
A partire dal 1926, la storia del calcio italiano e quella del regime s'intrecciano in maniera indissolubile: il ras romagnolo Leandro Arpinati diventa il dominus di uno sport che esce dal suo periodo pionieristico e assurge a passione nazionale. Sono stagioni trionfali per il Torino del 'Trio delle meraviglie' e per la Juventus del 'Quinquennio d'oro', per l'Ambrosiana di Meazza e per il Bologna 'che tremare il mondo fa'; sono gli anni della Roma 'testaccina' e della Lazio di Silvio Piola, protagoniste di derby infuocati e determinate a portare il primo scudetto nella capitale. A marcare l'epica del calcio italiano arrivano, sollecitati con forza dalla dittatura, i grandi trionfi degli Azzurri: i titoli mondiali del 1934 e del 1938, e quello olimpico ottenuto nel 1936. Pozzo e Schiavio, Baloncieri e Ferraris IV, Cesarini e Borei diventano in queste pagine personaggi a tutto tondo, e intrecciano i loro destini con quelli di gerarchi, dame, attrici e intellettuali dell'epoca - da D'Annunzio a Malaparte, da Emilio Lussu a Carlo Rosselli. Un affresco che fa rivivere, tra fasti e contraddizioni, il fatale inclinarsi di una società conformista verso il disastro della seconda guerra mondiale.
Nella piccola biblioteca di Minden, nel Nevada, c'è una vera e propria emergenza: i topi prendono d'assalto i libri! Per risolvere il problema Jan Louch, dipendente della biblioteca, propone di far entrare nel team un collega molto speciale: un gatto, per dare, come è naturale, la caccia ai topi. Dopo il "lavoro", lo zelante gattone ama sonnecchiare in una scatola della Baker & Taylor, un'azienda americana leader nella distribuzione di libri, e Jan decide di chiamarlo Baker. Ma da solo il micio non può stare, così, dopo due mesi, Jan decide di dargli un compagno: Taylor, ovviamente. Amati dai bibliotecari e coccolati da tutti i frequentatori della biblioteca, i mici diventano vere e proprie star quando la Baker & Taylor li proclama testimonial ufficiali dell'azienda. Le loro foto appaiono ovunque: su poster, magliette, borse, segnalibri... Il risultato: centinaia di visitatori giungono da ogni parte degli Stati Uniti per accarezzare le due celebrità a quattro zampe! In un appassionante resoconto, Jan Louch ci racconta le avventure di Baker e Taylor, i due simpatici gatti bibliotecari che hanno lasciato le loro impronte nei cuori di tutti gli abitanti di Minden, e non solo.
Corti o lunghi, lisci o ricci, biondi, rossi o neri, i capelli sono da sempre considerati un elemento di fascino, personalità e forza. Le donne lo sanno bene e per sfoggiare una chioma splendente si affidano a prodotti chimici accattivanti, che promettono risultati spettacolari ma spesso lasciano i capelli ancora più stressati e infelici. Dopo l' ennesima delusione, l'autrice ha deciso di affrontare il problema. Da grande appassionata e studiosa di terapie e rimedi naturali, è riuscita a trovare cure dolci, antiche e moderne, straordinariamente semplici e adatte a tutti i tipi di capelli, e le ha raccolte in questo manuale pratico ed elegante. Se anche voi siete stufe di usare prodotti aggressivi, capaci solo di danneggiare le vostre chiome (e il pianeta), lasciatevi guidare alla scoperta del meraviglioso mondo dei trattamenti biologici e fatti in casa. Imparerete così a lavare i capelli con l'argilla, a idratarli con il gel di Aloe vera, a nutrirli con una maschera all'olio di cocco, a curarli con gli oli essenziali, a renderli più forti e luminosi con un'alimentazione sana e gli integratori adatti, ad avvolgerli in foulard di seta durante la notte per un vero sonno di bellezza...
"Dove sono cresciuta, le ragazze finiscono in manicomio, oppure lapidate. Le più fortunate vengono date in sposa a un membro di un clan rivale. Sapevo che, nonostante le idee liberali di mio padre e tutti i suoi sforzi, nonostante le storie che ci raccontava, non sarei mai stata davvero libera." In Waziristan, la regione più conservatrice del Pakistan dei talebani, una donna non è autorizzata a lasciare la casa di famiglia a meno che non si sposi. Le ragazze indossano il velo ed escono solo se accompagnate da fratelli, padri o cugini che possano vigilare sul loro onore. Eppure, a cinque anni, Maria decide di bruciare tutti i suoi vestiti. Vuole giocare, correre, andare in bicicletta, cacciare, arrampicarsi sulle montagne, e l'unico modo per farlo è travestirsi da maschio. Poi scopre lo squash, che in Pakistan è il secondo sport nazionale. Si entusiasma: diventerà una campionessa, anzi, un campione. "Se mai dovessero scoprire cos'hai fatto, Maria, verranno a darti la caccia, credimi. Verranno a cercarti e ti uccideranno" l'aveva avvertita il padre. "Non c'è qualcuno in particolare, Maria: sono loro. Nessun volto, nessuna anima: sono bombe e pallottole e grida ad Allah che si levano tra le montagne," Avendo trasgredito alla sharia, Maria entra nel mirino del fondamentalismo, scopre la paura, e il padre la costringe a rifugiarsi in Canada.
