Chi era veramente Ferdinando Tartaglia, protagonista dell'esperienza religiosa forse più radicale ed estrema del Novecento? Che cosa ha scritto? Una risposta ci è offerta dal ritratto che a Tartaglia ha dedicato Giulio Cattaneo. Scorrono davanti ai nostri occhi le frequentazioni di Tartaglia; il ventaglio delle sue letture; il contesto socio-politico. Emergono così i nessi tra la vita di Tartaglia e la sua opera, dove si stagliano scritti provocatori come la "Tesi per la fine del problema di Dio" o il "Manifesto" per il Movimento di Religione; o tra quei crepuscoli collinari e una filosofia notturna e cameristica come la sua prosa, rischiarata solo dalle irruzioni di un "azzurro subacqueo".
Mentre da ogni parte vengono a cadere i presupposti di ogni legge, il pensiero tende sempre più a concentrarsi, in ogni ambito, sulla legge stessa. Massimo Cacciari ha posto al centro di questo libro tale situazione paradossale e sfuggente, all'interno della quale tuttora viviamo. E, all'interno del nostro secolo, ha isolato, negli ambiti più diversi, alcuni casi esemplari di quell'ostinato cozzare contro la stessa parola: legge. Ma non si tratta qui di scoprire influenze nascoste o contatti. L'ambizione è ben più radicale: ogni volta si individuano sconcertanti isoformismi fra gesti di pensiero che appartengono a regioni lontane. E così anche repliche e opposizioni trasversali.
Quattro sorelle legatissime, un matrimonio imminente e un segreto atroce, che qualcuno ha sussurrato. Una conversazione a più voci dove tutto è divertente e terribile in pari misura, e quanto più si accende il divertimento, tanto più affiora un orrore che tutti sapremo riconoscere.
A causa di un antico abbaglio, propagato da illustri studiosi, si è a lungo sostenuto che la civiltà indiana mancasse di un vero senso dell'etica, riservato all'Occidente. Nulla di più falso. Sin dalle origine vediche, l'India rivela una sensibilità esacerbata nei confronti del male. Anzi, tutte le vicende degli dèi possono essere raccontare come altrettanti episodi di un conflitto con le forze maligne. Questo libro non intende solo spazzare via una quantità di rappresentazioni erronee, ma soprattuto introdurci a uno sterminato ventaglio di miti, dove le più remote possibilità del male vengono indagate.
L'Autore pubblicò le 'Tesi per la fine del problema di Dio' nel 1949. Eccole qui riproposte, accompagnate da un illuminante saggio di Sergio Quinzio, apparso nel 1973, e da una breve nota biografica di Germanine Muhlethaler Tartaglia.
Di questo romanzo breve sulla mafia, apparso per la prima volta nel 1961, ha scritto Leonardo Sciascia: "... ho impiegato addirittura un anno, da un'estate all'altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di 'cavare' voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio".
"Guai a un mondo in cui le creature vanno dietro al proprio cuore" dice la madre del protagonista di questo romanzo, ed è chiaro che il matrimonio cui destina suo figlio non sarà esattamente un gesto di ossequio nei confronti di una passione soverchiante. D'altronde, a Szybusz, shetl galiziano votato al commercio e al culto della prosperità economica, sarebbe stupefacente il contrario. Poi però non si può pretendere che il marito si accenda di passione per la moglie, né che nelle sue passeggiate solitarie stia lontano dalla casa della donna di cui da sempre è innamorato. Né si può evitare che il primogenito nasca come avvolto da una pellicola di indifferenza.
Non sempre i tempi che scandiscono la fortuna pubblica di uno scrittore coincidono con quelli della sua officina segreta, basti pensare a Morselli, morto suicida la notte del 31 luglio 1973, quando i lettori cominciavano a conoscerlo e ad amarlo. Oggi Adelphi propone una raccolta dei suoi romanzi per imparare a riscoprire e ad apprezzare questo scrittore.
"Due sorelle" si presenta come racconto di nobili amicizie. Anzitutto quella tra Otto, il giovane protagonista, un tempo sognatore e ora ereditiere e illuminato agricoltore, e Franz, un uomo infelice e allampanato, che tutti chiamano Paganini. Iniziato in un albergo di Vienna, il sodalizio condurrà Otto in Italia, alla ricerca dell'amico. E, in una casa sul lago di Garda, Otto incontra le due figlie dell'amico: Maria, forte e generosa creatura di terra che la terra sa far fruttificare, Camilla, minata nell'anima da un cruccio segreto e, nel fisico, dall'arte cui sacrifica se stessa. Elemento catalizzatore in questo gioco delle passioni e delle intelligenze è Alfred Mussar, prezioso amico e consigliere di famiglia.