"Capire l'Islam" costituisce una succinta e accessibile introduzione a una delle grandi tradizioni religiose e culturali del mondo. II libro è organizzato intorno a nove temi chiave: le origini e lo sviluppo storico, gli aspetti del divino, i testi sacri, le persone sacre, i principi etici, gli spazi sacri, il tempo sacro, la morte e l'aldilà, la società e la religione. Ciascuno di questi temi è arricchito con citazioni oppure con riassunti di testi storici, accompagnati da un commento d'autore che spiega il significato di ciascun testo o lo colloca nel suo contesto. Più specificamente, gli argomenti trattati in questo libro comprendono: il Profeta e i suoi insegnamenti; il Corano, lo "Hadith" e la "sharia"; la storia dell'impero islamico; le "madrasa" e il jihad; l'Islam sciita e sunnita; i "Cinque Pilastri"; l'arte e la religione; la Mecca, le moschee e i "mihrab"; gli angeli, i "jinn" e le figure oggetto di venerazione; il nazionalismo secolare e il revival dell'Islam.
Apparso nel 1886, "La freccia nera" è un romanzo ambientato nella Guerra delle Due rose, il conflitto tra le fazioni degli York e dei Lancaster che dilaniò l'Inghilterra nella seconda metà del Quattrocento. Protagonisti della vicenda sono il giovane Dick Shelton, allevato dal bieco Daniel Brackley - il classico signorotto di campagna che per amore dei soldi schiaccia tutti gli altri in miseria -, e Joanna Sedley. I due si incontrano casualmente nella foresta: Dick soccorre un altro ragazzo, che in realtà è Joanna travestita, e insieme assistono, non visti, a un incontro segreto dei banditi della Freccia nera, nemici giurati di Brackley, i quali, per vendicare i torti subiti, colpiscono i cattivi di turno con le loro precisissime frecce nere: la loro firma. Quando Dick scopre che il mandante dell'assassinio di suo padre è proprio il padrino Brackley, decide di schierarsi a fianco dei banditi, sino allieto fine conclusivo. Tradotto sul piccolo schermo alla fine degli anni sessanta, con una imberbe e tentatrice Loretta Goggi, Aldo Reggiani e un cattivissimo Arnoldo Foà nei panni di sir Brackley, lo sceneggiato in sette puntate fece guadagnare al romanzo un posto importante nell'immaginario della cultura pop del nostro paese.
"Ma chi sono questi uomini, chi sono i 'demoni'? I demoni sono anzitutto 'uomini d'idea', come li definisce Bachtìn, cioè uomini posseduti, tormentati, divorati da un'idea, cioè da una concezione onnicomprensiva, onniesplicativa e onnirisolutiva della realtà, uomini che si credono in possesso della 'Verità', ma ognuno dei quali si è costruito una sua Verità' in una forma aberrante, distruttiva, catastrofica. In questi uomini - secondo Dostoevskij - si ritrova una caratteristica specifica ed esclusiva dello spirito russo: il russo è divorato da un'inesausta sete di verità ed è in grado di dedicarsi appassionatamente, fanaticamente al perseguimento dell'ideale da lui concepito, fino ad arrivare a ogni eccesso e a ogni estremo, compreso il sacrificio totale di sé." (Gianlorenzo Pacini)
"Non in fretta si legga il libro dell'Efesio Eraclito. Stretta la via, difficile il passaggio. Profonda notte e oscurità. Ma se è guida un iniziato ai misteri, più del sole fulgente è limpido." Così raccomandava, e metteva in guardia, un anonimo antico. Quella di Eraclito è infatti una tra le più enigmatiche, ma anche più ricche di stimoli, opere filosofiche che siano mai state scritte. Questa nuova edizione si avvale di una traduzione e di un apparato critico che, in modo rigoroso e originale, mette in luce i rapporti di Eraclito con la tradizione orfico-dionisiaca greca e il pensiero e le religioni orientali.
È anonimo l'autore che, nel 1829, dà alle stampe questo piccolo, gigantesco libro. Ma è inconfondibilmente Victor Hugo. Sono anni in cui il progresso sembra trasportare l'umanità intera, sul suo dorso poderoso, verso un futuro di pace, prosperità, ricchezza e fratellanza. Ma negli stessi anni si tagliano ancora teste davanti a un pubblico pagante, si marcisce in carcere, ci si lascia morire per una colpa non sempre dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Hugo parla a nome dell'umanità, come sempre, e lo fa attraverso la voce di un uomo qualunque, di un condannato qualunque, di un miserabile che rappresenta tutti i miserabili di tutte le nazioni e tutte le epoche. Un crimine di cui non conosciamo i dettagli lo ha fatto gettare in una cella. Persone di cui non conosciamo il nome dispongono della sua vita, come divinità autoproclamate. Un'angoscia di cui conosciamo fin troppo bene la lama lo tortura, giorno dopo giorno, e gli fa desiderare che il tempo corra sempre più veloce. Verso la fine dell'attesa, venga essa con la liberazione o con l'oblio.
