Gesù non parla d'amore. Ama. E, con i suoi gesti, indica il cammino dell'amore. Cinque icone evangeliche, che presentano altrettanti gesti d'amore compiuti da Gesù, sono lette come gradini che disegnano una ''scala dell'amore''. (Luigi Galli)
"Sono sempre più convinto che la direzione del radicalismo evangelico è la quotidianità, dove per quotidianità intendo la situazione normale in cui l'uomo è costretto a vivere. La proposta evangelica vuole essere una proposta vera, reale, possibile, per l'uomo nel mondo, nel mondo così com'è. È questa una grande sfida che i cristiani non devono mai lasciar cadere. Radicale è la novità che il vangelo sa introdurre nelle condizioni comuni. Spero che questo mio commento al vangelo di Matteo riesca a mostrarlo."
Silenzi e parole sono momenti topici dell' esperienza umana: anziché escludersi si integrano e gli uni non possono fare a meno delle altre. Chi si appresta a far uso efficace della parola ha bisogno di esplorare silenzi e parole nella relazione interpersonale, nel comportamento affettivo e sociale della persona, nella relazione di aiuto per analizzare il linguaggio comunemente utilizzato così spesso ricco di messaggi ambigui e insidiosi. Imparare a parlare, ma anche imparare a tacere è un invito che ci proviene dall'antica saggezza. La concreta modalità di attuazione di questo adagio chiede però di essere esplorata, analizzata e resa consapevole. DALL'INDICE Il silenzio nella comunicazione La conquista del silenzio Parole per se stessi: il dialogo interno I momenti difficili per trovare le parole FERDINANDO MONTUSCHI, già professore ordinario di Pedagogia speciale nella Università di Roma Tre. Psicologo e psicoterapeuta, si è occupato dei problemi dell'apprendimento, di dinamica di gruppo e del rapporto fra intelligenza e affettività.
Con un linguaggio semplice e accattivante, chiarendo dubbi e proponendo con coraggio piste innovative di riflessione etica, il libro risponde a molte domande sull'accanimento terapeutico.
L'individuo e la comunità non si capiscono più. Il singolo si lamenta di una società che lo ignora, ma ne assimila l'indifferenza. La società democratica chiede cura dei valori comuni, ma la politica cede ogni giorno terreno ad una burocrazia senza affetti. Questo libro, scritto ''a quattro mani'' dal filosofo e dal teologo, si propone di istruire i termini di questa complessità antropologica, osservandola dal punto di vista del modo in cui il sacramento cristiano – in primis, l'eucaristia – consente di affrontare le ambivalenze del sacro e di focalizzare il senso del religioso DALL'INDICE Prima parte: Comunità, Religione Seconda parte: Ambivalenza del sacro Terza parte: Kairos e sacramento FRANCO RIVA insegna Etica sociale e Filosofia del dialogo presso l'Università Cattolica di Milano. PIERANGELO SEQUERI, è professore ordinario di Teologia fondamentale nella Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale.
''Gesù fu appeso alla vigilia di Pasqua. Quaranta giorni prima un banditore andò gridando nei suoi confronti: deve essere lapidato perché ha praticato la magia e sviato Israele portandolo all'apostasia. Se qualcuno conosce qualcosa a suo favore venga e la dica. Ma non si presentò nessuno a suo favore e fu appeso alla vigilia della Pasqua'' (Sanhedrin B 43a). I capitoli 18 e 19 di Giovanni sono la più severa denuncia mai apparsa nei Vangeli contro un'istituzione religiosa che, anziché porsi a servizio di Dio, ha usato Dio per i propri interessi, deturpandone il volto e rendendolo simile a se stessa, rapace e disumana, un Dio che accetta come culto il sacrificio degli uomini: ''Viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio'' (Gv 16,2). (dall'Introduzione) ALBERTO MAGGI direttore del Centro Studi Biblici ''G. Vannucci'' a Montefano (Mc), cura la divulgazione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico attraverso scritti, trasmissioni e conferenze in Italia e all'estero.
Per imparare a discernere non c'è altra strada che imparare una relazione: la relazione con Dio.
La questione del corpo è uno dei luoghi di più chiara emergenza della irruzione di una complessità troppo a lungo trascurata. Nelle scienze empiriche e in quelle matematiche, ma anche nella filosofia e persino nella teologia, troppo a lungo si è ritenuto che fare scienza, produrre conoscenza, significasse di necessità fare a meno del corpo. Questa pretesa non può farci dimenticare che il nostro rapporto con noi stessi, con gli altri e con le cose non è mai immediato e non è mai del tutto neutro. Non siamo pure interiorità che si rapportano a pure esteriorità, ma siamo un impasto di interiorità ed esteriorità, di dentro e di fuori, di spirito e corpo. Teologi, filosofi , storici, antropologi e filologi si confrontano su una questione cruciale per la nostra epoca.
Nell'ambito della teologia del Novecento l'escatologia conosce un'opera di profonda ridefinizione. Essa non rimanda più - come ''dottrina delle cose ultime'' - ad un elemento periferico dell'identità del Cristianesimo, ma ne dice il profilo di sintesi, situandosi al centro della storia di Dio con l'uomo. L'Autore ricostruisce il dibattito contemporaneo sull'''escatologico'' attraverso l'analisi puntuale e rigorosa del pensiero di K. Barth, E. Jüngel, I.U.Dalferth. GIUSEPPE NOBERASCO ha conseguito la laurea in Filosofia all'Università di Pisa e il dottorato in Teologia alla Facoltà Teologica di Milano. Attualmente è docente presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale nelle sedi di Milano e di Genova.
''Altri semina, Altri raccoglie'' è la norma non di un tempo cieco e tirannico, ma la condizione della pazieza, la prova della speranza, la verifica della fede.