
"Il vecchio vive di ricordi e per i ricordi, ma la sua memoria si affievolisce di giorno in giorno. Il tempo della memoria procede all'inverso di quello reale: tanto più vivi i ricordi che affiorano nella reminiscenza quanto più lontani nel tempo degli eventi. Ma sai anche che ciò che è rimasto, o sei riuscito a scavare in quel pozzo senza fondo, non è che un'infinitesima parte della storia della tua vita." (Norberto Bobbio).
Per Luciano Ligabue le canzoni non sono poesie in musica. Sono canzoni, un'altra cosa. A maggior ragione, le poesie non sono canzoni senza musica. Sono - questo sí - un altro modo di raccontare storie ed emozioni. Oueste poesie segnano un esordio ma, in qualche modo, anche un ritorno al Ligabue delle origini, il Ligabue dei primi album e dei racconti di Fuori e dentro il borgo più che del romanzo "La neve se ne frega", il Ligabue che riscopre il gusto di raccontare persone e personaggi. C'è il padre morente, il figlio che cresce, ma anche la strana insegnante di educazione fisica, e l'antipatico Marzio, c'è "B", che "è tornato, è morto, ma si era sbagliato", c'è la bambina scappata di casa tanto tempo fa. Non solo storie. Una raccolta che alterna analogie e rimandi a improvvisi "intervalli". Poesie che non hanno una morale -ci mancherebbe - ma che non hanno paura ad affermare che nella vita occorre "accettare meraviglia" ed essere, sempre e comunque, come "un paio di farfalle dure a morire". Testi che riconoscono nei maestri della poesia americana del Novecento un punto di riferimento, dai quali Ligabue - come ogni allievo che si rispetti - si allontana subito. Perché la sua voce, anche nelle poesie, è inconfondibilmente e solo sua.
Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell'Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta. Opera di ispirazione autobiografica, questo romanzo, capolavoro della letteratura europea, esprime compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una mitica e solida borghesia, la coscienza della crisi di un mondo e di valori destinati inesorabilmente a scomparire.
C. W. Ceram si è proposto, in questo libro ormai divenuto un classico, "di mettere in luce il carattere appassionante, drammatico, profondamente umano" delle ricerche archeologiche. In sua compagnia assistiamo ai favolosi trionfi registrati nelle scoperte di civiltà scomparse, al seguito di archeologi, scavatori, ostinati studiosi come Schliemann o Thompson, di quanti hanno rivelato civiltà dimenticate di cinquemila anni or sono. Partendo dal primo teorico della nuova scienza, Winckelmann, e giungendo alle moderne esplorazioni americane nei territori dei Maya e degli Aztechi, Ceram traccia un'avventurosa storia dell'archeologia nei suoi principali teatri: il Mediterraneo, l'Egitto, la Mesopotamia, l'America.
Gli animali aprono davanti all'uomo una profondità che attira e imbarazza, che rimanda a luoghi o meccanismi della psiche spesso dimenticati, se non rimossi. Kipling è lo scrittore che ha cercato, con curiosità e dedizione, di spiare nelle bestie questi mondi sommersi. Il volume raccoglie tutte le scritture "animali" di Kipling mostrando come, pur nelle differenze di genere, ci sia una continuità di sguardo, un'elaborazione mitica, uno straniamento della narrazione che le carica di un fascino particolare.
Ricardo conosce la "ragazza cattiva" da adolescente, a Lima, e per trent'anni la rincorre in lungo e in largo per il mondo, colpito da un amore folle e sconsiderato. Lei ama nascondersi sotto false identità, è sempre in fuga da qualcosa, irretita da ideali politici, alla ricerca di libertà, ma anche di patrimoni da depredare. La rincontra a Parigi, dove lei è di passaggio, guerrigliera della MIR destinata all'addestramento a Cuba: sull'isola seduce un capo castrista, poi un diplomatico francese che la riporta con sé in Europa. Seduce poi un benestante inglese, per poi finire con un mafioso giapponese, che la devasta nel morale e nel fisico con ripetute, terribili violenze sessuali. Ogni volta Ricardo è lì a proteggerla. E ogni volta lei riprende la sua via di fuga.
Un venerdì Santo nella chiesa di Nostra Signora della Necessità, il giudice della Corte d'Appello Marcantonio Muscarà viene pubblicamente segnato a dito dal sospetto. I due giovani giornalisti dell'"Ora" sono lì, a sparare flash in faccia. C'è anche la figlia di Muscarà che riconosce in uno dei due un suo vecchio (e amato) compagno di università, e non lo perdona... Intorno a lei Sottile ricostruisce quel "teatro palermitano delle evanescenze" dove si rappresentano drammi e misteri di una borghesia che si crede al riparo da ongi contaminazione e puntualmente si ritrova, legata mani e piedi, dentro il gioco mafioso.
Scritto nel 1903, il racconto è la storia del lento pervenire del giovane Kröger alla coscienza della propria diversità dai coetanei. In una condizione di totale isolamento la sua sensibilità si dibatte nell'antinomia tra origini borghesi e attrazione per l'arte. Il contrasto fra arte-malattia da un lato e borghesia-normalità dall'altro - matrice della poetica di Thomas Mann - si manifesta nel silenzioso idillio con Ingeborg Holm e nell'incompresa amicizia per Hans Hansen: le due figure che costituiranno per sempre i limiti della solitudine e della gelosia di Tonio. Questo difficile equilibrio viene vissuto con drammatica inquietudine tra Lubecca, dove il giovane scrittore è nato e si è formato, e Monaco, dove diventerà celebre, senza sedare del tutto le proprie angosce.
Nel '500 la discussione sul Purgatorio ha opposto in dura polemica la Chiesa di Roma ai seguaci della Riforma protestante. Ma è sin dal 1100 che si afferma la credenza di un luogo intermedio dell'aldilà: un evento che va oltre la storia della religione e della spiritualità, e che Le Goff ricollega alle nuove strutture sociali e politiche del feudalesimo, e alle conquiste economiche, agricole e mercantili del secolo. Una nuova visione del mondo chiede che il peccato non decida tragicamente il destino dell'anima umana, che possa darsi una possibilità di redenzione. In una società profondamente impregnata di religione, osserva Le Goff, cambiare la geografia dell'aldilà significa operare una vera rivoluzione mentale, vuol dire cambiare la vita.
Storia di tre generazioni della potente famiglia catanese degli Uzeda di Francalanza, di antica origine spagnola, pronta a tutto pur di conservare la supremazia anche nella nuova, contraddittoria Italia unita. Il formidabile esempio con cui si è misurato Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un'implacabile lezione di opportunismo politico. Eppure, a parte Capuana e Verga, Federico De Roberto (Napoli 1861 - Catania 1927), ebbe pochi sostenitori e soprattutto un detrattore famoso, Benedetto Croce, che stroncò tutte le sue opere. La rivalutazione di De Roberto è cominciata solo dopo la Seconda guerra mondiale, con la pubblicazione di diversi saggi critici. Proponiamo in questa edizione gli scritti di Luigi Baldacci e Leonardo Sciascia.