fino ai nuovi "format" di successo come il reality, il talk show politico o quello, disinvolto e aperto all'esterno, stile Mtv. Ma si parla anche dei nuovi generi cinematografici, di film come "Kill Bill" di Quentin Tarantino e "Blow up" di Michelangelo Antonioni. Tra gli interventi: Alberto Abruzzese, Francesco Casetti, Guido Ferraro, Andrea Pascali, Franciscu Sedda, Andrea Pascali, Piermarco Aroldi, Fausto Colombo, Massimo Scaglioni, Beppe Fiore, Maria Pia Pozzato, Andrea Vela.
L'autore del volume si colloca all'interno delle tendenze avanzate della ricerca europea sui cultural studies; per questo il libro dedica una particolare attenzione alle dimensioni metodologiche della ricerca, in particolare quella sulle audiences mediali. Rivolto prioritariamente agli studenti dei corsi di Scienze della comunicazione e di Sociologia, la semplicità di linguaggio anche su temi oggettivamente complessi ne costituisce un elemento di interesse anche per tutti coloro, studiosi, lettori appassionati, semplici curiosi, che vogliano approfondire le proprie conoscenze sui percorsi e i metodi di ricerca della sociologia dei mass media.
La teoria dell'agenda setting definisce i mezzi di comunicazione di massa quali attori in grado di influenzare il modo in cui gli individui strutturano le proprie immagini della realtà. Ma chi, o cosa, influenza i media? Un filone di studi contiguo all'agenda setting indaga le modalità con cui le questioni prioritarie della discussione pubblica vengono imposte all'attenzione dei media da una fitta rete di gruppi di pressione, movimenti sociali, partiti, istituzioni o singoli cittadini. La funzione dei media ne risulta fortemente ridimensionata, a favore del riconoscimento di un quadro più complesso di interazioni competitive.
La pubblicita fa nascere dentro di noi il desiderio di comprare tante cose. Ma per essere felici un oggetto non e determinante, e invece importante star bene con se stessi e con gli altri.