Quale che sia il loro scenario, tutti i personaggi della Controvita si confrontano con l'incessante tentazione di un'esistenza alternativa che possa ribaltare il loro destino.
A illuminare queste vite in transizione e a guidarci fra i suggestivi panorami del libro, familiari o alieni che siano, c'è la mente dello scrittore Nathan Zuckerman. Sua è l'intelligenza scettica e avvolgente che calcola il prezzo da pagare nella lotta per cambiare le sorti personali e dare un nuovo volto alla storia, che si attui in uno studio dentistico di un quartiere residenziale del New Jersey o in un villaggio inglese improntato alla tradizione nel Gloucestershire o in una chiesa del West End londinese o ancora in un minuscolo insediamento israeliano nel deserto della West Bank occupata.
«Il problema non consiste nell'o/o, nella scelta consapevole tra possibilità ugualmente difficili e incresciose: non è un o/o, ma un e/e/e/e/e e ancora e. La vita è composta di e: l'accidentale e l'immutabile, l'elusivo e l'afferrabile, il bizzarro e il prevedibile, l'attuale e il potenziale, tutte realtà che si moltiplicano, si aggrovigliano, si sovrappongono, entrano in collisione, si combinano tra loro¿ più il moltiplicarsi delle illusioni! Questo moltiplicato per questo, moltiplicato per questo, moltiplicato per questo...
Possibile che un essere umano dotato di intelligenza non sia molto di più che un produttore di incomprensioni su larga scala?»
«Roth è un genio del comico e in questo libro (meravigliosamente acuto, teso allo spasmo) sa elettrizzare».
Martin Amis
«Roth non ha mai scritto con tanta attenzione e, in alcuni passaggi, con tanto amore».
John Updike
«Caro don Lorenzo, sono passati quanti anni dalla lettera che mi hai inviato? Quarantadue? Quarantatre? Il mondo è cambiato mille volte da allora. Eppure io mi ritrovo a insegnare incredibilmente nella scuola dei tuoi poveri Gianni, sempre piú distinti dai ricchi Pierini. Non a Barbiana, bensí in una periferia palermitana. Quaranta anni fa, ci avevi convinti tutti. Noi insegnanti e quelli che decidono. Avevamo capito la tua lezione. Ci abbiamo provato a fare una scuola migliore. E l’avevamo fatta, lasciamelo dire, prima che arrivasse questo disastro». Quindici lettere di una professoressa (a Don Milani, al primo della classe, all’ultimo della classe, a una mamma, al presidente della Repubblica) per raccontare il disastro della scuola italiana.
Tutto era cominciato con un ragazzo dalla maglietta bianca e i capelli lunghi che dal palco de L'air du temps incantava le ragazze con la forza giovane della sua musica e la musicalità antica della sua lingua. A quei tempi Serey sembrava vivere solo di rock e della matematica che studiava all'università, eppure molto altro impegnava il suo cuore: da sei anni era lontano dal suo paese, da quando i Khmer Rossi avevano chiuso le frontiere della Cambogia. È durante questo esilio forzato che lo incontra lei. Di qualche anno più giovane, anche Anne deve fare i conti con la solitudine: quella di essere cresciuta senza un genitore, affidata a un padre il cui dolore aveva trasformato la dolcezza in severità. Tra Anne e Serey l'amore è quello disperato e senza domani di chi si abbandona all'altro come a una patria ritrovata, di chi impara per la prima volta la propria lingua madre.
Ma quando i Khmer vengono ricacciati sulle montagne e le frontiere riaperte, Serey deve tornare a casa e scoprire cosa è successo alla sua famiglia negli anni in cui Pol Pot ha trasformato la Cambogia in un inferno. Un periodo in cui il regime ha armato le mani dei contadini contro i propri stessi fratelli in nome di un'ideologia per cui era «meglio uccidere un innocente che lasciare in vita un solo traditore».
Quando, dopo undici anni senza avere sue notizie, le sembra di intravedere il volto di Serey in un servizio al telegiornale, Anne decide di partire per la Cambogia. Inizia così la battaglia, disperata, indimenticabile, di una donna forte e disposta a tutto per dare voce a chi è stato messo a tacere dalle ragioni della Storia.
Il fiume delle cento candele è un romanzo scritto come una lunga, struggente lettera d'amore, un canto rivolto all'amato assente e al suo paese che diventa una meditazione sofferta sulla verità e la giustizia, su quali parole usare per onorare i morti e pacificare i vivi. Anche quando ogni parola sembra venir meno.
