Furono anni insanguinati. Tormentati da intrighi e scontri di potere. Il primo a cadere fu Tiberio Gracco, giovanissimo leader del movimento democratico, linciato nel 133 a.C. Non ebbe miglior sorte l'aristocratico Scipione Emiliano, che venne trovato morto nel suo letto. Né riuscì a salvarsi Gaio Gracco. Autore di riforme ben più audaci di quelle del fratello Tiberio. E via di questo passo, tra conflitti, guerre civili e assassinii. Senza tregua né pietà. Fino alle morti celeberrime di Cesare, di Cicerone e di Antonio, che si tolse la vita dopo la sconfitta di Azio, seguito dalla sua sposa Cleopatra. Unico dominatore della scena politica Ottaviano, proclamato Augusto. Solo allora quel massacro durato un secolo poté considerarsi concluso.
"Il libro formula e riformula il rapporto sessuale nella concettualizzazione filosofica, nella rappresentazione alta della tragedia e in quella corriva della commedia, nella poesia erotica e infine nella precettistica religiosa del primo Cristianesimo, stretta nella necessità di salvaguardare la riproduzione dei corpi e di enfatizzare la comunione delle anime, di giustificare la vita attiva e di nobilitare la vita contemplativa. Poiché il libro termina nei primi secoli dopo Cristo, è quasi assente la parola "amore" con la quale si tenta, dall'alto Medioevo in poi, di amalgamare i segmenti di vita e sapere, di corpo e anima, di impulso e parola, che l'antichità ci restituisce invece ancora disgiunti." (Silvia Vegetti Finzi)
Al suo culmine l'impero romano annoverava innumerevoli culture, lingue, climi e regimi alimentari; comprendeva tribù nomadi e agricoltori stanziali, popolazioni primitive e culture raffinate, briganti e filosofi neoplatonici. Come era governato? Quali erano le forze di coesione che lo tenevano insieme? Quale fu il risultato del confronto tra le istituzioni di Roma e quelle locali, tra usanze e valori così differenti da provincia a provincia? In che modo la società e la cultura della stessa capitale imperiale riuscirono a convivere con le influenze straniere, in particolare greche e orientali?
Attualmente docente di Storia alla Princeton University, Peter Brown affronta nei tre saggi qui raccolti l'emergere nella tarda società romana dei poveri come classe sociale distinta, nei confronti della quale la Chiesa cristiana dichiara di sentirsi particolarmente responsabile. Attingendo a fonti greche, latine, giudaiche, l'autore descrive la condizione dei poveri in epoca precristiana e la natura delle loro relazioni con la Chiesa.
L'immagine stereotipata della civiltà ellenica ne concentra le vicende nello scenario della penisola greca, dell'Asia minore, della Sicilia e dell'Italia meridionale. Solo alla fine del IV secolo si sarebbe verificata in Oriente la grande espansione ellenistica. In realtà l'orizzonte del mondo greco era da tempo assai più ampio. I Greci delle periferie sono i coloni, i mercanti, gli esploratori che hanno dilatato la presenza della civiltà ellenica in un'area vastissima e moltiplicato gli scambi economici e culturali con altri popoli.
Indomito guerriero, costruttore stravagante, marito di molte mogli e padre di numerosissimi figli, Ramses II è stato l'archetipo del faraone. I suoi monumenti e le sue immagini sono state ritrovate in ogni angolo dell'Egitto, il suo nome era conosciuto, rispettato e temuto in tutto il mondo antico. La morte ne ha amplificato la fama, trasformandolo in un modello per ogni altro faraone e, secolo dopo secolo, in una figura mitica. Discernendo tra leggenda e verità e raccogliendo nuove prove archeologiche, l'egittologa Joyce Tyldesley ricostruisce in questo saggio la vita e i tempi di Ramses II, dagli sfarzi delle corti ai rapporti con i popoli confinanti.
La sua storia è un susseguirsi di popoli e stirpi che arrivano, prendono il potere e sono a loro volta scacciati: sumeri, assiri, aramei, persiani, greci, parti e sasanidi. Nella prima parte il volume ricapitola le vicende turbolente di questo 'giardino nel deserto' dalla prima documentazione risalente al terzo millennio a.C.; nella seconda parte vengono esposti i trattati generali di questa che con l'Egitto fu la maggiore civiltà dell'Oriente antico: dall'economia alla società, dalle conoscenze scientifiche alla lingua, alla scrittura e alla letteratura, dall'arte all'architettura e alla religione.
Questo saggio ripercorre, fra mito, fonti letterarie e ritrovamenti archeologici, le tappe dell'insediamento romano dal 1700 al 750-725 a.C. Questa seconda edizione è corredata da aggiornamenti a cura dell'autore, docente di archeologia classica all'Università di Roma La Sapienza.