A volte spontaneamente poniamo domande difficili a Dio e ai Santi, domande alle quali non sappiamo dare una risposta, domande che spesso ci angosciano, domande che superano questa vita, e alle quali solo la sapienza trascendentale dei santi può dare delle risposte. E le risposte arrivano... a volte in sogno o tramite una improvvisa pace del cuore, ma spesso non le comprendiamo, perché sono semplici, pure, contro corrente. Ed ognuna di queste risposte, con poche parole, muove le montagne e illumina la nostra strada. In modo chiaro allora comprendiamo quale sia la via da seguire, quale sia la soluzione reale e possibile dei nostri problemi.
Protagonisti di questi racconti sono personaggi che casualmente sono testimoni di alcuni miracoli di Gesù. L'inciampo in questi straordinari avvenimenti li costringe a fare i conti con le domande che, inevitabilmente, hanno a che fare con la vita di tutti i giorni, con i loro desideri, i progetti, le paure, gli affetti. Ognuno di essi avrà così nuovamente la possibilità di incontrare la risposta ai propri pensieri, alle inquietudini, agli interrogativi, grazie a uno sguardo, anch'esso improvviso. E noi? Cosa avremmo pensato noi, come avremmo reagito se in maniera del tutto imprevista, certamente non voluta, avessimo assistito a un miracolo di Gesù? Ma a questa domanda, un'altra si aggiunge e ci interroga. Una domanda che ciascuno può scegliere di ignorare o di affrontare: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?» (Fëdor Dostoevskij).
Il titolo del presente volume risponde alla sensibilità religiosa che ha bisogno della luce della Parola di Dio e della Teologia. Invocazione del Salmo 63: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia». Ed ancora: «Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42). È l'aridità dell'anima in cerca del ristoro che le può venire da Lui, dalla Sua Presenza, dalla Sua Grazia, dal sentirci suoi Figli amati. La comunione con il Signore o è viva e luminosa, da Cuore a cuore, oppure si rende come inconsistente; Dio è Fuoco di amore verso le sue creature, è sempre il Roveto ardente, che non si consuma e intende accendere nei cuori fiamme di carità e di prossimità.
"Questi Esercizi spirituali ci aiutano a fermarci, a meditare, a non accontentarci dell'apparenza, a guardare in profondità, a "fissare lo sguardo", a guardare con "compassione" le folle di oggi sempre stanche e sfinite perché senza pastore, per capire il prossimo e il mondo intorno a noi. La domanda iniziale - «È l'umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l'umanità?» (T. S. Eliot) - in realtà accompagna tutta la riflessione per aiutare a trovare la risposta nella vita. L'incontro con Cristo, che tocca il cuore, che genera vita e libera dalla paura di vivere, creativo, avviene nella vita stessa, non fuori da questa, nella nostra miseria - qualcuno direbbe - da mendicanti, come siamo. Il testo ci aiuta ad aprire tante domande. Spesso per noi certezza della fede significa credere di avere una risposta per tutto e non cambiare. Giustamente l'autore ricorda come la «certezza della fede non estingue l'inquietudine, al contrario, la esalta, poiché la certezza della fede non è un "pensiero chiuso" ma "aperto"». Nel deserto del nostro mondo non giudichiamo facendoci maestri a distanza, ma tornando all'origine per rendere possibile l'incontro con una presenza viva." (dalla prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi)
L'homo sapiens calpesta questa terra da circa duecentomila anni, una frazione irrisoria rispetto ai quattro miliardi di anni durante i quali il nostro pianeta ha girato intorno al sole senza di noi. E da allora la curiosità, la meraviglia, il senso di solitudine e di infinito spingono l'uomo ad alzare lo sguardo e a guardare le stelle, e ci rendiamo conto che siamo un granello di sabbia su una spiaggia infinita. C'è chi lo fa con fede e chi si affida solo alla ragione e, nonostante strumenti sempre più sofisticati, non riesce ad arrivare al "fondo del bicchiere della conoscenza". Dio, il Dio unico, ha iniziato la sua relazione con l'umanità da circa quattromila anni, invitando un uomo - il cui nome si traduce: "padre di una moltitudine" - ad alzare gli occhi e a contare le stelle. Tutto parte da lì. Chi siamo? Da dove veniamo? Cosa sarà di noi? E "gli altri" dove sono? Lo scopriremo solo morendo. Per ora... tutte le stelle portano a Dio.
Si può prendere il Vangelo di Giovanni alla lettera? «Si può e senza recare la minima offesa alla nostra ragione e alla nostra indagine seria del fatto storico, perché Giovanni era un semita e i semiti hanno il dono di una memoria tenacissima, Giovanni era un analfabeta el'analfabeta non è distratto dalla scrittura e vive dell'ascolto, Giovanni era vecchissimo e la vecchiaia fa ritrovare i ricordi dell'infanzia e della gioventù, ma soprattutto, Giovanni nell'atto di scrivere era mosso, assediato dallo Spirito Santo il quale era padronissimo di fargli ricordare tutto». Giuseppe Sandri dall'età di 43 anni fino alla morte visse come pellegrino itinerante per annunciare il regno di Dio. Negli ultimi tre anni, dal 1982 al 1984 qualcuno registrò nascostamente alcune sue conversazioni che poi furono trascritte. In questo libro sono stati raccolti e ordinati alcuni brani di quelle conversazioni che riguardano il Vangelo di san Giovanni. Di tanto in tanto sono stati aggiunti, come ulteriore contributo, alcuni passi tratti da pubblicazioni curate da Sandri (Lettere da Stibbio, Epistole e Vangeli dei giorni festivi, Lettere di san Paolo) e altri presi da suoi appunti inediti.
