Il volume ha il carattere d'un ampio e articolato discorso che conduce il lettore, a partire da una riconsiderazione storica degli sviluppi dell'arte e dell'architettura sacre, fino a conclusioni e richiami di natura teologica attraverso un continuo rimando tra fede, liturgia, figurazioni artistiche e architettoniche e coerente ricchezza simbolica ed espressiva di valori di fede. In questa luce il testo non intende sostituire altri notevoli studi odierni, né apportare un suo "novum", ma solo raggiungere lo scopo prefisso: sintetizzare i punti fondamentali dell'intera materia, offrendo agli studenti la possibilità di approfondire il rapporto arte-liturgia nel suo sviluppo storico e nel panorama dello sviluppo liturgico. Questo volume, in sostanza, secondo quanto preannunciato nel suo stesso titolo, affronta sia la 'storia' che i 'fondamenti' dell'arte e dell'architettura sacre ma li presenta in una forma adatta anche ad un pubblico di lettori giovani: a quegli studenti universitari che, con la loro curiosità e vivacità intellettuale, si afferma nelle conclusioni, hanno stimolato e orientato il lavoro ed ai quali il libro è dedicato ed, in prima istanza, destinato. Questo secondo volume è indicato per tutti coloro che desiderano o necessitano una migliore comprensione dell'arte e architettura sacra in Occidente, le quali sono inevitabilmente il frutto della storia del culto cristiano presentato nel primo volume.
Da sempre i monasteri di vita contemplativa hanno costituito una vera ricchezza per la Chiesa, un dono prezioso che Essa ha custodito e promosso con amore, nella piena consapevolezza che tali luoghi privilegiati della "Ricerca di Dio" - come scrive S. Benedetto nella sua Regola - sono per tutto il popolo santo di Dio il segreto della sua fecondità apostolica... Il presente lavoro, è il frutto di sintesi sul tema delle Federazioni e la conclusione del corso dello Studium-CIVCSVA, svolto sotto la competenza del R.P.D. Sebastiano Paciolla ocist., particolare esperto e docente, e ha avuto lo scopo di voler affrontare un tema molto vivo e attuale nella vita monastica di oggi. Il titolo "Per una nuova visione e contenuti della Federazione Monastica" presenta le esigenze del mondo monastico femminile, le sue difficoltà nel mondo contemporaneo e la dottrina e disciplina con cui la Chiesa custodisce questo tesoro... parlare di una nuova visione e di nuovi contenuti della Federazione Monastica è una necessità impellente per poter salvaguardare la vita e la sopravvivenza di moltissimi monasteri femminili contemporanei e delle Federazioni.
In questo contesto sociale e matrimoniale assai difficile, la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità. Vivere la sua missione nella fedeltà al suo Maestro come voce che grida nel deserto, per difendere l'amore fedele e incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l'amore divino; per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l'unità e l'indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell'uomo di amare seriamente. La Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella verità che non si muta secondo le mode passeggere o le opinioni dominanti. La verità che protegge l'uomo e l'umanità dalle tentazioni dell'autoreferenzialità e dal trasformare l'amore fecondo in egoismo sterile, l'unione fedele in legami temporanei. "Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L'amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente. È il fatale rischio dell'amore in una cultura senza verità". E la Chiesa è chiamata a vivere la sua missione nella carità che non punta il dito per giudicare gli altri, ma - fedele alla sua natura di madre si sente in dovere di cercare e curare le coppie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia; di essere "ospedale da campo", con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno...
Che cos'è l'anima? Esiste veramente? Se esiste, è mortale o è immortale? Ha oggi ancora senso parlare dell'anima quando le neuroscienze spiegano le attività spirituali con l'anatomia e il funzionamento del cervello? Questo libro offre una risposta a queste domande. Secondo il Vescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi "il libro è un invito a riscoprire l'anima e, attraverso questa riscoperta, a riscoprire una visione integrale della persona umana". Il teologo gesuita, padre Ivan Fucek, afferma che l'autore del testo "scava nel profondo dell'essere umano: nella sua natura, nella coscienza e nei valori umani fondamentali, indagando l'anima razionale in maniera originale e convincente, affinché ogni uomo, più o meno colto, comprenda il tremendo mistero del suo essere uomo? La situazione mondiale odierna è molto confusa e il buio prevale sulla luce perché si sta affermando una nuova "snaturata eticità". L'ideologia del gender è il segno eloquente del momento che stiamo vivendo: si intende cancellare l'amore sessuale naturale affinché ogni uomo o donna possa scegliere liberamente il proprio sesso. Tramite un'operazione chirurgica un uomo potrebbe scegliere di diventare donna e una donna uomo, non dovendo rendere conto della propria decisione né ai familiari, né allo Stato, né a Dio la cui esistenza non ha più alcun valore".
