
Un calendario interreligioso ed ecumenico per seguire le festività; dei tre grandi monoteismi di Terra Santa (ebraismo, cristianesimo, islam). Uno strumento che aiuta a vivere le ricorrenze della tradizione cristiana d'Oriente e d'Occidente attraverso i calendari in uso nelle diverse Chiese. Il calendario interreligioso ed ecumenico per seguire le festività dei tre grandi monoteismi di Terra Santa (ebraismo, cristianesimo, islam). Uno strumento che aiuta a vivere le ricorrenze della tradizione cristiana d'Oriente e d'Occidente attraverso i calendari in uso nelle diverse Chiese (gregoriano, giuliano, copto, etiopico, armeno). Uno sguardo, inoltre, sul calendario liturgico della Chiesa madre di Gerusalemme, scandito dalle celebrazioni animate dai Frati della Custodia di Terra Santa nei principali Luoghi Santi. Calendario a strappo con foro per affissione a muro.
Il libro di Giona è tra i testi più brevi della Bibbia. Eppure, è uno dei più conosciuti e sorprendenti, tanto da sembrare una "favola": la storia appare così semplice che persino i bambini l'ascoltano a bocca aperta. Duemilacinquecento anni dopo la sua redazione, questo libro parla ancora, impassibile all'usura del tempo e accessibile a tutti, al punto che la Parola si palesa in modo assolutamente naturale: inalterabile, nuova come il primo giorno in cui fu scritta, la forza del suo fascino sull'anima del lettore è ancora intatta. Dal canto suo Gesù, rifiutandosi di dare ai Farisei il segno preteso, dichiarò a quanti lo ascoltavano che avrebbe dato loro invece il «segno di Giona». Questo testo così originale, se riletto alla luce del mistero di Cristo, offre una vivida luce e si fa rivelazione. Chi ha una certa dimestichezza con i Vangeli, sa bene che a Gesù piaceva parlare in parabole. Le sue sono parabole gustose condite di umorismo e, talora, perfino di ironia. Giona è una parabola di questo tipo. David-Marc d'Hamonville ci conduce alla scoperta di uno dei profeti apparentemente più irrilevanti e ambigui della Bibbia. Una figura con la quale, però, il Salvatore trovò un punto di contatto, e con cui finì in qualche modo per identificarsi.
In continuità con i volumi relativi al Vangelo di Luca (2018) e agli Atti degli Apostoli (2019), l'Autore presenta ora l'analisi sintattica del Vangelo di Matteo. Di ogni versetto viene proposto l'originale greco (secondo il testo critico K. Nestle - B. Aland, Novum Testamentum Graece et Latine, Stuttgart 201228), la traduzione italiana (nella forma più fedele possibile, con l'indicazione di eventuali varianti) e l'analisi vera e propria della proposizione. Quest'ultima rappresenta la parte essenziale del volume: il movimento sintattico del testo viene graficamente evidenziato attraverso vari livelli in cui vengono strutturate e interagiscono fra di loro le proposizioni. Inoltre viene spiegata la natura e la funzione propria di ogni parola presente nel testo, indicando le altre possibilità interpretative.
La vita di Charles de Foucauld è simile a una parabola evangelica. I frutti sono apparsi dopo la sua morte, e quanta abbondanza! La letteratura su di lui è ormai sconfinata. Eppure, nonostante i moltissimi testi in circolazione, non è facile trovare un'opera di carattere divulgativo che presenti in modo diretto la vita e alcuni degli aspetti più salienti della spiritualità di frère Charles di Gesù. In occasione della canonizzazione, questo libro è un invito a rimettersi in cammino sui passi del "piccolo fratello universale", alla scoperta di un'esistenza straordinaria, a tratti rocambolesca, attraverso i suoi scritti e le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Ne emerge una figura il cui messaggio, pur in un contesto storico-ecclesiale differente, non cessa di rivelare la sua stupenda attualità. «Il cristiano è contempl-attivo», diceva don Tonino Bello, e quel monaco del deserto è stato davvero un contemplativo nell'azione: egli contemplava Cristo nell'umanità del fratello, egli era attivo nella contemplazione perché portava a Gesù la vita del mondo. La sua esistenza è l'icona del buon pastore che cerca la pecorella smarrita. Gli ultimi per lui sono i primi ai quali offrirsi. L'esistenza di frère Charles è un canto di gratuità, una follia di bontà, un'ubriacatura di Spirito nell'ebbrezza della misericordia.
Il compito di ogni uomo e donna sulla terra è quello di imparare a resistere alla grande tentazione di trasformare l'intera esistenza in una fossa di macerazione nella rabbia e nel rammarico. Nessun dolore e nessuna sofferenza sono per se stesse un inferno, per quanto le pene e le angosce lo facciano talora sentire e pensare, ma il rammarico lo è, il suo «verme non muore». Il libro di Giobbe è un vero compagno di viaggio per quanti sono toccati e, talora, segnati a fuoco dal mistero del dolore. Egli ha dovuto - e forse persino voluto - affrontare l'enigma del dolore sulla propria pelle. Sin dall'alba dei tempi, la sua figura si fa per noi insostituibile compagnia dei giorni, più spesso delle notti, rischiarate dall'unica luce del tenebroso dubbio in cui confluiscono tutte le nostre più sofferte domande. In questa rilettura epistolare del libro di Giobbe, Fratel MichaelDavide offre una meditazione che regala lucidità e serenità, per superare la rassegnazione e la rabbia che la sofferenza spesso porta con sé. Una delicata e profonda riflessione sull'arte di vivere (e di morire) che prende le mosse da una constatazione tanto semplice quanto rassicurante: Giobbe è nostro amico e possiamo parlare a cuore aperto con lui.
