Alla luce dei due sinodi sulla famiglia, la diocesi di Bari-Bitonto riflette su come coinvolgere la comunità cristiana soprattutto là dove le famiglie vivono una fragilità di relazioni. A tal fine, in questo documento, è stato scelto il baricentro della "giovinezza" e delle relazioni tra generazioni, scegliendo, come riferimento per la riflessione, la storia di Giuseppe e i suoi fratelli.
Il mondo giudaico antico viene descritto attraverso una testimonianza eccezionale: l’apparato di norme elaborato attorno al 200 d.C. e attribuito a Giuda il Patriarca.
Pur vecchia di quasi duemila anni, la Mishnah porta con sé il futuro di un popolo che si costituì attorno ad essa come attorno a una seconda Torah: sulla base della Scrittura, la Mishnah istituisce, infatti, un modo di vivere mondano santificato in ogni suo momento e in ogni suo aspetto, dalla vita religiosa ai più minuti problemi.
I capitoli del volume descrivono e interpretano le tracce lasciate dalla storia e dall'ordinamento sociale nelle sei grandi divisioni della Mishnah: agricoltura, tempi stabiliti-feste, donne, danni-interessi, cose sacre, purificazioni. Preliminare alla trattazione è l'identificazione dei gruppi sociali che secondo l'autore potevano riconoscersi in questa compilazione. Ai loro interessi, opportunamente contestualizzati nelle drammatiche fasi storiche del I-II secolo, va riportato quel particolare «principio di selezione» che guida il rapporto della Legge d'Israele con la Scrittura.
Le forti resistenze che papa Francesco sta incontrando nel processo di riforma della Chiesa, in sostanziale continuità con l’ecclesiologia del concilio Vaticano II, contribuiscono a delineare il carattere profetico del suo pontificato. La profezia, infatti, non appare mai immediatamente in continuità con il passato e suscita inizialmente resistenze e incomprensioni. Il primato che il pontefice riserva al termine «misericordia» offre nuove chiavi di lettura: un’idea di verità cristiana come «poliedro», dove i piani diversi che convergono configurano la ricerca in termini di discernimento, e una prassi ecclesiale incentrata sul metodo sinodale: l’immagine è una «piramide rovesciata» che indica la direzione di marcia impressa alla riforma. Come assumere questa prospettiva dopo secoli in cui la Chiesa è stata rappresentata come una piramide monarchica e gerarchica? E quali aperture s’intravedono per la vita e la missione ecclesiali?
I processi e le strutture che hanno permesso, fino a qualche decennio fa, di comunicare il Vangelo paiono oggi sempre più inadatti a svolgere questa funzione. La trasmissione della fede da una generazione all’altra, su cui per secoli si è potuto quasi naturalmente contare, si sta velocemente interrompendo ed è sempre meno chiaro o condiviso che cosa si debba fare affinché il messaggio cristiano torni a essere tale per le donne e gli uomini che vivono in Europa.
A partire dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium un gruppo di teologi riflette sulla «conversione» che il testo di papa Francesco richiede a diversi livelli e in diverse direzioni, sul terreno pratico e, prima ancora, su quello della riflessione accademica. Nel quadro di una lettura che prende in esame la Chiesa e la teologia latino-americane e il contesto culturale europeo, l’indagine si focalizza su due grandi orizzonti di conversione - il volto di Dio e la realtà della Chiesa – che richiedono di trovare concretezza in più specifici e circoscritti terreni: il diritto canonico, la liturgia, la morale e la spiritualità.
«O Dio, spezza loro i denti in bocca!». Nel libro dei Salmi, vetta poetica dell’Antico Testamento, ricorrono talvolta anche espressioni crudeli e violente, imprecazioni contro i nemici e frasi di vendetta. Si tratta di termini e modi di dire molto lontani dalla sensibilità contemporanea e talvolta così aggressivi da aver subito la «censura» della liturgia. In questo volume, Wénin esamina ogni singolo salmo, precisa di chi è la voce violenta e chi sono i suoi avversari o i suoi interlocutori; indaga inoltre la comprensione che l’uomo ha di sé nella sofferenza o nell'impotenza, la sua relazione con Dio, i suoi timori e le sue attese di aiuto. Il primo interesse del commento è dunque capire che cosa dice la voce minacciosa e aggressiva e perché utilizza quelle espressioni. Dalla risposta a queste domande si può procedere con il passo successivo: chi può aver pregato e chi può pregare ora con salmi come quelli?
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 5 presenta il testo della Costituzione dogmatica Dei Verbum.
