Un testo per l'educazione. Non "degli" adulti, ma "come adulti". Spunti per crescere ancora, ogni giorno, da educatori. È sempre tempo di educare. Perché l'educazione "funzioni" non si deve interrompere l'ascolto - in Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua e Tempo Ordinario - della Parola che educa e fa vivere. «È in gioco il valore preziosissimo che si chiama Speranza. Nessuna attività come l'educare suppone la proiezione fiduciosa verso quel mondo diverso dal nostro, ancora in embrione, che esisterà domani. L'educatore ha a che fare con persone che presumibilmente gli sopravviveranno e da cui questo mondo ancora sconosciuto sarà costruito» (dalla «Prefazione» di Franco Verdi).
"Non sono tanto pessimista, Gaudy. Passi in avanti ne abbiamo fatti, ma resta molto cammino davanti a noi. Chi è il cristiano? È uno che, a poco a poco, frequentando il Cristo, arriva ad avere i suoi stessi sentimenti, a pensarla come Lui, a vedere la vita come Lui la vede, a vivere la sua stessa passione. E Gesù non volle restare sul trono, si fece ultimo per vivere la vita e la storia degli ultimi... Sono sicuro, Gaudy, che la gioventù raggiungerà il Cristo soltanto attraverso l'impegno di trasformare il mondo. Avanti, amici, non fermatevi! Non avete finito di sfogliare il libro della storia."
All'interno di un reparto di pediatria oncologica si genera una realtà complessa, carica di esperienze forti legate allo sviluppo della malattia e, ancor più, all'età del paziente. Con rigore metodologico, in questi quattro anni ci siamo chiesti: come si può lavorare con la musicoterapia in un processo di cura caratterizzato da tante criticità? E quale metodo è opportuno seguire in questo contesto? Presto ci siamo resi conto che l'incertezza del decorso clinico arrivava a mettere a dura prova la stabilità emotiva anche di noi musicoterapisti e degli altri operatori e condizionava perfino la possibilità di un percorso/progetto terapeutico. Tutto ci portava inevitabilmente a riflettere non solo sulla validità della metodologia ma anche sulle risposte esistenziali da dare quando ci si interroga sul significato della vita in situazioni così delicate ed estreme.
Nella Scrittura, la Parola di Dio si trasmette con la parola umana. In essa Dio fa dono di se stesso: ci offre la sua verità in un modo totalmente divino e totalmente umano insieme. La realtà dell'ispirazione riguarda il piano di salvezza di Dio, è segno della sua fedeltà ed è per questo fortemente legata alla Rivelazione. Proprio alla luce della Rivelazione, possiamo capire il senso della Scrittura nella sua verità e interpretarla con lo stesso spirito con il quale è stata scritta.
L'opera si presenta come un'analisi del pensiero di Jean-Louis Chrétien, fenomenologo francese che apre nuovi spazi di ricerca intorno alla domanda sull'essere e sull'atto del soggetto. Gli sviluppi che interessano lo studio della corporeità, della parola e dell'arte riguardano anche la rivisitazione del discorso su Dio, legandolo alla risposta dell'uomo e all'appello che lo raggiunge. Si prospetta in tal modo un'antropologia che ha nella libertà la sua chiave effettivamente teologica.
Il volume intende comunicare la novità di vita" portata da Gesù di Nazaret così che l'esistenza di ogni lettore, modellata su di Lui, possa risultare più amabile e colma di speranza. "
Dai mali che stanno annullando le nostre libertà (la globalizzazione selvaggia, lo strapotere di economia e finanza, l'informazione loro asservita, la perdita del senso del bene comune, la supremazia del denaro su ogni valore...) al rimedio: ristabilire il giusto equilibrio fra le libertà, per riprendere il cammino interrotto verso una società fondata su giustizia sociale e solidarietà, e il ruolo fondamentale che il popolo europeo può e deve svolgere in tale percorso.
Lo scritto più universalistico del NT (Luca-Atti) è in pari tempo il più attento alla esplicitazione delle radici ebraiche del cristianesimo e - dopo Paolo - il più interessato al futuro di Israele. Partendo dal finale dell'opera (At 28,17-31), dove il rapporto chiesa-Israele-pagani emerge in tutta la sua portata e complessità, il lavoro prosegue con l'analisi di At 13,13-52 e 18,1-18, dove troviamo le stesse problematiche di At 28,17-31 (cf 28,26-27.28 con 13,46 e 18,6). Conclude la tesi una serie di riflessioni sul rapporto chiesa-Israele oggi. Di questo complesso e fondamentale tema vengono ripercorse le tappe fondamentali dalla dichiarazione conciliare "Nostra aetate" del Concilio Vaticano II a oggi e si offre, a partire dall'opera lucana, qualche spunto di attualizzazione utile per l'approfondimento e lo sviluppo dei rapporti tra ebrei e cristiani.
Letture per le domeniche di Quaresima dell'anno liturgico A.
La coppia costituisce la relazione che ci ha generato, ma anche il paradigma di ogni altra relazione nella quale esprimiamo la nostra umanità. In questo senso essa è "promessa di umanità compiuta", ma anche "compito" affidato alla nostra libertà. "Promessa", in quanto il vissuto di coppia racchiude attese e aspettative di compimento che rimandano "oltre" la realizzazione stessa della coppia. "Compito", in quanto il mantenimento di quella stessa relazione vive del dono responsabile della libertà.