Il parigino Antoine è seduto in un ospedale di provincia in attesa del responso: sua sorella è sotto i ferri, non si sa se ce la farà. Ha avuto lui l'idea di portare Mélanie nella casa della loro infanzia per festeggiare i quarant'anni di lei, una casa che avevano abbandonato dopo la morte della madre trent'anni prima. Quanti ricordi ha messo in moto questo breve weekend, quante cose taciute, quante sorprese, fino all'ultima rivelazione che sua sorella stava per fargli quando ha perso il controllo dell'auto... Mentre aspetta Antoine fa un bilancio della sua vita: la moglie che l'ha lasciato, i figli adolescenti e incomprensibili, il padre anziano che lo tiranneggia e poi il grande interrogativo sul segreto di Mélanie. Soffocato da un passato dal quale non riesce a liberarsi, Antoine riceve un aiuto del tutto inaspettato da una donna che incontra in ospedale, bella, vitale e con un mestiere molto particolare: l'imbalsamatrice. Anche lei ha dei segreti che l'hanno portata a fare un lavoro così insolito. E grazie a lei, che con la morte ha un rapporto quotidiano, Antoine imparerà a vivere di nuovo.
"Prima del silenzio". Una notte d'inverno, la strada ghiacciata, neve tutt'intorno, un'auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è gravemente ferito. Aveva appuntamento con lo sconosciuto che poche ore prima aveva rapito suo figlio Sven, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Adesso tutto è inutile: l'uomo sa che sta per morire. E sa che anche suo figlio morirà. "Dopo il silenzio". Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner vive con l'angoscia della scomparsa del fratellino. Tutto ciò che gli resta è un registratore che Jan aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le ultime parole di Sven: "Quando torniamo a casa?" E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d'auto. La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, la clinica dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe ricominciare a vivere, lasciarsi alle spalle l'incubo, ma quando una paziente della clinica si suicida. Jan si trova coinvolto in un'indagine che svelerà un segreto atroce rimasto sepolto per ventitré anni...
"Il ritorno del giovane principe" è un libro per tutti e per tutte le età. È una storia semplice e poetica che ho scritto con lo scopo di trasmettere le esperienze e le conoscenze di cui ho fatto tesoro nella mia vita. Per me la vita è una splendida opportunità di accrescimento spirituale in cui bisogna saper preservare l'innocenza di quando si era bambini e al tempo stesso chiedersi cosa si può fare contro le grandi ingiustizie, la sofferenza, il male nel mondo... Questo piccolo libro, che ho scritto in un periodo buio, cerca di dare delle risposte. L'ho scritto per un ristretto gruppo di amici e di persone a me care, ma in seguito, grazie al loro entusiasmo, ho deciso di offrirlo a un pubblico più ampio. E la pronta risposta dei lettori mi ha confermato nella mia idea che fosse giusto condividere le esperienze che avevo vissuto e gli insegnamenti che ne avevo tratto. "Il ritorno del giovane principe" ha avuto il potere di trasformare la mia vita in un momento difficile e di traghettarmi verso un futuro più felice e mi auguro che possa allietare chiunque lo legga."
Il padre e la madre di Jake Djones sono scomparsi: potrebbero trovarsi in qualsiasi punto del tempo e dello spazio. Perché alcuni membri della famiglia Djones custodiscono un segreto incredibile: appartengono ai Custodi della storia, una società segreta che viaggia attraverso i secoli per impedire a dei nemici diabolici di mescolare le epoche e farne addirittura sparire alcune. Alla ricerca dei genitori, Jake si trova sballottato fra la Londra del terzo millennio e la Francia del millesettecento, e viene infine condotto a Point Zero, il quartier generale della società dove conosce un gruppo di straordinari agenti e viene a sapere della famiglia Zeldt e dei suoi piani per distruggere il mondo così come lo conosciamo.
La vita di Leymah Gbowee è stata dominata dalla guerra civile in Liberia, un conflitto sanguinoso che l'ha privata di parenti e amici nonché dei suoi sogni e delle sue speranze. Giovane madre e compagna di un uomo violento, Leymah Gbowee è riuscita a dire basta anche alla violenza privata che lei stessa subiva e a trasformare la sua amarezza in azione, incoraggiando le donne, le vere vittime della guerra, a creare una forza irresistibile. Nel 2003, Leymah Gbowee ha quindi istituito e diretto la Liberian Mass Action for Peace, una coalizione di donne cristiane e musulmane che hanno manifestato pubblicamente contro il presidente liberiano, il sanguinario signore della guerra Charles Ghankay Taylor, con ogni mezzo a loro disposizione, compreso lo sciopero del sesso. Leader autorevole a capo del suo "pacifico esercito", Leymah Gbowee ha contribuito così a pacificare il suo Paese e a cambiare il corso della storia liberiana. "Grande sia il nostro potere" è la testimonianza pregnante di un percorso dalla disperazione alla speranza che commuoverà chiunque coltivi il sogno di un mondo migliore.
