Quali sono i problemi e le prospettive delle nuove professioni, in un mondo che cambia di continuo?Il libro vuole rispondere, con contributi multidisciplinari, a queste domande. Gianni Ambrosio e Ignazio Sanna mettono in luce come oggi si faccia una gran fatica nella pratica e nel rispetto della libertà; perché la libertà sia vera, bisogna riportarla alla sua vera origine, sostiene Giuseppe Lorizio, mentre secondo Luigi Alici il coraggio della libertà lo si dimostra nei percorsi di una vita buona e felice, tra i quali spicca, appunto, quello professionale, luogo e momento in cui cercare l'equilibrio sempre difficile tra utilità individuale e impegno civile. A quest'ultima tematica è dedicata la seconda parte del volume, introdotta da un Forum di interventi; Dio ha benedetto il lavoro umano, come dimostrano i saggi di Bruno Maggioni e Ignazio Sanna e anche nel mondo della politica, dell'economia, della cultura si può e si deve narrare Dio, secondo Carlo Nanni; la storia del Meic, rievocata da Anna Civran, documenta, inoltre, come i suoi appartenenti abbiano cercato sempre di dare un'anima e una spiritualità alla politica e alle professioni. I contributi di Luciano Corradini e Ignazio Marino Chiudono il volume che contribuisce in modo lineare e composito a delineare davvero un mondo di libertà.
Giornalista di lungo corso, l'Autore affronta con il solito linguaggio frizzante ed esperienziale questioni antiche e più recenti legate ai temi "caldi" della famiglia: unioni di fatto, affido, manipolazione genetica. . . La famiglia è morta, è viva? La famiglia "per sempre", quella con un marito e una moglie, aperta ai figli e decisa a durare, subisce gli assalti di chi osteggia tutti i "corpi solidi". Il libro tenta una risposta alla domanda che lo percorre come un filo rosso: la famiglia "per sempre" è un modello storicamente contingente, oppure è iscritto nel Dna dell'anima? Per concludere che, comunque, le sorti della famiglia sono in larga parte affidate a noi, a ciò in cui crediamo, al futuro che intendiamo costruire.
La speranza cristiana trasfigura l'attesa e promette un Regno alla comunità dei testimoni. Ci sono molti modi di incontrarsi sulla via della speranza. Il libro ne suggerisce alcuni, sulla base di tre approcci, dentro i quali affiorano tracce di un futuro diverso: l'analisi culturale, l'impegno pastorale, il racconto di esperienze di vita quotidiana. Sperare è riconoscere che il cielo e la terra si toccano; e il cielo è credibile quando illumina, promuove e riscatta la terra, non quando la demonizza, la dimentica o l'abbandona a se stessa.
La nostra società accusa un drammatico deficit di speranza. Per tanta gente la vita è tutto un correre, competere, confliggere: e poi? L'uomo di oggi vive senza sapere più perché; è come un viandante che non sa più chi sia e dove stia andando. . . La speranza è tramontata nell'orizzonte dell'uomo postmoderno perché egli ha smarrito la memoria, e il futuro gli causa più paura che desiderio. Esercizi di speranza indica un metodo, destinato a essere sempre più importante nella vita della Chiesa: un metodo di lettura sapienziale della storia, capace di quel discernimento che fa tesoro della Sacra Scrittura, guardando al presente con occhio critico e insieme partecipe. Francesco Lambiasi ci propone un cammino "spirituale" sulla Prima Lettera di Pietro, cioè un itinerario, scandito attraverso nove tappe, ciascuna organizzata a partire da un brano della Traccia di preparazione al Convegno di Verona 2006 che fa da apertura a una riflessione dagli ampi orizzonti, per terminare con suggerimenti per l'esercitazione personale e per la preghiera: un significativo strumento per annunciare e condividere la fede in Gesù Cristo, crocifisso risorto, unica salvezza del mondo e di ogni uomo e donna.
Come si comincia? Una domanda semplice e diretta per dire il desiderio di iniziare, il gusto di mettersi all'opera per vivere pienamente l'Azione Cattolica. L'AC non può nascere da sola dove non c'è e difficilmente potrà rinascere se non viene ravvivata: ha bisogno di essere proposta, raccontata, presentata come esperienza bella di vita, di comunione, di amicizia, di condivisione di progetti? Ecco allora l'ultimo nato della collana "Tra il dire e il fare", un sussidio utile e ricco di consigli, uno strumento indispensabile per imparare a progettare. Il breve volume non pretende di essere una ricetta di sicuro successo, ma è sicuramente una valida proposta di tutti gli ingredienti che non possono mancare per fare e vivere l'AC: la teoria e la pratica, il metodo e i fatti. Da un lato infatti vengono proposti spunti, idee, progetti, riflessioni per suggerire i passi da compiere; dall'altro vengono presentate le intuizioni e "le buone pratiche" di quelle diocesi che si sono messe all'opera e hanno sperimentato, i racconti e i percorsi dei gruppi che hanno provato, riprovato e corretto? perché il modo migliore per fare AC è viverla, un passo dopo l'altro: progettare un passo avanti è proporre un cammino concreto di speranza. Perché «un viaggio di mille miglia comincia con un passo».
Una Parola al giorno è il dono che il vescovo Francesco Lambiasi invita a fare a se stessi, a qualunque età e in ogni condizione di vita. Sono vangeli feriali quelli che l'autore, coadiuvato da un gruppo di laici, commenta in queste pagine: feriali perché proposti dalla liturgia della Chiesa, dal lunedì al sabato di ogni settimana dell'anno. Ma feriali anche perché ricchi del sapore del pane che ogni giorno Dio offre alla tavola della nostra esistenza.Seguendo la scansione del calendario liturgico, dal tempo di Avvento ai giorni di Natale, dalla Quaresima alle settimane di Pasqua fino al tempo ordinario, il libro offre un breve commento al vangelo quotidiano: qualche spunto di meditazione e di vita per chi intenda fare della Parola la luce della propria giornata.Una raccolta preziosa che tenta felicemente di coniugare i temi sempre sconfinati e attuali della sequela del Signore, attraverso una lettura del vangelo a più voci, tante quanti sono i volti che accompagnano ogni giorno il cammino di fede di ciascuno.