Lui un giovane artista spiantato cresciuto in una roulotte in Georgia. Lei la bellissima figlia di un potente senatore della Carolina del Sud. Ma quando Doss Michaels e Abigail Grace Coleman si incontrano, entrambi capiscono all'istante di aver trovato l'anima gemella e si sposano, contro il volere del padre di lei. Un matrimonio perfetto, ma dopo dieci anni di felicità, il mondo crolla loro addosso: Abigail si ammala gravemente, lotta contro la malattia con tutte le sue forze e con Doss sempre al suo fianco. Quando capisce che non c'è più nulla da fare, decide di impiegare il poco tempo che le rimane, le poche energie residue, nel realizzare dieci desideri, dieci cose per cui vale ancora la pena di lottare. Doss sa che per assecondarla dovrà praticamente rapirla, sa che il padre si opporrà con tutte le sue forze a questa "follia", sa che lui e Abbie dovranno vivere come fuggitivi, inseguiti dalla polizia. Sa, ma non gli importa: l'unica cosa che conta per lui è far diventare realtà i sogni di Abbie, soprattutto l'ultimo, quel lungo viaggio sul fiume che lui le aveva promesso fin da quando erano fidanzati. E Doss farà di tutto... fin dove finisce il fiume.
Dalla guerra fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica alle mille guerre fredde che capita di dover affrontare tutti i giorni nella vita professionale e personale: questo libro, scritto da due esperti di negoziazione dell'Harvard Negotiation Project, passa dalle modalità di rapporto in ambito internazionale a quelle in ambito privato. E ne mette in luce i problemi comuni, vale a dire quelli psicologici e di atteggiamento mentale. In decenni di negoziati fra USA e URSS, infatti, tutte le difficoltà tecniche si dimostrarono superabili con relativa facilità, dai test sulle armi nucleari alla corsa al riarmo, mentre i problemi più insidiosi si manifestarono su un altro piano, quello della comunicazione carente, dei pregiudizi, dei fraintendimenti: esattamente quanto succede a tutti noi nel momento in cui dobbiamo trovare un accordo con qualcun altro. Roger Fisher e Scott Brown descrivono principi e comportamenti che contribuiscono a instaurare una relazione positiva che sfoci nella soluzione di contrasti, siano essi politici, lavorativi o strettamente personali.
È una nuvolosa giornata di giugno quando Hape Kerkeling, comico televisivo e soprattutto notorio pigrone, decide di lanciarsi in quella che ritiene un’impresa folle, ma che «sente» di dover tentare: armato di uno zaino che pesa undici chili, del bastone del pellegrino e di un paio di pedule, Kerkeling si avvia lungo il Camino Francés che, dopo più di ottocento chilometri attraverso i Pirenei, i Paesi Baschi, la Navarra, la Rioja, la Castiglia-Léon e la Galizia, lo condurrà proprio davanti alla cattedrale di Santiago de Compostela.
Con curiosità e senso dell’umorismo, Kerkeling osserva e descrive in un diario puntuale posti remoti e affascinanti; racconta i suoi incontri con gli abitanti del luogo e con i pellegrini; annota i silenzi e le conversazioni, il senso di estraneità e di comunione con gli occasionali compagni di viaggio, la spossatezza e il dubbio, il bisogno di essere aiutato e la disponibilità ad aiutare, l’amicizia e quegli istanti sorprendenti – che lo ripagano di tutte le difficoltà affrontate – in cui si è sentito più vicino a Dio.
