Il volume - che raccoglie gli Atti del XLII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia - propone una riflessione sulle minoranze religiose e sull'adozione di specifici comportamenti culturali e sociali. Se gli "eretici" medievali furono spesso sconfitti e dimenticati, nel mondo moderno le minoranze religiose si trasformarono in maggioranze, le maggioranze in minoranze: nel primo Cinquecento, infatti, una straordinaria mobilità religiosa travolse l'Europa, modificando realtà sociali e politiche, cultura, mentalità e comportamenti. Gli studi qui raccolti affrontano il tema sotto diversi aspetti.
I fondamentalisti musulmani dichiarano la guerra "santa", il mondo occidentale risponde con la guerra "giusta" al "male", in un circolo vizioso senza apparente via d'uscita. Nel suo radicale pacifismo, Drewermann è certo, invece, che la guerra sia solo follia, una ferita sempre più profonda nell'animo degli esseri umani, che il dolore spinge a misfatti via via più atroci. Per Drewermann la libertà dalla violenza non è quindi un'utopia bensì l'unica salvezza: dato che distrugge i presupposti della convivenza umana, la guerra va fermata, inclusa quella ai terroristi. Questa la convinzione fondamentale di Drewermann, che in queste pagine sottolinea inoltre con forza l'inevitabilità della condanna della guerra da parte del cristianesimo.
Dopo l'11 settembre le religioni - spesso nella forma inquietante degli integralismi e fondamentalismi - sono tornate a occupare la scena della storia reclamando il riconoscimento del loro status pubblico, quasi che la secolarizzazione, giunta al punto culminante, si capovolgesse nel suo contrario. Quella delle relazioni tra Stati e confessioni religiose torna così a essere questione di grande rilievo culturale e politico in stretta connessione con l'interrogativo di fondo: quale laicità per le odierne società complesse segnate dal pluralismo? Saggi di Elena Bein Ricco, Biagio De Giovanni, Mostafa El Ayoubi, Paolo Naso e Sergio Rostagno.
È possibile un reale confronto ecumenico tra protestanti e cattolici sulla figura di Maria? Dietro la semplicità di questa domanda si celano impostazioni teologiche e prassi liturgiche diverse nonché sensibilità spirituali difficilmente comparabili. Ai dogmi sull'immacolata concezione e sull'assunzione di Maria in cielo proclamati dal Magistero romano nonché al posto privilegiato riservatole nella liturgia cattolica, le chiese della Riforma rispondono con una riflessione radicata nei testi del Nuovo Testamento, in base a cui Maria, nel suo essere donna e madre, è una testimone della fede incondizionata in Dio.
"A mio giudizio, il punto d'incontro tra il canonico e l'immaginativo è esattamente il luogo in cui avviene l'interpretazione più fedele e responsabile. Mi aspetto che questo sia l'approccio interpretativo di quanti considerano la Bibbia come norma e parola viva di Dio". Questa la filosofia dietro all'opera in cui Brueggemann - uno dei massimi esperti di esegesi veterotestamentaria - introduce i lettori all'ampio contesto teologico e cronologico dell'Antico Testamento. Brueggemann illustra, senza inutili tecnicismi, le principali tematiche e metodi dell'esegesi veterotestamentaria contemporanea offrendo indicazioni per una lettura responsabile sul piano teologico e documentata dal punto di vista critico.
Brevi meditazioni a partire dalle due poesie più note di Bonheffer - Chi sono io? e Potenze benevole, composte durante la prigionia - che insieme agli altri testi presentati nel volume costituiscono una significativa testimonianza di forza interiore e profondità spirituale di fronte allo smarrimento e alla sofferenza inevitabilmente legati a una situazione tanto drammatica. Parole che invitano alla riflessione suggerendo possibili percorsi interiori per ritrovare noi stessi anche nei momenti più difficili.
Il volume contiene i documenti di una controversia teologica di enorme rilievo tra la chiesa di Roma e quella Riformata, riportando le definizioni ufficiali della dottrina cattolica e l'approfondita, nonché a tratti veemente, risposta di Calvino sulla base della Bibbia e degli scritti dei Padri della chiesa. I lettori vengono così introdotti ai nodi fondamentali della sua teologia: il primato della grazia divina e la giustificazione per fede. Completa il volume l'articolata critica del teologo di Ginevra al metodo del compromesso dottrinale tra le confessioni cattolica e protestante in Germania, noto come "Interim" di Augusta, promosso dall'imperatore Carlo V nel 1548.