
Le singolari storie di Romeo, Andrea, Carlo, Angelo, Eddy, Maria Clara e Sandra, contrassegnate da colpi di scena, sogni e ripensamenti, consentono di avvicinare il fenomeno dei giovani che non lavorano e non studiano.
L’Italia è il Paese europeo con la più alta presenza di «ragazzi in panchina», coloro che con un acronimo vengono definiti Neet, i giovani in attesa di un impiego e di un’opportunità. Questo fenomeno è influenzato dall’incidenza della dispersione scolastica e della disoccupazione giovanile, ma risente anche di altri fattori, tra cui la qualità e la varietà dell’offerta formativa, il tasso di povertà e di esclusione sociale, l’effetto protettivo della sfera familiare e la propensione all’autonomia personale.
Tuttavia, non tutti i Neet sono Neet. Come testimoniano anche le storie raccolte in questo volume, l’affresco è a tinte variabili e consente di fare emergere figure umane che non coincidono sempre con lo stereotipo del giovane passivo, in balia degli eventi, incapace di progettare il proprio futuro e di vivere in modo pieno il proprio presente.
La famiglia in Italia gode di ottima salute, e questa è decisamente una buona notizia: siamo stati descritti come il paese del ‘familismo amorale’ e i forti legami di sangue che caratterizzano la nostra società sono stati spesso visti come un segno di arretratezza. In realtà, l’eccezionale ricchezza degli scambi interni alla famiglia italiana è un vero e proprio generatore della qualità della vita del nostro paese, e contribuisce al benessere economico nonché alla coesione sociale.
Nel suo ultimo saggio Stark dimostra con il consueto rigore l'infondatezza del mito secondo cui il mondo starebbe abbandonando la fede e la religione. Basandosi su un sondaggio che abbraccia più di un milione di persone in 163 nazioni, arriva alla conclusione opposta, ne spiega le ragioni e prevede le conseguenze sul nostro futuro, sbaragliando con dati e fatti l'opinione corrente. Soprattutto evidenzia come il crollo imminente della fede sia un'eventualità temuta e sbandierata da secoli: probabilmente “conclude“ la fede più «irragionevole» di tutte è proprio quella nella secolarizzazione.
La proposta di Mieli, illustrata nel libro e sperimentata in prima persona con coerenza estrema, è un’utopia da vivere, partendo dal presupposto che la liberazione dell’eros nelle sue forme neglette e represse è il solo serio antidoto al predominio mortifero della Norma e del capitalismo. Si tratta, dice Mieli, di aprire una breccia nella psiche mutilata dalla dittatura della normalità per lasciar emergere la transessualità sepolta in ciascuno di noi, “l’ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo”. Questa opera di liberazione è alla base di un percorso di dissolvimento e ricomposizione dell’identità umana che mira al conseguimento di una nuova soggettività androgina e pansessuale. Temi di questo genere fanno di Mieli un anticipatore di molte riflessioni successive che, a partire dagli anni ottanta, hanno rimesso in gioco le categorie della sessualità in nome di una visione creativa dei concetti di genere e identità sessuale.
Elementi di critica omosessuale, a cura di Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, include in appendice saggi di Teresa De Lauretis, Simonetta Spinelli, Tim Dean, David Jacobson, Christopher Lane e Claude Rabant: studiosi di diversa estrazione e diverse nazionalità che trovano importante l’incontro con Mario Mieli e il suo pensiero.
Il modo di amare è cambiato negli ultimi 20 anni. Quanto negli anni Ottanta poteva essere deviante oggi potrebbe essere accettato se condiviso nella coppia. In questa inedita e nuova devianza quanto oggi è accettabile e dove inizia quella cattiva che lede e rompe la coppia? In questo libro, Carlins connette argomenti apparentemente scollegati tra loro come l’economia, la sociologia della famiglia e la sessualità, offrendo una prospettiva del tutto originale al dramma della nostra era che il poeta francese, Charles Baudelaire, definirebbe “quest’epoca del fortuito, volatile e transitorio”.
Lavoro: una realtà essenziale, nelle parole di papa Francesco, per la società, per le famiglie, per i singoli individui. Il lavoro costituisce una componente direttamente collegata alla dignità dell'uomo, perché attraverso esso la persona si realizza con le sue attitudini e capacità intellettive, creative e manuali, in una forma di cooperazione che prolunga l'opera di Dio nella storia. Introduzione di Roberto Rossini.
"sei lezioni sulla città" raccoglie i risultati di una ricerca che ha rivoluzionato il modo di concepire le dinamiche di sviluppo della città, soprattutto alla luce delle sempre crescenti interdipendenze fra i centri e le periferie, dei flussi che legano le città fra di loro a livello globale e delle nuove tecnologie. Martinotti compie un ribaltamento definitivo delle categorie tradizionali dell'ecologia sociale e guarda alla città come a un sistema complesso estremamente plastico e adattabile. Un grande organismo che rifiuta qualsiasi tentativo di comprensione intenzionato a rinchiuderlo in una teoria rigida e unitaria. Con rigore nell'uso dei concetti della storia, Martinotti ricorda a tutti che bisogna considerare le forme spaziali e le popolazioni insediate in un certo territorio come costantemente interagenti fra loro e come produttrici di configurazioni sociali e spaziali che meritano di essere studiate nella loro singolarità e nella loro contingenza. Perché la città è uno spazio in perenne evoluzione. Al centro degli studi sugli spazi urbani, allora, deve essere lo studio sugli abitanti. Con l'esposizione delle "contraddizioni del fenomeno metropolitano", Martinotti si fa interprete dei mutamenti dell'epoca contemporanea e guarda al futuro degli "urbani" - cioè della quota sempre in aumento di coloro che vivono in città - con disincanto ma senza pessimismo, anzi fiducioso che la conoscenza rigorosa dei fenomeni urbani possa contribuire alla soluzione dei problemi della città.