Sterling è una tranquilla cittadina americana dello New Hampshire dove non succede mai nulla, fino a quando accade l'impensabile: un ragazzo di diciassette anni, Peter Houghton compie una strage di studenti nel suo stesso college. Cerca a sua volta di uccidersi, ma la polizia riesce a impedirlo e lo arresta. Con il "mostro" sbattuto in prima pagina e in prigione, l'intera comunità - genitori, amici, fidanzati, conoscenti delle vittime - straziata, fatica a fare i conti con una realtà peggiore di un incubo: vite stroncate, altre storpiate, deturpate per sempre. Per ironia della sorte, tra i feriti c'è anche Josie Cormier, testimone chiave e figlia del giudice incaricata del processo. E fra i professori del college c'è il padre di Peter, che da bambino era amico di Josie. Ciascuna delle persone coinvolte tenta, fra passato e presente, di comprendere i perché di ciò che è successo in un dialogo a più voci intenso e spiazzante perché fa capire come la realtà sia perversamente complessa, come gli studenti modello possano rivelarsi degli aguzzini e come i mostri possano rivelarsi vittime disperate, in un'età in cui quanto è maggiore il bisogno di amore e comprensione, tanto minore è la capacità di mostrarlo, un'età in cui le insicurezze spingono al conformismo che non tollera diversità.
La "Strada degli Alpini" è una delle più belle vie ferrate dell'intero arco alpino e corre lungo il gruppo dolomitico del Popèra, nel Comèlico Superiore, in provincia di Belluno. Ancora oggi percorrerla significa percorrere con la memoria una delle pagine più importanti della prima guerra mondiale, quando lungo il Popèra si snodava il confine fra Italia e Austria. Italo Zandonella Callagher descrive un episodio dell'inverno 1916-1917, quando una valanga travolse più di quaranta riservisti impegnati a rifornire l'avamposto incaricato di conquistare il Passo della Sentinella. Il Passo, alla fine, fu conquistato ma all'inizio del 1917 incominciò il cedimento del fronte italiano che verrà spazzato via dalla grande offensiva austriaca nell'ottobre del 1917. Ma l'episodio della valanga per l'autore è semplicemente lo spunto per raccontare un pezzo di prima guerra mondiale combattuta dagli alpini, italiani e austriaci, di scalate effettuate con mezzi oggi impensabili e con la necessità di portare con sé pezzi di artiglieria pesante, rotoli di cavi telefonici per garantire i collegamenti, e approvvigionamenti per sopravvivere mesi in solitudine.
Nell'aprile del 1992 Chris McCandless si incamminò da solo negli immensi spazi selvaggi dell'Alaska. Due anni prima, terminati gli studi, aveva abbandonato tutti i suoi averi e donato i suoi risparmi in beneficenza: voleva lasciare la civiltà per immergersi nella natura. Non adeguatamente equipaggiato, senza alcuna preparazione alle condizioni estreme che avrebbe incontrato, venne ritrovato morto da un cacciatore, quattro mesi dopo la sua partenza per le terre a nord del Monte McKinley. Accanto al cadavere fu rinvenuto un diario che Chris aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska e che ha permesso di ricostruire le sue ultime settimane. Jon Krakauer si imbattè quasi per caso in questa vicenda, rimanendone quasi ossessionato, e scrisse un lungo articolo sulla rivista "Outside" che suscitò enorme interesse. In seguito, con l'aiuto della famiglia di Chris, si è dedicato alla ricostruzione del lungo viaggio del ragazzo: due anni attraverso l'America all'inseguimento di un sogno. Questo libro, in cui Krakauer cerca di capire cosa può aver spinto Chris a ricercare uno stato di purezza assoluta a contatto con una natura incontaminata, è il risultato di tre anni di ricerche.
Conor ha nove anni ed è autistico. O per lo meno così pensa sua madre, Laura Deighton, una famosa scrittrice che lo affida alle cure del dr. Innes, uno psicologo newyorkese appena trasferitosi nel Dakota. Al medico basta poco per capire che la situazione è molto complessa e coinvolge tutta la famiglia del bambino. Peccato però che proprio Laura non accetti la terapia ma preferisca raccontargli fuori dal rapporto psicologo-paziente la storia della sua vita. Una vita difficile, ricca di avvenimenti e di bruschi cambiamenti di direzione, nella quale la vivissima fantasia di bambina prima, e di giovane donna poi, la porta a creare la figura di Torgon, una donna con poteri sacri, una sorta di alter ego con il quale Laura stabilisce un rapporto al limite del patologico che condizionerà profondamente non solo la sua, ma anche la vita della famiglia. Non sarà facile per James, dibattuto tra la sua intuizione, le cose che apprende dalle sedute con il bambino e i racconti di Laura, arrivare a capire qual è il vero problema di Conor. Quando finalmente la verità verrà a galla sarà una verità sorprendente e con un risvolto oscuro che lascia senza fiato.