Lo sport ci regala una galleria stupefacente di personaggi e imprese da ricordare. In questo volume, le storie, le vittorie e i traguardi delle leggende dello sport mondiale sono ripercorsi attraverso le pagine del quotidiano più popolare d'Italia, scelte tra le più rappresentative ed emozionanti. Prefazione di Andrea Monti.
Il "Cannibale" Eddie Merckx, il più forte di tutti, e il "Pirata" Marco Pantani, un magnifico testardo che ci ha lasciato troppo presto. Beppe Saronni e la perfetta strategia della fucilata di Goodwood, Claudio Chiappucci e l'impresa tutta istinto del Sestriere. L'indisciplinato Peter Sagan e Laurent Fignon, il "Professore". E poi l'irrequietezza dell'enigmatico Gianni Bugno, l'impetuosa forza tranquilla di Miguel Indurain, il fascino di Fabian Cancellara e la spavalderia di Lance Armstrong, al centro dello scandalo più grande della storia del ciclismo. Il pistard dal passato difficile Bradley Wiggins, icona pop che sembra uscita dagli anni settanta, e l'ipertecnologico record dell'ora di Francesco Moser, uomo che al futuro si è sempre affidato. Un campione nato nel periodo sbagliato come Felice Gimondi e un campione, Bernard Hinault, che nel proprio tempo ha dettato legge. Che cosa hanno in comune questi assi delle due ruote? Ce lo svela Giacomo Pellizzari: ognuno, a suo modo, ha saputo rappresentare più di chiunque altro un aspetto peculiare dell'essere ciclista, ognuno ha incarnato, appunto, un carattere e lo ha portato ai suoi massimi livelli, accettandone tutte le conseguenze.
"Per la prima volta nella storia dell'umanità, a intervalli regolari e a orari fissi, milioni di individui si sistemano davanti al loro televisore domestico per assistere e, nel senso pieno del termine, partecipare alla celebrazione dello stesso rituale".Un rito celebrato da ventitré officianti e qualche comparsa davanti a una folla di fedeli che raggiunge talvolta le decine di migliaia di individui ai quali si sommano, davanti agli apparecchi televisivi, milioni di "praticanti a domicilio". Il football, il più popolare tra gli sport di massa, è al tempo stesso pratica e spettacolo, fenomeno sociale che si prolunga nella tensione mai risolta tra professionismo e pratica amatoriale e occasione di riflessione sull'etica del gioco e sulla lealtà tra avversari. Il calcio, spiega l'antropologo Marc Augé, funziona come un fenomeno religioso in cui numerosi individui provano gli stessi sentimenti e li esprimono attraverso il ritmo e il canto. Gli stadi diventano così luoghi di senso, di controsenso e di non senso, simboli di speranza, di errore o di orrore, in cui si compiono ancora i grandi rituali moderni.
Togliersi le scarpe e percorrere scalzi un piano sentiero boscoso, un prato umido di rugiada, o i gradini naturali di un sentiero d'alta quota e imparare a percepire sotto le piante dei piedi nudi il flusso di calore della pietra esposta al sole e le sue diverse tessiture: tutto questo è alla portata di ognuno, appartiene alla preistoria e alla storia dell'umanità, eppure è anche una cosa che oggi è diventata rara nella vita di molti. Basta invece poco per reimparare a camminare scalzi, e ritrovare una dimensione in cui si intrecciano la meccanica del piede umano, le connessioni benefiche con l'elettromagnetismo terrestre, l'arte di passare dal freddo al caldo che Kneipp elevò al rango di terapia, i milioni di stimoli sensoriali che si accendono nella mente, fino alla scoperta di aspetti più sottili, come l'invisibilità delle tracce e il silenzio che accompagna questo passo leggero, quasi felpato, che mai si impone ma sempre trova il suo personale e unico percorso.
