Che cosa significa essere artisti oggi? È una forma particolare di imprenditorialità o una vocazione quasi religiosa? È un modo di fare filosofia o di fare intrattenimento? Nei tre atti che lo compongono - fittamente interconnessi ma distinti, intitolati rispettivamente alla politica, alle affinità, al mestiere - questo libro mette a confronto le differenti risposte che si possono dare a una semplice domanda: che cos'è un artista? Basandosi su centinaia di incontri di persona con alcuni dei più importanti artisti a livello internazionale, cerca di spiegare che cosa voglia dire produrre opere d'arte ai nostri giorni nel mondo. Grazie alla guida dell'autrice, abbiamo accesso in modo inedito alle vite degli artisti, attraverso le chat di tarda notte via Skype con Ai Weiwei o le corse in taxi con Maurizio Cattelan per andare e tornare dalla mostra intitolata alla sua morte. Seguiamo Thornton mentre investiga le psicologie, le personalità, le convinzioni politiche, le reti sociali degli artisti, mentre ne scandaglia gli studi, le case e le esposizioni personali, ponendo domande su tutto ciò che li riguarda, dai conti in banca alle camere da letto, e facendo da testimone di un'idea che nasce o di opere che prendono forma, di crisi e trionfi dei protagonisti. Ne risulta una serie di vividi quadri, legati in una narrazione rivelatoria nel giustapporre le diverse risposte, e non risposte, date alla domanda "che cos'è un artista?".
John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek si ritrovarono su fronti opposti in una contrapposizione che si fece sempre più netta e che diede luogo al maggiore scontro in campo economico della storia contemporanea. Al centro della contesa si impose la questione se spettasse ai governi e allo stato intervenire nel mercato e in economia, o meno. Tutti e due poterono osservare l'espansione e la recessione del ciclo economico dell'epoca, ma giunsero a conclusioni molto differenti in proposito. Hayek era convinto che il fatto di alterare l'"equilibrio" del libero mercato avrebbe provocato una selvaggia inflazione. Keynes credeva invece che per contrastare la disoccupazione di massa e favorire la crescita alla fine di un ciclo servisse la spesa pubblica. Sarebbero stati in disaccordo per il resto delle loro vite e per vent'anni si confrontarono per lettera, con sapienti articoli e interventi accademici, in accalorate conversazioni private e infine tramite i ferventi discepoli: da John Kenneth Galbraith a Milton Friedman. Dalla Grande depressione alla seconda guerra mondiale e dal dopoguerra al presente, Nicholas Wapshott, nel suo stile narrativo e con grande capacità di rendere comprensibili complesse questioni economico-finanziarie, riporta in vita gli animati dibattiti tra questi due giganti del ventesimo secolo, la cui eredità condiziona tuttora il dibattito politico.
Contare qualcosa per qualcuno. Un programma per la vita, apparentemente elementare, il cui perseguimento determina la qualità delle nostre giornate, eppure spesso così difficile da trasformare in una reale risorsa per sé e per gli altri. Vi sono delle precise ragioni che sostengono delusioni, tradimenti, sofferenze, fallimenti emotivi ed esistenziali. Le stesse che sovente ci impediscono di raggiungere una vita affettiva e sentimentale gratificante. Nulla accade per caso in questo delicato dominio. L'autore mette a nudo i meccanismi che stanno alla base della nostra capacità di costruire relazioni stabili, vitali e non distruttive, a partire dalle impressioni acquisite nel corso dell'infanzia, quando prendono corpo le linee fondamentali dello stile di vita. Da lì, mostra il dipanarsi del filo rosso che intesse la storia delle nostre relazioni, aiutandoci a riconoscere i nodi che ne bloccano la carica vitale.
Il cromosoma Y impone regole precise alle quali si deve obbedire. Ma perché agli uomini non è permesso mai piangere, anche quando sono sopraffatti dal dolore? Perché un uomo non può mostrarsi sensibile ed emotivo? Perché agli uomini viene insegnato che non devono chiedere aiuto? Con lo stile del dialogo, l'autore parla agli adolescenti e propone un nuovo pensiero "declinato al maschile" ma lontano dagli stereotipi che impongono ai giovani maschi di conquistare la propria identità di genere, ispirandosi al mito del cow boy oppure a quello dell'uomo che, di fronte a una donna, ha come unico obiettivo quello di "farsela". Età di lettura: da 10 anni.
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.
Costretto all'esilio dal duca di Lu, Confucio disse: "Se la mia strada finisce salirò su una zattera e mi lascerò portare verso il mare". E così Kongzi, settantaseiesimo discendente diretto del grande filosofo, fugge con la moglie incinta e la figlia quando la Squadra della pianificazione familiare entra nel villaggio per sterilizzare con la forza tutte le donne fertili e interrompere le gravidanze di quelle che hanno già un figlio. Mentre la Cina si avvia a diventare la prima potenza mondiale, Kongzi e Meili vanno alla deriva lungo lo Yangtze, portando il lettore in un disperato e poetico viaggio attraverso il paesaggio che si trasforma e la tragedia provocata dall'esperimento di ingegneria sociale concepito per contenere, a costo di qualsiasi violenza sul corpo delle donne, la crescita demografica del paese. Dal coraggioso autore di "Pechino in coma", le cui opere sono tuttora bandite in Cina, un nuovo romanzo che racconta il volto oscuro del miracolo economico cinese.