Vale la pena credere ancora nella storia del Dio vivente, essergli fedeli oggi, nonostante l'amicizia con Lui renda meno popolari del pane di segale integrale? Nel tono ironico di chi non ha nulla da perdere, questo libro prova a ragionarci su, soprattutto raccontando vite vere. Come quella di Stefano nella notte in cui corre sulle rotaie per salvare il figlio Claudio, o di Kate Middleton alle prese con una maternità sotto i riflettori. Storie di eroi sconosciuti, da Stanislav Petrov impantanato in una potenziale distruzione atomica a suor Maria Antonella, un passato di abusi e un presente a dirigere centri antiviolenza. E poi ci sono Carlo Acutis, padre Pino Puglisi, Chiara Corbella e molti altri. Si parla di successo, amore, dolori e desideri, si parla di persone. In fondo, se Dio s'è fatto uomo, forse per (ri)conoscerlo ancora vivo e presente dopo duemila anni è dall'uomo che bisogna ripartire. Lisa Zuccarini, classe 1983, è una madre di famiglia discretamente realizzata ma afflitta da problemi annosi, tra cui la pelle secca e l'inclinazione al cattolicesimo. Non è un medico anche se ha studiato medicina, non è una cuoca tuttavia pare cucini bene, non è una scrittrice ma questo è il secondo libro che scrive perché si diverte moltissimo a farlo. Le piace parlare di Dio senza prendersi troppo sul serio, d'altronde è l'unico modo che conosce per parlarne sul serio.
Fra tutti i Paesi dell'Europa orientale soggetti al giogo comunista, l'Albania è quello in cui la persecuzione contro la Chiesa cattolica è stata più violenta. Sotto il regime di Enver Hoxha, nel 1967 il Paese fu dichiarato primo Stato ateo al mondo. Tutte le chiese vennero distrutte. Dom Simon Jubani è stato uno dei tanti custodi silenziosi della fede, nei ventisei anni di carcere subiti nell'Albania comunista solo perché sacerdote. In questo libro dom Simon racconta la sua vita e il lungo periodo trascorso nelle carceri comuniste albanesi, dove subì torture tali da perdere tutti i denti. Arrestato e rinchiuso nel carcere di Burrel, in una cella di otto metri per quattro con altri 36 prigionieri, dom Simon e i suoi compagni vennero picchiati, torturati e vessati senza motivo e alcuna pietà. Durante la prigionia dom Simon scrisse queste sue memorie, per evitare che quanto subirono lui e i suoi compagni venisse cancellato dalla memoria e dalla storia. Dom Simon Jubani è nato a Scutari l'8 marzo 1927. A 16 anni iniziò la Scuola apostolica dei gesuiti. Dopo la chiusura delle scuole cattoliche, nel marzo 1946 passò al Liceo statale. Successivamente si trasferì a Tirana. Dopo aver lavorato per un periodo nell'ospedale militare della capitale, venne mobilitato nell'esercito. Nel 1957-'58 ricevette gli ordini sacerdotali e fu inviato come parroco a Mirdita, dove venne arrestato e imprigionato per 26 anni. Il 4 novembre 1990 celebrò la prima Messa pubblica, nella cappella bruciata del cimitero di Rrëmaj, alla presenza di centinaia di fedeli. Nel 1992 l'Università di San Francisco, in California, gli ha conferito la laurea honoris causa in discipline umanistiche. È morto il 12 luglio 2011, nell'ospedale di Scutari.
Il confronto violento che caratterizza lo scenario politico è ormai dilagante anche sul piano comunicativo. Stampa, televisione e social network riflettono questa aggressività in un crescendo che è diventato un modo abituale di esprimersi. All'interno del quadro politico italiano si sente spesso parlare di democrazia incompiuta, in gran parte attribuita proprio a una conflittualità permanente tra le parti: chiunque sia al governo o all'opposizione, la nota dominante è sempre la violenza sistematica del confronto. Per recuperare credibilità e consenso nell'opinione pubblica, occorre quindi riscoprire le virtù politiche essenziali che garantiscano un dialogo efficace e un confronto costruttivo. Serve una rivoluzione per tornare a vivere valori come l'affidabilità, la moderazione, la sobrietà. Perché se la politica è la forma più alta di carità, allora è dalla carità che la politica deve ricominciare. La buona politica ha bisogno di speranza e di fiducia nelle riserve di bene che ci sono nel cuore della gente, malgrado tutto.
Un'antologia di lettere personali - non d'ufficio - del Card. Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova (1946-1987) ai suoi sacerdoti: testimonianze della sua paternità e - in filigrana - della sua spiritualità, delle sue adamantine convinzioni teologiche, della sua intensa fede, del suo profondo amore alla Chiesa, della sua limpida, assoluta coscienziosità, umana e pastorale.