Siamo madri diverse, ammettiamolo. Siamo madri chiamate ad affrontare i piccoli passi della vita dei nostri figli in tempi biblici, quando pure questi passi arrivano, poiché per qualcuna forse non arrivano mai. Madri talvolta sole, perché non sono pochi i padri o che negano la diversità o che la fuggono, alcune volte così lontano da non esserci più. Madri esaurite, madri esagerate, madri protettive, madri arrabbiate, madri depresse, madri esasperate, ma tutte madri “dolorose”. Non ho ancora incontrato una donna felice di avere un figlio diverso…
«Il sorriso e la voglia di vivere di Marta sono il frutto più bello dell’amore di una madre e della tenacia di una donna che ha posto al centro della sua professionalità la fiducia nella persona che le viene affidata e l’orientamento operativo che la sostanzia».
Dalla Prefazione di don Sergio Nicolli
Lucina Spaccia vive con la sua famiglia e insegna a Roma, dove è nata. Intorno ai vent’anni ha iniziato a occuparsi di adolescenti nel movimento Scout e subito dopo la laurea in Scienze politiche a insegnare, attività che svolge tuttora. Penna, pennello, scuola e natura sono le sue “passioni”, insieme ai ragazzi, per i quali ha pubblicato alcuni libri di racconti e di spiritualità: per le edizioni Fiordaliso Skautin’graffiati (1987), Testimoni di Pasqua (1994), Pregare in vacanza (1994), Le voci del presepio (1a ed. 1993, 2a ed. 2000), La città di tela (2000), Veglie d’avvento (1a ed. 1996, 2° ed. 2005). Per le edizioni Albatros – il filo ha pubblicato Alter ego (2009).
Lontano da una pretesa esegetica e quindi scientifica, le pagine di questo libro desiderano essere semplicemente riflessioni sull'umano vivere cercando di guardare lontano, ma indietro, attingendo cioè alla sapienza degli autori ispirati della Bibbia nella consapevolezza che, grazie a loro e in particolare al primo Libro, si può giungere al principio delle cose, e quindi di noi stessi e così alle cose di Dio.
Lasciarsi "semplicemente" raggiungere: questo è la salvezza.
Paolo Scquizzato appartiene alla comunità dei sacerdoti del Cottolengo e si dedica alla predicazione e alla formazione spirituale in particolare del laicato; dirige la Casa di spiritualità «Mater Unitatis» di Druento (To).
Amare l’Europa dolceamara è un libro costituito da sessanta poesie, più un poema in prosa, con cinque sequenze dedicate al Lago di Garda, composte dall’autore dal 1985 ad oggi, atte a configurare le tappe, reali e immaginarie, di un viaggio nell’Europa che cambia, pronta a rinunciare alle proprie radici. Le vite travolte dallo stalinismo e dal nazismo, le vicende delle due guerre mondiali, l’odio che ha portato il nostro Continente nell’abisso, si coniugano qui con l’affermazione difficile della fede, la montagna di tutti i giorni, in Chiesetta ortodossa, o in Betulle del lutto, illuminate dal volto invisibile del Signore, nella tradizione ebraica e poi in quella cattolica che lo fa proprio. Le linee del viaggio europeo disegnano il groviglio della storia, ma non cancellano il gesto e la speranza del futuro. Un futuro che rinunci alla fuga dal mondo, all’isolamento, con la fine di tutte le cose (così intitolò Kant, il filosofo di Königsberg, un suo articolo del 1794, citato da Benedetto XVI nell’enciclica Spe salvi) e invece trovi lo spunto per vivere.
Nato a Costanza nel 1943, Godehard Schramm è cresciuto a Thalmässing, nella media Franconia, e vive a Norimberga. Scrittore indipendente, svolge da sempre un’intensa attività in vari ambiti, il romanzo, la poesia, il teatro, anche radiofonico. Membro del PEN-Club, insignito di premi prestigiosi, tra i quali il premio Friedrich Baur dell’Accademia Bavarese di Belle Arti, il Wolfram von Eschenbach del Distretto della media Franconia, Godehard Schramm è anche Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. I suoi testi sono diffusi in tutta Europa, naturalmente in Germania, ma anche in Francia, Polonia, Ucraina e in Italia. Il mio lago di Garda, in tre volumi, e tre diverse stesure, è uno dei suoi libri più fortunati, anche da noi. Ad esso si aggiungono importanti saggi come Anche le comete sono teste, del 1998, e Bastone e pietra, del 2003.