Nel libro di Isaia, due sentinelle si scambiano la parola d’ordine nella notte, creando un clima di attesa, di sospensione, di paura e di incubo: «Quanto manca ancora all’alba?». È questa la domanda fondamentale dell’apocalittica. Presenza pericolosa e preziosa al tempo stesso, delicata e da assumere a piccole dosi, ambigua e contemporaneamente necessaria perché in grado di offrire il senso dell’utopia. L’apocalittica si caratterizza per il pessimismo e il disprezzo nei confronti del presente, troppo impolverato e modesto, per il dualismo che contrappone l’oggi profano al futuro sacro e per la celebrazione di un lontano e mirabile avvenire, completamente diverso da ciò che viviamo su questa terra. Con il suo linguaggio difficile ma affascinante, che ha nell’eccesso la propria cifra, l’apocalittica nasce nel mondo biblico e la si può avvicinare attraverso il grande riferimento costituito dal libro di Daniele e le pagine di Enoch, Isaia, Zaccaria e Gioele, poco note e raramente usate dalla liturgia.
Uscito dalla matita di Walt Disney, Topolino è perspicace, svelto e ottimista, in grado di padroneggiare storie di ogni genere e destreggiarsi tra le strisce dei fumetti e il grande schermo del cinema.
Altrettanto dinamico, arguto e coraggioso è Asterix, frutto dell’ingegno di René Goscinny e Albert Uderzo: il minuto guerriero con l’elmetto alato che, all’epoca della conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, si batte per difendere l’indipendenza del proprio villaggio in Armorica, si avvale di una pozione magica e dell’inseparabile amico Obelix.
Abile e svelto al punto da sparare più velocemente della propria ombra, Lucky Luke, creato da Morris, riesce a risolvere i suoi guai senza ricorrere all’uso delle armi e rimanendo imperturbabile anche nelle situazioni più disperate. Alto e magro, cappello da cowboy e filo d’erba in bocca, si muove in uno scenario da Far West, tra saloon e villaggi indiani.
Ma che cosa hanno da dire questi tre personaggi dei fumetti alla filosofia e alla teologia?
Ce lo racconta Pohlmeyer in questo agile e simpatico testo.
Molte donne, ma anche tanti uomini, adulti, ma anche tanti giovani, chiedono alla chirurgia plastica di correggere un profilo, di dare più personalità a un volto, di sottolineare una parte del corpo ritenuta inadeguata rispetto ai modelli correnti e ai propri desideri. Sarebbe intuitivo porre un confine di ragionevolezza fra gli interventi richiesti da malformazioni o incidenti che hanno alterato l’aspetto o la funzionalità di una parte del corpo e quelli che non hanno una funzione terapeutica. Tuttavia, le cose sono più complesse. La persona vive il proprio corpo come un’esperienza profondamente unitaria, in un continuo rimando di interiorità ed esteriorità. Non sempre, per tante e diverse ragioni, il nostro volto riesce ad esprimere ciò che siamo e ci sentiamo di essere: un naso troppo pronunciato, le orecchie ad ansa, una rete di rughe anzi tempo non sono certo patologiche e dovrebbero, anzi, essere accolte come peculiarità personali, ma talora possono creare disagi, ostacoli alla vita sociale e ansia.
Il confine tra giusto e ingiusto potrebbe allora essere posto altrove, risolvendo la dualità ambigua del termine «persona», che in origine indicava la maschera che copriva il volto degli attori nel teatro greco e romano e conferiva loro l’aspetto più appropriato per impersonare, appunto, un ruolo.
Si può allora tracciare un confine fra una chirurgia che aiuta un volto ad esprimere con pienezza la verità della persona e una chirurgia che, noncurante dell’interiorità, delle storie, della vita, sa solo creare e ripetere all’infinito maschere senz’anima?
Benedizioni e maledizioni, salmi e inni, esorcismi e formule apotropaiche. Una selezione di preghiere che si trovano in manoscritti databili tra il II secolo a.C. e il I d.C., mostra il sostrato da cui è scaturita la predicazione di Gesù. Lo studio del pensiero religioso del periodo finale del giudaismo del Secondo Tempio consente, infatti, di comprendere meglio le origini cristiane e di considerare la preghiera come il modo d’intendere Dio nella forma di un’alta espressione letteraria. Ogni capitolo di questo volume propone i testi originali, le traduzioni, le note, la bibliografia e un commento di carattere teologico che evidenzia, quando è possibile, i collegamenti con i testi del Nuovo Testamento​.