"Ho raccontato più volte che la sfida dei quattordici ottomila è nata con una storia d'amore e lo strano è che le mie parole sono sempre state interpretate in senso figurato, quando invece erano reali. Ma forse non è poi così strano, visto che quanto mi accingo a dire adesso non l'ho quasi mai rivelato..." Un libro confessione, questo di Edurne Pasaban, una fra i maggiori interpreti dell'himalaysmo contemporaneo, che racconta di un'adolescenza trascorsa più fra i boschi e le montagne che in discoteca e che prosegue con l'ineluttabilità di una passione invincibile: quella per l'alpinismo. Una passione che non le ha impedito di laurearsi in ingegneria e di lavorare per anni nell'azienda di famiglia prima di fare dell'alpinismo la sua professione, una scelta quasi obbligata per chi matura la determinazione di salire tutti i quattordici ottomila. Perché Edurne Pasaban ha deciso da subito di non entrare nel mondo della roccia e del free climbing, ma di puntare all'alpinismo affascinante e avventuroso degli ottomila. La sfida più ardua, soprattutto per una donna che si muove in un ambiente tradizionalmente maschile e ancora machista, ma in cui Edurne Pasaban ha saputo imporsi con autorevolezza tecnica, spirito di sacrificio e con la propria femminilità
L'uomo per natura non è un centometrista, è un maratoneta: questo è il risultato di due milioni di anni di adattamento all'ambiente circostante come dimostrano le più recenti teorie scientifiche sull'evoluzione umana. Il suo scatto non gli consentirà mai di raggiungere un'antilope, ma la sua resistenza e la sua motivazione sì. Purché sappia coltivarle e mantenerle salde nel tempo. Questa è la lezione che Pietro Trabucchi, psicologo e coach di atleti che praticano le discipline più dure dell'universo sportivo, come l'ultramaratona, ci insegna in questo libro. Il problema è che nella vita e nella società di oggi, la nostra più intima natura viene ostacolata da elementi estranei e fuorvianti come il mito del talento, la sopravvalutazione del potere degli incentivi o la leggenda dei motivatori esterni. Sempre più spesso crediamo che sia possibile avere successo in qualcosa - nello sport, nello studio, nel lavoro - solo se "siamo portati" oppure se riceviamo una spinta o una ricompensa che prescindono dall'intima soddisfazione di svolgere bene ciò che ci prefiggiamo. Siamo motivati, certo, abbiamo delle ambizioni, degli scopi, ma molto spesso non riusciamo a mantenere con costanza la nostra motivazione. Come coach, Pietro Trabucchi insegna in primo luogo a trovare e mantenere in se stessi la forza di raggiungere un obiettivo; e a costruire un sistema sano di relazioni in cui ognuno trova il suo ruolo mostra le sua capacità e ottiene i suoi obiettivi aumentando la propria autostima.
Il sogno di Maya è di diventare una donna audace, coraggiosa, libera. Libera di viaggiare nel lontano Oriente di cui sin da bambina ha sentito raccontare dal padre, professore di storia a Oxford. Durante l'infanzia e l'adolescenza le lettere che il celebre esploratore Richard Francis Burton, il suo idolo incontrastato, le ha inviato da Bombay, dalle spiagge di Goa e dalle montagne azzurre di Nilgiri, da Hyderabad e da Alessandria l'hanno nutrita dell'atmosfera e degli aromi di quei luoghi magici. Ma nell'Inghilterra di fine Ottocento una donna non solo non può sperare di studiare, ma nemmeno di andare alla scoperta di posti così lontani. A meno che non sposi un ufficiale in partenza proprio per l'Arabia... Tuttavia, la vita in Oriente non è come l'aveva sognata. E mai, soprattutto, Maya si sarebbe immaginata che sarebbe stata rapita dai predoni del deserto per ordine del sultano locale. Un'avventura da incubo, in cui però conosce Rashad, il capo dei predoni, un uomo temibile e affascinante che segnerà il suo destino per sempre.
Sessant'anni di fotografie che riassumono la vita del più grande alpinista di tutti i tempi, commentate da brani tratti dai diari delle salite. Potrebbe essere un atlante geografico: non c'è angolo del pianeta che non sia rappresentato, dalle Dolomiti all'Everest, dal deserto del Gobi al Taklimakan, dalla Nuova Guinea alle Ande, dal Kenya al Caucaso... Potrebbe essere un libro di storia dei costumi e delle tradizioni: Messner non è solo l'alpinista che cerca di superare il limite in alta quota, è anche il viaggiatore interessato alle persone che incontra, ai villaggi sperduti, all'arte orientale... Potrebbe essere un libro di memorie: dalle prime fotografie in bianco e nero che ci parlano del mondo di un altro millennio e che rappresentano un ragazzo con i calzoni alla zuava appeso alle pareti strapiombanti delle Dolomiti, ai panorami spettacolari dei ghiacciai perenni dell'Himalaya negli anni dei 14 ottomila in stile alpino. È il grande libro di Reinhold Messner: il bilancio di una "vita al limite", la storia di un moderno Ulisse.
Dopo l'improvvisa scomparsa dei genitori, Ginny, una ventiseienne riservatissima e patologicamente timida, abituata a vivere in un suo mondo protetto fra le pareti domestiche, cerca consolazione nella cucina di casa e fra le ricette di famiglia. Da sempre cucinare è per lei una scappatoia quando non riesce a reggere l'angoscia, ma questa volta il profumo corposo e piccante della zuppa della nonna fa apparire in cucina un ospite inatteso: il fantasma della nonna stessa, morta vent'anni prima, che le sussurra una frase sibillina: "Non permetterglielo!" prima di scomparire. Un ammonimento che la mette in allarme... Che cosa non deve permettere? E a chi? Forse alla sorella Amanda che, abituata a organizzare tutto, ha deciso di vendere la casa in cui hanno vissuto i genitori e la sorella fino a quel momento? Ginny non avrebbe mai pensato di doversi trasferire, ma ormai rassegnata all'idea, incomincia a radunare le cose a cui tiene di più e in questa sua ricerca scopre dei segreti sepolti negli angoli più remoti: una lettera della madre nascosta nel camino della camera da letto, fotografie del padre con una donna di cui lei ignora l'identità. Via via più desiderosa di conoscere la verità, pensa di trovarla nelle parole dei suoi cari richiamandone i fantasmi attraverso le ricette da loro ereditate...