
"Scrive Maugham, ossia uno dei più straordinari indagatori dei possibili narrativi, in un suo racconto, che alle donne "non interessa il senso dell'umorismo". Ma è proprio vero? Forse ai tempi dell'impero britannico. Oggi le donne sanno fare tutto quello che fanno gli uomini, secondo qualcuno anche meglio, e sono diventate sensibili a quella misteriosa e benemerita tonalità. Alice, editor della casa editrice Fazi, nonché moglie del titolare, sceglie, in questo suo libro in terza persona (romanzo? diario dissimulato? trattamento per un possibile film?), un punto di vista obliquo, che si proietta sul mondo da un'angolazione che ha il potere di incrociare, coordinare e concertare fra loro persino i contrari più irriducibili. Ingranata la marcia dello humour, la realtà non è abolita, ma si rende sopportabile, talora comincia addirittura a lievitare. Il racconto ha inizio con la descrizione di un viaggio alle Maldive, aprendosi poi a fisarmonica lungo l'arco di circa mezzo secolo, con largo spazio all'oggi. Quanto ai soggiorni all'estero, ne seguiranno molti altri, tutti godibilissimi per il lettore, fra cui quello in Giappone (nessuno lo conosceva così, cioè come realmente è). Protagonista il marito, l'editore Elido Fazi, impegnato nella quest che lo porta dai contrafforti del natio, rude e generoso Piceno all'Inghilterra dell'Economist, e quindi, ormai imprenditore di successo, alla Roma, sempre felliniana, e ora anche sorrentiniana, dei nostri anni..." (Giuseppe Leonelli)
"Se avessi un migliaio di dollari vi comprerei, a voi due". Così canticchiava Mrs Komareck ad Alex e a suo fratello Howard quando erano piccoli e lei badava a loro. È il primo ricordo che Alex ha in riformatorio, dove si trova per aver rubato quattordici macchine, l'ultima una Buick del 1959. Un ricordo tenero in una vita da adolescente inquieta e ingrata. Come è difficile vivere negli anni Cinquanta a Detroit, la città delle industrie di automobili e di chi ci lavora, dove le strade esalano gli odori e i fumi della meccanica e l'inverno del Michigan ricopre di bianco ogni cosa. Avere sedici anni e vivere con un padre che alza troppo il gomito, sentire una spina che punge il cuore senza sapere dove comincia la strada per la ricerca di una qualche specie di felicità. Questo è Alex: una famiglia che non è un nido caldo, ma piuttosto quel che rimane di un oggetto esploso, il desiderio bruciante per Irene Sheaffer, la malinconica ricerca di un proprio posto nel mondo, di uno specchio in cui un giorno si potrà guardare e riconoscere. Theodore Weesner esordì con "Ladro di macchine" agli inizi degli anni Settanta, ripercorrendo nella vicenda di Alex quelle che erano state la sua infanzia e adolescenza, e fu un inatteso successo da 500.000 copie. Con la rara capacità di cogliere le ansie di un'età e di disegnare i contorni sociali e ambientali della città industriale di Detroit, "Ladro di macchine" è il racconto commovente eppure schietto di un ragazzo e del suo mondo...
Cosa ci rende unici come specie? Qual è la caratteristica che ci avvicina al divino? Per Matthew Fox è proprio la creatività, il potere dell'immaginazione, la nostra capacità di trasformare ed evolverci. In questo saggio profondo ma scritto in un linguaggio semplice, avvalendosi delle scoperte scientifiche così come delle sacre scritture e delle tradizioni spirituali e religiose orientali, Fox spiega che la creatività può rivolgersi al bene, assumendo un potere salvifico, come al male, sprofondando nel demoniaco, ma è il tratto vitale degli esseri umani, ciò che ci rende artefici e responsabili della nostra storia. Nel "caos" della vita contemporanea, dove in gioco c'è la sopravvivenza della specie e quella della terra nel suo complesso, servono coraggio, rischio e innovazione. Dando una sua innovativa lettura del "peccato originale", della figura del Cristo storico e di alcuni miti fondativi come quello di Prometeo, Fox stila un appello a coltivare ed esprimere la creatività, andando anche contro l'insegnamento della Chiesa ufficiale che spesso si concentra esclusivamente sull'obbedienza.
