Arturo Carlo Jemolo era cattolico ma non clericale; difensore dei diritti dello Stato, nei suoi rapporti con la Chiesa cattolica, ma non anticlericale; liberale e cattolico; oppositore di talune scelte del partito radicale, ma rispettato e apprezzato dai radicali; convinto anticoncordatario, ma partecipe dei lavori per le trattative della revisione concordataria; fermo sostenitore del valore essenziale del senso dello Stato, ma impegnato nella difesa del sentimento religioso e delle garanzie delle istituzioni religiose. Fermissimi e ripetuti furono i suoi no all'intolleranza, al giurisdizionalismo, al concordato, al venir meno dei valori cristiani e i suoi sì alla separazione tra Stato e Chiesa cattolica, alla scuola pubblica, al divorzio; mai democristiano, ma neppure comunista; "bastian contrario", "piccolo borghese" e "malpensante". Più di trent'anni dopo la sua morte, tenendo conto delle tante novità che hanno caratterizzato l'evoluzione della società italiana, molti sono ancora i motivi che inducono a continuare ad ascoltare la sua voce per una valutazione dei problemi civili, politici, giuridici e religiosi dell'Italia odierna, forse ancora più tormentata di quella di allora.
C'è stato un tempo in cui statisti illustri - quali Churchill e De Gasperi - e intellettuali di primissimo piano - quali Croce, Arendt, Bobbio, Thomas Mann, Kojève, Laski - hanno guardato con rispetto, simpatia e persino con ammirazione a Stalin e al paese da lui guidato. Con lo scoppio della Guerra fredda prima e soprattutto col Rapporto Chruscev poi, Stalin diviene invece un "mostro", paragonabile forse solo a Hitler. Darebbe prova di sprovvedutezza chi volesse individuare in questa svolta il momento della rivelazione definitiva e ultima dell'identità del leader sovietico, sorvolando disinvoltamente sui conflitti e gli interessi alle origini della svolta. Il contrasto radicale tra le diverse immagini di Stalin dovrebbe spingere lo storico non già ad assolutizzarne una, bensì a problematizzarle tutte. Ed è quanto fa Losurdo in questo volume, analizzando le tragedie del Novecento con una comparatistica a tutto campo e decostruendo e contestualizzando molte delle accuse mosse a Stalin. Con un saggio di Luciano Canfora.
Cortigiane ormai vecchie e malandate, nobilastri squattrinati, donne dedite ad amori saffici, un medico incompetente: personaggi che, fra le tante figure rappresentate nelle canzoni del trovatore galego Afonso Anes do Coton (XIII secolo), compongono un vivido ritratto della vita della corte che lo accolse, quella di Alfonso X di Castiglia. Ma Coton non sa raffigurare solo un'umanità distante dalle idealizzazioni della poesia d'amore: egli stesso - caso inedito in tutto il corpus galego-portoghese - si fa protagonista di una canzone a metà fra l'accorata confessione e la burla giullaresca, vero e proprio autoritratto di un poeta girovago e scapestrato, dominato dalla tendenza a frequentare, per usare le parole di Cecco Angiolieri, la donna, la taverna e l' dado.
Quando è nata e a che cosa serve la teoria della traduzione? Quali sono i rapporti fra teoria, metodologia e prassi traduttiva? Nel tradurre dallo spagnolo all'italiano, quali strumenti e competenze si devono possedere per affrontare testi appartenenti a differenti ambiti linguistici e settoriali? Il volume risponde a queste e ad altre domande analizzando la teoria della traduzione, le sue applicazioni metodologiche e didattiche e una casistica puntuale ed efficace di esempi tratti dalle principali aree in cui si articola il discorso specializzato (testi giuridici, economici, scientifici, tecnici ecc.).
Il volume si articola in tre parti - Contesti di insegnamento - apprendimento dell'italiano L2; Insegnare la lingua, insegnare la grammatica; Progettazione e realizzazione di percorsi didattici -, dedicate agli elementi fondamentali del processo di insegnamento - apprendimento: gli attori e i luoghi (tipi di pubblici, istituzioni e altre agenzie formative dedicate), l'oggetto (la lingua), i metodi e le tecniche (modelli operativi, comunicazione e gestione della classe). La struttura modulare del testo ne consente l'adozione a diversi livelli della formazione universitaria: corsi di laurea di primo e secondo livello, master, corsi di specializzazione.
La capacità di promuovere processi inclusivi è la condizione di base affinché la scuola raggiunga il successo formativo di tutti gli alunni, nessuno escluso. Il volume offre un quadro teorico e metodologico sull'orientamento Evidence-based education, applicato alla pedagogia speciale per l'inclusione. Viene proposto un modello di riferimento per la ricerca, in grado di rispondere alla necessità di costruire forme di conoscenza condivisa e affidabile sui processi inclusivi, attuabile nei diversi contesti educativi. Attraverso esemplificazioni, si presentano strategie di ricerca, sia di natura quantitativa sia qualitativa sia mista, che contribuiscono alla concretizzazione di tale modello. Si individuano e definiscono alcuni criteri di qualità, che possono costituire un riferimento utile per chi deve progettare e condurre una ricerca in educazione speciale, per chi ne deve valutare l'adeguatezza metodologica attraverso un'opera di revisione e per chi concretamente ne può utilizzare i risultati nella prassi quotidiana.
Il materialista afferma che tutto è materiale o dipende da ciò che è materiale; il fisicalista che tutto è fisico o dipende da ciò che è fisico. Entrambi credono di sostenere la concezione filosofica più "amica" della scienza. Ma cosa intendono con "materiale" e "fisico"? E con "dipende"? Il materialismo e il fisicalismo sono dottrine filosofiche chiare, vere e giustificate? Questo volume vuole rispondere a tali domande esaminando soprattutto il dibattito contemporaneo nel panorama della filosofia analitica. La conclusione - di certo controversa - è che non vi sono formulazioni adeguate del materialismo e del fisicalismo.
Oggi più che mai è necessario trovare strategie didattiche coinvolgenti per le nuove generazioni. La ludolinguistica è una di queste: fondata su una rigorosa conoscenza del linguaggio e dei suoi meccanismi, permette di imparare come funzionano le parole e i testi senza avvertire il peso dell'apprendimento. Il libro propone una serie di spunti e di giochi linguistici adattabili a ogni contesto, dalla scuola primaria in avanti, senza escludere il lettore adulto che voglia osservare il linguaggio da una prospettiva diversa.
Il libro intende mostrare la complessità del concetto di relativismo morale e analizzarne le varie dimensioni. Uscendo dallo scontro ideologico su una nozione oggi aspramente dibattuta, il testo mette in luce la molteplicità dei modi in cui essa è stata interpretata e spesso confusa e fraintesa. Viene così sottolineata la pluralità delle versioni filosofiche di relativismo morale, a seconda dei vari livelli dell'indagine etica, e insieme la presenza di alcune interpretazioni dotate di una lunga tradizione e di una indiscussa rilevanza.
O le persone umane esistono oppure non esistono e, se esistono, allora devono essere entità di un certo tipo: cose concrete, per esempio, oppure astratte, entità materiali o immateriali, individui oppure proprietà di individui, o magari eventi o processi o qualcosa d'altro ancora. Cosa siano le persone umane - e se esistano - è una questione da sempre al centro della ricerca filosofica. Il volume offre un'introduzione critica alle principali teorie proposte dai filosofi analitici per dare a tale questione una risposta.