Quasi tutti conoscono gli ologrammi, immagini tridimensionali proiettate nello spazio per mezzo di un laser. Ora, due grandi scienziati - David Böhm, fisico quantistico presso la University of London e Karl Pribram, neurofisiologo di Stanford, uno degli artefici della nostra attuale concezione del cervello suppongono che l'universo stesso sia organizzato come un ologramma, in cui ogni parte contiene il tutto. Questo nuovo modo di considerare l'universo dovrebbe chiarire non solo molti degli enigmi insoluti della fisica, ma anche quegli accadimenti misteriosi come la telepatia, le esperienze extracorporee e di premorte, i sogni "lucidi", e perfino le esperienze religiose e mistiche di unità cosmica e le guarigioni miracolose.
Quante domande nascono osservando la natura! Anche se viviamo in città, là fuori c'è sempre la natura: alberi e fiori, nuvole e stelle, rocce e sabbia, uccelli, rettili e mammiferi... Se sarai attento e saprai osservare, la natura ti stupirà con la sua bellezza. Questo libro è fatto apposta per suscitare curiosità verso la flora, la fauna e tutte le meraviglie della natura che possono essere osservate in Italia e nel resto d'Europa. Le attività proposte e le illustrazioni, ricche di dettagli poetici e intriganti, sono un invito a uscire di casa e andare alla scoperta del mondo fantastico che aspetta... là fuori. Età di lettura: da 10 anni.
"La natura è un libro completamente aperto a tutti e dal quale tutti possono leggere e imparare. Ogni pianta, ogni animale, ogni organismo microscopico racconta qualcosa, rivela un segreto, denota una straordinaria coerenza ed eleganza. Tutto converge verso lo stesso incontro e lo stesso mistero". Di questo mistero, e di questo libro completamente aperto che è la natura, tratta con particolare finezza "Una casa chiamata terra". Bartolomeo, patriarca ecumenico e figura rilevante nel panorama del cristianesimo contemporaneo, ha maturato e affinato un profondo sguardo cristiano sull'umanità e sul creato. Alla sua visione ha fatto esplicito riferimento papa Francesco nell'enciclica Laudato si'. Questo piccolo libro di grande sapienza umana e spirituale offre alla lettura pagine luminose e intense, che ci prendono per mano aiutandoci ad "ascoltare la voce della creazione", ricreando un poco di silenzio fra i mille messaggi, i fiumi di parole, la moltiplicazione delle immagini e il loro consumo. Bartolomeo I è dal 1991 arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico.
Quando e dove è iniziata la vita? E a cosa somigliavano le prime forme di vita? Interrogativi che l'uomo si pone da sempre, per i quali, pur in mancanza di risposte definitive, si possono avanzare alcune ipotesi. Come quella che colloca l'origine della vita intorno a 3,8 miliardi di anni fa, in un contesto riconducibile a uno di questi ambienti: brodo primordiale, campi geotermali, siti di impatto meteoritico. Certo è che le tessere del più grande e affascinante dei puzzle restano RNA, amminoacidi, protogeni, protocellule.
Praticamente tutte le nostre funzioni biologiche possono essere ricondotte al modo in cui le molecole d'acqua si attraggono e danzano tra loro. Ogni luogo della Terra è saturo d'acqua o è stato in qualche modo forgiato da essa. L'acqua è la sostanza più comune che abbiamo: la usiamo quotidianamente nelle nostre case, ci cade addosso direttamente dal cielo e si muove in continuazione sotto i nostri piedi nelle falde acquifere; ma si trova anche allo stato gassoso nell'aria che respiriamo, liquida negli oceani e nei fiumi e solida nella neve e nei ghiacciai. Non stupisce che proprio l'acqua sia al centro dei rituali di quasi tutte le religioni. L'acqua è anche "semplice", o almeno così crediamo: H20, una piccola molecola fatta di soli tre atomi legati tra loro a formare una microscopica V. Eppure, a un esame più accurato, l'acqua risulta essere una sostanza più che mai sorprendente e straordinaria. Ad esempio si espande quando si raffredda (il ghiaccio galleggia sull'acqua), cosa che pochissime altre sostanze fanno. Ma non sono solo le sue caratteristiche fisiche ad essere particolari: in effetti l'acqua è lo sfondo costante della grande storia della Terra, della vita e dell'umanità, come ci racconta, con prosa ispirata e coinvolgente, Alok Jha in questo libro. Viene dallo spazio profondo, è una figlia del Big Bang, e si è concentrata sul nostro pianeta in maniera fortuita. Una volta arrivata non è più andata via e il suo costante movimento ciclico ha letteralmente dato forma al mondo.
Immaginate di essere fatti di pura coscienza, senza corpo, e di essere in grado di spostarvi a velocità vertiginose nello spazio immenso e profondo, capaci di miniaturizzarvi per immergervi dentro al mondo brulicante di un nucleo atomico, o di diventare enormi per tuffarvi a capofitto proprio dentro a un buco nero. Immaginate di essere proprio lì, a toccare fisicamente tutte quelle cose così affascinanti che nei libri di fisica vengono spesso descritte in termini un po' asettici e talvolta decisamente difficili. Ma questa volta capite tutto, perché non vi stanno solo descrivendo l'universo: lo state proprio toccando con mano. Christophe Galfard vi farà volare direttamente sulla superficie del Sole, nei meandri di una galassia, alle origini del Big Bang e dentro un buco nero, dove tempo, spazio, materia e energia - e ogni altra abituale categoria della fisica, di cui Galfard è uno degli interpreti più brillanti - si confondono. Questo libro ci fa comprendere le più strane e sconcertanti verità della scienza, senza disdegnare di soffermarsi lungo il cammino sulle questioni che queste scoperte hanno rimesso in discussione, dall'esistenza di Dio, all'origine del tempo, al futuro stesso dell'umanità.
