"Nella Liturgia del matrimonio si legge spesso quella pagina del Vangelo che parla della casa costruita sulla roccia. Formare una famiglia è un'importante missione ed una stupenda avventura che riempie ed illumina la vita dell'uomo e della donna, ma naturalmente, come tutte le grandi mete, ha le sue fatiche ed i suoi rischi, soprattutto se non si è ben preparati e non si sono messe "buone fondamenta" all'edificio, cioè alla famiglia, che si vuole costruire... Non basta l'entusiasmo se poi siamo trovati mancanti degli elementi essenziali al compimento dell'opera. Abbiamo quindi bisogno di un buon "Architetto" che ci consigli e guidi. E nessuno meglio di Colui che ci ha creati e ci ha posto nel cuore l'idea della famiglia può esserci di valido aiuto... Gli sposi cristiani sanno che il loro cammino, pur desiderato, bello, gratificante, non è privo di insidie. Non vogliono partire da soli, chiedono a Gesù di salire nella loro barca, di prendere il timone, di suggerire le direttive per fare una buona traversata evitando i pericoli. I remi spettano a loro, agli sposi, con la fatica e la gioia di una stupenda avventura. Se ci si lascia guidare dal Signore e si ascolta la sua voce, la barca, sia con mare calmo o agitato, giungerà sicuramente alla meta, altrimenti c'è il rischio del naufragio." (dall'Introduzione)
L'autore
NADIA NERI, psicologa analista, membro didatta dell'Associazione italiana e internazionale di psicologia analitica (AIPA), vive e lavora a Roma. Ha esplorato in articoli e saggi alcuni aspetti della dimensione psichica femminile. Ha pubblicato, tra l'altro, numerosi studi su Etty Hillesum (il primo, del 1988, è tradotto in olandese). Ha scritto Oltre l'Ombra. Donne intorno a Jung (Borla, Roma 1995). Per le edizioni Borla ha inoltre curato diversi numeri dei Quaderni di Psicoterapia Infantile: Uno spazio per i genitori (Roma 2007, con S. Latmiral); L'Odio. Irreparabile? (Roma 2007) e Desideri di maternità (Roma 2010, con C. Rogora).
Il libro
Questo libro mostra la poliedrica personalità di Etty Hillesum (1914-1943), giovane ebrea olandese, appassionata lettrice di Rilke, Dostoevskij, Jung e mistici quali Meister Eckhart e Tommaso da Kempis. Maturando un'identità femminile "normale", Etty vive il profilarsi della tragedia del secolo, dalle prime misure antisemite dei nazisti all'universo concentrazionario. Testimone esemplare di un atteggiamento etico di paradossale novità, persino nel campo di Westerbork, Etty proclama la necessità di non odiare e il primato della compassione là dove ogni brandello di umanità era scomparso, nessuna vittima, nel novecento, era riuscita a trasformare così il dolore in forza, il comprensibile odio in indignazione e persino in compassione. La sua grande lezione è racchiusa nella frase: «Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, è stato inutile».
Il volume contiene numerose pagine del diario e delle lettere inedite in italiano: passi imprescindibili verso la conoscenza integrale di un'autorevole figura del novecento, che si affianca a Hannah Arendt, Edith Stein, Simone Weil.
Un testo di spiritualità. Piano generale dell'opera: - Venite, benedetti del Padre mio, ereditate il Regno della felicità e della Grazia! (S.A.Panimolle); - Il Regno di Dio nel Primo Testamento (L. Sembrano); - Il Regno di Dio nel giudaismo (F. Manns); - Il Regno di Dio nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli (S.A. Panimolle); - Il Regno di Dio nell'epistolario del Nuovo Testamento (A. Pitta); - Il Regno di Dio nell'Apocalisse (L. Pedroli).
«Se la storia è di qualità, allora ci fa ripensare alla definizione di cose che pensavamo di avere capito bene, poiché ci fa entrare in contatto non solo con il familiare, ma anche con quanto appare strano. Essa riconosce che "il passato è una terra straniera", oltre ad essere il nostro passato».
