Un percorso nel mondo dell'arte cristiana, dall'epoca antica fino al rinnovamento liturgico apportato dal Concilio Vaticano II, alla ricerca del significato delle principali manifestazioni artistiche, tra icone, vetrate, simboli e stili architettonici. Corredata da un apparato fotografico a colori e da un agile glossario illustrato, l'opera costituisce un utile strumento per chi si approccia all'arte sacra da studente, religioso o semplice curioso.
Àncora e Centro Ambrosiano pubblicano congiuntamente questo agile sussidio mensile ad uso dei fedeli di Rito ambrosiano con i testi delle letture, delle antifone e delle orazioni per la celebrazione eucaristica quotidiana sia nei giorni feriali che festivi lungo l'intero anno liturgico. Il Messale quotidiano mensile si presenta come uno strumento semplice e al tempo stesso completo in tutte le sue parti, offrendo la possibilità di un immediato utilizzo sia per la preghiera liturgica che per la meditazione personale, grazie alla corrispondenza con i singoli giorni del calendario e la proposta per ogni formulario di alcune intenzioni per la preghiera universale e di un'introduzione alle letture secondo l'ordinamento del rinnovato Lezionario ambrosiano. Questo sussidio potrà diventare, fin da subito, anche un ulteriore strumento quotidiano per i diversi operatori pastorali delle nostre comunità, affinchè la liturgia continui ad essere nella storia di ciascuno la memoria viva di Cristo Salvatore e della sua Parola che salva.
Il popolo romeno si segnala per aver perpetrato con straordinaria fedeltà la lingua di Roma. Peraltro, nello spazio in cui esso è venuto formandosi, dalla tarda antichità Roma si concretizzava politicamente ed ecclesiasticamente nella Nuova Roma sul Bosforo: dirsi «Romani» significava, dunque, dirsi partecipi di quell'universo istituzionale e ideale che aveva in Costantinopoli il suo fulcro.Dopo la fine del IX secolo, la tradizione ecclesiastica e di civiltà della Nuova Roma fu assunta dalle popolazioni latinofone diffuse sulle due sponde del Danubio tramite la mediazione, che di tale patrimonio realizzarono in lingua slava i discepoli di Crillo e Metodio. In tal modo il popolo romeno, portatore della lingua di Roma e formatosi nell'alveo ecclesiastico e di civiltà di Costantinopoli (ciò rimase sempre legato), si trovò nei secoli medioevali pienamente partecipe della vita spirituale e intellettuale della Slavia ortodossa.Con l'avvio del secondo Millennio lo spazio, in cui il popolo romeno è venuto progressivamente organizzando le proprie strutture sociali ed ecclesiastiche, ha costituito una tipica area d'intersezione tra Commonwealth bizantino e Christianitas latina; ne è conseguito che identità confessionali e forme di vita ecclesiastiche, altrove percepite in termini di dialettica contrapposizione, sono risultate in questo spazio (soprattutto in Transilvania) componenti distinte, ma imprescindibili, di una realtà antropologica di fatto unitaria e omnicomprensiva. Nella sua «lunga durata» la vicenda del popolo romeno ci mostra esemplarmente come il vitale intreccio di esperienze e tradizioni religiose costituisca di fatto il contesto storico ed esistenzialmente tipico dell'uomo europeo: radicato in uno specifico patrimonio di identità e di forme di vita, ma in grado di interagire con le altre realtà religiose e culturali, costitutive del suo orizzonte antropologico.
L'affascinante e coinvolgente "avventura" nella storia religiosa dell'Europa, dall'Atlantico agli Urali, e oltre, rinnovata e approfondita di anno in anno dalle Settimane di studi della Fondazione Ambrosiana Paolo VI, ha costruito un suggestivo e approfondito "mosaico" che ha proposto, con ampi excursus dalla prima evangelizzazione alla situazione contemporanea, le vicende dei suoi popoli in un'ottica sempre attenta al contesto delle vicende culturali, sociali e politiche delle varie epoche.
Gli archivi sono sempre fonte inesauribile di scoperte. La consultazione paziente delle carte, la conoscenza intensa dei fondi e la curiosità per la ricerca portano con sé frutti inattesi, che si presentano dapprima in forma timida, e poi svelano tutta la loro ricchezza. Così è stato per un particolare genere di documento che si intende presentare in questo volume. L'acuto e metodico lavoro del Direttore dell'Archivio Storico Diocesano di Milano monsignor Bruno Maria Bosatra ha permesso di scoprire un peculiare genere di lettera che non pare sino ad ora avere ricevuto particolare attenzione negli studi di carattere storico ed archivistico. Tale genere di documento presenta caratteristiche che permettono di definirlo 'annuncio di morte'. Per mezzo di esso i vicari foranei comunicavano alla curia arcivescovale la vacanza di un beneficio ecclesiastico nel territorio di loro giurisdizione.
Il presente volume aggiunge un nuovo e fondamentale tassello al compimento del suggestivo progetto di "Storia religiosa europea", promosso dalla fondazione italiana Paolo VI che, attraverso le Settimane di studio a Villa Cagnola di Gazzada (Varese), ha passato in rassegna tutti i popoli del Vecchio Continente e con le successive pubblicazioni, che hanno raccolto e ampliato le relazioni proposte negli incontri, ha dato vita a un rilevante corpus di studi, cui hanno offerto il loro contributo numerosi e qualificati specialisti, non soltanto europei. Il promotore dell'impresa, che ne ha guidato l'avvio, fu il noto teologo e vescovo Carlo Colombo che, nel suo ruolo di primo presidente, aveva indirizzato verso tale orizzonte con determinazione la neonata istituzione della Chiesa milanese, dedicata e profondamente ispirata al magistero di Paolo VI.
"Dio vive nelle città, e la Chiesa vive nelle città. Non è solo la città moderna ad essere una sfida, ma lo sono state, lo sono e lo saranno ogni città, ogni cultura, ogni mentalità e o gin cuore umano.
Occorre raggiungere con la Parola di Gesù i nuclei più profondi dell'anima della città".
Nel vostro presepe – come nelle tantissime immagini che avrete visto dipinte sui muri delle chiese, all’oratorio, a scuola, al cinema, in tv, in internet – un posto centrale ce l’ha Maria, la mamma di Gesù. Quest’anno, continuando il discorso iniziato con voi gli altri anni, voglio soffermarmi un poco sulla figura di Maria. Perché? Chiederete voi. Perché nella nascita, e in tutta la vita di un bambino, la figura della mamma è importantissima.
«Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19), dice ancora il Vangelo. Aspettando il dono più grande che è Gesù Bambino, facciamogli spazio – come sua Madre – nel nostro cuore, per esempio facendo la Novena di Natale; e nella nostra vita, anche attraverso piccoli gesti di condivisione.