Max Moscatelli è un ladro di tombe che si spaccia per archeologo: l'anziano Peter, professore americano in pensione, molto idealista, l'ha conosciuto in Italia e l'ha coinvolto in un progetto in Argentina: accanto a una caserma dell'esercito è stato rinvenuto un cadavere; si sospetta che vi sia una fossa comune di desaparecidos e Peter è stato incaricato di effettuare gli scavi necessari per chiarire la vicenda. Siamo negli anni '80, l'esercito conserva lo strapotere anche dopo la fine della dittatura e non vede di buon occhio le ricerche sul recente passato. Peter muore in un incidente sospetto e Max è tentato di abbandonare tutto, ma il resto del team lo convince a continuare. Il gruppo dovrebbe proseguire gli scavi nella zona militare e decide di scavare un tunnel: l'operazione ha successo, si trovano i corpi e si riesce a estrarne quattro, ma i militari si sono accorti di qualcosa e fanno crollare la galleria. I corpi estratti vengono identificati con l'aiuto della popolazione locale, la vittoria sui militari è raggiunta perché l'opinione pubblica scopre l'eccidio, ma Max deve scappare in tutta fretta dall'Argentina, dove nel frattempo ha trovato l'amore.
Il pitagorismo antico si può considerare la prima forma di scienza del pensiero occidentale. Questa edizione raccoglie i tre volumi dedicati ai Pitagorici e costituisce la raccolta più completa dei frammenti e delle testimonianze di Pitagora e della sua scuola. Testi greci a fronte
“Non sono vendicativo. Tanto meno sanguinario. Mi sento forte ho un istintivo senso del dominio. I forti non annientano mai i propri nemici anzi non li considerano nemmeno tali.”
24 gennaio 1939
“Alle 5/25 di stamane le sbarre di confine fra Germania e Polonia sono abbattute. I tedeschi avanzano su tutta la linea con una poderosa massa di ferro e di fuoco Primo giorno di guerra.”
1 settembre 1939
1939 L’invasione nazista della Polonia, i rapporti con Hitler, i contatti con Churchill e gli Alleati, le incertezze sull’ingresso in guerra, i commenti al vetriolo sui gerarchi fascisti; i bagni di folla, le visite nelle città e nelle fabbriche, i viaggi in Piemonte e Romagna, la passione per lo sport e la disciplina, la ricerca ossessiva del consenso, l’affetto per il figlio Bruno. La storia di un anno cruciale, che ha segnato una svolta per la storia dell’umanità.
Il libro nasce da una serie di conferenze e seminari sulla traduzione tenuti da Umberto Eco a Toronto, a Oxford e all'Università di Bologna negli ultimi anni e dell'intervento orale cerca di mantenere il tono di conversazione. I testi si propongono di agitare problemi teorici partendo da esperienze pratiche, quelle che l'autore ha fatto nel corso degli anni come correttore di traduzioni altrui, come traduttore in proprio e come autore tradotto che ha collaborato con i propri traduttori. La questione centrale è naturalmente che cosa voglia dire tradurre, e la risposta - ovvero la domanda di partenza - è che significhi "dire quasi la stessa cosa". A prima vista sembra che il problema stia tutto in quel "quasi" ma, in effetti, molti sono gli interrogativi anche rispetto al "dire", rispetto allo "stessa" e sosprattutto rispetto alla "cosa". Dato un testo, che cosa di quel testo deve rendere il traduttore? La semplice superficie lessicale e sintattica? Troppo facile, ovvero troppo difficile, come si vedrà.