Sedersi al bar di Traversetolo per giocare una mano di scopone scientifico con il vecchio Tito, detto "Il Migliore", è impresa che richiede coraggio, nervi d'acciaio e talento. Anche per chi è abituato a sfide sportive di altissimo livello. Ma il solo talento basta per conquistare grandi vittorie? O piuttosto è necessario un capo che spinga i propri uomini oltre i loro limiti, che abbia il carisma per farsi seguire, che sappia tutelare e valorizzare il lavoro del gruppo, gestire le sconfitte e le vittorie? E soprattutto: capi si nasce o si diventa? È questa la domanda centrale dalla quale muove Gian Paolo Montali per analizzare i meccanismi di leadership con il suo stile unico, nello stesso tempo profondo e ironico, semplice e ricco di riferimenti e aneddoti. E, facendo ricorso alla sua straordinaria esperienza di uomo di sport e di azienda (cinque Scudetti, sedici coppe, un Mondiale, due campionati europei e un argento alle Olimpiadi in venticinque anni di pallavolo, prima di sedere nel Consiglio di Amministrazione della Juventus ed essere Direttore generale della Roma), svela i suoi segreti, introduce concetti innovativi come quelli di impollinazione e contaminazione, smentisce tanti luoghi comuni che vorrebbero il buon capo autoritario e tutto d'un pezzo, o che "squadra che vince non si tocca".
Questo non è un libro sulla corsa. È un libro sulla sofferenza. È un libro sulla beatitudine, sulla gola, sulla vanità, sui temporali, sulle api giapponesi e su Godzilla. È un libro sulle ragioni terribili e meravigliose che spingono ogni giorno uomini e donne ad arrancare anche sotto la pioggia o il sole rovente, fino a cadere a terra stremati. Perché ogni fanatico lo sa: correre è un inferno, eppure ha il sapore del paradiso.
Se la tua mente non è organizzata come uno schedario, ma è più incasinata del profilo Facebook di tua mamma, scrivere un libro può dare risultati disastrosi. O disastrosamente affascinanti. È il caso di questo libro, nel quale Greta Menchi ha riversato tutte le sue simpatiche ossessioni, le sue divertenti riflessioni sulla vita (quella vera e quella social) e una marea di trovate surreali. Cosa fanno (davvero) le ragazze la notte? Quali sono i tipi di fidanzato più diffusi sul pianeta Terra? Cosa si nasconde in quell'orrido buco nero chiamato borsa? Perché non bisogna mai fidarsi dei film americani? E che combina quella guastafeste di Maddy, la gemella immaginaria, il lato oscuro di Greta? Se aprire il proprio diario è come guardarsi allo specchio, allora queste pagine sono il fedele ritratto di chi le ha scritte: sorprendenti, scherzose, fulminanti e fuori di testa. Un giro sulle montagne russe della fantasia di una ragazza che sa raccontare se stessa e il mondo in cui vive con l'entusiasmo di una bambina e l'ironia di una donna cresciuta in fretta. Dai drammi nati su WhatsApp allo spionaggio via Instagram, dai deliri quotidiani agli incubi notturni.
Beppe e Mario sono due ragazzini con la passione per il calcio. Beppe gioca nelle giovanili dell'Alzano Virescit, Mario nella prestigiosa cantera dell'Atalanta. Beppe e Mario sono amici e si sfidano spesso sul rettangolo verde. Passano gli anni e Beppe finisce a giocare nei dilettanti, lascia il calcio e infine la naturale irrequietezza lo porta a laurearsi in filosofia. Mario invece ha dalla sua maggior talento e determinazione nello sfondare; è il capitano della primavera dell'Atalanta e una giovane promessa dalla nazionale, ma a discapito delle apparenze la sua non è una vita facile: in pochi anni ha perso la madre, il padre e il fratello e si è ritrovato da solo a prendersi cura della sorella Maria Carla, affetta da una grave disabilità. Beppe e Mario non si perdono mai veramente di vista, e quando il primo entra in seminario, il secondo va a trovarlo e i due si ritrovano a condividere inquietudini e dubbi, a parlare di fede e del senso della vita. Il 14 aprile 2012 accade l'inaspettato, durante la partita Pescara - Livorno, Mario si accascia al suolo e, nonostante la corsa in ospedale, muore a soli 25 anni. Il dolore di Beppe è enorme, e anche il mondo del calcio è sotto shock. È trascorso qualche anno, Beppe porta sempre il ricordo e l'esempio dell'amico nel cuore. La sua vita è cambiata, il Cammino di Santiago gli ha fatto comprendere che la sua vocazione non è il sacerdozio, gli ha donato Maria Paula e lo ha riportato sui campi da gioco, ad allenare ed educare i ragazzi.