Da Caporetto al Piave, alla conquista di Addis Abeba, alla disastrosa condotta dell'esercito nella seconda guerra mondiale, agli ambigui giorni tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943. Inoltre le speranze di impadronirsi del potere, il brusco congedo da parte dei rinati partiti politici... La storia, tra luci e ombre, di un personaggio che ancora oggi rimane un enigma.
Nel 1922 Salvemini, che si è ritirato dalla politica attiva, prende a scrivere il diario per dar corpo alle sue riflessioni e per registrare quanto sta accadendo, sì da predisporsi il materiale per uno studio futuro sul fascismo. Il diario alterna così pagine di giudizi sferzanti e furibondi e la puntigliosa raccolta di notizie grandi e piccole sul clima politico italiano: notizie che vengono dai giornali ma soprattutto dalle conversazioni e dalle corrispondenze di una vasta cerchia di amici, da Sforza ad Amendola, da Albertini a Fortunato, da Ojetti a Modigliani.
Luigi XIV si circondò dei maestosi giardini di Versailles e di uno stuolo di donne adoranti o spudoratamente interessate. Donne forti come Madame de Maintenon o ingenue come Maria Mancini, nipote di Mazzarino, che accarezzò per un attimo l'illusione di diventare regina, ma fu sacrificata alla suprema ragion di stato. Donne ambiziose come la cognata Enrichetta d'Inghilterra, o ambigue come Madame de Montespan, che rischiò di compromettere la politica di riforma giudiziaria del re per il suo presunto coinvolgimento nel famoso "Affare dei veleni". E, al di sopra di tutte, naturalmente, la regina Maria Teresa, figlia del re di Spagna, molto insignificante e molto tradita, un astro spento in mezzo a un firmamento di stelle.
Uno dei passaggi critici della storia italiana studiato in un convegno scientifico, che per la prima volta ha messo a confronto le diverse prospettive storiografiche (pp. 576).
L'Italia del 1945 era in condizioni talmente disastrate da far supporre una sua dipendenza economica di lunga durata, e forse irreversibile: nella classifica internazionale delle potenze industriali, il nostro paese allora non occupava alcun posto, era semplicemente fuori. In questa situazione che appariva senza prospettive entrò in scena Enrico Mattei, nominato dal Cln il 28 aprile 1945 commissario straordinario dell'Agip. Ex capo dei partigiani cattolici nel giro di 15 anni mise in piedi l'Eni e la Snam, facendo così dell'Italia una delle maggiori fornitrici mondiali di manufatti e know-how per l'industria petrolifera.
Un mercante economo all'antica, un veccio zio saggio con un passato galante, una giovane sposa capricciosa, un intellettuale ironico e disincantato, un signorotto di campagna reazionario, un figlio oppresso che si ribella. Cinque uomini e una donna, appartenenti alla nobile famiglia Bracci Cambini di Pisa, fra inizio Settecento e metà Ottocento, raccontano la propria vita. Le loro passioni e i loro conflitti offrono un esempio vivo e concreto della storia della famiglia e della vita privata, attraverso la descrizione di caratteri individuali precisi. Ne emergono i grandi temi del confronto fra il modello familiare autoritario e corporativo d'Antico Regime e quello più modernamente fondato sui diritti e i sentimenti delle persone.