La repressione dell’alterità religiosa ha accompagnato molta parte della nostra storia. L’avversione verso quanti hanno imboccato itinerari di fede diversi da quelli del gruppo maggioritario ha generato operazioni di censura, violente persecuzioni, guer re sanguinose. Questo libro offre uno sguardo d’insieme sulla storia delle eresie nell’Occidente medievale, lungo l’arco dei cinque secoli che seguirono l’anno 1000. Gli itinerari religiosi dei cosiddetti eretici e dei maggiori gruppi considerati ereticali vengono posti in relazione con lo sviluppo delle istituzioni preposte alla loro repressione, nel periodo compreso tra la riforma gregoriana e i primi processi per stregoneria nell’età moderna. «Eresie» ed «eretici» si profilano come categorie dai numerosi significati, entro le quali le autorità ecclesiastiche facevano confluire spinte ascetiche e rigoriste, proposte di radicalismo evangelico, espressioni di religiosità popolare non conforme o dissidente, ma soprattutto percorsi critici e manifestazioni di disobbedienza al papa e alla Chiesa di Roma.
Se non ci fossero state le donne, in questa nostra Repubblica, se non ci fossero state le loro tenaci battaglie di emancipazione e liberazione condotte attraverso un intreccio fecondo di iniziative delle associazioni, dei movimenti, dei partiti, delle istituzioni -, l'Italia sarebbe oggi un Paese molto più arretrato e molti articoli della Costituzione non sarebbero stati applicati. Questo debito che l'Italia ha nei confronti delle donne lo racconta in modo inedito questo libro scritto e curato dalle volontarie della Fondazione Nilde Iotti. Lo fa illustrando in modo rigoroso e semplice le tappe ed i contenuti delle conquiste legislative dall'inizio della Repubblica alla conclusione dell'ultima legislatura, che hanno cambiato la vita delle donne e l'assetto economico, sociale e culturale del nostro Paese. Il libro rammenta la battaglia per il diritto di voto e le "madri della nostra Repubblica", le donne elette nell'Assemblea Costituente, che diedero un contributo rilevante alla stesura della Costituzione. Sono citati gli articoli che più hanno favorito il cambiamento nella vita delle donne. Segue poi il racconto delle leggi con uno schema che ne indica la scansione in ordine cronologico dal 1950 al 2012, a cui si connettono le schede che ne illustrano i contenuti. Lo sguardo della battaglia delle donne è oggi e sempre più sarà quello europeo. Per questo il libro si conclude con una rassegna delle tappe e dei provvedimenti più significativi adottati dall'Unione Europea.
Il 4 novembre 2010 Susanna Camusso viene eletta segretario generale della CGIL: è la prima donna nella storia del sindacato confederale italiano a ricoprire tale incarico. Quali condizioni hanno reso possibile quest'avvenimento? Quali cambiamenti ha portato nell'azione sindacale? Il volume vuole offrire qualche risposta a queste impegnative domande attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, a partire dalla stessa Camusso e da Guglielmo Epifani e Sergio Cofferati, passando per opinion leader come Maria Latella, Paolo Serventi Longhi, Roberto Mania, Enrico Cisnetto. E riporta i risultati di una ricerca sull'analisi del linguaggio di Susanna Camusso: espressioni linguistiche, sfumature di senso, metafore lessicali offrono uno spaccato inedito del modo di porsi di fronte ai problemi del mondo sindacale di un segretario generale che è "anche" donna.
Soprattutto oggi e in Italia, quella della pena e della sua esecuzione è - per il Capo dello Stato Giorgio Napolitano - "una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile" che ha raggiunto un "punto critico insostenibile [...] per la sofferenza quotidiana - fino all'impulso a togliersi la vita - di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo". Per restituire il carcere alla sua vincolante dimensione costituzionale, orientata al recupero sociale del reo e al pieno rispetto della sua dignità personale, è necessario tornare ai fondamentali del diritto e dei diritti, attraverso una riflessione plurale, documentata, non reticente. Il volume risponde a tale esigenza, proponendo gli interventi svolti nel ciclo di quattro incontri, promosso tra settembre e ottobre 2011 a Ferrara, per iniziativa del dottorato di ricerca in Diritto costituzionale dell'ateneo estense, sul tema del carcere, della pena e delle vittime (della detenzione e del reato). Adoperando come detonatore recenti pubblicazioni di larga diffusione, i vari contributi si misurano, spesso dialetticamente, con alcuni dei limiti più estremi e insostenibili del momento punitivo ed espiativo: la pena di morte, l'ergastolo, lo statuto delle vittime del reato, le morti e le violenze in regime di detenzione e di privazione di libertà. Preziosa, infine, l'appendice, con inediti interventi sul tema svolti dal Presidente Napolitano.
