La ricerca intrapresa scaturisce da un originario interesse per le grandi tematiche della bioetica, con particolare attenzione al tema della sofferenza, inquadrato in quello ben più ampio e complesso del patire umano. L’intento fondamentale dello studio è stato effettuare una ricognizione in primis antropologica e poi etica sulle forme del patire e sull’esperienza della passività, traendo frutto dall’approccio del sapere fenomenologico, non tralasciando però l’orizzonte di un agire attivo nella speranza.
L’indagine sull’esperienza umana della sofferenza è stata, quindi, condotta attraverso diversi livelli di comprensione del dolore: il contesto culturale odierno, caratterizzato dal forte incremento del sapere scientifico, con le discussioni bioetiche più recenti; il sapere filosofico, alla luce della fenomenologia di Max Scheler; infine il sapere teologico, colto a partire dall’esperienza cristiana del dolore, nella sua relazione al senso del patire e del morire di Gesù Cristo.
Ascoltare Guccini porta inevitabilmente, quasi senza accorgersene, a farsi tante domande sulla vita e quindi su se stessi. Non si tratta quasi mai di domande dirette, ma sono sempre le storie raccontate che suggeriscono non risposte ma interrogativi. Guccini ama la vita e ha una straordinaria capacità di cogliere la "grazia nascente" che palpita nella natura e nelle varie esperienze umane. Possiede dunque un'immediata e naturale capacità di intuire l'amore "pericristiano", cioè quell'amore o meglio quella vasta gamma di sensazioni intense e positive che si manifestano in tutte le esperienze importanti della vita. Detesta però le troppo facili, inutili e presuntuose risposte alle grandi domande esistenziali che proprio da queste esperienze scaturiscono. Dove termina il viaggio? Nell'Ultima Thule, regno di ghiaccio eterno e senza vita, o nell'isola, tinta d'azzurro bella più di tutte, dove non soffriremo e tutto sarà giusto?
"Stare davanti a Te, Signore, ed avere molte cose da raccontare": tutto il messaggio di questo libro trova spazio in queste parole. Un'esperienza personalissima, l'intimità dell'anima credente che a fatica si lascia cogliere con le parole comuni. Un appello ad avvicinarsi alla sorgente nascosta da dove si forma quella corrente della nostra esistenza in cui Dio fa apparire il Suo volto. Il genere del testo è la preghiera condivisa, la confessione che c'impegna a parlare, a credere con colui che crede. Dopo averlo letto ci viene voglia di continuare questa avventura della preghiera, con altre parole.
I Salmi custodiscono la supplica, il lamento, i sentimenti dell'uomo di sempre. E si fanno preghiera, antica e nuova, in continuità con l'umanità orante nei deserti aridi o nei campi fioriti della sua storia. L'autrice, innamorata della loro bellezza, vi riscopre i tormenti, l'anelito all'assoluto e alla pace, la ricerca della protezione di Dio, il naturale bisogno di contemplare il creato e, in esso, il suo Creatore, fino a ritrovare lo stupore, la gratitudine, l'appagamento spirituale, la speranza.
"Il silenzio è indispensabile a tutti gli uomini, per l'equilibrio stesso della persona umana, abitata dalla presenza di Dio, a cui si addicono la riverenza e il sacro silenzio. Nel mondo in cui viviamo, però, il silenzio è stato mandato in esilio. Urge perciò cercarlo e rimetterlo al centro delle nostre esistenze. Fra Emiliano Antenucci ci mette sulle sue tracce in modo pratico e convincente. Passando in rassegna varie situazioni esistenziali, e citando suggestivi testi di autori spirituali antichi e contemporanei, evidenzia dodici passi indispensabili per un autentico cammino di spiritualità ritmato dal silenzio." (Dalla Prefazione di Madre Anna Maria Cànopi) "Io suono le note come sono scritte, ma è Dio che fa la musica." (Johann Sebastian Bach)
Dopo aver illustrato il senso dell'amore tra l'uomo e la donna e la loro fondamentale responsabilità nel custodire e far crescere l'eros nella forma dell'agape, il libro affronta la questione dei matrimoni falliti in relazione alla disciplina vigente fino all'Amoris laetitia. Questa disciplina non può essere considerata soddisfacente perché rende nei fatti quasi impossibile la piena riconciliazione con la Chiesa di coloro che, magari con responsabilità molto diversificate, hanno comunque distrutto il loro primo matrimonio. L'Amoris laetitia segna certamente una tappa importante nella riflessione sui matrimoni falliti. Infatti lascia intravvedere - sia pure in modo molto cauto - a partire dal discernimento caso per caso la possibilità di una piena partecipazione anche sacramentale alla vita della Chiesa. Si tratta di una svolta importante. Tale svolta necessita forse di un fondamento teologico più preciso che questo saggio prova ad indicare. Un piccolo contributo per una visione sintetica della bellezza del matrimonio cristiano e del dibattito relativo ai matrimoni falliti.
