Il contesto generale del discorso di Dalarun è costituito dal medioevo occidentale. A partire da tale contesto si propone la domanda capitale: come e perché governare diviene sinonimo di servire. Alcuni prelievi circoscritti da un ciclo di lezioni di Michel Foucault, pubblicato postumo nel 2004, suggeriscono l'andamento di questo libro. Si tratta in particolare della distinzione tra sovranità e governo. Sovranità infatti implica dominio. Governo comporta un'arte di governare gli uomini che li avvolge e li coinvolge ma non li domina. Ed è qui che Dalarun coglie un'analogia con le elaborazioni che l'idea e la pratica di governo avevano conosciuto nell'ambito degli Ordini religiosi medievali. È un libro prezioso, prezioso perché offre un esempio spinto all'estremo di scomposizione di alcuni testi medievali per darne una lettura e un'interpretazione le più fondate ed esaurienti possibili (e che si tratti di testi in fondo "minori" - alcuni passi riguardanti la vita di Chiara, il biglietto di Francesco a frate Leone - accentua la preziosità dell'impresa). È un libro infine fitto di pagine illuminanti ma anche non privo di affermazioni che non mancheranno di suscitare discussioni.
Sono passati più di sei mesi dalla morte di frate Giacomo Bini. Il desiderio di tenere viva la sua memoria, e di condividere la gratitudine al Signore per il dono di un fratello così, sono alla base di questo libro, di cui frate Giacomo è autore: "Seme di eternità. Biografia e scritti inediti". L'idea del libro è nata quando, subito dopo la morte di fra Giacomo, sono stati trovati nella sua cella a Palestrina dieci quaderni pieni di sue annotazioni, di cui nessuno aveva mai saputo nulla: dal 1982, anno della partenza per l'Africa, sino alla morte Giacomo aveva fedelmente scritto questa sorta di "diario" prendendosi del tempo per riflettere su quanto stava vivendo, per ragionare sulle situazioni, per confrontarsi con la Parola, per dare corpo ai propri sentimenti di gioia o di delusione, di gratitudine o di sofferenza... La prima parte del è una biografia di frate Giacomo, biografia composta in gran parte dalle testimonianze di tante persone che gli sono state vicine nei diversi momenti della sua vita. Una seconda parte è composta da brani dei quaderni ordinati cronologicamente, dalle primissime esperienze in Africa sino agli ultimi mesi di vita a Palestrina. Una terza e ultima parte raccoglie invece testi di Giacomo riuniti intorno a nove tematiche particolarmente importanti per la sua esperienza e la sua visione della vita francescana (comunione fraterna, missione, appartenenza, itineranza...).
Atti della Settimana di studi francescani organizzata dallo Studio Teologico Interprovinciale S. Bernardino di Verona. Nel 2013 la Settimana si è occupata delle Ammonizioni di frate Francesco, un testo non troppo conosciuto e studiato, che sotto un'apparenza semplice e immediata nasconde una ricchezza di untuizioni e di riflessioni veramente sorprendente. Il contributo di P. Maranesi si concentra principalmente su questioni di carattere storico-critico e testuale, presentando le Ammonizioni di Francesco nel loro contesto originario. L'intervento di Reschiglian, invece, tenta una lettura esistenziale e attuale della ricchezza di questi testi, definiti a ragione le beatitudini francescane. L'insieme delle due prospettive permette di offrire una riflessione seria e storicamente fondata su questo testo, e di toccare con mano quanto l'intuizione evangelica originaria di Francesco d'Assisi continui a costituire una provocazione e un incoraggiamento anche per l'uomo e la donna del nostro tempo.
Le storie del libro raccontano i diversi modi in cui la lebbra, forma estrema della malattia e dunque paradigma esemplare della fragilità umana, è stata messa in rapporto con la santità, offrendo uno spaccato di oltre mille anni di spiritualità cristiana. Tutti conoscono l'episodio dell'incontro di Francesco con il lebbroso; ma non tutti sanno che sullo sfondo di quella scena ce ne sono molte altre simili, ben presenti all'uomo del Duecento, tutte originate dal testo evangelico. I protagonisti sono personaggi diversissimi: dall'imperatore Costantino al monaco Iosafat, figura occidentale del Buddha; dall'ex soldato Martino, vescovo di Tours, alla principessa d'Ungheria Elisabetta, fondatrice di un ospedale; e ancora il leggendario saint Ladre" (ovvero "San Lebbroso") e Aleydis di Schaerbeek, monaca lebbrosa dalle folgoranti esperienze mistiche."
Calendario murale per il 2015. Con frasi tratte dalla 'Lettera a tutti i fedeli' di San Francesco d'Assisi.
Piccola agendina tascabile per il 2015. Con frasi tratte dalla 'Lettera a tutti i fedeli' di San Francesco d'Assisi.
Calendario da tavolo per il 2015. Con frasi tratte dalla 'Lettera a tutti i fedeli' di San Francesco d'Assisi.
Il tema del Convegno di cui vengono pubblicati gli Atti riguarda il rapporto di Francesco d'Assisi e del suo Ordine con il fenomeno della crociata. Nel 1219 frate Francesco si era recato Oltremare mosso dall'intenzione di portare la sua testimonianza cristiana al mondo islamico, sorretto da una precisa concezione missionaria che si scontra con la strategia crociata condotta nelle terre del Medio Oriente. L'atteggiamento pacifico e dialogante di Francesco è solo un mito? L'azione dei Francescani, che ancora oggi risiedono in quei territori, è stata sempre coerente con la lezione del suo fondatore? Le relazioni qui riprodotte, attraverso un severo scavo delle fonti, tentano di offrire un contributo chiarificatore non solo per le crociate in Oriente, ma anche per quelle promosse in Europa come risposta a movimenti religiosi avvertiti come pericolosi per l'ortodossia (Valdesi e Hussiti).
Il libro costituisce l'ultima fatica del francescano francese autore della vita di san Francesco: "La sapienza di un povero". Con la finezza e la semplicità che i lettori ben conoscono, propone una biografia essenziale del santo di Assisi, che pagina dopo pagina introduce alla sua vita interiore, sino a cogliere quel segreto che ancora oggi lo rende così popolare tra credenti e non credenti: l'incontro con la persona vivente di Cristo che l'ha reso creatura nuova, libera, capace di gustare sino in fondo il dono della vita. Il testo, stampata su carta speciale, è impreziosito da numerose incisioni artistiche dei primi del '900, che raffigurano i momenti cruciali della vita del santo.
Questo saggio è importante perchè propone una sintesi penetrante dell'opera di Maurice Blondel. Maurice Blondel pubblicò 'La pensée nel 1934. Nel 1958, M.F. Sciacca ne tradusse e pubblicò il primo volume. L'opera non è stata, forse, amata e apprezzata quanto merita, e non ha ottenuto la medesima notorietà che ebbe 'L'Action'. Il saggio di padre Bigi è importante proprio perchè propone una sintesi penetrante di un'opera molto ricca. Padre Bigi non nasconde il suo coinvolgente entusiasmo: appare evidente la sua affinità elettiva" ovvera, diremmo con E. Betti, la "consonanza ermeneutica" con l'Autore. Ne è venuta un'opera che è e resta attualissima quanto efficace introduzione all'opera blondeliana. Questa è la filosofia: si studia non per acquisire opinioni che appaiano vanamente rilucenti in un mesto crepuscolo, ma per imparare a "pensare veramente", nell'attesa del Nuovo Sole. "