Per quanto siamo immersi in una situazione di relativo benessere, il mostro della spirale delle prestazioni, del non potercela fare, di non riuscire a far fronte alle avversità della vita, è costantemente in agguato nella nostra quotidianità domestica e lavorativa. E, quando sembra che la sorte si accanisca contro di noi o, semplicemente, che le nostre aspettative vengano deluse, sarebbe bello avere una specie di callo sull'anima! Un modo di affrontare la vita che direzioni sempre lo sguardo verso il futuro e che riposi sulla capacità di "lasciar andare" e sulla fiducia in se stessi. Ci sono persone che possono contare su questa forza, solo apparentemente fuori dal comune: molti infatti ne sono dotati, ma molti altri possono apprenderla. Christina Berndt descrive ciò che neurobiologi, genetisti e psicologi hanno di recente scoperto su questa capacità di resistenza, e, dopo aver svelato cosa c'è davvero alla sua base, offre numerosi consigli pratici perché tutti possano fortificarla e avvalersene. Certo, di norma le fondamenta della resilienza si gettano nella prima infanzia, ma si può recuperarle anche più avanti negli anni, con le strategie giuste.
Il ruolo della religione cristiana nel mondo globalizzato e multiculturale, il suo rapporto con la morale, il complesso e delicato confronto tra verità e libertà e tra relativismo e fede, i pericoli e le tensioni di un mondo dove sembrano riaffacciarsi forme di violenza di matrice religiosa. Attorno a questi temi si sta articolando, ormai da qualche anno, anche il dialogo fra due dei più importanti pensatori viventi: l'antropologo francese René Girard e il filosofo italiano Gianni Vattimo. Partendo da presupposti speculativi differenti (l'antropologia cristiana di Girard e la filosofia heideggeriana di Vattimo), le risposte dei due interlocutori sono non di rado contrapposte, ma rimandano anche alla condivisione di alcuni valori, e a un comune atteggiamento di dialogo. Il testo, a cura di Pierpaolo Antonello, presenta al grande pubblico la trascrizione di tre conferenze che hanno visto i due autori confrontarsi sui punti più radicali del loro pensiero.
Pubblicato nel 1887, "Uno studio in rosso" è il primo romanzo (di quattro) in cui compare a tutto tondo il personaggio di Sherlock Holmes. Affiancato dal medico John Watson, congedato dall'esercito per una ferita, l'investigatore inglese si contraddistingue per le straordinarie competenze in chimica e anatomia e l'incredibile capacità deduttiva, messa in atto a partire da pochi particolari fisici o da dettagli relativi all'abbigliamento. "Uno studio in rosso" si incentra sul misterioso omicidio di un uomo, trovato morto in una casa con accanto un anello nuziale da donna e la scritta "Rache" (vendetta, in tedesco) sul muro. In questo primo romanzo sono già presenti quasi tutti gli elementi che renderanno immortale la figura di Sherlock Holmes: la città di Londra avvolta in una nebbia fitta e impenetrabile, il compagno di avventure Watson, emblema del punto di vista dell'uomo comune, e chiaramente lui, Holmes, che in breve tempo comincerà a vivere di vita propria, tanto da ispirare una sterminata produzione cinematografica e televisiva.
Sospettato ingiustamente di furto nella banca per cui lavora, Giustino si fa prendere dal panico e scappa, buttandosi dalla finestra. Piomba dritto in un camion dell'immondizia che lo trasporta fino alla discarica, dove fa la conoscenza di Dante, un ratto di quaranta chili che vive in mezzo alla spazzatura. Pur estraneo alle regole della buona società, il ratto conduce una vita più ordinata ed etica di quella di molti altri. Per esempio, rovista nella discarica e raccoglie tutti gli oggetti in buono stato e li porta al banco dei pegni, convertendoli in moneta sonante. Dunque Dante non è un parassita: svolge un lavoro. All'inizio Giustino è terrorizzato dal ratto gigante e dalle schifezze della discarica. Ma poi si rende conto che Dante è l'unico ad aiutarlo, ad accoglierlo nella propria tana, mentre tutti gli altri lo hanno abbandonato. Poco alla volta capisce quanto fosse superficiale la sua esistenza di un tempo. Nello spirito un po' anarchico e scanzonato della letteratura scandinava per ragazzi, Dante e Giustino formano un'irresistibile "strana coppia", le cui avventure celano temi di grande serietà e rilevanza: quali sono i veri valori nei rapporti interpersonali? E rispetto alla società? E rispetto ai soldi? Età di lettura: da 9 anni.