Filippo Baldinucci, gran conoscitore di pitture e di disegni, come tale fiduciario della corte medicea, in particolare del cardinal Leopoldo, e in relazione con esperti di varie nazioni, fu l'autore del primo libro dedicato a una storia dell'incisione e ai suoi principali protagonisti. Le stampe ... appartenenti alle arti figurative, e molte firmate da nomi illustri sin dalla fine del Quattrocento, erano oggetto di interesse in tutto il mondo colto, ma due secoli dopo non avevano ancora avuto adeguata trattazione storica e critica, soprattutto era stato trascurato il ruolo e l'importanza di singoli incisori, e non sufficientemente indicati e commentati i protagonisti. Al proemio nel quale traccia i primordi della vicenda dell'incisione, con apertura assai oltre i confini della sua Toscana, Baldinucci fa seguire diciotto biografie di artisti, pittori-incisori, o semplicemente incisori, da Dürer a Callot, da Luca di Leida a Stefano Della Bella, da Marcantonio a Rembrandt, nelle quali, oltre la narrazione delle vicende personali e artistiche dei singoli, analizza la varietà delle tipologie delle stampe, le tecniche incisorie, le tematiche, le finalità, le committenze, dal che ne esce un quadro pressoché completo dello stato di quell'arte nel 1686, e anche, quel che giustifica il titolo del libro, "Cominciamento e progresso", l'idea di uno svolgimento progressivo del linguaggio dell'incisione, nel senso di "una bella gara fra il bulino e il pennello".
"Le voci della sera" è un breve romanzo del 1961, scritto durante il soggiorno londinese della Ginzburg e alla vigilia del ritorno in Italia. Con uno stile spoglio, fedele al rigore delle notazioni oggettive, la scrittrice esprime in questo romanzo il senso delle storie familiari, la presenza ... dei vecchi, il crescere doloroso dei giovani, l'allacciarsi e il mutare degli amori e delle amicizie. Della taciturna ragazza che scrive in prima persona il lettore soffre le speranze e le delusioni senza una riga di commento o giudizio o introspezione. L'introduzione è firmata da Italo Calvino. L'edizione è corredata da un apparato comprendente le notizie sul testo, un'antologia critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere.
Luogo riservato al riposo, allo svago, all'otium, ma anche simbolo di potere politico o economico, la villa, nel corso dei secoli, riflette i mutamenti del gusto e delle esigenze di chi la abita. La sua struttura e la posizione che occupa nel paesaggio sono da sempre il segno tangibile di una ... volontà di affermazione e di dominio sull'ambiente circostante ed è per questo che descriverne le forme significa, prima di tutto, descrivere le abitudini e le esigenze dei proprietari. Analizzando gli elementi comuni e quelli specifici della villa, dall'epoca romana (con i Tusci e il Laurentinum di Plinio il Giovane) a quella medicea, dai giardini romantici fino ai tentativi opposti di Le Corbusier, impegnato a estraniare l'edificio dalla natura, e di Wright, che nella celebre Casa sulla Cascata punta a raggiungere la simbiosi tra paesaggio e architettura, Ackerman mostra le molteplicità di forme che la villa ha assunto nel tempo, ma anche il ritratto di una vita di campagna il cui spirito è arrivato fino a noi praticamente immutato.
Lei ha trentatre anni, traduce testi per riviste specialistiche dall'islandese in undici lingue straniere, e consegna a domicilio i suoi lavori. Porta i capelli cortissimi, ama correre, e per entrare in casa degli amici non passa mai dalla porta principale ma scavalca i recinti e attraversa ... i giardini. È sposata da quattro anni e non ha, e non desidera avere, figli. Per contro, ha un'amica, Audur, una musicista squinternata che vive in un regime di totale anarchia: ha avuto un figlio, Tumi, che è sordo e ha gravi problemi di vista, e ora aspetta una coppia di gemelle da un altro uomo che non frequenta più. Inizia la storia. Nella stessa serata la protagonista investe un'oca, la raccoglie per poi cucinarla; visita il suo amante promettendosi che è l'ultima volta; consulta una sorta di chiaroveggente che le predice alcuni eventi che poi si verificheranno, fra cui una fortunata vincita alla lotteria dei sordomuti; torna a casa e il marito le dichiara di punto in bianco che vuole separarsi e che ama un'altra che aspetta già un figlio da lui. Per la protagonista è evidentemente tempo di cambiamenti. Decide cosi di prendersi una vacanza, anche se è novembre e piove ininterrottamente, e di fare un viaggio insieme a Tumi, che le è stato affidato da Audur. Durante questo viaggio la donna e il bambino vivranno magiche avventure e incontreranno strani personaggi, ma soprattutto impareranno un modo tutto loro per comunicare, capirsi e volersi bene.
La mattina dopo essersi rincontrati al ricevimento di matrimonio di due vecchi compagni di college, Rachel chiede ad Alex di sposarla. Sono passati dieci anni dall'ultima indimenticabile estate che i due hanno trascorso insieme nel silenzio dei prati semideserti di Oxford, ma per Alex e Rachel ... è come se il tempo fosse solo un'illusione incapace di nascondere il loro amore. Gli anni di matrimonio sono intimi, dolci, protetti. Ma brevi. Harry, il professore di letteratura inglese dei tempi dell'università, invita i due per una rimpatriata estiva e quella stessa notte, dopo essersi allontanata per una passeggiata solitaria in riva al lago, Rachel viene assassinata. Un grido, la corsa disperata di Alex verso il luogo in cui sua moglie stava morendo, e, infine, le lacrime di un uomo che tiene in grembo la testa ferita della sua donna e ne sente, per l'ultima volta, l'intimo peso. Qualche mese dopo Alex è seduto nello studio di Harry, in ascolto di una versione dei fatti sulla morte di sua moglie. Una versione, non l'unica; un narratore, non il più affidabile. Un torrente di ricordi, parole e visioni trasporta il peso di una verità sconosciuta e imprevista, di un mistero che Alex deve svelare per riappropriarsi dell'immagine ormai sfuggente della moglie. Chi era Rachel? Una giovane ricercatrice, un'orfana, una calamita per cose e persone che intorno a lei avevano trovato un ordine da non scompigliare...
