Un'opera che, lungi dal proporsi come l'ennesimo compendio di storia del pensiero, rappresenta un rigoroso e complesso manuale di teoria filosofica intorno alle principali correnti del Novecento: un percorso che, partendo da Nietzsche e passando attraverso la crisi dei fondamenti della matematica e la rivoluzione psicoanalitica, conduce per mano il lettore fino alle recenti controversie sulla filosofia della mente, sull'intelligenza artificiale e la bioetica.
La storia del continente europeo (dall'Atlantico agli Urali) nel corso di 3.500 anni, con continui rimandi agli eventi della cultura e dei costumi, alle mutazioni del clima e del paesaggio, alla rete fitta dei commerci e delle economie. Una storia "policentrica" che dà conto delle centinia di popoli e genti che hanno animato, in varia misura, le vicende europee.
Forse nessun altro tema è stato studiato dagli storici più dello sterminio nazista degli ebrei. Eppure nella coscienza collettiva questo lavoro non sembra lasciare traccia: Auschwitz rimane sinonimo di un male tanto assoluto quanto incomprensibile. Per questo è necessario comprendere come il progetto politico sotteso allo sterminio degli ebrei sia drammaticamente vicino a noi nel tempo e nello spazio. Il libro porta l'attenzione del lettore proprio sulla "modernità" di Auschwitz, mettendo in luce la metodologia tecnico-burocratica dello sterminio, così come la strumentalità politica implicita nella logica della pulizia etnica.
C'è ancora spazio per la libertà dell'uomo in un mondo in cui l'immagine si fa sempre più simbolo vuoto, in cui la tecnologia e le macchine si impossessano sempre di più del nostro quotidiano e i nostri pensieri e i nostri desideri sembrano robotizzarsi ogni giorno che passa? Muovendo da questa fondamentale domanda, Flusser si avventura nell'analisi di una disciplina imprendibile, dai contorni sfumati, in cui il confine tra tecnica e arte, tra riproduzione ed espressione, risulta per definizione ambiguo. Ridotta al mero statuto di duplicazione della realtà, svuotata del suo senso primario di "ricostruzione del mondo", la fotografia è per Flusser l'emblema della pericolosa deriva che oggi rischia di travolgere gli esseri umani: quello di essere schiavi di una tecnica priva di fondamento. Ecco il perché di una filosofia della fotografia: solo attraverso un suo ripensamento l'uomo potrà scongiurare la minaccia di asservimento alle macchine e ridare spazio a quella libertà e a quel senso che nell'era postindustriale sembra avere smarrito.
Questo scritto, che ha sullo sfondo l'interesse per i mutamenti politici dopo la caduta del Muro nei paesi dell'Europa orientale, mette a confronto i processi costituenti seguiti alla Rivoluzione americana e alla Rivoluzione francese. Il punto teorico che affronta riguarda due "atti linguistici", come direbbe Searle, richiamati nel titolo: argomentare e negoziare. L'obiettivo principale dell'analisi è di fare chiarezza sui rapporti tra argomentazione e negoziazione, concetti che si intrecciano con la distinzione di Habermas tra comportamento strategico (quello che massimizza i vantaggi in una situazione conflittuale) e comportamento comunicativo (quello che mira alla condivisione).
Quando culture differenti entrano in contatto, l'impatto sul corso della storia può essere sconvolgente e drammatico. Questo volume fa rivivere gli episodi chiave dei contatti culturali nella storia del mondo, dagli albori della civiltà ai tempi odierni. Vengono considerate la divulgazione di religioni come il Buddismo e l'Islam, le migrazioni degli ebrei e degli africani, l'impatto del colonialismo in India e in Africa e la recente diffusione della cultura del "consumismo". Per ognuno di questi esempi, originali cartine delimitano le diverse aree geografiche, rendendo ancora più forte l'impatto col fenomeno dell'interculturalità.
Il volume presenta in una nuova traduzione due fra i testi più importanti per la ricostruzione della vita e delle gesta del condottiero macedone: il "Romanzo di Alessandro" (III a.C.-I d.C.), che assembla materiali storici e leggendari eterogenei, e la "Vita di Alessandro" (115 d.C. circa) in cui Plutarco mette in luce il carattere del condottiero, le sue virtù di magnanimità, di nobiltà d'animo, di coraggio, ma anche la sua ira, i suoi scatti capricciosi e violenti, la sua nervosa e incontenibile passionalità.
Il testo è una raccolta di saggi dei maggiori filosofi veneziani allievi di Severino che parlano del maestro e della sua opera. Tra gli altri si possono trovare i saggi di: Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Virgilio Melchiorre e Salvatore Veca.
Farmaci, molecole sempre più all'avanguardia, strategie psicoterapeutiche, corsi di autostima; questa è l'offerta assordante che riempie le orecchie di chi, affetto dal male oscuro, non chiede altro che qualcuno si assuma la responsabilità della propria guarigione. Contro la depressione la psicoanalisi propone un percorso inverso: restituisce la responsabilità al soggetto, nella consapevolezza che, proprio così, al soggetto possa spalancarsi l'unica possibilità di intervenire sul sintomo che lo affligge. Il dispositivo analitico possiede un potere antidepressivo che, già solo a considerare la potenza del transfert, rivela la sua forza di rivitalizzazione del soggetto.
Rosalind Krauss, teorica dell'arte contemporanea, offre in questo libro le sue risposte più recenti alle questioni urgenti dettate dall'era postmediale: qual è la condizione e la funzione dell'arte d'oggi? Quale il compito dell'artista nella costruzione della propria opera? Quale la sua responsabilità nei confronti del linguaggio? A partire dagli esempi e dai concetti chiave - da Jackson Pollock e Clement Greenberg all'arte "processuale" degli anni sessanta e settanta, da Andy Warhol e Cy Twombly a Robert Morris, Richard Serra ed Edward Ruscha - la Krauss si proietta nell'arte del nuovo millennio, il cui compito è quello di "reinventare il medium", non mero strumento tecnologico, ma vero e proprio linguaggio con specifiche regole, convenzioni e forme.