
Il libro offre una sintesi del lavoro teorico di Hans Joas, singolare figura di sociologo che non disdegna di coniugare i dati provenienti dalla ricerca empirica con teorie della società in esplicito dialogo con la filosofia. La società appare a Joas come il luogo concreto, osservabile e verificabile, in cui s'intrecciano bisogni e aspettative personali, pretese di verità e forme di organizzazione politica. Di qui un orientamento di ricerca, che gli consente di scavare al tempo stesso nell'esperienza collettiva e in quella individuale, di indagare i valori che orientano l'una e l'altra, di evidenziare i legami e il coinvolgimento che i valori attestano. Joas è attento in particolare a quei momenti di creatività in cui l'uomo va in qualche modo oltre se stesso e fa un'esperienza di autotrascendenza, che può avere anche una declinazione religiosa: Nella religione, che per le società secolarizzate come le nostre è un'opzione e non più un automatismo, si deposita un surplus di esperienza che costituisce una preziosa risorsa di futuro.
L'immigrazione e l'asilo: una grande sfida per sistemi politici ancora basati sulla sovranità nazionale.Nei confronti di immigrati e rifugiati, gli Stati alzano la voce, dichiarano la chiusura delle frontiere, pretendono conformità alla cultura nazionale. Nei fatti però, sia pure a fatica, norme sui diritti umani e attori della società civile puntano all'accoglienza e all'allargamento di spazi di "cittadinanza dal basso".
Il IX Rapporto Italiani nel Mondo - 47 approfondimenti elaborati da 55 autori dall'Italia e dall'estero - è uno strumento culturale che si propone di trasmettere informazioni, nozioni, conoscenze sull'emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi, attraverso un linguaggio semplice e immediato. L'edizione del 2014 si articola in cinque sezioni: Flussi e presenze, Prospettiva storica, Indagini, riflessioni ed esperienze contemporanee, Speciale Eventi, Allegati socio-statistici e bibliografici. Per rispondere all'esigenza di una maggiore comprensione delle partenze di oggi dall'Italia, in questa edizione, oltre all'analisi consueta del database generale dell'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), si sono analizzate e descritte anche le iscrizioni all'AIRE con la sola motivazione dell'espatrio avvenute nel corso del 2013. Questi dati, unitamente alle riflessioni sull'emigrazione interna, sulla mobilità per studio e formazione e su quella dei ricercatori italiani, dei frontalieri e il confronto con gli spostamenti degli italiani nell'ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle novità che emergono. "Lo sforzo di ogni anno - si legge in apertura del volume - è quello di mettere a disposizione del pubblico più vasto un testo che parli di un aspetto fondamentale della "Storia di un Paese e della Storia di un popolo"...
Il manuale tratta sia la dimensione propriamente metodologica della ricerca sociale (il discorso critico sui principi, le condizioni e le regole che sono alla base della ricerca scientifica), sia le tecniche, cioè il complesso delle procedure elaborate, codificate e praticate dalla comunità dei ricercatori, trasmissibili per insegnamento. Questa nuova edizione tiene conto, in particolare, dei numerosi cambiamenti che l'avvento di Internet e delle tecnologie digitali ha comportato per la ricerca sociale.
A lungo la sinistra ha pensato che nelle sue vele soffiasse il vento della storia. Oggi che tutto è cambiato, che quel vento non le ha riconosciuto alcuna primazia, che anche il suo popolo non è più lo stesso, la sinistra sembra essersi ritratta in una posizione difensiva e risponde con sdegno all'accusa di conservatorismo. In verità le sue ragioni sono tutt'altro che scomparse, ma per farle rientrare nella partita del mondo è necessario che smetta di sentirsi ospite innocente in un universo cattivo e abbandoni ogni nostalgia. Perché la globalizzazione non è solo una banale restaurazione, non è solo espropriazione e sradicamento, ma un gioco di dimensioni planetarie nel quale nuovi protagonisti si affacciano sulla scena della storia. E a questo gioco largo e imprevedibile, pieno di pericoli e di opportunità, non ci si può sottrarre.
Dalle maschere teatrali alla mimica degli attori, dal ritratto europeo alla fotografia, dal cinema all'arte contemporanea, Hans Belting ripercorre in questo volume i diversi tentativi di fissare la vita del volto e del sé. Affascinante indagine sui vari modi in cui gli uomini hanno raffigurato sé stessi nel corso della storia, "Facce" offre innumerevoli spunti di riflessione che mettono in crisi le nostre idee più consolidate.
