Il popolo, i cittadini, gli stranieri, le nazioni, la laicità, i diritti dell'uomo, l'universale... Che cosa significano veramente queste parole troppo usate, incessantemente evocate e raramente definite? Di che cosa stiamo parlando in effetti? Questioni elementari, dunque fondamentali. Una giovane che presto voterà ha il diritto di chiedere. Un adulto attento prova a risponderle, in termini semplici, accessibili a tutti.
Tre interventi nel vivo della politica mondiale: la globalizzazione pone ai politici il compito di riorganizzare i rapporti tra stati secondo una prospettiva cosmopolitica. Ma tale riorganizzazione per Habermas, deve essere concepita come una "rete" in grado di far interagire politiche regionali, nazionali e sovranazionali, senza chiedere ai cittadini di rinunciare a pratiche, forme di vita e valori materiali specifici.
"Dahl ci dà una "guida" in grado di spiegare il tasso di democraticità delle singole società e indicarne le possibili evoluzioni." (Antonio Calabrò) Robert A. Dahl, uno dei massimi scienziati della politica, è professore emerito all'Università di Yale. Autore di numerosi testi fondamentali, molti dei quali tradotti in Italia, ha pubblicato, tra l'altro, "Politica e virtù. La teoria democratica nel nuovo secolo" (2001), "Intervista sul pluralismo" e "Quanto è democratica la Costituzione americana?".
Le degenerazioni della democrazia di massa, i processi di burocratizzazione, l'emergenza demagogica di capi carismatici, la selezione delle classi dirigenti. Weber utilizza le più mature categorie del suo pensiero per cogliere la transizione politico-istituzionale che dal Reich guglielmino conduce alla repubblica di Weimar. E le sue intuizioni fanno discutere ancora oggi chiunque voglia seriamente con i nodi più profondi della crisi attuale. Max Weber (Erfurt, 1864- Monaco, 1920) insegnò nelle università di Friburgo, Heidelberg e Vienna.
Il volume racconta una spedizione itinerante organizzata dalla Comandanzia General del Comitato clandestino rivoluzionario indigeno EZLN e dal CNI (Congresso nazionale indigeno), che ha raccolto tra villaggi e città almeno un milione di sostenitori e alla quale hanno aderito molti giovani "occidentali", tra cui un centinaio di italiani. Obiettivo del subcomandante Marcos era di lanciare un segnale di apertura e pace al nuovo governo attraverso un'operazione di "visibilità". In questo contesto si svolge l'esperienza del viaggio di Luca "Zulù" Persico, cantante della 99 Posse, che narra il rapporto affascinate e problematico con gli indios e la loro cultura, l'emozione di lavorare con il "sub", le difficoltà della vita "on the road".
Che vuol dire essere di destra oggi, qual è la cultura della destra e come si esprime nel nostro tempo davanti ai problemi cruciali creati dalla globalizzazione e dall'immigrazione, dal dominio della tecnica e del mercato, dalla bioetica e dalle nuove famiglie? Ecco le principali domande a cui cerca di rispondere questo saggio che evidenzia alcune contraddizioni: la forbice esistente tra una cultura di destra larga e diffusa e una cultura militante di destra che è invece minoritaria e marginale e il paradosso di una destra che per la sinistra è sempre stata al potere sotto falso nome (liberalismo, fascismo, democrazia cristiana, berlusconismo) e per i suoi sostenitori invece è sempre stata all'opposizione.
Le elezioni del 2001 sono state particolarmente importanti perché hanno prodotto una vera alternanza al governo. Sono state caratterizzate dalla competizione fra due schieramenti e hanno creato le condizioni per il rafforzamento del bipolarismo. Gli autori dei contributi al volume si interrogano su come e perché l'ingegneria delle coalizioni e l'immagine di Berlusconi abbiano fatto vincere la Casa delle libertà. A partire da un'accurata analisi dell'esito numerico e politico del voto, vengono soppesati il funzionamento del sistema elettorale, l'effetto leadership e l'influenza della comunicazione politica nelle decisioni di voto. Infine, sono descritti il nuovo parlamento e le modalità di formazione del governo Berlusconi.
Quindici studiosi di opinioni politiche differenti giudicano il governo Berlusconi. Contributi di Fabio Armao, Bruno Bongiovanni, Andrea Casalegno, Paolo Cornaglia-Ferraris, Mario Dogliani, Luigi Ferrajoli, Massimo Luciani, Paolo Onofri, Gianfranco Pasquino, Antonio Pedone, Luca Ricolfi, Massimo L. Salvadori, Giovanni Sartori, Nicola Tranfaglia, Giovanna Zincone.