Cosa accade quando si guarda un quadro? A cosa si pensa? Cosa si immagina? In che modo descrivere quello che si vede o si crede di vedere? E come può lo storico dell'arte interpretare davvero un quadro di cui crede di vedere tutto, mentre in realtà vede poco o niente? In sei brevi finzioni narrative ... che si presentano come altrettante indagini sull'evidenza del visibile, da Tiziano a Velàzquez, da Bruegel a Tintoretto, Daniel Arasse propone delle vere e proprie avventure dello sguardo. Un punto accomuna le opere considerate: la pittura rivela la sua potenza abbagliandoci, dimostrando che, paradossalmente, quando osserviamo un quadro non vediamo niente di quanto esso ci mostra. Non si vede niente, ma questo "niente" è lungi dal significare "nulla". In realtà, tutto ciò che serve per descrivere e interpretare un'opera d'arte è già sotto i nostri occhi, si tratta solo di attivare la nostra capacità di guardare per cogliere fino in fondo ciò che un'opera mostra ed esprime. Scritto da uno degli storici dell'arte più innovativi del secondo Novecento, con stile spigliato e divertente, questo libro ci avvicina alle infinite suggestioni della pittura, invitandoci a osservare ogni quadro nei dettagli e sempre come fosse la prima volta. Prefazione di Claudia Cieri Via.
Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio nell'alta società. Le indagini vengono affidate all'uomo di punta della ... squadra, l'ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti.
Nel 1948 la Repubblica ha risposto all'invocazione lanciata quattro secoli prima da Raffaello: la Costituzione ha spaccato in due la storia dell'arte italiana, assegnando al patrimonio storico e artistico della nazione una missione nuova al servizio del nuovo sovrano, il popolo. La storia dell'arte ... è in gran parte la storia dell'autorappresentazione delle classi dominanti. Ma la Costituzione le ha dato un senso di lettura radicalmente nuovo. Il patrimonio artistico è divenuto un luogo dei diritti della persona, una leva di costruzione dell'eguaglianza, un mezzo per includere coloro che erano sempre stati sottomessi ed espropriati. L'articolo 9 ha fatto di più: ha sancito solennemente l'unione indissolubile del patrimonio storico e artistico e del paesaggio, e ha trasformato in progetto il ruolo etico e politico che questa unione ha giocato nella storia d'Italia. Le interpretazioni della Corte costituzionale hanno ampliato ancora questa visione originalissima, prendendo coscienza che il primo e più essenziale bene comune è l'ambiente, la cui tutela in nome dell'interesse pubblico è condizione essenziale per la stessa esistenza di una democrazia moderna. Il progetto della Costituzione sull'ambiente, sul paesaggio e sul patrimonio artistico è la promessa di una rivoluzione: sta a noi mantenerla.
Quando stai per avere un figlio lo sai che ad aspettarti c'è l'uragano. Sai che alla meraviglia si mescolerà la fatica delle notti in bianco, dei pianti incomprensibili e del tempo che sparisce. Quello che non ti aspetti, mai, è che da un giorno all'altro l'uragano ti trascini nello stesso ospedale ... in cui tuo figlio è nato poche settimane prima. In un luogo cosi impronunciabile che devi inventartene un altro, di nome: Oncologia pediatrica, il Regno di Op. Ma c'è un'altra cosa che non ti aspetti, e che scopri pian piano, una verità che ha il profumo dei pop-corn, i colori dei pennarelli, il suono di una canzone o di una ninnananna. Ed è che i bambini, anche quando sono malati, restano sempre soprattutto bambini. La battaglia di Paola e di suo figlio si intreccia con quella di tante altre famiglie, di tanti bimbi di tutte le età, combattenti piccolissimi e invincibili, e con quella di chi nelle stanze del Grande Ospedale non è di passaggio: le infermiere, i portantini, i medici che "ogni giorno, come i pompieri, provano a spegnere il fuoco". Ma la guerra finisce, prima o poi. E quando esci in piedi, da una guerra cosi, ti senti che la vuoi raccontare. Ecco come nasce questa storia di solidarietà e resistenza, questa "maratona sui carboni ardenti" che Paola Natalicchio ci restituisce con una voce nitida e pungente, persino allegra, capace di scardinare il dolore per trasformarlo in coraggio.
Filastrocche che mettono in evidenza la libertà dei bambini, sorridono di qualche errore ortografico, fanno sognare viaggi straordinari anche a chi resta seduto sul divano in salotto. Questo libro prosegue idealmente il cammino delle notissime "Filastrocche in cielo e in terra" con divertenti ... trovate in rima e con l'invenzione di imprevedibili personaggi lanciati in versi alla scoperta del mondo. I quattro gruppi di filastrocche del volume toccano molti degli argomenti cari allo scrittore, dai giochi con le parole alla vitalità insospettata degli oggetti del mondo quotidiano, alle improvvise incursioni nei territori dell'utopia: un universo che parla ancora ai grandi e ai piccoli. Età di lettura: da 7 anni.