
Le prime comunità cristiane si trovarono ad affrontare un gran numero di problemi: come conciliare la radicalità dell'evangelo con le necessità della vita quotidiana? come convivere con le comunità ebraiche rivendicando al tempo stesso un'identità propria? in che modo le comunità domestiche potevano influenzare la società? Scritto da un esperto di storia del cristianesimo delle origini, il libro consente di comprendere i motivi che hanno permesso alla nuova religione di conoscere una grande diffusione nel inondo del Mediterraneo e di penetrare nel cuore dell'impero romano. In ciascuna delle tre parti - da Pasqua alla missione paolina; dalla missione paolina alla guerra giudaica; la fine del periodo apostolico -, François Vouga riesamina le più recenti acquisizioni della ricerca esegetica e studia gli scritti, i protagonisti e i dibattiti più rilevanti del cristianesimo delle origini.
Unendo un'accurata lettura dei testi biblici alla ricerca del loro senso teologico, in queste pagine Daniel Marguerat intende riflettere sul senso del pregare e su questioni di fondo quali: Perché pregare? Quale Dio preghiamo? In che modo siamo esauditi?
Se i racconti biblici sull'attività di Gesù sono fedeli alla realtà dei fatti, nei resoconti storici del tempo dovrebbe esservene traccia: quali prove vi sono, dunque, nei documenti non canonici o non cristiani dell'esistenza storica dell'uomo chiamato Gesù di Nazareth? Come venne visto dai contemporanei, ebrei di ogni tendenza, romani e pagani in genere? Frederick F. Bruce approfondisce la nostra conoscenza di Gesù studiandone in dettaglio le tracce nelle fonti più diverse: ebraiche, pagane, apocrife e islamiche, con particolare riferimento a Giuseppe Flavio, ai manoscritti del Mar Morto, al Vangelo di Tommaso e al Corano. Grande attenzione è inoltre dedicata ai detti di Gesù non inclusi nei Vangeli canonici e alle prove legate alle scoperte archeologiche.
Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la 289a. Con un contributo di Paolo Ricca.
A quarant’anni di distanza da Il cristiano davanti alla morte, dedicato a quello che accade di fronte alla morte a cristiani ed esseri umani in generale, il teologo Paolo Ricca affronta – anche attraverso un ampio excusus storico-teorico –, il tema ulteriore della possibile esistenza di un aldilà e di una vita futura, oltre la morte.
«Ha senso parlare dell’aldilà, sapendo di non saperne nulla? Fin dall’antichità più remota sono state formulate sull’argomento molte teorie, tutte ipotetiche, alcune, forse, più plausibili, altre meno, che meritano di essere conosciute prima di venire eventualmente scartate.
Il fatto incontestabile che non ci siano certezze (a prescindere, per un momento, da quelle della fede) non impedisce di ritenere che qualcosa, pur non essendo certo, sia possibile, a cominciare dalla possibilità che esista un aldilà, nel senso di una vita oltre la morte. Non ci sono prove che un aldilà o la vita oltre la morte esistano, ma neppure che non esistano. L’aldilà non è certo, ma è possibile».
Paolo Ricca
In prima traduzione italiana dal latino, la Spiegazione della XIII Tesi disputata a Lipsia sul potere del papa, testo-chiave per comprendere le ragioni profonde della Riforma protestante, viene qui inquadrata nel contesto delle precedenti 12 Tesi contro Johannes Eck, uno dei maggiori teologi cattolici dell’epoca.
Discussa nel 1519, la Tesi affronta la questione dell’antichità e legittimità del primato della chiesa di Roma attraverso un’approfondita esegesi dei passi neotestamentari collegati, nonché l’esame delle testimonianze dei Padri della chiesa, presentando il papato non come un’istituzione di diritto divino, bensì umano.