"In mezzo a questa gente sarebbe sempre stato uno straniero - un ausländer. Ma nel suo cuore Peter sentiva di avere ragione. Qualcosa dentro di lui gli impediva di accettare la cieca fede che loro nutrivano nei confronti di Hitler e del nazismo". Polonia 1941. I genitori di Peter vengono uccisi e il ragazzo mandato in orfanotrofio a Varsavia. Peter, biondo con gli occhi azzurri, sembra il ragazzo ritratto nel manifesto della gioventù hiltleriana e può essere adottato da una famiglia importante. Così avviene. Il professor Kattelbach e sua moglie sono entusiasti di accogliere nella loro famiglia un giovane dall'aspetto così "ariano". Ma Peter non è il ragazzo tipico della gioventù hitleriana, Peter non vuole essere un nazista e decide di correre un rischio... il rischio più grande che si può correre a Berlino nel 1943.
Manuelita e Lucía, detta Fufi, nove e sei anni, sono sorelle: Manuelita è la maggiore ed è "diversa", ha gli occhi a mandorla e le orecchie piccole come ciliegie, e per certe cose sembra più giovane della sorella. Lo hanno detto i medici alla sua nascita, ha 47 cromosomi invece di 46, come un orologio con un pezzo in più. Tra le due sorelle c'è amore e complicità, giocano insieme e si divertono un sacco. Ogni tanto, però, Fufi è stanca di dover fare la sorella maggiore pur essendo la più piccola, di dover sempre spiegare a chi glielo chiede come mai sua sorella è diversa. Ma, soprattutto, è stanca di dover affrontare gli scherzi e le prese in giro dei "bambini corvo", che sotto l'apparenza di bambini normali nascondono penne nere, becco appuntito e artigli, che spuntano per infastidire gli altri. In fondo, Fufi ha paura che, per colpa della diversità della sorella, gli altri bambini escludano anche lei. E poi, a volte, è anche un po' gelosa del rapporto speciale che Manuelita ha con l'adorato nonno, quasi più strampalato di lei. Età di lettura: da 9 anni.
Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C'entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d'azzardo e una volontà di imitazione.
Cosa collega gli omicidi di Jorge Eliécer Gaitán, la cui morte ha spezzato in due la storia della Colombia, e quello di John F. Kennedy? In che maniera un crimine accaduto nel 1914, quello del senatore liberale colombiano Rafael Uribe Uribe, può segnare la vita di un uomo nel XXI secolo? Violenza, omicidi illustri, colpevoli trovati troppo in fretta o scomparsi nel nulla, indagini insabbiate, depistaggi, segreti di stato, menzogne attraversano la storia della Colombia, come la nostra, lasciando dietro di sé rovine e reliquie, vittime e sospetti. Sono un'eredità pesantissima per le generazioni future e la base di un fiorire di teorie cospirative più o meno fantasiose. Nel suo romanzo più importante, Juan Gabriel Vásquez affronta questa inestricabile matassa in prima persona diventando il protagonista di una serrata investigazione nelle pieghe di una spirale di cospirazioni.
Per Hemda Horowitz è tempo di bilanci. Cos'è stato tutto? Qual era la cosa giusta da fare? Come sarà il resto della vita? Da un letto di ospedale, circondata dai due figli a cui ha dato un amore diseguale, la donna ripercorre i ricordi della propria esistenza, ma è il rapporto dell'anziana madre con Dina e Avner il vero cuore del romanzo: se con la figlia ha un legame faticoso e conflittuale, per il figlio prova una sorta di adorazione. Avner è un avvocato che combatte per i diritti delle minoranze, un uomo angosciato, frustrato sul lavoro, tormentato dalla propria inettitudine sentimentale. Dina cerca di essere una madre opposta a quella che ha avuto. Sposata con un fotografo schivo e di poche parole, ha messo da parte la carriera per stare accanto alla figlia adolescente Nitzan. Ma quando quest'ultima si allontana, in Dina si spalanca un vuoto che riempie con il desiderio di accogliere un bambino abbandonato, desiderio che incontra la netta contrarietà della famiglia. Zeruya Shalev non ha paura dei grandi temi, la solitudine, l'amore, la paura, la morte, e con "Quel che resta della vita" ha scritto il suo romanzo più maturo, una toccante esplorazione della vecchiaia, dei difficili rapporti tra genitori e figli, tra fratelli, tra partner, e ci lascia un messaggio potente di speranza, sul potere catartico dell'amore e sulla possibilità di lasciarsi dietro i fantasmi del passato e vivere fino in fondo quel che resta della nostra vita.