In un affascinante gioco di specchi, testi e commenti, affreschi storici e brani d'autore si riflettono a vicenda: Lucrezio, Catullo, Cesare, Virgilio, Petronio, Giovenale. Lucrezio, rivoluzionario nel suo dialogo con la scienza e ribelle nella sua adesione all'epicureismo. Catullo, tutto occupato da una meditazione sull'uomo e l'etica. Cesare, al contempo rivoluzionario e legalista. Virgilio, incline alla comprensione dei limiti dei protagonisti del suo universo mitologico. Petronio, "immerso nella turpitudine" e al tempo stesso totalmente estraneo all'oscenità. Giovenale, "sconfitto della storia" perché impotente e deluso di fronte al potere che domina la sua epoca.
Le Quaestiones disputatae de veritate costituiscono, insieme alle due grandi Summae, il nucleo del pensiero di Tommaso d'Aquino elaborato sulla scorta della metafisica aristotelica, nonché uno dei punti di riferimento della Scolastica medioevale; in questo scritto la teoria della conoscenza è fortemente ancorata all'ontologia, nel senso che la verità è connessa all'essere, anzi coincide con l'essere stesso: l'ens e il verum sono reciprocamente convertibili; dalle questioni, condotte secondo il metodo dialettico del sic et non, emerge quindi la dottrina classica della verità come adeguazione della mente umana alla cosa conosciuta in quanto realmente esistente.
Le massime dei Sette Sapienti (Talete, Solone, Pittaco, Biante, Periandro, Chilone e Anacarsi) rappresentano la "pre-filosofia" greca, nel senso che offrono un corpus di antichissime sentenze morali, di proverbi, di motti e di regole pratiche di saggezza che, pur non essendo ancora giustificate razionalmente e fondate filosoficamente, contengono però già in nuce l'essenziale dell'etica greca. Per questa ragione si parla ancora di "sapienti" (sophoi) e non già di "filosofi" (philo-sophoi). La curatrice Ilaria Ramelli è dottore di ricerca in Filologia e Letteratura del mondo classico e professoressa contrattista di Antichistica.
In una silloge di racconti quasi tutti autobiografici l'ex brigatista rossa Geraldina Colotti descrive le condizioni, talvolta disumane, della vita carceraria, ma anche storie di operai annichiliti dal crollo dell'Unione Sovietica, o di immigrate infanticide e rancorose. Sarebbe stato lecito aspettarsi una scrittura violenta: ci si trova invece di fronte a un testo asciutto ed energico, ma sempre armonioso nel suo essere veicolo di una concezione umanissima, solidale, quasi fraterna nelle più diverse e, spesso, tragiche situazioni.
Il 24 marzo 1976 i militari prendevano il potere in Argentina. Trentamila giovani oppositori del regime vennero sequestrati e torturati, molti gettati in mare ancora vivi con i famigerati "voli della morte". Le madri dei desaparecidos argentini sono un movimento riconosciuto in tutto il mondo, legato alla memoria dei figli e alla richiesta di giustizia. Come però queste donne, da casalinghe prive di istruzione, siano riuscite, appropriandosi della forza storica e sociale della maternità, a diventare un riferimento nell'attuale crisi della politica, è un racconto tutto da fare. Attraverso interviste e conversazioni raccolte nell'arco di cinque anni, questo libro si propone di raccontare la vita di queste donne.
Jul lascia il Sudtirolo diretto ad Agrigento, città natale della moglie Mara. Afflitto per la tragica morte dell'unica giovanissima figlia, vuole fare, una volta per tutte, i conti con il passato. Figlio di un seguace di Hitler, Jul, convertitosi al socialismo rivoluzionario, aveva incontrato Mara, anche lei militante nelle fila dell'estrema sinistra benché figlia di un gerarca fascista, durante l'esplosione sessantottina. Con uno stile malinconico ed elegiaco, il protagonista rievoca i loro destini simmetrici e la storia del loro amore fino al progressivo distacco e, meditando sulla cupa ombra proiettata dai loro genitori, ricostruisce il periodo più oscuro del Novecento.
Il libro si compone di cinque racconti, compiuti e perfetti in se stessi. I primi quattro si svolgono a Roma tra il 1940 e il 1945; l'ultimo è un breve e coinvolgente giallo. In tutti scorre l'amara coscienza di quanto sia "sporca" la guerra, che oggi come ieri degrada noi umani a bestie senza sentimento né ratio, sradicandoci dalla nostra umanità. La scrittura di Luca Canali, limpida e intensa, trepidante e dura, è come il riflettore di un set cinematografico: illumina e segue i suoi personaggi, i loro destini e quelli di noi lettori.
Un breve saggio.
"La mia è una ricerca di valori comuni, di un mutuo rispetto, e di ponti, piuttosto che di confini. Solo attraverso il dialogo può essere costruito un futuro in cui l'Europa e il mondo musulmano non siano più rivali, ma partner, pronti a darsi la mano in uno sforzo comune." (El Hassan bin Talal)
In un lungo colloquio con Alain Elkann, Elio Toaff, la massima carica rabbinica italiana, cerca di sciogliere gli equivoci e le incomprensioni che ancora circondano l'identità ebraica, per insegnare che solo la conoscenza e il dialogo reciproco fra le culture possono sconfiggere il razzismo e ogni altra forma di discriminazione e violenza. Il volume è proposto in una nuova edizione.