Il vecchio adagio secondo cui saremmo condannati a ripetere una storia che non conosciamo si applica tanto alla storia della chiesa quanto a ogni altra impresa storiografica. Tuttavia il problema è: come va affrontata la storia della chiesa? Molto di ciò che è stato ritenuto tale è in larga misura propaganda; e molti libri di qualità sono oggigiorno scritti in modo brillante ma apparentemente lontano dai bisogni attuali della chiesa. Nello sviscerare questo dilemma, Rowan Williams propone alcune riflessioni su come pensiamo il passato in generale e fa emergere come la storia della chiesa sia stata usata dai teologi non solo per provare dei punti di vista ma anche per chiarire che cosa siamo in quanto esseri umani. Il frutto della sua esplorazione è un senso dell'importanza della storia come un qualcosa che aiuta ad approfondire il nostro pensiero e che ci obbliga a ricorrere alle più svariate e originali analogie per definire chi siamo e in quale mondo viviamo.
Un piccolo libro di grande portata per chiunque intraprenda lo studio della storia della chiesa, sia per motivi ministeriali o professionali, sia per il semplice desiderio di approfondire le radici storiche della propria fede e della propria tradizione.
«La figura di Mons. Luigi Sartori si staglia nel panorama teologico italiano del Novecento in maniera peculiare, tanto che meriterebbe rilievi più profondi e su più vasta scala. La tesi dottorale di Tallarico, di cui questo libro è il frutto, sorge dall'esigenza di delineare all'interno dell'enorme quantitativo di scritti di Sartori quegli elementi sistematici tali da fungere da criterio di coerenza all'interno di una produzione che troppo spesso ingenerosamente è stata definita "a-sistematica" o semplicemente (e a volte in maniera sminuente) "pastorale".
Gli elementi di sistematicità individuati da Tallarico sono fondati su quattro principi: ecumenico, dialogico, pluralista e di unità armonica. Tali principi direttamente o indirettamente vengono sempre usati da Sartori in un contesto in cui la storia e, a fortiori, la storia salvifica e la Tradizione restano elemento dominante e caratterizzante di una sintesi che dell'incarnazione dell'amore ha fatto il vero e proprio tema dominante e ricorrente.
Dovremmo essere grati a Luciano Tallarico per il contributo importante che ha fornito, il quale soprattutto consente di ridimensionare il luogo comune (dovuto a ignoranza e superficialità di lettura) che vedrebbe l'opera di Sartori solo in termini di divulgazione pastorale di altre teologie: c'è invece una vera e propria teologia sartoriana, che ha coordinate teoretiche e sistematiche assai precise e definite che ricorrono perfino negli scritti più occasionali, dipanandosi fino al suo ultimo progetto incompiuto: il ritorno alla costruzione di una metafisica, quella dell'amore!» (ANGELO PELLEGRINI).
«Parlare di stabilità oggi, nell'epoca postmoderna, in cui il criterio di discernimento (spesso inconsapevole) è dato dalla frammentazione, declinata nei vari ambiti come provvisorietà (frammentazione del tempo, delle relazioni, degli impegni...), come cronaca senza senso (frammentazione della storia), come emozione senza ragione (frammentazione dell'anima), come corpo senza spirito (frammentazione dell'uomo), come soggetto senza comunità (frammentazione della persona), come uomo senza Dio (frammentazione fondamentale), assume una valenza assai significativa e oserei dire profetica...