Partendo dall'esigenza di essere aggiornati sull'evoluzione del mondo giovanile per poter intervenire in modo mirato e appropriato, gli Autori hanno messo a punto uno strumento di indagine che fa emergere alcuni elementi significativi relativi ai comportamenti e allo "sguardo" degli adolescenti, così da poterne parlare con loro. Cercando percorsi di prevenzione efficaci, è nata allora la necessità di indagare i vari stili di vita degli adolescenti per delineare i comportamenti a rischio, con l'obiettivo di individuare i corrispondenti fattori di protezione. Per questi motivi è stato proposto un apposito questionario a vari istituti scolastici in diverse parti d'Italia. Tale questionario è frutto di un lavoro di anni, iniziato proprio con i giovani, che ci hanno aiutato a stendere la prima versione conducendo gli autori nel loro mondo e indicandocene i lati più nascosti. Il progetto Selfie non nasce per fare concorrenza all'Istat o ai tanti istituti di ricerca scientifica che si occupano di pediatria; il suo obiettivo non è proporre un'analisi della situazione giovanile, non utilizza sofisticate metodologie statistiche. Si rivolge invece a un intero gruppo di ragazzi e studenti individuato in un determinato istituto: sono loro che si fanno un selfie la cui immagine verrà poi restituita e commentata a loro stessi, agli insegnanti e ai genitori. Prefazione di papa Francesco.
Più che un'idea o un postulato, la libertà, in questo saggio di Zygmunt Bauman, viene considerata nella sua forma di relazione sociale. Se, come sostiene il sociologo polacco, la tendenza della società moderna è quella di individualizzare i suoi membri in attori che agiscano sulla base di motivazioni proprie e che si ritengano responsabili delle proprie azioni, allora la sociologia deve saper vedere, nella libertà della natura umana, un assunto più che un oggetto di ricerca. Partendo da questa tendenza e analizzando il processo di produzione degli "attori liberi", nelle sue connessioni con il sistema di integrazione e di controllo sociale, Bauman sostiene che nella società attuale, caratterizzata dal consumo, la repressione sia stata sostituita dalla seduzione. La libertà del consumatore, allora, occupa lo spazio che una volta era del lavoratore, e presuppone l'esistenza di un libero mercato.
Per uscire da una crisi serve un cambio di paradigma. Bisogna cambiare regole e prospettive, adeguare il proprio sguardo a un modo nuovo di interpretare la realtà. E prima che si stabilisca un nuovo paradigma, una nuova normalità, esiste un momento in cui tutte le possibilità sono aperte. Il sociologo Mauro Magatti dimostra che ci troviamo esattamente in quel momento. Il 2008 ha segnato l'inizio di una crisi economica che si è rivelata anche politica e culturale e ha portato alla fine di un'epoca. Fino ad allora il neoliberismo era stato il modello al quale avevamo affidato le nostre prospettive di crescita economica e di benessere. Ora quel modello è saturo, perché non più capace di rispondere alle esigenze di un mercato globale sempre più selvaggio e sregolato, né alla degenerazione della politica, sempre più populista e nazionalista. Ma questa, spiega Magatti, è una grande occasione. Perché se le vecchie regole non sono più valide, questo è il momento in cui possiamo inventarne di nuove. L'importante è avere chiara una direzione. E la direzione è quella della rinuncia alla cieca economia del consumo, per giungere a uno scambio sostenibile. "Solo la combinazione tra sostenibilità e logica contributiva può permettere di ricostruire su basi nuove il rapporto tra economia e società che il neoliberismo ha col tempo mandato in frantumi. E così rispondere alla domanda sulla natura della prossima crescita economica, nel quadro di una nuova stagione della democrazia."
Un saggio approfondito che racconta la storia del Movimento dei Focolari dalla sua fondazione fino ad oggi. I Focolari nati nel 1943 a Trento, città di ricca e solida tradizione cattolica, sono oggi presenti nei cinque continenti, ma la loro storia è ancora relativamente poco conosciuta. L'Autore del presente saggio, riprendendo un'espressione del sociologo Émile Poulat, qualifica così il loro percorso: i Focolari sono apparsi «come una "improvvisa invenzione" su un terreno lungamente e pazientemente preparato... per altro». Preparazione e invenzione, tradizione e innovazione: la presente ricerca per la prima volta costruisce e istruisce questo dossier storico (dal 1943 fino all'approvazione definitiva dalla Chiesa nel 1965) e interpreta il fenomeno del Movimento dei Focolari in forma scientificamente apprezzabile.
Il volume vuole essere un agile ma anche efficace strumento di formazione e di aggiornamento non solo per gli Insegnanti della Religione cattolica ma anche per chi desideri avere una riflessione "cristiana" sulla questione sociale contemporanea. L'odierna società sperimenta un doppio rapporto dialettico nelle strutture che caratterizzano il nostro mondo culturale ed economico: da una parte le complessità (socio-economiche-culturali) che diventano opportunità per la libertà e lo sviluppo, dall'altra le stesse complessità che possono trasformarsi invece in solitudine esistenziale e smarrimento indennitario. L'analisi di queste dinamiche è sviluppata in tre momenti , relativi agli interventisti docenti che hanno partecipato nel settembre del 2016 al corso di aggiornamento che l'Istituto di Scienze Religiose di Assisi organizza ogni anno per gli IRC.