Il mondo come noi lo conosciamo finirà. Presto o tardi, ma finirà. Semmai sarebbe opportuno domandarci quale sarà la fine che attende il nostro pianeta e, con esso, tutta l'umanità che ospita e contiene. Alok Jha, in questo libro dall'apparenza catastrofistica e scanzonata, ma in realtà una vera e propria disamina scientifica, analizza per filo e per segno cinquanta plausibili ipotesi apocalittiche. Sarà la desertificazione o l'inquinamento chimico, la collisione solare o l'inversione dei poli a condannare l'umanità? O piuttosto un olocausto nucleare, una pandemia o un'invasione aliena? "Manuale dell'apocaiisse" è un modo insolito e divertente per imparare nozioni di genetica, biologia, approfondire tematiche sul clima e, perché no?, anche sugli alieni...
Non lo chiamavano ancora così, "pi greco", né tantomeno usavano quello che oggi consideriamo un simbolo universale, pi greco ; ma egizi e sumeri sapevano che il rapporto tra il diametro e la circonferenza di un cerchio è una costante; i greci che è un numero illimitato non periodico e lo chiamarono irrazionale. Ma fu Archimede, a Siracusa, a studiarlo, a darne un valore molto preciso e a concepire l'idea, moderna, di limite. Che storia, quella di pi greco! Ha coinvolto in un crescendo appassionante di studi tutti i più grandi matematici. Ma ha anche catturato la curiosità dei poeti e attraversato la storia dei popoli. Ancora oggi, mentre i computer calcolano milioni dei suoi decimali, pi greco fa parlare di sé, tanto da diventare il primo e finora unico numero cui il mondo intero dedica una giornata di festa: il Pi Greco day!
La crisi economica sta cambiando la struttura della nostra società, introducendo disuguaglianze insormontabili, marginalizzando le energie più giovani, soffocando la ricerca scientifica e cosi inibendo anche la possibilità di sviluppare quelle idee e tecnologie innovative che potrebbero contribuire a guidarci fuori dalla crisi stessa. La scienza può però fornire degli strumenti chiave non solo per la comprensione dei problemi alla radice della crisi attuale, ma può anche suggerire soluzioni possibili e originali.
Uno dei motivi dominanti della moderna storia della scienza consiste nel tentar di chiarire gli elementi di continuità che legano fra loro le varie epoche del pensiero scientifico. È altrettanto vero che esistono personalità eccezionali, capaci di dominare con la loro intelligenza e il loro talento intere epoche. Ma queste personalità non nascono dal nulla. Ricostruire la formazione di un genio significa spesso abbassare il piedistallo su cui lo hanno collocato le generazioni successive e render giustizia a numerose figure minori che hanno contribuito al progresso della scienza. Quello degli ingegneri del Rinascimento è un mondo affascinante e ricchissimo in cui, se da un lato si raccolgono certe eredità del mondo antico e medievale, dall'altro si vengono organizzando e consolidando certe nozioni di statica e dinamica che contribuiranno al sorgere della scienza moderna. Nei taccuini di Leonardo abbiamo un quadro vivo di un'epoca in cui, nel lavoro degli ingegneri, comincia a infiltrarsi una preoccupazione nuova: quella di una base scientifica su cui costruire. Le prodigiose "macchine di Leonardo", che hanno meravigliato e stupito generazioni, hanno spesso antecedenti precisi, individuabili nelle scoperte di Kyeser, Villard de Honnecourt, Guido da Vigevano, Taccola, Valturio, Francesco di Giorgio Martini.
Ben prima dell'invenzione del microreticolo metallico, Efesto nell'"Odissea" forgiava "catene impossibili da frangere, sottili come fili di ragnatela", catene che "nessuno avrebbe potuto notare, neppure un dio, tanto erano ingannevoli". Ben prima degli studi di Maxwell sul tempo di rilassamento dei liquidi, Lucrezio intuì che molecole di lunghezza differente scorrono con tempi differenti. Anche Gozzano, in una delle sue poesie più belle, descrive con precisione l'imprevedibilità di una crepa, oltre che la viltà di un giovane pattinatore di fronte a una donna innamorata. E questo molto prima che i matematici dimostrassero - anche attraverso il Gioco della vita l'impossibilità assoluta di predire l'evoluzione di alcuni sistemi. "Ahimè, non mai due volte configua il tempo in egual modo i grani!" scrive Montale: non è forse questa l'entropia? E Borges sa - forse meglio dei neuroscienziati - che "aver saputo e aver dimenticato il latino è un possesso, perché l'oblio è una delle forme della memoria." La poesia arriva prima? Forse. D'altra parte, però, il linguaggio degli scienziati è fatto spesso di analogie, esattamente come quello dei poeti. La poesia e la scienza, ci spiega l'autore vagabondando tra un secolo e l'altro, non sono opposte, non lo erano alle origini e non lo sono oggi, che si concepiscono entrambe come tensione alla conoscenza del mistero del reale.