Il volume analizza le ricorrenze letterarie del numerale nel corpus paulinum con lo scopo di rilevarne l'impatto retorico (in relazione ai sostantivi di riferimento) nella trama argomentativa delle singole sezioni in cui è attestato. Ciò consente una ri-lettura della teologia di Paolo a partire da questo paradigma, finora inesplorato nella sua interezza di genere.I primi tre capitoli sono dedicati all'analisi esegetica e all'interpretazione retorica del numerale. Le singole ricorrenze sono analizzate con particolare dovizia filologica e lessicografica tenendo conto del contesto prossimo e remoto e, soprattutto, della sua funzione retorica. Ogni capitolo, infine, si chiude con osservazioni conclusive che si propongono di offrire i risultati del lavoro svolto e di indicare le implicazioni (teologiche, cristologiche, pneumatologiche, antropologiche, ecclesiologiche, etiche, escatologiche) del numerale.
Una conversazione che non rinuncia alle «domande scomode» sulla fede e la Chiesa, sugli anni del concilio Vaticano II, la politica italiana, la pace e l’etica sociale. In questo libro-testimonianza monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e per anni figura di primo piano della vita ecclesiale, si racconta senza eludere gli interrogativi «impertinenti».
Consacrato dal cardinale Giacomo Lercaro, Bettazzi diventa vescovo ausiliare di Bologna nel 1963, partecipa a tre sessioni del Vaticano II e nel 1966 viene destinato alla diocesi di Ivrea. Due anni dopo viene nominato presidente nazionale di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace, e nel 1978 presidente internazionale. Nel 1985 vince il Premio dell’Unesco per l’educazione e la pace.
Figura di riferimento del movimento pacifista, nel 1978, insieme ai vescovi Clemente Riva e Alberto Ablondi, propone alla Curia vaticana di offrirsi prigioniero delle Brigate Rosse in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Diviene celebre per un pubblico scambio di lettere con il segretario del Partito Comunista Italiana Enrico Berlinguer, per le battaglie sull’obiezione fiscale alle spese militarie sull’obiezione di coscienza e, più di recente, per i suoi pronunciamenti sul riconoscimento delle unioni civili.
«Nel giugno del 1945, a Torino, leggo un annuncio sul giornale. Una famiglia facoltosa sta cercando un precettore di lingua inglese a domicilio. Mi precipito, ma nella fretta sbaglio piano. Mi apre un signore distinto, magro, con gli occhi chiari, in vestaglia di seta. Non vuole saperne di lezioni di inglese, ma io sono senza un soldo, ho bisogno di lavorare e digiuno da almeno dieci ore. Lo convinco che l’inglese è la lingua del futuro. Mi fa entrare. Mi dà da mangiare. Parliamo per due giorni e due notti. Lui è Felice Balbo, conte di Vinadio, ancora convalescente a causa di un malanno contratto da ufficiale del Regio Esercito in Albania. È un uomo complesso e profondo. Intuisce che il marxismo, nelle sue molteplici incarnazioni, altro non è che un’eresia del cristianesimo. Nel modo più insolito, inizia un’amicizia profonda che si interromperà solo con la sua morte».
La storia delle donne non esiste. La storia come è stata raccontata è fatta di guerre, rivoluzioni, intrighi di potere, progressi economici o scientifici nei quali è rarissimo trovare come protagoniste figure femminili. Nella storia è come se le donne non fossero mai state delle persone ma solo strumenti di servizio ai quali si può a volte anche voler bene. La Chiesa stessa le ha tenute in considerazione, ma in quanto madri o addette a compiti «di cura».Eppure la Bibbia riserva alcuni mirabili scherzi della Provvidenza. Come avviene nel libro di Rut, dove in una notte di brivido e di alleanza si gioca il destino di due donne, ma anche quello di Betlemme e della casa di Davide. Oppure nel libro che narra le imprese di Giuditta, che con la sua astuzia e la sua intraprendenza riesce a salvare l'intero popolo assediato dal nemico.Anche la storia riserva eccezioni, come Christine de Pizan, la più nota fra le scrittici laiche del medioevo, la pittrice Artemisia Gentileschi, influenzata da Caravaggio, e la scrittrice Virginia Woolf, che cercò con le parole «una stanza tutta per sé».
