La disponibilità all'ascolto, premessa indispensabile al colloquio psicologico, richiede un continuo lavoro di osservazione, conoscenza e familiarità col proprio mondo interno e un attento studio della teoria e della tecnica del colloquio, considerato una tecnica relazionale ottimale per conoscere il paziente dall'infanzia all'età anziana. Il volume propone una prospettiva dinamica che vede la relazione al centro dell'ascolto e comprende quattro sezioni corrispondenti alle fasi principali della vita: età infantile, età adolescenziale, età adulta ed età anziana, in ognuna delle quali si risponde alle richieste che emergono con maggior frequenza nella consultazione clinica. L'ampia documentazione bibliografica e la ricchezza di casi clinici riportati in ogni capitolo rendono il libro un strumento di approfondimento per studenti di psicologia, per psicologi e psichiatri e, in generale, per tutti coloro che lavorano nell'ambito dei rapporti interpersonali.
"È evidente che tutte le scienze hanno una relazione più o meno grande con la natura umana, e anche quelle che sembrano più indipendenti, in un modo o nell'altro, vi si riallacciano. Perfino la matematica, la filosofia naturale e la religione naturale dipendono in certo qual modo dalla scienza dell'uomo, poiché rientrano nella conoscenza degli uomini, i quali ne giudicano con le loro forze e facoltà mentali. E impossibile prevedere quali mutamenti e progressi noi potremmo fare in queste scienze se conoscessimo a fondo la portata e la forza dell'intelletto umano, e se potessimo spiegare la natura delle idee di cui ci serviamo e delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti."
Il pensiero iconologico attraversa tutto il XX secolo, trovando in Germania e poi in Inghilterra e negli Stati Uniti i luoghi di affermazione e di diffusione. Il percorso di questa tradizione di studi segue le vicende accademiche, scientifiche e personali dei protagonisti: Aby Warburg, Fritz Saxl, Erwin Panofsky, Edgar Wind, Rudolf Wittkower e il viennese Ernst Gombrich. In questo libro, nuova edizione di un testo ormai "classico" del settore, l'autrice esamina con sguardo critico lo sviluppo dell'iconologia che trova, dopo la metà del Novecento, esiti e connessioni con altre discipline, dalla semiotica alla psicanalisi, alla psicologia della percezione, alla storia sociale, all'antropologia. Alla luce degli attuali interessi per l'immagine e per la cultura visiva l'iconologia è al centro del dibattito sul rapporto fra immagine e opera d'arte, fra capolavoro e immagine documentaria, fra visività e espressione significante e patetica, fra tradizione e anacronismo, fra immagine e testi, fra linguaggi visivi e linguaggi verbali, poetici e musicali, introducendo, nel superamento dei confini disciplinari e geografici, un'accezione antropologica dell'immagine, all'interno del dibattito attuale sull'"iconic turn", e aprendo al multiculturalismo, alla multimedialità e alle neuroscienze.
"A chi chiede a che cosa serva la filosofia, bisogna rispondere aggressivamente perché la domanda è volutamente ironica e caustica. La filosofia serve a denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme, a trasformare il pensiero in qualcosa di aggressivo, attivo e affermativo, a formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello stato, della morale o della religione, a combattere il risentimento e la cattiva coscienza che hanno usurpato in noi il pensiero, a sconfiggere infine il negativo e il suo falso prestigio."
"La filosofia si è mondanizzata, e la dimostrazione più schiacciante di questo fatto è che la coscienza filosofica è coinvolta non solo esteriormente ma anche interiormente nel tormento della lotta. Se la costruzione del futuro e il ritrovamento di una soluzione valida per tutti i tempi non è affar nostro, tanto più appare chiaro ciò che dobbiamo compiere al presente, e cioè la critica spregiudicata di tutto ciò che esiste, spregiudicata nel senso che in generale la critica non si atterrisce di fronte ai suoi risultati e nemmeno di fronte al conflitto con le forze esistenti."