Il libro di Madre Cristiana Piccardo affronta la tematica della stabilitas proprio nell'ottica ad ampio raggio indispensabile per coglierne la ricchezza, spesso sottesa. Ciò che colpisce il lettore non è solo la competenza teologica dell'Autrice, ma la sua prospettiva sapienziale in cui le varie tematiche vengono affrontate e sviluppate non semplicemente in una chiave di lettura teoretica, sia essa monastica o patristica, pur fondamentale, ma in un orizzonte integrale di mente e cuore, di teoria e pratica, di regola e vissuto. È in questo dinamismo del cuore e della vita, e non solo delle fonti, che in Madre Cristiana si evidenzia l'attenzione alla storia o, per dirla con il Vaticano II, ai segni dei tempi. Potremmo dire che nella descrizione della stabilitas traspare una sorta di autobiografia dell'Autrice. Non sorprende, allora, l'articolazione ampia e la ricchezza che ne viene descritta: sono un riflesso dell'intensa e profonda esperienza umana, cristiana e monastica compiute da una donna, divenuta monaca e poi badessa, protagonista dell'incredibile fecondità della Trappa di Vitorchiano... Lo spessore di Madre Cristiana non è solo monastico, ma squisitamente ecclesiale nella doppia valenza per cui la Chiesa e la Comunità monastica sono modello e orizzonte l'una all'altra, nella costante (stabilitas) radicale appartenenza a Cristo, unico Signore di entrambe» (ROBERTO NARDIN).
Ciclicamente, i cattolici si trovano a dover affrontare delle crisi nel loro rapporto con la politica. Quello di cui hanno più bisogno in questi momenti sono indubbiamente una memoria storica che li aiuti a vedere come altri si sono trovati in passato in condizioni analoghe alla loro, e delle chiavi per poter leggere e interpretare il presente. Stefano Ceccanti, che ha vissuto la crisi del riflusso cattolico di fine anni Settanta da leader del movimento studentesco cattolico, e vive ora da parlamentare e intellettuale cattolico i tentativi dei cattolici di fare i conti con il bipolarismo, offre in questo libro una vera e propria «guida per i perplessi », utilissima non solo ai pastori della chiesa e a chi ha responsabilità formative in seno alla comunità ecclesiale, ma anche a tutti coloro che vogliano capire come coniugare fede religiosa e impegno nella polis. In primis, grazie a una lucida analisi della fase storico-politica apertasi con la transizione al bipolarismo a inizio anni novanta; quindi, in virtù di una panoramica storica di grande profondità sull'impegno politico dei cattolici in Italia e in Europa; e infine, fornendo delle chiavi teologiche per comprendere la democrazia e la laicità da un punto di vista di fede.
Questo numero si apre con un capitolo sulla storia delle idee in psicanalisi ed in particolare sul come può avvenire un cambiamento radicale di paradigma teorico. L'esempio è quello del passaggio dalla teoria americana classica" a aquella "relazionale". " In psicologia come nelle scienze sociali, discipline che ricorrono alla quantificazione dei fenomeni osservati, la comprensione delle relazioni scientifiche sulle ricerche e' alquanto difficile. Tale difficolta' e' in parte dovuta alla terminologia propria dei metodi e delle tecniche che consentono di passare dall'osservazione, espressa con il linguaggio naturale, alla sua rappresentazione in termini astratti, attraverso il simbolismo matematico. All'estraneita' di termini, concetti e tecniche derivati da discipline con proprio e diverso statuto scientifico, si aggiunge, per i giovani che si avviano allo studio delle scienze umane e sociali privi di qualsiasi esperienza di metodologia e di elaborazione statistica, la difficolta', spesso insormontabile, nel reperire una fonte di consultazione che faciliti la comprensione del significato di quegli stessi termini e concetti.
La posta in gioco del presente libro è quella di costruire, a partire dal discorso stesso di Freud, la funzione operativa del desiderio dello psicoanalista, che spesso è occultata dalla falsa nozione del controtransfert. Un desiderio, mai venuto alla luce prima di Freud, inedito, è stato infine rilevato da Lacan come il vero fondamento della cura psicoanalitica. Al momento dell'entrata in analisi, costituisce il perno sul quale poggia il transfert. Alla fine del trattamento, esso riemerge nel nuovo rapporto che l'analizzando instaura con il sapere inconscio.
In questo libro compare finalmente la prima traduzione italiana de 'I dieci anni dell'Istituto Psicoanalitico di Berlino, volume curato nel 1930 da Max Eitingon, uno dei primi e più importanti allievi e collaboratori di Freud. " Il Policlinico dell'Istituto di Berlino è stato una delle massime realizzazioni del movimento psicoanalitico, la prima e la più importante dal punto di vista organizzativo, della formazione, dell'attività clinica e dell'impegno culturale e sociale.