Il volume propone una preziosa rivalutazione della preghiera rituale e ritmata come orizzonte di ogni parola e di ogni azione umana a partire dalla considerazione che la Liturgia delle Ore ha la capacità di strutturare in modo esistenziale il tempo, di rivestirlo di significato e di farne un'esperienza abitata. Un esordio di carattere filosofico suggerisce una riflessione su tre diverse visioni del tempo che attraversano la cultura attuale; segue una sottolineatura sulla reciproca dipendenza di teologia e antropologia per la piena valorizzazione del rapporto tra tempo e preghiera e per leggere in positivo l'apparente contraddizione tra preghiera rituale e libertà. Il testo si conclude con la spiegazione del significato delle diverse ore della preghiera quotidiana.
Papa Francesco ha affermato che tutti siamo sotto la pressione della «cultura del provvisorio». Su questo terreno sembrano sorgere molte fragilità vocazionali. Come leggere tale fenomeno? Quali modelli formativi proporre per rafforzare il senso della vita come dono e la perseveranza nel cammino intrapreso? Nel volume, il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica, e l’arcivescovo José Rodriguez Carballo, segretario dello stesso dicastero, interpretano l’attuale situazione con realismo e speranza, indicando il compito delle istituzioni nel promuovere l’ideale di una vita dedicata alla sequela di Cristo. Lo psicologo Amedeo Cencini mostra la crisi come opportunità di crescita e propone un modello di formazione integrale capace di andare oltre un approccio moralistico e formale. Gli interventi di formatori, rappresentanti delle grandi aree geografiche in cui opera il carisma francescano, rilevano le sfide e le opportunità che le diverse culture costituiscono per la fedeltà vocazionale. Il sociologo Giovanni Dal Piaz, infine, rilegge la situazione attuale indicando i segni di una perseveranza che passa attraverso la strettoia di mutamenti sociali inediti.
Dopo il sussidio "Celebriamo il Battesimo", l'autore propone uno strumento per aiutare gli operatori pastorali nella preparazione dei genitori che chiedono il battesimo per i propri figli. Si sviluppa in tre tappe: 1) una lettera ai genitori, che presenta la bellezza della grazia battesimale, ricordando loro che il battesimo, liberamente chiesto per il proprio figlio, li interpella personalmente ed è gravido di conseguenze anche per loro stessi; 2) una catechesi battesimale; 3) una spiegazione delle specifiche caratteristiche del battesimo dei bambini, nella sua duplice valenza di dono e di sfida; 4) alcune indicazioni per orientare i genitori nella scelta dei padrini. Infine è fornita una selezione di letture utilizzabili nella liturgia quando il rito non è inserito nell'Eucaristia domenicale, introdotte da un piccolo commento dell'autore. Esse possono eventualmente costituire un ulteriore occasione di catechesi coi genitori.
Attraverso la sua scrittura orante, l'autrice conduce nel mondo del dolore che si concretizza nell'esperienza di essere malati, di sentire i giorni della vita sempre più confinanti con l'eternità. Attraverso la preghiera siamo invitati a scendere gli scalini del fonte battesimale della sofferenza. Siamo introdotti ai sentimenti, alle emozioni, alle paure, alle speranze? La lotta è ardente nel cuore perché si tratta di cercare il senso di ciò che sembra uccidere ogni sensibilità fino a fare dell'esperienza della malattia un luogo di benedizione perché, nonostante tutta la durezza e lo sgomento, rimane un luogo di relazione. A questo serve la preghiera: a tenere viva la relazione con Dio, con noi stessi e con il mondo di cui siamo parte senza mai esserne il centro. Con la sua sofferta preghiera, Franca Longhi aiuta ad avere una traccia, una pista, un percorso per sentirsi meno soli e non smarrirsi; ad attraversare i vari momenti che la malattia può generare: dal senso di rabbia e impotenza, alla possibilità di non restare concentrati solo su se stessi, alla scoperta che anche quella particolare condizione rende possibili esperienze preziose. Il testo consegna preghiere non solo per i malati, ma per tutti coloro che della vita desiderano vuotare la coppa fino in fondo per gustarla in pienezza.
Il sussidio presenta alcune preghiere ad uso degli anziani: preghiere del mattino e della sera, legate alla loro condizione esistenziale, alla loro esperienza di fragilità, alla loro sollecitudine per figli e nipoti. Contiene anche una breve Via Crucis e un Rosario che medita cinque passi del Vangelo incentrati su figure di anziani - Simeone, Anna, la suocera di Simone, la vedova che offre gli ultimi suoi spiccioli - e sul dialogo tra Gesù e Pietro in cui il maestro prefigura al discepolo il tempo in cui sarà anziano.
