Il volume Liturgia e Vita è un manuale che introduce globalmente al dinamismo interdisciplinare tra i sacramenti, considerati come lex orandi, e la lex vivendi, e quindi come esplicitazione e impegno della nuova vita in Cristo originata dagli specifici eventi sacramentali. Sia i cultori di morale che di liturgia vi potranno trovare un'impostazione originale dell'ethos sacramentale, da suggerire agli studenti che partecipano ai corsi di teologia morale e di liturgia sacramentale. La fedeltà ai principi del Vaticano II e l'oculata attenzione alle problematiche essenziali sollevate dai recenti studi di morale e di sacramenterai, è un pregio dell'opera che potrà introdurre gli studenti nell'ambito delle opinioni e degli odierni dibattiti relativi alla morale sacramentale. Un testo che ben lungi dall'avere nostalgia della morale casistica - analogamente andrebbe detto per i casi astrusi relativi alla esattezza dei riti liturgici - lascia ampio spazio alla integrazione con le discipline pastorali che studiano, da altre angolature, la stessa materia ed affrontano le medesime problematiche.
L'obiettivo del testo è quello di cogliere, a partire da alcuni brani del Nuovo Testamento, gli aspetti essenziali della predicazione
"Vincenzo de Paoli parlava spesso: lo faceva perché doveva, perché richiesto dalla predicazione delle Missioni al popolo, dagli esercizi agli ordinandi, dalla direzione dei Preti della Missione e delle Figlie della Carità, dagli incontri di vario genere a tutti i livelli. Parlava alla buona, diremmo a braccia. Ma il suo non era un parlare vuoto, perché veniva da un cuore ricco di Dio, pieno della sapienza spirituale dei santi. È vero che non si può attribuire a lui un determinato sistema di pensiero. Non si può parlare ad esempio, in senso proprio, di una sua cristologia o di una sua mariologia. Vincenzo non ha scritto trattati. Ciò non toglie che, leggendo attentamente i suoi scritti e ripercorrendo le vicende della sua vita, non si possano cogliere delle idee-guida, delle costanti, delle massime, dei principi a cui si ispira." (Dal Prologo).
Il sussidio curato da mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, ci offre un percorso di riflessione e di preghiera che conduce all'incontro personale con il Signore, dove il cuore di ciascuno di noi può davvero gioire e riposare in Lui in un dialogo di profonda amicizia e, soprattutto, di reciproca stima. La lectio divina è via privilegiata per accostare con frutto e con fede le sacre Scritture. È quanto si intende proporre, con questo sussidio, agli universitari, invitandoli a intensificare quella relazione personale con il Signore che costituisce la sorgente dell'impegno di testimonianza e di servizio nella comunità accademica.
Il tema del programma della pastorale universitaria 2011-2012 assume un significato teologico e pastorale di grande importanza per il cammino della verifica. Esso ci conduce al centro dell'esistenza dell'uomo contemporaneo, in ricerca del vero volto di Dio. Non si tratta di proporre alle nuove generazioni la celebrazione di riti liturgici, ma di accompagnare l'uomo contemporaneo ad incontrare nella Parola e nei Sacramenti il Dio vivo e vero. I sacramenti dell'iniziazione cristiana costituiscono l'inizio di una vita nuova che non è semplice appartenenza religiosa, ma trasformazione reale della vita del battezzato in esistenza ecclesiale. Il tema del programma pastorale qualifica e rilancia la specificità della pastorale universitaria nel cammino della Chiesa di Roma, quella cioè di riannodare un nuovo rapporto tra pastorale dell'iniziazione cristiana e nuova evangelizzazione, in modo che l'una possa sostenere l'altra senza identificazione e senza esclusività.
Il cammino proposto da mons. Sergio Lanza, Assistente Ecclesiastico dell'Università Cattolica del S. Cuore ci conduce alla scoperta del Dio vivo e vero, che, come ci ricorda Agostino, può rendere quieto il nostro cuore immerso in una realtà storica sempre più dinamica. Il mondo universitario, e in particolare i giovani studenti, sono invitati a dischiudere gli orizzonti della razionalità, come ci ricorda Benedetto XVI, per comprendere la realtà nella sua verità profonda e per elaborare una nuova cultura, libera da ogni forma di dogmatismo capace di orientare il futuro dell'umanità.
Il XV Convegno Liturgico celebrato a Roma dal 28 al 30 dicembre 2010 ha voluto riflettere su alcune tematiche per lasciare un'impronta profonda della liturgia e della spiritualità della Chiesa nella vita dei seminaristi. Ai partecipanti al Convegno si è fatto notare come il Messale è preceduto e introdotto dalla "Istitutio Generalis", la quale non è una semplice raccolta di norme rubricali, ma piuttosto una sintesi di principi teologico-ascetico-pastorali, indispensabili sia per la conoscenza dottrinale, sia per la celebrazione, la catechesi e la pastorale della Messa. Solo un costante approfondimento di questa catechesi farà comprendere a tutti il senso, il dovere e il gaudio della loro partecipazione attiva e cosciente: una partecipazione che dovrà esprimersi nell'ascolto, nella preghiera comune e nel canto, ma anche nel "sacro silenzio", necessario colloquio individuale con Dio, perché il dialogo orante dell'assemblea sia davvero un'elevazione di fede e di amore nello spirito, per Cristo, al Padre.
"I sacramenti sono in connessione sostanziale con la vita della Chiesa. Costituiscono la radice profonda della vita del popolo cristiano; ma la Chiesa è un popolo guidato al destino: i sacramenti sono pertanto nell'orizzonte ineludibile della vita e della funzione dell'autorità ecclesiale. Leggendo le pagine del tuo libretto, appare chiara l'immagine della Chiesa come luogo della presenza sacramentale di Cristo. E questo è un contributo fondamentale a riprendere l'evento cristiano come esperienza. Questa tua presentazione dei sacramenti, così innovativa perché così tradizionale, conferisce ai sacramenti il valore che io ho riscoperto nei cinque anni del mio episcopato. In moltissimi casi i sacramenti, che hanno una specificità assolutamente cattolica, assumono, nel contesto di profonda scristianizzazione in cui viviamo, il valore di strumenti di una nuova evangelizzazione" (dalla Presentazione di Mons. Luigi Negri).
In questo libro si analizza la riforma dell'Anno Liturgico e del Calendario Romano effettuata nel contesto della riforma generale della liturgia attuata per mandato del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Il culto, più che un settore della vita, è la vita stessa del fedele; impegnarsi poi ad attuare nella pratica ciò che si è celebrato, è essenziale quanto la celebrazione stessa! Anzi, il vivere dovrebbe diventare l'eccedenza dell'agire liturgico (cf. RLI, 24).
Perciò nessuna liturgia può permettersi il lusso di restare fuori dai problemi della storia se non vogliamo che Amos, profeta tempestoso, ci colpisca con il ruggito del leone e la sua invettiva:
"Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le vostre riunioni sacre; anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo. Lontano da me il frastuono delle vostre arpe non posso sentirlo! Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne" (5,21-24).
La denunzia del profeta altro scopo non ha se non quella di farci ritrovare l'unità tra esteriorità e fede, tra mani e cuore, impedendo al culto di diventare farsa o magia.