Il titolo di questo volume di omelie del fondatore dell'Opus Dei - introdotte in questa nuova edizione da un ampio studio critico-storico a cura di Antonio Aranda che, come osserva nel Prologo mons. Fernando Ocáriz, prelato dell'Opus Dei, «dà accesso a un nuovo livello di lettura del libro» - indica un programma di vita che riecheggia le parole del Signore raccolte da san Giovanni: «Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi». «Queste diciotto omelie», scriveva nella Presentazione alla prima edizione il beato Álvaro del Portillo, primo successore di san Josemaría alla guida dell'Opus Dei, «tracciano un panorama delle virtù umane e cristiane basilari, per chi vuole seguire da vicino le orme del Maestro. Non sono né un trattato teorico, né un galateo dello spirito. Contengono una dottrina vissuta, in cui la profondità del teologo è unita alla trasparenza evangelica del buon pastore d'anime. Con san Josemaría la parola diventa colloquio con Dio - orazione -, pur restando una struggente conversazione in sintonia con le inquietudini e le speranze di chi lo sta ascoltando».
Il fenomeno della mindfulness dilaga in scuole, ospedali, aziende, conventi e parrocchie. Di fronte al suo diffondersi anche in àmbito ecclesiale, fra Iacopo Iadarola si è chiesto se sia opportuno integrare tale pratica meditativa di origine buddhista nella vita e nella preghiera cristiana. Nel moltiplicarsi di pubblicazioni entusiaste, talvolta superficiali circa la mindfulness, questo studio, che si avvale di una ricca bibliografia proveniente da Paesi in cui essa si è già diffusa da decenni, si pone, almeno in Italia, come l'unica indagine che evidenzi le problematicità di un'accoglienza acritica. Ciò senza cadere in una sorda apologetica ma ancorandosi al magistero e alle fonti buddhiste, e avvalendosi di osservazioni di psicologi, sociologi e di quegli stessi esponenti del buddhismo che mettono in guardia dal consumismo spirituale in cui la mindfulness sembrerebbe scivolare (all'estero si comincia a parlare di McMindfulness!). Un corposo contributo in postfazione di padre Antonio Gentili, esponente di riferimento e di massima apertura nel dialogo tra cristianesimo e Oriente, supporta l'opera di discernimento dell'autore nella ricerca di un delicato equilibrio tra rifiuto incondizionato e ingenua accettazione.
La prima biografia completa di uno dei più grandi mistici della nostra epoca, il napoletano don Dolindo Ruotolo (1882-1970). Un volume che resterà punto di riferimento, poiché fondato sulla testimonianza e i documenti anche fotografici originali in possesso della nipote Grazia, oggi ultranovantenne, che ha voluto condividere l'immenso lascito esistenziale e spirituale dello zio con il giornalista Luciano Regolo. Sacerdote, esorcista, ora servo di Dio di cui è in corso la causa di canonizzazione, don Dolindo fin da giovane ha intessuto dialoghi con il Cielo, in particolare con il Signore Gesù, la Madonna ma anche l'angelo custode e santa Gemma Galgani. La sua figura è legata a quella di Padre Pio, con cui era in contatto spirituale, e con cui condivise la salute sempre provata; fenomeni mistici come le bilocazioni, gli scontri notturni con il demonio; e l'obbedienza serena all'autorità della Chiesa nei tempi del più freddo discernimento. Nel 1965 predisse, con 13 anni di anticipo, l'elezione di Giovanni Paolo II. Questi doni soprannaturali erano il frutto dell'adorazione, della preghiera contemplativa, delle mortificazioni mediante le quali il mistico si preparava all'incontro con i fedeli che lo assediavano per ascoltare le sue prediche, confessarsi, chiedere intercessioni e consigli. Teologo e apologeta, scrisse molte opere fra cui spiccano un Commento alla Sacra Scrittura in 33 volumi, ma anche le migliaia di semplici messaggi, aforismi e le devozioni cristiane che gli venivano dettate nelle locuzioni interiori e che trascriveva sulle immaginette che donava a tutti come sostegno nella fede. Il suo primo insegnamento è stato di vivere guardando sempre a Gesù, nella certezza che in ogni circostanza, anche la più difficile e dolorosa, se ci affidiamo a Lui, la nostra vita volgerà al bene.
Un'indagine sull'indagatore più famoso di tutti i tempi: questo libro informatissimo ci mette sulle tracce di Sherlock Holmes con garbo e con dovizia di particolari (di «indizi», per dirla con parole sue). È un viaggio nel mondo creato da Arthur Conan Doyle alla scoperta di un personaggio più vivo che mai, continuamente rivisitato dal cinema e dalla letteratura, il più grande investigatore di tutti i tempi che da 130 anni continua a risolvere nuovi casi; ma è anche la biografia di un uomo che avrebbe voluto ottenere la fama e la gloria per mezzo dei romanzi storici, e che invece finì involontariamente per reinventare e rendere opera d'arte il romanzo giallo. Scopriremo i legami con il metodo diagnostico dei medici, il fatto che Conan Doyle un po' ce l'aveva con Holmes, la profondità di ragioni e di idee, ma anche di turbamenti, che si nascondono sotto l'apparente levità di quelle storie avvincenti. E alla fine si capisce che in gioco c'è niente di meno del problema del male e di come affrontarlo, e che i gialli, almeno «questi» gialli, sono una metafora della condizione umana.