L’immagine che l’Occidente ha della cultura musulmana è quella, tra l’altro, di una cultura omofobica e avversa alle sfumature di genere. C’è chi ritiene che l’omosessualità, intesa come rapporto paritario, non sarebbe esistita nel mondo musulmano fino all’incontro con la modernità occidentale; chi predica invece che l’omosessualità sia sempre stata diffusa nelle società musulmane a causa della segregazione tra i sessi, rivelando il proprio insito razzismo perché la riduce al mero atto sessuale e a una forzata necessità. C’è chi considera «tutto ciò che altera l’ordine del mondo» un grave «disordine, fonte di male e, fondamentalmente, anarchia». Meglio allora la transessualità intesa come cambiamento di sesso che il travestitismo; meglio maschie barbe che il volto sbarbato; meglio imputare l’omosessualità alla «decadente» cultura occidentale, e rinnegare in tal modo la sua matrice autoctona. In realtà, la storia dell’omosessualità nelle società musulmane è complessa e articolata, e presenta sostanziali variazioni nel tempo e nelle realtà socio-geografiche e una vasta gamma di atteggiamenti tra i musulmani stessi.
Il presente libro offre una panoramica ampia ed esaustiva, spesso dissacrante e provocatoria, del rapporto omosessualità-islam. Partendo dall’analisi dei testi sacri musulmani (Corano e hadith), il volume affronta l’argomento con un’analisi condotta in prospettiva teorica, storico-sociale e letterario-artistica, con grande rigore linguistico nell’uso o nella traduzione di termini arabi e persiani. Ampio spazio è dato alla situazione attuale, soprattutto al dibattito che coinvolge milioni di musulmani che vogliono conciliare l’essere «diversi» con la propria fede.
Nei primi decenni del Novecento Maria Montessori divenne l'icona di una nuova pedagogia progressista che proponeva una educazione "a misura di bambino". Nonostante l'importanza del personaggio, sono relativamente poche le biografie intellettuali a lei dedicate e ancor meno quelle con caratteristiche non agiografiche. L'autore affronta criticamente, con riferimenti a fonti edite e inedite, la biografia della Montessori, inserendola nelle culture in cui operò e analizza i fondamenti della sua pedagogia relativamente ai riscontri teorici e scientifici che la ricerca più aggiornata ha apportato a questa "pedagogia della libertà". In rilievo le novità del metodo montessoriano alla luce delle coeve scienze umane, con l'accento sulla rilevanza che determinate posizioni scientifiche possono rivestire nell'ambito dello sviluppo della società civile quando s'intrecciano con la storia delle istituzioni politiche e dell'organizzazione dello Stato sociale. Si troverà così una nuova chiave interpretativa per comprendere l'opera di Maria Montessori e l'attualità del suo metodo pedagogico.
Un racconto lungo una vita. Dall'infanzia in un piccolo paese dell'Appennino tosco-emiliano all'ingresso in seminario a nove anni, fino all'incontro che cambia il suo destino: non l'Africa che ne aveva ispirato la precoce vocazione missionaria, ma il Brasile. Dopo i primi anni nel sud del paese, trascorsi "in coerenza con i principi paterni", padre Silvano Sabatini compie brevi viaggi in Amazzonia, per ottemperare agli impegni amministrativi, ma soprattutto per incontrare quegli indios "selvaggi" e senza Dio di cui aveva letto nelle riviste missionarie. Decide quindi di unirsi all'impresa dei confratelli: salvarne qualcuno per salvare se stesso. Grazie a Gabriel, Davi e Umusin, che gli narrano le mitologie di quei popoli sulla creazione dell'universo, scopre però che Dio è già tra gli indios e ha tanti nomi: Macunaima, Ornami e Yebà Buró. Un libro testimonianza che ci dice come quella di Silvano Sabatini sia una vita piena, perché vissuta nella continua ricerca della verità, generosa nella sua disponibilità verso l'altro e genuina perché conserva l'incanto di fronte al mondo anche quando arriva il momento di "traslocare al piano di sopra". Completano il volume una serie di agili appendici sui popoli indigeni del Brasile e sulle organizzazioni religiose cattoliche in Amazzonia, insieme ad un glossario, una cronologia comparata e un inserto di immagini inedite.
Il libro raccoglie diciannove opinioni di autrici e autori italiani che da diverse visuali disciplinari (storiche, giuridiche, filosofiche, antropologiche, ambientaliste.) si sono confrontati con il tema dei "commons". Aria, acqua, terra, energia e conoscenza sono risorse speciali, beni primari da cui tutto dipende e la cui fruizione richiede quindi attenzioni particolari. L'applicazione a tali beni della logica del mercato ha sperimentato infatti i più clamorosi fallimenti. Il riconoscimento del Nobel all'economista Elinor Ostrom dimostra che il pensiero unico neoliberista sta incrinandosi anche dentro l'accademia. Ma nella sfera politica (specie in quella italiana) non vi è ancora traccia di ravvedimento: la saga delle privatizzazioni procede, ma cresce anche l'opposizione da parte di numerosi gruppi di cittadinanza attiva, di comitati, di associazioni in nome di una società più consapevole nei riguardi della natura e più responsabile nei confronti di tutta la comunità umana.