Vergognandosi di essere figlio di mercante, Francesco si prefigge nella giovinezza di coltivare le virtù dell'aristocrazia e di fare propria l'ideologia cavalleresca degli eroi dei romanzi d'avventura, di cui era grande lettore. Proprio la sua cultura cortese, intrecciata alla parola del Vangelo, gli consentirà di incarnare in figure femminili le predilette virtù della semplicità e della povertà. L'originaria fraternità del santo di Assisi saprà collocarle, non senza tensioni, nella dialettica tra eremo e città, tra apostolato e contemplazione, tra il tempo della storia e il senza-tempo dell'eternità. E di riassumerle nel grande testo poetico del Cantico di frate Sole, in cui il creato loda universalmente il suo Signore.
Un fascio di lettere scritte tra l'aprile 1958 e il giugno 1973 documenta l'amicizia, discreta ma intensa, tra don Giovanni Stecco, insegnante del seminario di Vicenza, e i coniugi Maritain, Raissa prima (due sole lettere), poi Jacques. Fu una piccola «grande» amicizia, accesa da un momento di entusiasmo di don Giovanni in seguito alla lettura di Les grandes amitiés di Raissa. Col tempo, don Stecco diventerà, per le insistenze di Maritain, il privilegiato confidente italiano, ripetutamente pregato d'intervenire e mediare i rapporti non sempre sereni tra il filosofo e gli editori e traduttori italiani delle sue opere. Nelle lettere si trovano riferimenti a Pio XII, all'accoglienza italiana del volume Umanesimo integrale e a Paolo VI. Ma anche al concilio Vaticano II, al discorso di papa Montini all'Onu, all'amico compositore Arthur Lourié, a Thomas Merton e all'alluvione di Firenze del 1966.
La storia narra di bambini che non trovano un posto per fare la recita di Natale. L’artificio letterario ben si presta per sollevare il tema dell’accoglienza e aiutare i piccoli a immedesimarsi in Gesù, per il quale non ci fu posto nell’albergo. La vicenda si risolve felicemente quando un papà offre la propria stalla per la rappresentazione.
Target 3-8 anni.
L'edizione quadriforme del libro dei Proverbi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:1) il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; 2) il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; 3) il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; 4) il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; 5) la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale. Il volume prosegue la nuova sezione della collana.
È l'organo dell'Associazione Biblica Italiana (ABI), che riunisce i docenti di scienze bibliche in Italia.
La rivista presenta articoli di approfondimento esegetico, note di carattere storico e filologico, discussioni tematiche, recensioni e segnalazioni di pubblicazioni italiane e straniere.
Rivista biblica vuole essere uno spazio comune e condiviso in cui prende forma un'indagine biblica rigorosa, attrezzata epistemologicamente, disponibile al confronto interdisciplinare con i nuovi approcci, specialmente quelli indicati dalle scienze umane, che valorizzi sia la dimensione storico-letteraria che quella teologica delle Scritture.
Dopo secoli di sacralizzazione o di diffidenza, la sessualità rischia oggi di perdere di significato. I modelli culturali dominanti non valorizzano veramente il corpo. Il cristianesimo, che fu spesso fiancheggiatore del suo disprezzo, tuttavia partecipa in sommo grado alla sua valorizzazione.La religione dell'incarnazione, dell'eucaristia e della risurrezione chiama al superamento di ogni dualismo e osa affermare la vocazione del corpo alla gloria. In questa luce si possono riesaminare i fondamenti di un'etica cristiana della sessualità. L'affinità fra l'unione dei corpi e l'unione dei desideri ne è il fulcro. Il mistero cristiano riunisce qui i significati ai quali è riconducibile una fenomenologia della tenerezza.L'attenzione al linguaggio del corpo prepara a comprendere la sessualità come luogo del dono reciproco. A tal fine l'arte e la poesia offrono un importante contributo.