Tra il 1929, anno di pubblicazione del suo primo romanzo, Gli indifferenti, e il 1990, quando improvvisamente scompare nella sua casa romana, Alberto Moravia osserva l’Italia, viaggia in un mondo di cui analizza l’evoluzione catastrofica e partecipa all’elaborazione del romanzo moderno. Scrittore precoce – a diciassette anni comincia la redazione di un romanzo considerato un capolavoro assoluto –, ottiene una notorietà immediata. Antifascista, coraggioso difensore delle sue posizioni intellettuali, Moravia è perseguitato dalle leggi razziali prima e durante la guerra, ma riesce ugualmente a pubblicare. Dai suoi romanzi di successo (Agostino, Il conformista, Il disprezzo, La noia) sono tratti film che ne consolidano la notorietà. Grande reporter, segue da vicino i maggiori avvenimenti del XX secolo, raccontati attraverso testimonianze da Stati Uniti, India, Cina, Giappone, Unione Sovietica e Africa. Distinguendo sempre la ricerca artistica dall’impegno politico, che esige altre azioni e altri linguaggi, la sua opera e il percorso della sua vita rivelano una personalità che vuole affrancarsi dalle origini borghesi: “L’anormale ero io” scriverà. La sua vita affettiva lo vede legato a tre donne di grande temperamento (Elsa Morante, Dacia Maraini, Carmen Llera), mentre coltiva intense relazioni con due generazioni di letterati: su tutti l’amico Pier Paolo Pasolini, ma anche Bontempelli e Malaparte, Sciascia ed Elkann. René de Ceccatty costruisce una vera e propria biografia intellettuale di Alberto Moravia, il racconto appassionato di una vita all’insegna della libertà, riflesso di un secolo che ha segnato profondamente l’Italia e il mondo intero.
René De Ceccatty, romanziere e drammaturgo, traduttore dall’italiano e dal giapponese, critico letterario (per Le Monde des livres), è oggi uno dei più profondi conoscitori francesi di Alberto Moravia, e della letteratura italiana in genere. Ha pubblicato le biografie di Pier Paolo Pasolini, Sibilla Aleramo e Maria Callas, mentre in veste di direttore letterario è stato l’editore delle opere del grande scrittore algerino Rabah Belamri. Per la casa editrice Seuil ha inoltre fondato la collana Solo, ora Réflexion.
Giovanni Reale è uno dei massimi studiosi del pensiero antico e autore di fondamentali contributi su Presocratici, Socrate, Platone, Aristotele, Seneca, Pirrone, Plotino, Proclo e Agostino. Ha composto una Storia della filosofia greca e romana (in dieci volumi, Bompiani 2004) che si è imposta come un punto di riferimento. Per una nuova interpretazione di Platone è la sua opera di maggior successo, come dimostra lo straordinario numero di edizioni, le traduzioni in varie lingue e i giudizi dati dagli studiosi a livello internazionale.
Giovanni Reale (1931), uno dei massimi studiosi del pensiero antico, insegna presso l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. La sua sterminata produzione scientifica spazia lungo tutto l’arco del pensiero greco e latino: gli autori a cui ha dedicato specifiche monografie sono i Presocratici, Parmenide, Melisso, Socrate, Platone, Aristotele, Teofrasto, Pirrone, Seneca, Plotino e Proclo. Con Elisabetta Sgarbi ha pubblicato: I misteri di Grünewald e dell’Altare di Isenheim (2006), Le nozze nascoste o la Primavera di Sandro Botticelli (2007) e Il pianto della statua (2008). I suoi scritti sono attualmente tradotti in quindici lingue.
Dal 21 agosto 1944 al 3 giugno 1947, Camus è caporedattore e editorialista di Combat, quotidiano nato in clandestinità come organo di stampa della Resistenza francese. Questo volume raccoglie tutti i suoi 165 articoli – firmati, di riconosciuta autenticità o comunque a lui attribuibili – con presentazione e commento. Legati agli accadimenti di quel periodo convulso, a distanza di oltre cinquant’anni gli scritti di Camus non hanno perso la loro forza, consegnandoci la testimonianza di un intellettuale profondamente consapevole delle proprie responsabilità in un momento storico cruciale. Un giornalista attento, che affronta molteplici argomenti: la politica interna con i dibattiti sociali, ideologici e costituzionali; quella estera, guidata dal sogno nascente di organismi internazionali capaci di garantire un futuro di pace; e ancora la questione coloniale e la riflessione, tra diritti e doveri, sul ruolo della stampa nel dopoguerra. Combat restituisce, insomma, la voce appassionata di uno scrittore che si confronta con la Storia, di un uomo assetato di giustizia, libertà, verità, che si batte con ostinazione per una decisa presenza della morale in politica; una voce che continua a risuonare nella coscienza contemporanea.
