La lettera a Proba, come dice chiaramente il titolo, è una lettera e non un trattato sulla preghiera; la costruzione del testo è legata ad un fatto occasionale e perciò non contiene una riflessione sistematica. Tuttavia quello che poteva essere un limite si rivela una ricchezza; emergono, infatti, delle dimensioni che sono essenziali per ogni situazione di vita e per ogni tipo di preghiera. Si potrebbero così riassumere: La ricerca della vita beata; La centralità del desiderio; La preghiera ha bisogno di 'regole'. Nella lettera a Proba ci sono anche utilissime indicazioni circa i modi e i tempi della preghiera.
Qui e ora Gesù entra nell'infelicità, in ciò che la origina, e suggerisce cosa fare per approdare a una felicità il cui compimento è l'ingresso nella beatitudine. Vuoi? Se sì la "tua gioia sarà piena" (Gv 15,11). La via si chiama Discorso della montagna e via della Croce, di cui le beatitudini sono il compendio.
Una riflessione biblica, essenziale e umanissima, di Bruno Maggioni; uno scavo filosofico, acuto e appassionato, di Lucia Vantini.
Il lavoro prende in esame alcuni aspetti relativi alla disciplina penalistica nella vita della Chiesa, in primis, quegli elementi che giustificano la presenza di un diritto penale canonico, quindi tutto il sistema sanzionatorio; si rileva a tal proposito come la Chiesa, quale società costituita da organi gerarchici, nonché chiamata a confrontarsi con il peccato e la violazione delle norme che lo riguardano, necessiti di uno strumento di coazione volto a garantire il raggiungimento del proprio fine: la salus aeterna animarum. Viene poi trattato l'istituto della pena, partendo dalla sua origine storica, dalla sua nozione unanimemente accettata e analizzando in profondità le sue fattispecie cercando di comprenderne la natura e la finalità.
Una vera e propria confessio vitae non casualmente ispirata al salmo 71: "il tuo volto, signore, io cerco". emergono, sullo sfondo, personaggi ed eventi che hanno caratterizzato la vita della chiesa degli ultimi decenni ma non mancano confidenze inedite e memorie grate di persone dietro le quali s'intuiscono profonde relazioni umane. libertà, verità, amore sono i fili conduttori di queste pagine che assumono i toni di una fede che si racconta e interpreta la propria storia alla luce della grazia di dio, dove è sempre implicito un confitemini domino quoniam bonus.
Solo gli umani sanno di essere fratelli e sorelle: è un dono e un compito che li rende tali. “Ma il fratellino perché?” – si chiede il primogenito. Quello che egli avverte come un “tradimento” della madre è in verità la prima grande prova relazionale della vita. Un tormento affettivo inevitabile, il cui superamento permette di approdare alla maturità come accettazione serena della co-centralità e della condivisione dei corpi genitoriali e della casa: tutti unici, nessuno l’unico. Nella postmodernità, l’enfasi che viene data a una società non più gerarchica accentua la delicatezza del passaggio. Un fratello è per Narciso il dolore e la medicina di cui necessita. Tra gelosia del primogenito e invidia del secondogenito, si aprono i sentieri della crescita: scoprire l’alterità non come minaccia o esproprio, ma come opportunità di condivisone nelle vicende dell’esistenza. Questo libro ha una sua peculiarità: affronta il tema della fratria analizzando le teorie e le ricerche più recenti dentro il paradigma della Gestalt Therapy. Un testo brillante, originale e vivace che, descrivendo in modo puntuale le dinamiche fraterne in tutti i loro risvolti – anche quelli più aspri –, traccia i percorsi che conducono dalla rivalità alla condivisione, nella consapevolezza che solo chi accoglie il fratello e la sorella fuori di sé scopre e si arricchisce del fratello e della sorella che porta dentro di sé.
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Esiste la libertà? Tanti sono i motivi che spingerebbero al pessimismo. Si può credere che in mezzo agli ostacoli della vita e alle mille costrizioni psicologiche e sociali, possa continuare a vivere la forza dell'essere liberi fino a diventare amore autentico? La sfida di questo libro è questa e desidera proporre un sì convinto e un invito a vivere in una libertà piena e senza paure.
Si può toccare Dio? Si tratta di verificare se il testo di Gv 20, 1-18, permetta, o meno, di sostenere questa tesi.
E’ il viaggio verso un tema di confine, un tema-parete, un tema.limite tra il sé creatura della Maddalena e il tu di Dio, in Cristo; tra il tempo dell’uomo e l’eternità di Dio stesso. Qui, l’esperienza della Maddalena si pone come esperienza di fisicità e di sensoriali, oltre che di fede.
La figura di Enrico Medi (1911-1974) come scienziato credente è una delle più interessanti nel panorama del laicato del Novecento. Padre di famiglia, da sempre affascinato dall'armonia del cosmo e dalla bellezza del creato, ha saputo coniugare con intelligenza i due linguaggi spesso messi in contrapposizione quali la scienza e la fede. Lo studio di Davide Barazzoni propone un ritratto biografico di Enrico Medi e tenta di cogliere la sua profonda spiritualità facendo tesoro delle tante riflessioni e "contemplazioni" che ci ha lasciato: «L'uomo diventa grande quando nella sua piccolezza, raccoglie la grandezza dei cieli e lo splendore della terra e al Padre comune le offre in adorazione e amore» (E. Medi)
La modernità si caratterizza per il fatto che l’uomo non "riceve" il mondo, ma lo costruisce. Ciò che appare
dipendere da altro è visto come negazione libertà personale. D'altra parte è sotto gli occhi di tutti l'insufficienza della "buona" volontà dei molti a risolvere alcuni dei conflitti fondamentali che segnano l'esistenza: la violenza, l'ingiustizia, ogni forma di negazione degli altri.
Come colmare questa insufficienza senza negare la resposabilità personale? La teologia della grazia tenta di rispondere a questa domanda alla luce della rivelazione e dell'esperienza della presenza di Dio nella vita dei credenti.