L'adolescenza è la fase più rivoluzionaria dell'esistenza perché segna il passaggio definitivo dall'infanzia alla vita adulta e produce cambiamenti radicali in tempi molto brevi. Genitori ed educatori sono in grado di accettare, capire e sostenere queste trasformazioni? E di distinguere la trasgressione come fase di sviluppo e scoperta di sé dai disagi e dalla sofferenza che contiene? Il libro si propone di descrivere e analizzare dal punto di vista educativo come gli adolescenti vivono la notte, come si divertono, quali forme di ribellione praticano, quali rischi corrono. La vita notturna come tempo di autorealizzazione rappresenta non solo una parte importante della cultura adolescenziale, ma anche una cassa di risonanza che consente di leggere in tempo reale i significati, il senso, le espressioni simboliche del legame tra valori, trasgressione, crescita, autodeterminazione. Vissuta come tempo di rottura rispetto alla quotidianità noiosa del giorno, la notte è per molti adolescenti uno spazio esistenziale di ricerca della dimensione di sé, della libertà, dell'autonomia e del protagonismo - talvolta dell'esibizionismo - che la realtà sociale diurna solitamente non offre.
Il concetto di bene comune, categoria-chiave del pensiero politico e dell'insegnamento sociale della Chiesa, stenta oggi a essere assunto come punto di riferimento nelle società occidentali. Dopo la grande stagione solidaristica del secondo dopoguerra, l'accentuato individualismo che caratterizza la post-modernità tende a enfatizzare le rivendicazioni autoreferenziali e a ridimensionare l'intervento pubblico, interpretato come ostacolo nei riguardi del libero agire dei singoli. Confinato tra i concetti gloriosi di stagioni passate, anche a causa della frattura intervenuta tra etica e politica, il bene comune è tuttavia un'istanza destinata a riproporsi in uno scenario deturpato dall'esasperazione dei personalismi, dalle chiusure identitarie e corporativistiche e da una rete di privilegi riservati a pochi. Anche l'emergere di nuove problematiche, a partire da quelle ambientali, che non possono essere affrontate a livello locale ma esigono una visione globale, richiede di ripensare il concetto in una prospettiva universalistica capace di ricollocare l'uomo al centro della riflessione. Rivisitata in una nuova prospettiva, l'antica categoria di bene comune si presenta, in questo modo, come un fondamentale banco di prova dei diritti umani.
Che cosa sappiamo del Nuovo Testamento e come possiamo avvicinare e comprendere i ventisette libri che lo compongono? Il volume presenta il testo integrale nella versione della Conferenza episcopale italiana accompagnato da uno straordinario commentario storico, letterario e teologico, frutto del lavoro di diciannove eminenti studiosi cattolici e protestanti. Dal Vangelo di Matteo all'Apocalisse, i libri del Nuovo Testamento sono proposti in versione integrale, preceduti da un'introduzione che li inquadra nel loro contesto storico e accompagnati da un riassunto del contenuto, annotazioni dettagliate e originali e schede su termini, espressioni o brani particolarmente significativi. In questo modo, il Commentario offre al lettore le conoscenze essenziali oggi disponibili su questi testi.
Pur essendo nato da una vivace polemica antipagana, il "De viris illustribus" di Gerolamo, composto a Betlemme nella primavera del 393, rappresenta il primo tentativo di una biografia letteraria degli scrittori cristiani antichi. Modellata sull'analoga opera di Svetonio, essa comprende centotrentacinque brevi vite di "uomini illustri", greci e latini, che si distinsero in modo particolare negli studi biblici e letterari. Ancor più di Origene, di cui era appassionato estimatore, Gerolamo è uno dei pochi scrittori cristiani ai quali la conoscenza della lingua latina, greca ed ebraica ha permesso di cogliere ed esprimere in modo efficace i vari e complessi aspetti della nuova cultura. Nonostante i limiti e le disuguaglianze delle biografie letterarie, spesso condizionate dalla forte personalità dell'autore, il "De viris illustribus" ha avuto una straordinaria diffusione nel corso dei secoli attraverso un'ampia tradizione manoscritta e un considerevole numero di imitatori. Premessa di Umberto Rapallo.