Il De Ente et Uno, qui presentato in nuova edizione critica e traduzione, costituisce uno dei vertici della filosofia dell’Umanesimo italiano. In quest’opera, frutto del più “maturo” pensiero di Giovanni Pico della Mirandola, l’enfant prodige del Rinascimento in brevi capitoli di approfondita riflessione teoretica, cesellati con passaggi degni della prosa dei più ispirati mistici, tenta di gettare le basi della conciliazione tra la filosofia di Platone e quella di Aristotele, momento aurorale del suo vagheggiato progetto di riunificazione del sapere universale. Il testo è accompagnato dalla prima traduzione italiana delle obiezioni del filosofo faentino Antonio Cittadini al De Ente et Uno e dalle risposte di Giovanni Pico. Il volume è curato da Raphael Ebgi (dottorando in “Metafisica” presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e, per la parte filologica, da Franco Bacchelli. Completano l’opera una prefazione di Marco Bertozzi e una postfazione di Massimo Cacciari.
Dopo I figli di Hùrin, dalle ancora non del tutto esplorate miniere letterarie di J.R.R.Tolkien emerge, grazie alle incessanti ricerche del figlio Christopher, un nuovo, prezioso inedito, per la gioia degli appassionati del “padre” di Il Signore degli Anelli e delle saghe nordiche. A esse, infatti, e in particolare al ciclo di Sigurd e di Gudrún, si rifà il grande narratore inglese ispirandosi all’Edda, alla Canzone dei Nibelunghi e alla Saga dei Volsunghi. Ecco allora susseguirsi prima le eroiche e tragiche avventure di Sigurd, l'uccisore del drago Fafnir che custodisce l'oro dei Nibelunghi, sino alla conquista della valchiria Brynhildr che Sigurd risveglierà dal suo sonno magico per poi inoltrarsi sul sentiero di un terribile destino sposando Gudrún. E quindi la storia della stessa Gudrún, inconsolabile vedova di Sigurd, di cui seguiamo, con tutta la suspense che l’epica autentica sa suscitare, la personale storia di vendetta che ricorda una tragedia greca trasporta nel Nord Europa. Una storia che passa attraverso il matrimonio con il malvagio re degli Unni, Atli attirato da Gudrún in una vera e propria trappola mortale. Un poema che affonda le sue radici nelle antichissime epopee mitiche della tradizione occidentale restituendocene l’afflato nconfondibile insieme a una sensibilità fantastica del tutto contemporanea, che da più di mezzo secolo continua ad affascinare lettori di ogni nazione e di ogni età.
John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), massimo studioso di letteratura medievale inglese, è l’autore della trilogia Il Signore degli Anelli, definito il libro del secolo XX. Tra le sue altre opere, tutte pubblicate in Italia da Bompiani a partire dal Duemila, ricordiamo: Il Silmarillion, Lo Hobbit annotato, Albero e Foglia, Le avventure di Tom Bombadil, Racconti ritrovati, Racconti perduti, Antologia di Tolkien, Mr. Bliss, Lo Hobbit a fumetti, Le lettere di Babbo Natale.
New York, oggi.
Peter, quarantenne, mercante d’arte a Manhattan, ha tutto quello che un uomo potrebbe desiderare. Un lavoro che sta per dargli nuove opportunità, un bell’appartamento, una moglie affascinante, una figlia che è andata al college.
Tutto.
O forse no.
Forse questo non può essere tutto.Forse alla vita di Peter manca qualcosa, il senso di un movimento, un’aspirazione, una tensione. Un pericolo. E quando nell’appartamento che Peter divide con Rebecca arriva Ethan, il fratello minore di sua moglie, un’attrazione misteriosa e inquietante sembra mettere a rischio qualsiasi parvenza di stabilità.
L’autore Premio Pulitzer di Le Ore ritorna con un romanzo seducente e sensuale, dalla scrittura densa e coinvolgente, che conduce il lettore sulle tracce di una Bellezza che tutto può salvare e tutto può distruggere.
Michael Cunningham è cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: Le ore (1999), tradotto in ventisette lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr Brother (2002) e Dove la terra finisce (2003). Dal romanzo Le ore è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.