In questo libro si parla di vita. Di amore, volontà, gioia, amicizia, dolore. Di scienza e fede, di corpo, piacere e cibo. E in particolare si parla tanto, profondamente, di madri e figli.
Sono molte le voci che si intrecciano in queste pagine, voci che provengono dal lontano passato del secondo conflitto mondiale, dagli anni difficili e pieni di speranza del dopoguerra, e dall'oggi: un tempo più vicino, più veloce e, per molti versi, migliore.
Un uomo decide di raccontare la propria storia. Le battaglie etiche e scientifiche che lo hanno visto protagonista. I momenti di affetto e di gioia vissuti con dolcezza e rispetto e quelli di amarezza e di dolore affrontati con coraggio e tenacia. E lo fa attraverso le storie delle molte donne che ha incontrato lungo tutta la sua vita, con le quali ha condiviso sentimenti, amicizie e lavoro.
Donne che di volta in volta si sono impegnate in una battaglia: contro la guerra, i pregiudizi, la malattia, la paura. Contro la moralità, i dogmi religiosi, la disinformazione, l'ipocrisia. O semplicemente contro la consuetudine e il senso comune: né buoni né cattivi, semplicemente granitici.
Donne che hanno deciso, ognuna a proprio modo e con la propria voce o afonia, di combattere e di non cadere. E soprattutto di non rinunciare, difendendo con un sorriso, sopra i denti stretti, se stesse, i propri affetti e ciò in cui credono.
Sono storie d'amore e libertà. Storie intense, spesso semplici e lievi nella loro immediatezza, a volte dure e tenaci. Con una costante che, pur nella diversità degli anni e delle realtà, le accomuna tutte: la volontà di prendere in mano la propria vita, di guardare sempre avanti, buttando via il meno possibile.
Cosí proprio il fatto che a raccontare sia un uomo (non un uomo qualsiasi, ma un medico, un ricercatore, un uomo di pensiero e pratica) permette di penetrare senza ipocrisie o sbavature retoriche un universo tanto connotato e a raccontare, senza imbarazzi e forzature, un mondo intimamente femminile.
Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita.
Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo.
E poi il bene piú prezioso: se stessi e il loro reciproco amore.
Nell'insuperabile creazione di McCarthy, la post-apocalisse assume il volto realistico di un padre e un figlio in viaggio su un groviglio di strade senza origine, dentro una natura ridotta a involucro asciutto,
fra le vestigia paurosamente riconoscibili di un mondo svuotato e inutile.
È il nostro contrario, quello che c'è dietro allo specchio, un pezzo di mondo che va a ritroso nel tempo, l'ombra dell'essere. L'antimateria è stata definita in molti modi dalla letteratura popolare e ancor piú spesso è stata fraintesa e ha dato luogo a leggende bizzarre, ispirando non poco la fantascienza e i pruriti millenaristi di molti autori.
Tuttavia, per quanto incredibile possa apparire, l'antimateria, la «materia al contrario», esiste davvero; anzi, è teoricamente necessaria. Elusiva e inafferrabile, è stata scoperta inconsapevolmente da un fisico russo, con un esperimento chiarissimo che però non si seppe interpretare nel modo giusto, per essere poi predetta teoricamente dal grande Dirac, che la ipotizzò per necessità formali, lavorando di carta e penna. Eppure, solo anni dopo, nel 1932, si arrivò a «vedere» effettivamente un positrone, l'inequivocabile antiparticella di un elettrone.
Per sua natura, l'antimateria è piuttosto pericolosa: annichila, fa completamente sparire nel nulla la materia «ordinaria» con cui entra in contatto, distruggendo se stessa e ottenendo in cambio energia, tutta l'energia possibile intrappolata nel mondo fin dai tempi del Big Bang. Non è strano quindi che la storia dell'antimateria, avvincente e tortuosa, accompagni da un lato le grandi scoperte della fisica del Novecento e dall'altro alimenti i timori e i misteri delle forze liberate dalla natura. In questo libro Frank Close coglie in pieno questo doppio registro, narrativo e scientifico, coinvolgendo Dan Brown, la misteriosa esplosione di Tunguska del 1908, la US Air Force, ma anche la splendida storia dei giganti della fisica, dalla rivoluzione quantistica ai prossimi, promettenti esperimenti sull'origine dell'Universo.
A Edoardo Gregotti la vita non costa fatica. Ha trent'anni, un bell'aspetto, ed è appena diventato avvocato, anche se in fondo non gliene importa poi molto. Il mondo accogliente che lo circonda gli basta per non farsi troppe domande: ama Marta, che «vede quello che gli altri non vedono, la rotta che c'è dentro di lui», suo padre è uno dei soci dello studio in cui lavora, il collega Mauro è un buon amico. Le sere nei locali sono un'abitudine, come la musica del suo iPod e i saluti notturni su Facebook prima di prendere sonno.