A distanza di millenni, le figure di Socrate, Buddha, Confucio e Gesù non hanno smesso di suscitare la nostra viva curiosità e ancora rivestono un enorme significato nella vita di milioni di persone. Come spiegare la loro influenza nella storia dell'uomo, apparentemente destinata a durare in eterno? Qual è il modo per comprendere la loro eredità? Karl Jaspers si confronta con queste domande in "Socrate, Buddha, Confucio", Gesù, un estratto dall'opera del 1957 "I grandi filosofi", che oggi Campo dei Fiori presenta al lettore italiano come testo autonomo. In questo scritto il filosofo e psichiatra tedesco illustra le quattro "personalità decisive" nella convinzione che conoscerle a fondo equivalga a una "chiarificazione della coscienza storica universale". Jaspers riporta le biografie, cita le fonti, ricostruisce la storia della ricezione e sviscera il significato permanente della vita e dell'opera di questi quattro uomini. Il pensiero scoperto nel dialogo da Socrate, l'abbandono del mondo di Buddha, la centralità dell'ethos di Confucio e l'amore incondizionato di Gesù sono ancora oggi cardini attorno ai quali si orienta la civiltà umana, ma che in ogni epoca, e quindi anche nella nostra, devono essere interpretati e sperimentati di nuovo. In nome di Socrate, Buddha, Confucio e Gesù sono nate chiese, scuole, movimenti e dottrine che spesso hanno tradito lo spirito delle quattro persone che ne sono all'origine. Con grande lucidità Jaspers cerca di restituircele in tutta la loro grandezza.
Siamo nel 1938, in pieno fascismo, e l'eccitazione di un intero paese ruota attorno alla gara di uccelli che da anni dà lustro al piccolo centro sul lago d'Iseo protagonista della storia. Con il suo merlo, vorrebbe vincere la sfida Guido Arcangeli, operaio della Riva, felicemente sposato con Angelina eppure chiamato "l'eroe" per via della sua propensione a sedurre altre donne tutt'altro che affascinanti. Guido tuttavia non sembra avere molte chance specie di fronte al cognato Astolfi, che da anni è l'indiscusso dominatore della gara; in più, aspirerebbero al successo anche Francesco Riva, figlio del titolare dell'azienda omonima (e forte di un rarissimo usignolo giapponese), il capitano dei carabinieri e diversi forestieri. Nell'approssimarsi dell'evento, mentre Guido è vittima di un'improvvisa impotenza attribuita alla tensione, fervono i preparativi e le manovre, lecite e meno lecite, per assicurarsi il premio. Alla fine, il trofeo andrà a uno straniero, un "terrone" proveniente dalla "Calambria", che tuttavia verrà accusato di aver usato l'inganno per ottenere la vittoria. Il lieto fine è assicurato.
Un elicottero vola sopra il mar Baltico trasportando il detective Fredrik Borman, ferito gravemente alla testa e con scarse possibilità di sopravvivere. La causa dell'incidente è da ricercarsi nella trama della sua ultima inchiesta. Tre settimane prima due cadaveri sono stati rinvenuti in una fattoria vicino Levide: una donna, uccisa con un colpo alla testa, e un uomo fatto a pezzi, il cui corpo non è più riconoscibile. Al momento del ritrovamento sul pavimento in parquet del soggiorno, i due erano già morti da due giorni. Il proprietario della casa, Arvid Traneus, era appena rientrato dal Giappone dopo anni di lavoro laggiù come consulente di una grande impresa. Sulle prime la polizia pensa che sia lui l'uomo assassinato, dato che la donna viene riconosciuta come la moglie. Ma le indagini condurranno a identificare il corpo dell'uomo come quello del cognato di Arvid e il caso cambierà direzione, mentre chi è sospettato sembra essere svanito nel nulla.