Il linguaggio e le circostanze storiche del libro di Geremia fanno riferimento all'ambiente culturale e morale di molti secoli addietro. Eppure, il messaggio trasmesso dal profeta è sempre attuale ed è fondamentalmente un invito all'ottimismo e alla speranza. Come nei tempi lontani gli ebrei, pur gratificati dalla benevolenza del Signore, si davano a culti idolatrici, a delitti e immoralità, anche oggi siamo funestati da guerre, catastrofi, sopraffazioni e dolori, e la lettura degli eventi è quella di sempre: il male è conseguenza del peccato dell'uomo, della sua contrapposizione al programma divino di salvezza. L'ottimismo si radica nell'Amore di Dio, che non viene meno, perché Dio non si stanca dell'uomo, lo cerca, lo aspetta, ne gratifica la condotta morale positiva. Si può guardare al futuro con speranza: c'è tanto male, ma il trionfo del bene è sicuro. In queste pagine del biblista Umberto De Martino la trattazione è lineare, il commento sobrio, le spiegazioni brevi, per favorire anche nel lettore comune, non specificamente addentro alle scienze bibliche, la comprensione immediata del testo profetico.
Il libro è uno spaccato della vita e della personalità del cardinale Wim Eijk, arcivescovo di Utrecht, una delle figure più belle benché da noi poco conosciuta del collegio cardinalizio. E attraverso di lui è una presentazione della Chiesa in Olanda oggi. L'Olanda è tra i Paesi più scristianizzati d'Europa e dell'Occidente, dove la Chiesa cattolica, un tempo gloriosa, fattasi alfiere dell'adeguamento al mondo, ha vissuto a partire dagli anni Sessanta una caduta impressionante. Pochi sanno però che il cattolicesimo che sta rinascendo da quelle macerie è di tutt'altro segno rispetto al recente passato. Ed è portatore di un messaggio anche per realtà come la nostra, solo un po' più indietro sul piano inclinato della secolarizzazione.
Morto a 23 anni, partigiano, dal 2019 candidato agli altari: puòessere questo lo schizzo dell'identikit di «Bisagno», nome di battaglia di Aldo Gastaldi (Genova 1921 - Desenzano del Garda 1945). Comandante amato e autorevole, seppur giovanissimo, degli oltre duemila uomini della divisione Cichero, contribuisce non poco alla Liberazione d'Italia e alla fine della Seconda guerra mondiale per i successi conseguiti in battaglia nell'entroterra ligure. Questo libro ripropone integralmente la raccolta di testimonianze e documenti che Elena Bono (Sonnino 1921 - Lavagna 2014) gli ha dedicato. Queste pagine si rendono così occasione di incontro e fusione fra l'introspezione e lo stile di una scrittrice e i contenuti della vita di un uomo entrambi straordinari. Elena ne incrociò lo sguardo una volta sola a Bertigaro, mentre «Bisagno» passava in motocicletta. Le bastò quell'attimo in cui si trovarono l'uno negli occhi dell'altra, perché lei gli dedicasse in seguito l'intera sua opera di narratrice.
Non solo Dio è capace di humor, ma ne è proprio l'inventore. Ne era persuaso l'arcivescovo statunitense Fulton J. Sheen, che ha scritto questo libro «perché gli uomini vivono in un mondo che è diventato decisamente troppo serio». Ma cosa c'entra questo con i sacramenti? Un sacramento richiede quel divino senso dello humor capace di combinare gli elementi visibili e quotidiani con le realtà eterne e invisibili. Sfogliando queste pagine, finalmente disponibili in italiano, il lettore è colpito dalla straordinaria brillantezza e dalla proverbiale capacità di comunicazione dell'autore. Il testo è apparso negli Stati Uniti nel 1964 e pertanto fa riferimento ai riti anteriori alla riforma voluta dal Concilio Vaticano II. Tuttavia la sostanza dei sacramenti non è cambiata e le stesse riflessioni sugli aspetti rituali costituiscono un arricchimento per una migliore comprensione del sacramento stesso. I contenuti della fede sono esposti in modo colloquiale, quasi parlato, con abbondante ricorso a suggestioni tratte dalla vita quotidiana e dall'esperienza comune e, naturalmente, con senso dello humor. Una donna può forse accontentarsi di guardare la foto di suo marito senza mai rivederlo? Così, un cristiano non può accontentarsi di pensare a Cristo e leggere la sua Parola senza poi incontrarlo nei sacramenti.
«Dopo la fase della "storia della formazione (e delle forme letterarie)" dei Vangeli, si è anche proceduto, a livello letterario, cercando di individuare in filigrana ai racconti evangelici greci l'eventuale palinsesto semitico, il linguaggio ebraico o aramaico con cui Gesù si esprimeva, oppure la descrizione del suo comportamento esistenziale secondo i canoni socio-religiosi del tempo. A questo progetto si era consacrato Jean Carmignac, e il suo commento al Padre Nostro ne è l'espressione emblematica» (Dall'Introduzione del card. Gianfranco Ravasi).
Uscito nel Maggio 1983, "Il cavallo rosso" è stato subito accolto dai lettori e dai critici non condizionati da ideologie, come un grande caso letterario; tale si è confermato con il succedersi delle edizioni. Le sue vicende romanzesche e insieme vere, si intrecciano inestricabilmente con i grandi avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974. Catturato dalla trama densissima, il lettore compie di pagina in pagina l'esperienza straordinaria consentita dalla grande letteratura: gioisce, soffre, ride, piange, cresce insieme ai protagonisti e gli altri personaggi del romanzo e, nel contempo, si accorge di diventare più chiaro a sè stesso, più consapevole del perché della vita e del significato del mondo.