Come tutte le età della vita, anche la vecchiaia rappresenta una svolta decisiva nell'esistenza di una persona: un periodo critico ma anche, come le pagine di questo libro dimostrano, una grande opportunità, se illuminata dalla fede cristiana.
L'autore invita a vivere in pienezza la terza e quarta età, cercando di mantenere una buona forma fisica e mentale e dando respiro a quell'interiorità forse rimasta troppe volte soffocata dagli impegni quotidiani.
Posso vivere la sera della mia esistenza come il tempo di una grande speranza, della speranza nella vita piena? Sì, ho tutta la Vita davanti a me!
Henri Bissonnier (1911-2004), sacerdote francese, è stato un pioniere nella pastorale degli ammalati e dei portatori di handicap, di cui fu cappellano. Professore in varie università europee e americane, ha ricoperto anche importanti incarichi internazionali. Tra le altre iniziative, ha sostenuto Marie-Hélène Mathieu nella fondazione dell'Office Chrétien des personnes Handicapées e della rivista «Ombres et Lumière». È autore di numerose opere, dedicate in particolare all'educazione cristiana delle persone colpite da handicap fisico, mentale o psichico.
La filosofia del Novecento, nonostante l'apparenza contraria, è ricca di interesse per la religione, anche quando ne prende distanza. La ricostruzione di alcuni momenti di tale vicenda si dispone in queste ricerca secondo il modulo indicato dal titolo: il circolo tra fede e ragione, tra teologia e filosofia, ma anche la loro dissonanza che non è stridore ma ancora una volta conoscenza dei limiti e delle possibilità.
L'eredità che riceviamo dalla fenomenologia, dall'ermeneutica e dalla decostruzione ci è oggi indispensabile per far fronte al compito di tracciare i rapporti tra la ragione e l'universo religioso e, davanti a nuovi scenari e sfide, all'incombenza non conclusa di pensare la religione e il cristianesimo in tutto il ventaglio delle loro valenze.
Il libro contiene tutte le preghiere dei fedeli di cui può aver bisogno una comunità che celebra la liturgia festiva. Presenta le intenzioni di preghiera per le domeniche dell'Anno liturgico, divise nei tre anni A, B, C; per le grandi feste annuali (Natale, Pasqua, Pentecoste...); per occasioni particolari come matrimoni e prime comunioni.
Queste preghiere rappresentano il frutto della lunga attività pastorale dell'Autore. Non sono quindi state inventate a tavolino, ma pensate, sperimentate e vissute nel concreto delle celebrazioni liturgiche.
«Padre Buschini ci dà innumerevoli esempi di preghiere che tengono conto sia della profondità del mistero sia dell'urgenza della quotidianità, con un linguaggio che non addormenta e fa pensare».
Carlo Maria card. Martini
Piero Buschini è nato a Cameri (No) il 18 febbraio 1925 ed è entrato nella Compagnia di Gesù il 24 agosto 1942. Licenziato in Sacra Teologia presso la Facoltà Teologica di Chieri (To), nel 1958, ha poi conseguito la laurea in Lettere presso l'Università di Torino nel 1966, discutendo la tesi con il docente Padre Michele Pellegrino, già divenuto arcivescovo di Torino. Ha svolto tutto il suo ministero a Torino, presso l'Istituto Sociale, dove ha insegnato materie classiche e religione. Presso il collegio dell'Istituto Sociale ha ricoperto l'incarico di rettore dal 1985 al 1997, è stato preside dei licei e animatore spirituale e, per molti anni, superiore della comunità dei Gesuiti ivi residenti. Oltre al lavoro instancabile e innovatore in campo scolastico, mosso dalla forte vocazione di animatore spirituale, ha operato con alcuni gruppi laici impegnati nella vita della diocesi di Torino ed in particolare con il movimento di Rinascita Cristiana di cui è stato parte attiva per quarant'anni. Al presente fa parte della comunità dei Santi Martiri di Torino.