Come le società umane si sono trasformate da piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori strettamente imparentati in grandi strutture moderne basate sulla cooperazione tra anonimi? In che modo le religioni dei "Grandi Dei" - le massime fedi monoteiste e politeiste - si sono diffuse conquistando la maggior parte delle menti nel mondo? Secondo Norenzayan, quando gli esseri umani concepirono per la prima volta l'esistenza di entità sovrannaturali innescarono cambiamenti che finirono per dare origine alle grandi società con Grandi Dei - divinità potenti, onniscienti e intente a controllare il comportamento morale delle persone. Ma in che modo? "Chi è sorvegliato si comporta bene", pertanto le persone agiscono correttamente quando sospettano che i Grandi Dei stiano vigilando, anche se nessun altro è presente. Eppure, questa fede sincera nei Grandi Dei ha prodotto una nuova fonte di conflitto tra gruppi in competizione. In alcuni luoghi del mondo, come l'Europa settentrionale, le istituzioni laiche hanno determinato un declino della religiosità, usurpando la capacità della religione di incentivare la costruzione di comunità. "Grandi Dei" ci aiuta anche a comprendere un'altra transizione sociale più recente: l'emergenza delle società cooperative di non credenti.
Che ne è della coppia; che significati assume oggi l'essere genitori e il desiderio di "avere un figlio"; come diventare famiglia e a quali condizioni essere davvero felici? Sono le domande da cui muove questo libro, dove i contributi autorevoli di un biblista del calibro del cardinal Martini, di una psicologa, un medico bioeticista e un sociologo aiutano a disegnare le nuove coordinate di una società in vorticoso cambiamento, che pone interrogativi importanti circa il modello di famiglia cui siamo abituati. Sullo sfondo, la ricerca stessa della Chiesa, sollecitata da papa Francesco con la convocazione del Sinodo, di nuove parole capaci di dire agli uomini d'oggi i valori di sempre e riscoprire i veri "talenti" racchiusi nell'essere famiglia.
La più chiara e sistematica confutazione dell'ideologia che spaccia per famiglia ogni unione. Famiglia o famiglie"? Questo è il problema. Il calo drastico dei matrimoni e una mutata geografia degli affetti hanno decretato, secondo alcuni, il tramonto della famiglia tradizionale in favore di un variegato insieme di nuclei affettivi che sarebbero tutti, in quanto tali, meritevoli di attenzioni e di riconoscimento giuridico. Questo libro va nella direzione opposta. E non solo sostiene che la partita sulla famiglia, per così dire, sia ancora aperta, ma afferma il contrarùo della cultura dominante, e cioè che la vera famiglia - quella che merita valorizzazione - sia una sola, vale a dire quella definita da un'unione stabile e pubblicamente riconosciuta tra un uomo e una donna che, sposandosi, si assumono impegni reciproci e nei confronti dei loro figli. "
Da dove nasce l'abitudine di scambiarsi regali natalizi? I regali di Natale nella forma attuale sono "inventati" attorno al XIX secolo. Quest'uso tuttavia è solo apparentemente recente, poiché si radica nell'antica Roma. È nelle strenae l'origine dei doni, in Strenia, la dea della salute, festeggiata con derrate alimentari che simboleggiavano l'abbondanza nel cuore dell'inverno. Ma nel XIX secolo, il Natale diventa in Occidente una festa della famiglia, slittando dal sacro al profano: nato per i bambini, il regalo viene esteso agli adulti e diventa occasione di ritessitura dei legami familiari.
Zygmunt Bauman, maestro del pensiero contemporaneo, teorico della "modernità liquida", incontra Stanislaw Obirek, teologo, storico, antropologo, ex gesuita. Due grandi intellettuali si confrontano per la prima volta sui temi del rapporto tra Dio e l'uomo, sull' esperienza religiosa nel mondoo di oggi, sulla tolleranza nella ricerca della verità, su cosa significa credere in Dio. sul ruolo del caso nella vita, sulla ricerca personale, sulla speranza. "Non sapremo mai se Dio c'è o meno, ma il nostro essere uomini consiste proprio nell'impossibilità di giungere a quel sapere e nella necessità di vivere senza di esso, e per di più con la consapevolezza della sua assenza. La differenza è che tu, Stanislaw, sei tormentato dal desiderio di giustificarli di quella imperfezione e io invece la tratto non solo come inevitabile, ma anche come la condizione più decorosa per un uomo onesto." (Zygmunt Bauman)
Questo testo si prefigge il fine di "introdurre" il lettore alle principali tematiche e problematiche dell'agire comunicativo (inteso non solo come processo comunicativo in sé ma come un vero e proprio processo culturale). Comunicazione quindi come essenza del vivere sociale, modalità (dalla 'face-to-face' a quella mediale) attraverso la quale si instaurano, definiscono e sviluppano i rapporti sociali; comunicazione come "processo sociale condiviso in un insieme sociale definito". Quest'ultima definizione, per quanto approssimativa, permette però di evidenziare alcuni aspetti sostanziali: la comunicazione è culturalmente modellata in un ambito socioculturale definito; la comunicazione è un processo di interazione, 'vive' della situazione sociale di riferimento; nella comunicazione, sia gli aspetti di contenuto (il 'cosa' del messaggio) quanto quelli di relazione (il 'come' del messaggio), vengono determinati secondo una codificazione e simbologia socialmente accettata e condivisa.