Pochissime sono le testimonianze pervenuteci attraverso la Bibbia e le fonti classiche relative alle religioni dell'antica Mesopotamia, ma dopo la decifrazione della scrittura cuneiforme, è emerso pian piano un tesoro ricchissimo, conservato sulle tavolette d'argilla e che i filologi hanno faticosamente ricostruito. Oggi possediamo versioni di miti, rituali esorcistici, manuali oracolari sia in sumerico sia in accadico: una mole di materiale tale da rischiare di perdersi nell'esplorarlo. Il volume offre allo studente o alla persona semplicemente curiosa di approfondire l'argomento le coordinate per orientarsi in questo pensiero lontano e così ricco di fascino.
L'attività osservativa, anche se metodologicamente strutturata, permette di cogliere un insieme di dati, riferiti a persone, situazioni o fenomeni che però non consentiranno di conoscere le realtà nella loro complessità e interezza. Nel testo viene dedicato ampio spazio a quegli aspetti che aiutano l'educatore ad acquisire maggior consapevolezza dell'influenza che l'osservatore ha sul campo osservato, attraverso l'approfondimento degli elementi che indirizzano e "disturbano" la suddetta attività attraverso metodologie e strumenti pratici.
Come è possibile per un non musulmano avvicinarsi al Testo sacro su cui si fonda l’islam orientandosi nella ricchezza dei suoi motivi senza dimenticarne però il principio fondamentale per cui esso è letteralmente ‘Parola di Dio’? Questo volume – che nasce da un’attività di studi e di ricerca tanto lunga quanto appassionata – vuole offrire un percorso di lettura della peculiare trama religiosa del Corano guidato, in primo luogo, dal testo stesso. Dalla fisionomia della creazione al significato della volontà umana, dalla funzione profetica alla natura del potere, dalla questione del jihâd alla condizione femminile: attraverso ampi e continui riferimenti testuali l’autrice si sofferma su nuclei tematici definiti, proprio per favorire l’esplorazione del Corano anche da parte di chi non abbia alcuna familiarità con la sua complessa struttura compositiva. L’auspicio è di far emergere le differenze fra i tre monoteismi abramitici – giudaismo, cristianesimo e islam – contribuendo in pari tempo al dialogo interreligioso che, per essere fecondo e condiviso, non può non misurarsi con il difficile equilibrio tra il riconoscimento della centralità dell’uomo come soggetto storico e quello dell’istanza di ogni fede a sentirsi portatrice di verità.
Da ormai duemila anni i Vangeli sono oggetto di studio, di preghiera, di critica. Questo libro parte dalla consapevolezza che, qualunque sia il motivo che oggi ci spinge a prendere in considerazione tali scritti, a parlarne ancora, la prima cosa da fare sia sempre e comunque leggerli. Lo scopo di queste pagine è fornire al lettore i punti di riferimento essenziali affinché si possa orientare nel racconto di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Non si tratta dunque di un fascio di riflessioni sugli scritti evangelici, ma piuttosto di una mappa che offre percorsi di lettura.
L'incontro che gli educatori e gli operatori della cura vivono e realizzano con la fragilità, con la diversità, con la colpa, con lo smarrimento mette alla prova loro, le loro competenze e i loro saperi, le loro organizzazioni. E sta forse facendo emergere una nuova profondità nel sentire l'altro; una evidenza nuova del limite nell'esercizio di saperi e poteri; una pratica di inediti contesti comuni di relazione e di responsabilità; una costellazione di "cellule etiche" nella convivenza, nelle quali donne e uomini, portatori di bisogni o di capacità e responsabilità, sono chiamati ad agire come soggetti morali. La fraternità tra sconosciuti che qui è colta, sviluppata e serbata può divenire un orientamento per l'esercizio di saperi esperti, per l'uso di risorse e l'organizzazione di servizi, per il funzionamento delle istituzioni della convivenza e la definizione di un quadro di diritti e di obbligazioni, per la proposta e la formazione di un nuovo ethos civile.