In un tempo in cui la maggior parte dell'umanità si è allontanata da una vita a contatto con la natura, dirigendosi verso una eccessiva medicalizzazione anche dei più piccoli disturbi fisici, l'autrice - in contatto con i più famosi monasteri e conventi d'Italia - ha scelto di farsi raccontare la sapienza erboristica e medica che monaci e frati hanno coltivato fin dai tempi più remoti. In un viaggio entusiasmante Anna Maria Foli ha incontrato abati e madri badesse, priori e superiori, attingendo ai codici medievali della tradizione sul cosiddetto "giardino monastico" e ai ricettari della farmacia di San Salvatore a Gerusalemme, scoprendo che l'interesse per la psicosomatica e la terapia olistica fiorì proprio negli antichi conventi. Un grande prontuario di ricette terapeutiche, tutte naturali, attinte dall'antica sapienza di monasteri e conventi. Una guida pratica al riconoscimento delle erbe officinali e al loro uso medicinale cosmetico, aromatico, dietetico. Di ogni rimedio, la storia, gli aneddoti, le caratteristiche, le proprietà curative, la preparazione e le modalità di utilizzo.
Fin dalla sua strutturazione in senso scientifico, l'antropologia intreccia un dialogo proficuo con la letteratura, dai primi episodi ottocenteschi fino al Novecento e oltre, quando le strade delle due discipline convergono in una collaborazione pienamente consapevole. Il dato antropologico, infatti, si presta al coinvolgimento letterario in più di una direzione: dal racconto odeporico, documentaristico o narrativo, al reportage coloniale o post-coloniale; dalla scoperta degli archivi etnografici allo sviluppo addirittura di un fantafolk, che rimanda nel nome all'uso di suggestioni folkloriche nella costruzione di trame fantastiche. Vi sono poi il racconto del periferico, diventato necessità di fronte al livellamento iden-titario causato dalla globalizzazione; il romanzo globalista, che proietta storie locali sullo sfondo di uno scenario mondiale; il noir, il thriller e il romanzo di investigazione, con gli spunti umbratili offerti loro da una criminologia ispiratrice di narrazioni avvincenti. Si giunge infine ai territori del po-stumano, dove anche la fantascienza e le distopie si innervano di richiami antropologici, declinati in sottogeneri tanto inquietanti quanto suggestivi. "Letteratura e antropologia. Generi, forme e immaginari" raccoglie gli Atti del XXI Convegno Internazionale della MOD, che si è svolto all'Università degli Studi del Molise dal 13 al 15 giugno 2019.
«La paura che soffoca la speranza è una maledizione. Nessuna opera che usi la paura come movente o minaccia può essere di carattere spirituale». Da questa intima convinzione prende le mosse la riflessione di padre Guidalberto Bormolini, religioso dei "Ricostruttori nella preghiera" e fondatore dell'associazione "TuttoèVita", che dal 2013 accoglie chi è in cerca di un senso più profondo dell'esistenza in un mondo disorientato e ferito. Il colloquio stringente con il giornalista Mario Lancisi diventa occasione per una visionaria e quanto mai profetica meditazione sul presente e sugli orizzonti che si profilano: oltre la prospettiva consumistico-tecnologica, robotico-informatica e transumanista ci sono altre strade per il futuro dell'umanità? Questo tempo, con le sue contraddizioni, ci parla. E non possiamo permetterci di ignorare il messaggio. Occorre ripensare i modelli di civiltà: in campo sociale, ambientale, culturale, economico-finanziario e della salute. Occorre risvegliarsi dal torpore per immaginare un progetto che contempli, finalmente, la capacità di accontentarsi e di condividere, il silenzio e la bellezza, l'amore per la vita e l'accettazione della finitudine, gli imprescindibili diritti materiali e quelli spirituali. Sotto il soffio dello Spirito - sostiene padre Guidalberto - si può coltivare un grande "sogno" perché non vi è più distinzione tra possibile e impossibile.
Questo volume si propone come manuale introduttivo per l'insegnamento nel II e III ciclo accademico di studi biblici, infatti introduce e orienta gli studenti alle problematiche di base, all'impostazione epistemologica e alla bibliografia essenziale in un campo di studi che, per natura sua, è necessariamente e decisamente interdisciplinare. Il volume offre quindi nozioni introduttive sul contributo dell'orientalistica e della teoria della storiografia per l'esegesi e la teologia biblica, nonché per la storiografia israelitica. La parte centrale del volume, articolata in quattro capitoli, affronta la Bibbia come collezione di testi di vario tipo e genere, prodotti da autori diversi, in epoche, luoghi, contesti storici e geografico-politico-culturali differenti. La prospettiva è naturalmente letteraria prima che teologica. L'Autore spiega, infine, come nel mondo occidentale si sia arrivati a considerare e utilizzare la Bibbia come "ossatura" della storia universale, e come questa impostazione sia poi entrata in crisi per effetto delle scoperte archeologiche e orientalistiche, del progresso delle scienze naturali e dello sviluppo teorico della metodologia stessa dell'esegesi biblica.
Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell'impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l'indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande "complotto" mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all'indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l'anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un'indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.