Combattuto tra il pericolo del dissolversi dell’unità dei cristiani e la difesa della verità scritturale, e pur disposto a riconoscere al papa un primato d’onore, Lutero per la prima volta avanza in pubblico il sospetto che il papato abbia un carattere anticristico. Pochi mesi dopo riceverà da Leone X la bolla di scomunica.
Per Ermanno Genre e Stefano Giannatempo la vera sfida legata al catechismo, nota dolente per tutte le chiese cristiane, è quella di riuscire a condividere il depositum fidei, il tesoro della propria fede, con gli adolescenti, che vivono un’età estremamente delicata. Un focus particolare sull’adolescenza integra quindi un manuale di catechesi in cui teologia, pedagogia e storia si intrecciano per suggerire strategie pratiche.
Intessendo l’esperienza di anni di ministero pastorale e di insegnamento da una parte, con l’entusiasmo di chi inizia il ministero dall’altra, Ermanno Genre e Stefano Giannatempo presentano alcune riflessioni tra teoria e metodo sulla catechesi giovanile e intrecciano teologia, pedagogia e storia per proporre strategie concrete a quanti si occupano di catechismo, in particolare rispetto agli adolescenti.
Questo perché, come scriveva Lutero a proposito della formazione del cristiano: «La prosperità di una città non consiste solo nell’accumulare grandi tesori, nel costruire solidi bastioni, belle case, fabbricare pezzi d’artiglieria e armature. Ciò che invece rappresenta il meglio e la più grande prosperità, la salute e la forza è avere molti cittadini distinti, eruditi, intelligenti, onorati e ben educati».
Com’è possibile che le Epistole di Paolo propongano un messaggio sociale egualitario e al contempo avallino la schiavitù, la subordinazione delle donne o la condanna dell’omosessualità? Marcus J. Borg e John Dominic Crossan rispondono a questa domanda riportando alla luce l’immagine radicale – oscurata ed eclissata nei secoli – dell’apostolo.
Una tra le figure più importanti delle origini del cristianesimo e autore chiave dell’esegesi protestante, l’apostolo Paolo resta controverso per molti credenti, la sua immagine positiva e respingente a un tempo. Marcus J. Borg e John Dominic Crossan ne spiegano l’apparente contraddittorietà sulla base di accreditati studi storico-biblici, mostrando come le ultime lettere dell’apostolo furono create dalla chiesa primitiva per smorzarne l’etica egualitaria.
Oltre il «Paolo conservatore» delle epistole controverse e quello «reazionario» delle lettere riconosciute come posteriori alla sua morte, riemerge così il «Paolo radicale» dei testi autentici, addomesticato teologicamente per conformarlo alle norme della società imperiale romana.
I grandi cambiamenti nella concezione del mondo, dell’essere umano e di Dio degli ultimi due secoli richiedono, per Helmut Fischer, che i fondamenti della fede cristiana – validi nonostante il mutare del contesto e del periodo storico – vengano riformulati in un linguaggio nuovo e ricettivo di tali mutamenti: la sua proposta è quindi quella di esprimerne il nucleo cercando di prescindere dalla sovrastruttura teista, dogmatica e metaforica costruitagli intorno nei secoli.
«Non esiste e non può esistere una forma linguistica oggettiva in cui la realtà divina possa trovare una formulazione valida per ogni tempo. La teologia cristiana fa quindi bene ad affrontare ogni critica contemporanea alla sua concezione di Dio. Una concezione di Dio che possa essere comunicata deve articolarsi in modelli, modalità di pensiero, simboli e metafore che si collochino entro l’orizzonte della comprensione del mondo dei contemporanei. Ciò comporta non soltanto la trasformazione ma anche la revisione del materiale ricevuto in eredità. Si tratta di enucleare – nelle condizioni intellettuali del presente – l’elemento specifico e caratteristico della concezione cristiana di Dio, accantonando cognizioni che, pur facendo parte della forma storica della tradizione, hanno perso plausibilità per la concezione
del mondo del presente»
Helmut Fischer