L'opera che abbiamo tra le mani è una guida a "vedere" e non solo a "guardare", è una sorta di collirio che purifica gli occhi dell'anima, simile a quello offerto da Cristo alla Chiesa di Laodicea, sorella di tante nostre comunità «stiepide, cioè né fredde né calde»: «Ti consiglio di comperare da me collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista» (Apocalisse 3,18), una vista sporcata da tante immagini vane e contaminate. Ed è particolarmente suggestivo che a sostenere quest'opera di catarsi non sia solo il glorioso e necessario insegnamento delle Scritture Sacre o dei Padri della Chiesa, qui ampiamente introdotti con le loro voci diverse che consolano e inquietano. [...] Padre Zelinskij convoca una folla inattesa di testimoni, spesso tenuti fuori dal tempio, eppure segnati dai "semi del Verbo" o dall'ansia della domanda e dell'attesa. La lista è sterminata: da Camus alla Weil, da Goethe a Heidegger, dalla Tsvetaeva a Bulgakov, da Pascal a Brodskij, da Dostoevskij a Stendhal, da Buber a Mandel'_tam, da Rilke a Quasimodo e cosi` via per almeno un centinaio di presenze che attestano non solo l'attrezzatura culturale dell'autore, ma anche ci ricordano che esiste un "cortile dei Gentili", ove si guarda e si tende verso lo spazio sacro della fede e del mistero.
Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi
Vladimir Zelinskij, nato nell'ex Unione Sovietica, sacerdote ortodosso a Brescia, è docente di Lingua e civiltà russa presso l'Università Cattolica
del Sacro Cuore, scrittore, giornalista, traduttore. Laureato in Filologia e letterature straniere a Mosca, dopo la sua conversione al cristianesimo ortodosso si è dedicato, in piena era sovietica, ad approfondire il pensiero religioso-filosofico russo. Ha pubblicato all'epoca numerosi testi sia all'estero che nella stampa clandestina. Nel 1991 si è trasferito da Mosca in Italia; collabora con molte riviste, partecipa a convegni internazionali e nazionali, è autore, in russo, italiano, francese e inglese, di centinaia di articoli e di vari libri. In Italia sono apparsi Perché il mondo creda. Un ortodosso di Mosca dialoga con il cardinal Ratzinger (La Casa di Matriona, 1988), Mistero, cuore, speranza (Ancora, 2010).
Un testo sul rapporto medico-paziente, dedicato a tutti i medici che con i loro pazienti parlano delle cose della vita.
Dopo la pubblicazione di Annunciare il Vangelo del matrimonio, che introduce alla teologia del matrimonio e della famiglia, in questo secondo volume l'Autore conduce la famiglia a riconoscere la propria identità lungo le strade della vita.Approfondendo temi come la fedeltà, la fecondità, l'educazione, la spiritualità, la relazione genitori-figli e analizzando situazioni matrimoniali difficili o irregolari, il testo presenta una serie di percorsi di morale coniugale e familiare esortando a vivere lo slancio del dono, la disponibilità all'accoglienza e la bellezza della convergenza nell'unità.«Volete camminare insieme con altre famiglie sulle strade dell'Amore? È impegnativo osare le vette della santità. Ma sarà una cosa meravigliosa».
Marcolino sta crescendo e, dopo aver affrontato nelle avventure del libro precedente tutta una serie di paure... questa volta scopre di provare tante e diverse emozioni. È capitato anche a te? Non ti preoccupare: provare sentimenti è normale, ma se leggerai queste storie capirai, con Marcolino, che anche l’emozione più brutta può essere trasformata in qualcosa di bello per te e per gli altri!
PER MAMMA E PAPà: Le emozioni di Marcolino ci svelano ciò che accade nel mondo interno del bambino, purché vi entriamo in punta di piedi, senza pretendere di fare intrusioni. Se il bambino sente che noi possiamo accogliere le sue emozioni può metterci sulla pista giusta ed imparare che può avere alleati per dare un nome alle sue emozioni e per trovare strategie per gestirle.
Una consulente familiare, Mariateresa Zattoni Gillini, lascia un poco il mondo degli adulti per dedicarsi ai bambini con concretezza e freschezza narrativa. Come consulente, esperta nella Consulta Nazionale della Famiglia nella CEI, docente all’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, ha molti testi a suo attivo (spesso scritti in coppia con il marito). Con Effatà Editrice ha pubblicato Le paure di Marcolino (2009).