Susanna Bo non è soltanto autrice di una storia autobiografica come tante, ma è, a differenza di molti che raccontano se stessi in versi o in prosa, una scrittrice con un suo stile e una vocazione narrativa molto forte, grazie a cui sa ben dosare gli elementi del racconto per spingere il lettore alle risa e alle lacrime, a volte nello stesso tempo, e ad alzare lo sguardo. Questa è una "storia vera" e però è allo stesso tempo un "romanzo", con una sua struttura che man mano si è imposta alla spontaneità diaristica e ubbidisce allo statuto narrativo proprio del genere letterario, grazie a una scansione degli avvenimenti non solo cronologica. Al suo interno campeggiano i due protagonisti: Susi, "la brava ragazza" tutta casa e chiesa ma insofferente degli stereotipi, inguaribilmente ironica e autoironica; Luigi, "l'ateo", più esperto di discoteche che di chiese, l'ingegnere di poche parole che diventerà l'amore della sua vita e la guida, anche per lei, nel condurre la sua e la loro "buona battaglia"; intorno si muovono altri personaggi reali, l'amico di infanzia, le giovani coppie, i genitori: e lo sfondo è, per quanto volutamente sfumato, una piccola città di provincia a forte vocazione turistica, inquadrata con la sua riviera da un obiettivo che non è quello del turista. Prefazione Enrico Rovegno.
Il silenzio non consiste nel semplice vuoto di rumori, ma è un'assenza/presenza di "qualcosa" ("silenzio parlante"), di parole già dette e di parole taciute. Il silenzio è colto come la capacità di sospendere la parola per fare deserto, espressione altrettanto eloquente quanto quella del linguaggio parlato. Se oggi il rumore impera, riscoprire il senso delle "parole non-dette" (silenzio) è di estrema importanza per progredire sul versante dell'essere contro il frastuono dell'apparire e la chiacchiera insignificante.
Questo breve lavoro di don Giuseppe Rigosi, ingegnere e sacerdote, Rettore del Seminario diocesano e missionario Redemptoris Mater di Vienna, è una piccola summa delle più comuni questiones disputatae in materia di scienza e fede, non solo negli ambienti accademici, ma anche tra la gente comune, sia pure di solito con assai approssimativa competenza. Vedrei bene questo libro nello zainetto degli studenti medi ed universitari o nelle librerie di casa. Anche chi non ama, come le ama don Giuseppe, le discipline scientifiche, infatti, anche chi si interessa solo occasionalmente alle grandi questioni cui qui si fa cenno, vive oggi malauguratamente nella convinzione che questo sia un terreno perdente per Dio e per la fede: cose a cui non pensare troppo per non andare in crisi, se si è credenti, oppure capisaldi del proprio "ateismo", magari frettolosamente assunti, per chi al contrario preferisce adeguarsi all'agnosticismo dei più. Di solito né gli uni né gli altri sanno bene di cosa si tratta realmente. Leggere questa versione dei fatti che scaturisce da un'esperienza appassionata di Dio e della Chiesa cattolica può servire se non altro per dubitare delle proprie certezze e delle proprie sicurezze. Magari non tutti i lettori capiranno tutto di quel che è scritto, ma tutti sentiranno "la musica" che ne esce e la apprezzeranno, perché è una "musica di sintesi" non di contrapposizione.
È grande la missione delle vostre famiglie: il futuro dell'uomo sulla terra è legato alla famiglia; il piano divino della Salvezza e la storia della Salvezza passano attraverso la famiglia! Così ogni famiglia cristiana si trova in missione. Questa è la missione della Verità. La famiglia non può vivere senza Verità, anzi essa è il luogo in cui esiste una sensibilità estrema per la Verità. Se manca la Verità nella relazione, nella comunione delle persone: marito, moglie, padri, madri, figli, se manca la Verità si rompe la comunione, si distrugge la missione... La famiglia è in missione, e questa missione è fondamentale per ogni popolo, per l'umanità intera; è la missione dell'Amore e della Vita, è la testimonianza dell'Amore e della Vita. E così, portando la testimonianza che è propria della famiglia in missione, voi portate dovunque la testimonianza della Trinità Santissima in missione. E così fate crescere la Chiesa perché la Chiesa cresce da questi due misteri (san Giovanni Paolo II).
Questo non è un libro destinato ai bambini, ma ai genitori e ai maestri, per accompagnare i figli al Natale.Il potenziale pedagogico delle nostre feste è enorme e basterebbe da solo a fornire materia sufficiente per la catechesi famigliare: cioè, per la catechesi più importante! Non è un automatismo che la fede dei genitori passi ai figli, come molti dolorosamente sanno, ma è fuor di dubbio che se la Chiesa, fin dall'inizio, ha consentito l'amministrazione del Battesimo ai bambini, lo ha fatto proprio avendo presente "il buon diritto" e l'efficacia inimitabile di questo primario compito genitoriale. È l'esperienza di tutti gli operatori pastorali parrocchiali: dopo il regolamentare corso catechistico, anche se allungato fino allo spasimo, quella che resta, salvo rare eccezioni, è la fede dei genitori. È chiaro che si può parlare di trasmissione della fede ai figli (e quindi, a essere rigorosi, giustificare il Battesimo dato ai neonati), solo quando questa fede sussista. Per questo, specie nei nuovi movimenti, a fianco degli itinerari di riscoperta della fede riservati agli adulti e propiziati dal Concilio, rifiorisce sempre anche la catechesi domestica ai figli. È un'esigenza avvertita immediatamente da chi incontra il Signore e ben espressa da san Paolo, che pure non aveva figli nella carne: "Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi" (Gal 4,19).
Il desiderio primo e ultimo di Dio è portare a termine il suo disegno di salvezza degli uomini: "Dio, nostro salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità". Paolo esulta davanti a questo disegno di Dio che va dalla creazione fino alla consumazione nella vita eterna: "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi."