Nel corso della storia le carte geografiche hanno modellato la nostra visione del mondo e il posto che vi occupiamo. In questo libro, Jerry Brotton sostiene che, lungi dall'essere meri strumenti della scienza, le mappe del mondo sono inevitabilmente descrizioni parziali e soggettive, intimamente legate ai sistemi di potere, all'autorità e alla creatività di tempi e luoghi particolari. I disegnatori di mappe non si limitano a raffigurare il mondo, lo costruiscono sulla base delle idee vigenti nella loro epoca. Questo libro analizza il significato di dodici mappe del mondo riprese dalla storia globale, a partire dalle rappresentazioni mistiche della storia antica e per finire con le immagini di derivazione satellitare contemporanee. Ricrea gli ambienti e le circostanze in cui queste carte sono state fatte, mostrando come ciascuna di esse trasmetta un'immagine estremamente personale del mondo: la prospettiva cristiana centrata su Gerusalemme del "mappamundi" di Hereford del XIV secolo; la più antica mappa coreana che mostra la Terra intera, compresa l'Europa; la prima autentica visione del mondo globalizzato del portoghese Diego Ribeiro agli inizi del XVI secolo; la proiezione negli anni Settanta del Novecento che aveva l'ambizione di dare uguale dignità al "terzo mondo" e il pianeta secondo Google. Brotton rivela come ogni mappa abbia tanto influenzato quanto riflesso gli eventi contemporanei e come, leggendole, si possano meglio comprendere gli universi che le hanno prodotte.
Brooklyn, ai giorni nostri. Durante una tempesta di neve, Richard Bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di Evelyn Ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal Guatemala. Quello che sembra solo un banale incidente prende tutt’altra piega quando Evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto. Smarrito, Richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, Lucía Maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle. Lucía, Evelyn e Richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili. Tre destini che Isabel Allende incrocia per dare vita a un romanzo mozzafiato e molto attuale sull’emigrazione e l’identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l’inverno, ci aspetti sempre un’invincibile estate.
“Voleva approfittare di ogni singolo giorno, perché ormai erano contati e sicuramente erano meno di quelli che lei sperava. Non c’era tempo da perdere.”
Noi uomini osserviamo i gatti, ma anche i gatti ci studiano. In quegli occhi in apparenza indecifrabili si specchia il loro, e il nostro, mondo.
Lo sa bene Doris Lessing, che con i gatti ha sempre convissuto, fin dal primo, raccolto per strada a Teheran quando aveva tre anni. Poi da bambina, in Sudafrica, e a Londra, da adulta.
Alcuni aggressivi, altri più sornioni, tutti in cerca di attenzione, questi animali enigmatici ed eleganti si trasformano in creature straordinarie sotto lo sguardo attento del premio Nobel per la letteratura, che ne descrive carattere, temperamento e gusti con la lucidità con cui nei suoi libri analizza se stessa e la società umana.
Il risultato sono alcune delle pagine più intime e intense di Doris Lessing, che, nel raccontare i gatti speciali della sua vita, porta con sé il lettore in un affascinante viaggio attraverso gli anni e i continenti, fino a svelargli l’autentico, misterioso e seducente linguaggio dei gatti.
Un omaggio illustre al mondo felino, un’autentica delizia letteraria, arricchita dalle illustrazioni moderne e sensuali di Joana Santamans.
“Che può esservi mai di altrettanto grazioso, di altrettanto delicato di un gatto? Che cosa, se non una creatura dell’aria?”
Immagina di fare un lavoro che ti gratifichi sia come persona sia come professionista, un lavoro che ti dia la possibilità di crescere e imparare, che ti permetta di diventare la miglior versione di te stesso.
Questo lavoro esiste, ma né lo trovi né lo perdi: te lo devi inventare. E questo è il momento giusto!
Ma come si fa a inventarsi il lavoro?
All’interno di questo libro Jacopo Perfetti propone un percorso pratico e originale per creare la propria professione attraverso centinaia di strumenti e consigli che l’autore ha appreso dalla sua esperienza di imprenditore e docente universitario, dai suoi stessi errori e dalla storia illuminante di personaggi che hanno elaborato grandi pensieri e fatto cose incredibili.
In quest’epoca di turbolenza e cambiamento, meglio non perdere tempo a inseguire sogni di carriera che non esistono più, meglio abbracciare l’incertezza e trasformarla in un’occasione per investire sui tuoi sogni, non su quelli di qualcun altro.
Alla fine, “You’re fired! Sei licenziato!”, non farà più paura.
“Il lavoro non si trova, il lavoro non si perde, il lavoro si inventa”
“Saremo tutti licenziati!”, “Non trovo lavoro!”, “Non avrò mai più un contratto a tempo indeterminato!”, “Centinaia di curriculum e… zero risposte!”, “L’azienda per cui lavoro è fallita!”, “Il lavoro mi deprime e il mio capo è un incubo!”, “Un robot mi ruberà il lavoro!”, “La mia carriera è bloccata!”
C’è una soluzione a tutte le tue preoccupazioni professionali: inventati il lavoro! E sii tu il cambiamento che vuoi vedere nella tua vita.
“Il libro che ti spingerà definitivamente a cambiare datore di lavoro. Quello nuovo sarai tu!”
– Marco Porcaro, imprenditore seriale e fondatore di Cortilia
Dal Patto d’acciaio alla firma dell’armistizio, l’8 settembre 1943, Giorgio Bocca traccia l’affresco cupo e impietoso del crollo del fascismo. E racconta la sconfitta italiana in una guerra catastrofica, che il regime aveva scelto ponendosi al fianco della Germania hitleriana, per restarne travolto quattro anni dopo.
Bocca ripercorre l’epilogo del regime fascista e l’avventura tragica della Seconda guerra mondiale, vista come vicenda politica, militare, economica, ma anche come ritratto definitivo di un’epoca e di una nazione. È la fine del velleitarismo di un dittatore sempre più solo, indebolito dal timore di sganciarsi dall’alleato tedesco e dalla feroce tentazione di accodarsi alle vittorie della Germania. Ed è anche l’ultimo atto di una classe dirigente impreparata e immobilista, e della fragilità di un sistema economico che il peso politico, strategico e militare delle grandi potenze industriali dell’Europa, del Nordamerica e dell’Unione Sovietica non tardò a schiacciare.
Dopo la Storia dell’Italia partigiana (1966; nuova edizione, 2012), un altro grande libro del Giorgio Bocca storico.
Uscito per la prima volta nel 1969, torna in libreria in una nuova edizione, arricchita con numerose cartine geografiche.
27 giugno 2017: nella sede dell’Inps di Torino Nord, in corso Giulio Cesare 290, una donna si cosparge di alcol e si dà fuoco. È Concetta Candido, di mestiere faceva l’addetta alle pulizie in una grande birreria di Settimo Torinese, inquadrata in una cooperativa inventata e presieduta dagli stessi titolari della birreria. Da sei mesi Concetta è stata licenziata. Così, senza lavoro, senza liquidazione e con il sussidio di disoccupazione che per un disguido burocratico non arriva, Concetta giunge all’apice della disperazione. Per questo sceglie il fuoco come forma di pubblica protesta. Si procurerà ustioni di terzo grado sul 27% del corpo e lotterà tra la vita e la morte per mesi. La attende un percorso di lenta e dolorosa riabilitazione. Intorno a lei si forma spontaneamente una rete di sostegno affettuoso, che non riesce però a infrangere il muro di imbarazzo con cui il suo gesto è stato rimosso dai concittadini e dai politici della comunità operaia di Settimo Torinese.
Trent’anni dopo il suo libro-inchiesta Operai, Gad Lerner torna negli stessi luoghi a raccontare il mutamento brutale delle condizioni di lavoro. Un’inchiesta che, a partire dalla testimonianza di Concetta, darà voce a tutti i protagonisti di questa tragedia: i primi soccorritori, i datori di lavoro, i funzionari dell’Inps, le colleghe licenziate, la sinistra cittadina, i familiari di Concetta tra i quali spicca l’impegno appassionato del fratello Giuseppe.
Emerge così una storia esemplare che ha a che fare con tutti noi molto più di quanto siamo disposti a credere. Gli uomini e le donne come Concetta sono i nuovi operai, senza sindacati né tutele, protagonisti involontari di una corsa al ribasso nel precariato, nel lavoro nero e nelle retribuzioni. Ed è forse significativo che il fuoco di Concetta sia divampato nella stessa città marchiata dal rogo della ThyssenKrupp, che anticipò la metamorfosi sociale dell’ultimo decennio narrata in questo libro.
La storia della donna che si è data fuoco all’Inps di Torino. Un racconto intimo e appassionante sulla retrocessione del lavoro nel nostro Paese.
“Se non un destino, c’è almeno un corpo del quale io possa ancora disporre?”
“La riverenza e la deferenza sono virtù perverse che facilmente possono convertirsi in soggezione e umiliazione”
Per le furibonde polemiche suscitate dalla pubblicazione del suo libro Il Vangelo secondo Gesù Cristo apparso nel 1991, José Saramago decise di trasferirsi, in una sorta di autoesilio, dal Portogallo a Lanzarote, nelle Canarie. Qui il grande scrittore lusitano comincia a tenere negli anni tra il 1993 e il 1997 una sorta di diario quotidiano, che andrà a confluire nei Quaderni di Lanzarote. Lettere indirizzate alla moglie Pilar, agli amici più stretti e agli scrittori incontrati nel corso di una vita letteraria, che hanno la forza di disegnare un vero e proprio universo sentimentale, dove traspare la sua vena più personale e riservata. Sono anni importanti nella sua evoluzione perché precedono di pochissimo l’attribuzione al suo lavoro del Premio Nobel (che avverrà nel 1998). Accanto alla presenza della moglie Pilar, trovano quindi spazio molte riflessioni sulla scrittura, senza certo dimenticare la bellezza del paesaggio, dell’isola di Lanzarote e delle Canarie. Una magica cornice per uno dei più grandi scrittori del secondo dopoguerra.
La proposta di Mieli, illustrata nel libro e sperimentata in prima persona con coerenza estrema, è un’utopia da vivere, partendo dal presupposto che la liberazione dell’eros nelle sue forme neglette e represse è il solo serio antidoto al predominio mortifero della Norma e del capitalismo. Si tratta, dice Mieli, di aprire una breccia nella psiche mutilata dalla dittatura della normalità per lasciar emergere la transessualità sepolta in ciascuno di noi, “l’ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo”. Questa opera di liberazione è alla base di un percorso di dissolvimento e ricomposizione dell’identità umana che mira al conseguimento di una nuova soggettività androgina e pansessuale. Temi di questo genere fanno di Mieli un anticipatore di molte riflessioni successive che, a partire dagli anni ottanta, hanno rimesso in gioco le categorie della sessualità in nome di una visione creativa dei concetti di genere e identità sessuale.
Elementi di critica omosessuale, a cura di Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, include in appendice saggi di Teresa De Lauretis, Simonetta Spinelli, Tim Dean, David Jacobson, Christopher Lane e Claude Rabant: studiosi di diversa estrazione e diverse nazionalità che trovano importante l’incontro con Mario Mieli e il suo pensiero.
“E in quella luce pareva che non ci fosse più niente; all’infuori della mia anima”
Con gli occhi chiusi (1919) e Ricordi di un impiegato (1920) sono due opere che collocano Tozzi tra i maestri europei dello scorso secolo. Lo scontro di Pietro con suo padre nel primo romanzo, e quello di Leopoldo con la famiglia nel secondo, possono apparire come episodi dell’eterno conflitto tra le generazioni dei padri e quelle dei figli; in verità, in queste storie, si rivelano due mentalità inconciliabili: una che impone le proprie ragioni con la violenza e l’altra che cerca la via della liberazione. L’apparato critico del volume è corredato di una biografia e di esaurienti notizie intorno agli studi su Tozzi, a cura di Edoardo Esposito.
“Orlando udì in lontananza, improvvisamente e inspiegabilmente il battito delle ali d’Amore”
Orlando è stato scritto nel 1928 e dedicato alla poetessa (e grande giardiniera) Vita Sackville-West, di cui per un certo periodo Virginia Woolf fu amante, tanto da far dire al figlio di Vita Sackville-West che questo romanzo è “la più lunga lettera d’amore della storia”. Al centro della narrazione le mirabolanti avventure di Orlando, giovane e melanconico cortigiano dell’epoca di Elisabetta I, il quale nel corso di quasi quattro secoli non solo si troverà a vivere diverse vite, in varie e suggestive epoche storiche, ma anche a cambiare sesso, diventando così una donna, dopo un sonno di sette giorni consecutivi, in quel di Istanbul. Aggregata a una carovana di zingari, avrà modo poi di tornare a Londra, rivivendo così dapprima le atmosfere di inizio Settecento, dei tempi della regina Anna, e in seguito del Romanticismo, fino ai primordi degli anni venti del Novecento, sempre all’inseguimento del vero amore e del senso profondo della poesia. Il romanzo nel corso nel Novecento è diventato un libro “cult” non solo nella letteratura inglese, ma chiaramente anche nelle comunità LGBT.
La vicenda è stata ripresa più volte dal grande schermo. Tra le diverse versioni, quella premiata con gli Oscar di Sally Potter del 1992, con Tilda Swinton nei panni della protagonista.