Quando Marya Hornbacher pubblicò il suo primo libro, "Sprecata: Autobiografia di un'anoressica bulimica che è tornata alla vita", non conosceva ancora la causa profonda della sua infelicità. Poi, a ventiquattro anni, le fu diagnosticata una forma grave di disturbo bipolare, una malattia seria e invalidante. Chi soffre di questa condizione affronta fasi di profonda depressione alternate a fasi maniacali caratterizzate da un eccesso di euforia. Marya Hornbacher ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire esserne vittima e, con lo stile che la caratterizza, ci porta con sé sulle montagne russe della sua vita, raccontandoci la sua struggente esperienza. Attraverso immagini di straordinaria potenza viscerale ed emotiva ci conduce dentro i suoi disperati tentativi di contenere oscillazioni d'umore che la fanno sbandare violentemente - digiuno autoimposto, abuso di farmaci e droghe, sesso per intontirsi - sullo sfondo di un'esclusiva scuola d'arte nel Midwest, della San Francisco chic nel suo periodo più brillante e, soprattutto, di innumerevoli reparti psichiatrici. Il fulcro di questo diario coraggioso è la battaglia che la Hornbacher combatte per trovare una via d'uscita da una pazzia che la distrugge, e per riuscire, nonostante tutto, a vivere una vita e un matrimonio difficili, ma talora bellissimi. Un memoir intenso sulle difficoltà e le potenzialità di una vita segnata dalla malattia mentale. Viscerale e coinvolgente.
Raggiungere una stima di sé sicura e duratura è importante, è indispensabile soprattutto nei momenti difficili e ci aiuta a vivere più felici e più liberi. La stima di sé, fondamentale nella vita sociale e per la crescita individuale, e aiuto determinante nel consolidare la propria dignità, nasce soprattutto dal riconoscimento e l'accettazione piena della nostra natura. In questo libro Christophe André ci accompagna passo per passo, facendo luce in modo semplice e chiaro sulle questioni più importanti (come costruire la propria stima di sé, come coltivarla e proteggerla, come affrontare il giudizio degli altri, come amarsi di più e trovare il proprio posto tra gli altri), e fornendo consigli utili ed esercizi efficaci per il raggiungimento dell'obiettivo: una maggiore e più stabile autostima. Attraverso l'esempio di casi pratici affrontati nella sua carriera, André esamina la stima di sé in ogni suo aspetto, sviluppando il discorso in modo profondo e convincente.
Christophe Andrè, psichiatra e autore di saggi sulle emozioni, presenta in questo libro illustrato venticinque capolavori che incarnano i volti, le forme, i gesti della felicità. Venticinque "lezioni" che dovrebbero aiutare a sviluppare la capacità di essere felici. Come spiega Andrè nel libro, fra i pittori della felicità alcuni ebbero una vita felice, altri invece furono infelici. Ma tutti, senza esclusione, erano attratti dall'idea della felicità e dalla sua necessità. La felicità è un'emozione viva, che nasce, cresce, sbiadisce e scompare. Esiste un ciclo naturale della felicità, così come esiste il passaggio dal giorno alla notte e poi ancora al giorno. A questo ciclo è ispirata la suddivisione dei quadri: quelli che raffigurano l'alba, il giorno pieno, il crepuscolo, la notte, e l'eterna rinascita della felicità. Illustrato da tavole a colori e arricchito da aforismi dei maggiori scrittori della letteratura mondiale, il libro insegna ad apprezzare la grande arte e a trarne insegnamenti per comprendere meglio se stessi.