Edoardo ha imparato a riempire lo spazio e il tempo come se a guidarlo per le strade di Milano ci fosse un pilota automatico, ma quando incontra Ksenja - che adora passeggiare nel parco e la sera si esibisce nei locali «stringendosi al violoncello come se volesse aggrapparsi» - niente gli sembra più naturale che passare la notte con lei. È una storia qualsiasi, clandestina e casuale, che metterà sottosopra le certezze di Edo. Lo attende un risveglio tragico, un viaggio che lo porterà fino a Novgorod, sulle tracce di un destino che - anche se non lo riguarda - stava aspettando proprio lui.
Giorgio Scianna costruisce un meccanismo narrativo di forte tensione: una storia fatta di direzioni stabilite e scarti imprevisti, dove i continui ribaltamenti di prospettiva - anche i più drammatici - si trasformano in un'occasione per conoscere se stessi. I giovani personaggi di questo romanzo si comportano come se «il mondo potesse bussare ed entrare da un momento all'altro»: hanno a disposizione tutte le carte che la vita può offrire - l'amicizia e il tradimento, l'amore e la morte - e stanno per scoprire che scegliere significa sempre dover anche rinunciare.
Tra maggio e giugno, in una Oslo oppressa da una anomala ondata di calore, una serie di crimini raccapriccianti tengono in stato di tensione le forze di polizia. Da settimane infatti, ogni sabato sera, qualcuno si diverte ad attirare la polizia in locali inondati di sangue e con le pareti imbrattate da strane cifre.
Ma a inquietare Hanne Wilhelmsen è soprattutto un caso di stupro. Non che l'ispettrice non sia abituata ai casi di violenza sulle donne che, anzi, le vengono regolarmente affidati per le sue spiccate capacità empatiche. Ma quello della giovane donna segregata per una intera notte in casa propria, in uno dei quartieri piú eleganti della città, e seviziata brutalmente da uno sconosciuto, ha qualcosa di particolarmente efferato.
In piú, il padre della ragazza, incapace di accettare una simile violenza verso la figlia, ha deciso di portare avanti una sua indagine privata, con l'intenzione di farsi giustizia da sé. E l'ispettrice Hanne Wilhelmsen ha i minuti contati...
Dopo una rispettabile carriera come musicista country, Bad Blake si ritrova, a cinquantasette anni, semi-alcolizzato e con quattro matrimoni falliti alle spalle. Bad, con dieci dollari in tasca, gira il Paese a bordo del suo scassatissimo pick-up per esibirsi in locali che ormai non sono nulla più che sale da bowling o piccoli bar di provincia. Quando sembra ormai che la sua discesa sia inarrestabile, ecco apparire sulla sua strada una giovane giornalista, Jean Craddock, intenzionatissima a intervistarlo e forse anche dare un'altra chance al suo crazy heart...
«Il talento di Thomas Cobb si misura dalla sua abilità nel rendere piacevole anche una storia di fallimento, come quella di Bad Blake. Bad è un personaggio di cui si comprende fino in fondo il crazy heart e la trama del libro non perde un colpo...»
NY Times Book Review
«Crazy Heart è un libro magnifico. I personaggi sono veri americani. Bad Blake è un uomo che non dimenticherete molto facilmente.»
Washington Times
«Crazy Heart è il miglior romanzo country & western che sia mai stato scritto. Nessuno escluso.»
Houston Post
«Thomas Cobb ha tracciato un amaro e divertente ritratto psicologico di un genio sulla via del tramonto, che è anche un meraviglioso inno alla musica country. Bad Blake è alla fine della sua carriera di musicista, ma non lo dimenticherete mai. Crazy Heart è una splendida opera.»
Donald Barthelme
Questo libro, scritto da sei importanti studiosi, e che qui si presenta in una nuova edizione profondamente rinnovata, offre una ricostruzione nuova e originale di una delle maggiori eredità che l'antichità romana ha trasmesso all'Occidente moderno: il suo diritto. Esso è destinato innanzitutto agli studenti delle Facoltà di giurisprudenza. E, insieme a loro, a tutto quel pubblico di giuristi e di operatori del diritto, di insegnanti (per esempio, di latino e di storia), di docenti e studenti universitari di Lettere classiche, o semplicemente di persone colte, interessato ad approfondire, attraverso un racconto rigoroso e avvincente, un aspetto decisivo del nostro passato.