Maria Luigia Librandi, detta Lulù, si sveglia una mattina in una clinica senza alcun ricordo né di sé né del proprio passato. Accanto al letto, solo una favolosa Birkin di Hermès in pelle di coccodrillo, rosa, con un'esplicita richiesta di perdono. Grazie all'aiuto di Andrea Martini, fascinoso medico quarantenne, Lulù comincerà a riscoprire la propria vita: dal periodo come fuorisede dopo lo spaesante arrivo nella capitale al presente come avvocato d'affari per un importante studio legale. Attraverso gli incontri organizzati dal dottore, un pezzo alla volta riaffiorerà l'identità della ragazza, colta nelle sue varie metamorfosi. Dall'oblio riemergerà anche il rapporto con lui, Alessandro Malaspina, "presuntuoso, arrogante e sull'autocelebrativo andante", da cui Lulù, pur continuamente in fuga, si era sempre sentita attratta. Nel frattempo, alcune domande fondamentali affollano la mente della protagonista: è soddisfatta della propria vita? È stata lei a cercare di voler dimenticare qualcosa? E chi è la donna elegantissima che l'aspetta nel corridoio su tacchi Louboutin implorando di incontrarla? Una mattina, le note di A Te di Jovanotti raggiungono Lulù (sempre avvinghiata alla sua Birkin) aiutandola a ricomporre il puzzle della situazione. E all'improvviso niente è più come sembra, neppure chi la circonda.
"In che modo dobbiamo intendere lo splendore dell'universo? Noi siamo circondati dalla bellezza. Quale ne è stata la causa?". Contemplando l'immensità del mondo naturale di cui è parte, l'uomo ha sempre provato un senso di stupore, a partire da quello che inevitabilmente ci coglie ogni volta che alziamo lo sguardo al cielo stellato. Dalla meraviglia dell'umanità davanti alle forze cosmiche sono nati culti, miti, leggende, ma anche la curiosità e il desiderio di sapere all'origine della scienza. Oggi, ci ricordano gli autori di questo saggio: "siamo la prima generazione ad aver compreso la portata scientifica globale della storia dell'universo". Una storia che si può raccontare come un viaggio: Il matematico e cosmologo Brian Swimme e la studiosa di religioni Mary Evelyn Tucker tornano indietro di oltre 13 miliardi di anni, quando avvenne il Big Bang, e passano per le tappe che hanno portato alla formazione della vita sulla nostra Terra. Forze di attrazione, particelle elementari che si legano e si scindono, miliardi di galassie che ospitano trilioni di stelle: il nostro cosmo è animato da una capacità creativa pressoché illimitata. L'immagine che ne abbiamo oggi, resa possibile dalle scoperte di uomini rivoluzionari come Keplero, Copernico, Galileo, Darwin o Einstein e dalle conquiste della tecnica, è quella di un universo in espansione, "vivente", ma non privo di mistero.
"Idillio con cagnolino" è un fermo immagine sulla perfezione di un triangolo amoroso tra una figlia, una madre e una nonna. Ovvero mette in scena la storia che passa, come una linea retta tra una nonna arcaica e post-bellica, una madre cresciuta nel periodo del boom economico e una figlia digitale. Il risultato non è scontato: nelle luminose affermazioni della bambina, quasi dei piccoli apologhi, si intravede molto del nostro passato, come un filo che si riannoda con la saggezza dei vecchi. Sullo sfondo un dialogo serrato tra città e campagna, tra capitalismo e difesa dell'essenziale, tra grandi temi e piccole osservazioni domestiche. Ecco che "Idillio con cagnolino" mette la sordina per parlare delle grandi ingiustizie sociali e storiche, lo fa ascoltando il punto di vista di una bambina che parla con i suoi giocattoli, con i lupi e le streghe. E noi vediamo i grandi lupi della Storia, i cattivi di sempre. L'Idillio si chiude con il Pianto per la distruzione di Beslan, un allucinato resoconto di come il nuovo millennio sia potuto iniziare con una strage di bambini. L'Idillio rivela la sua natura di incanto provvisorio, di attimo di quiete strappato all'imprevisto, all'incidente, al terrore. E proprio per questo fatalmente vitale.
Shanghai, detta "la Parigi d'Oriente", è la metropoli più popolosa del mondo, oltre che la capitale economica della Cina, una delle città più alla moda dell'Asia. Il libro si appunta sulle caratteristiche non solo fisiche, svelando i segreti di un paese attraverso la descrizione del suo centro più dinamico. Ricca di fascino ma soprattutto di occasioni da cogliere al volo (dallo studio al turismo, all'impresa), Shanghai può diventare esperienza di vita oltre che meta per le migliori opportunità di lavoro in Asia. Dai grattacieli del centro finanziario di Pudong agli edifici tradizionali della zona di Puxi, tutti ugualmente affacciati sul fiume Huangpu, un'aria di forte modernità pervade i distretti senza mai intaccare le radici di un'antica cultura.