"Vicenda" è qualcosa di più che "storia", e forse anche qualcosa di meno. "Storia" (e anche "vita") pretende di essere più precisa, ma è limitata ai termini posti dalla nascita e dalla morte della persona; inoltre si informa solo a un preciso tipo di documentazione. "Vicenda" è un'avventura che richiede informazioni anche precedenti alla nascita della persona e si prolunga al tempo successivo alla sua morte; inoltre i suoi documenti si allargano a raggiera in campi che non potrebbero essere chiamati propriamente storici, eppure hanno a che fare con quella persona. Ci proponiamo di visitare i suggerimenti che il rosario ci offre a proposito della "vicenda" di Gesù e ci verranno in soccorso notizie antecedenti all'epoca della sua nascita e soprattutto notizie di riflessioni e avvenimenti fioriti dopo la sua morte e risurrezione. Ma tutto fa parte della sua vicenda e vuole interpellare la nostra. Quanto si presenta alla nostra mente è facilmente offerto alla preghiera, diventa riflessione, preghiera solidale, proposito di vita.
La Storia e la Vita non sono due parole. Sono fili che s'intrecciano e a volte s'annodano. Si corre, si corre... verso quale traguardo? Perché affannarsi tanto se tutto finisce? In un attimo si può spegnere la luce e cala il sipario. Qual è il senso di tutto questo? C'è sempre una trama da scoprire, se non siamo distratti ed occupati dalle nostre corse quotidiane. I fili della Storia e della Vita possono diventare uno solo. Fili persi, fili ritrovati. Vita imprevedibile che passa da una Storia sorprendente. In questo caso ha un nome: Adele. Di Adele de Batz de Trenquelléon (1789-1828), fondatrice delle Suore Marianiste, è in corso la causa di beatificazione.
Per la prima volta si offre ai lettori italiani la straordinaria avventura spirituale di Marcel Van, morto a trentun anni nei campi di concentramento comunisti del Vietnam nel 1959. La sua crescente fama e santità sta dilagando nell'intero mondo cattolico. Singolarissima la sua esperienza: a quattordici anni cominciò a sentire la voce di santa Teresa di Gesù Bambino e fu da lei guidato al perfetto compimento della "piccola via" proposta dalla santa francese. A questa poi si sostituì niente meno che la voce del Signore stesso Gesù, che gli insegnò in modo mirabile a "trasformare la sofferenza in gioia". Così il giovane vietnamita colmò di gioia e di amore la propria vita di stenti, rimanendo sempre bambino e offrendosi a Dio per la salvezza del mondo intero. Questo caso unico nella storia della santità - un santo che guida un altro santo - ha portato all'apertura del processo di beatificazione di Marcel Van, nel 1997. "Poiché amo Gesù, non distinguo tra la sofferenza e la gioia; amo Gesù unicamente per se stesso. E così sono sempre contento di amarlo, nelle tenebre e nelle lacrime, continuando ad aspettarlo senza perdere coraggio."
Ogni nuovo giorno ci offre la possibilità di riscoprire il valore della fede nella nostra vita quotidiana. Non in astratto, ma attraverso gesti concreti di carità verso il prossimo. È infatti grazie alla carità che la fede diventa viva, si fa carne della nostra carne e sangue del nostro sangue. La carità illumina la fede, la anima, la muove verso orizzonti di purissimo bene, fino a farci scoprire Dio nelle persone che incontriamo lungo il nostro cammino. Queste preghiere ci invitano a essere testimoni credibili della carità incarnata.