"Sono state recepite, in questa nuova edizione, le novità introdotte per il giudizio in cassazione con la L. 25 ottobre 2016 n. 197 (di conversione del D.L. 30 giugno 2016 n. 168), cha ha rivoluzionato la tradizionale adozione per tale giudizio della trattazione in pubblica udienza, sostituendola - nella maggior parte dei casi - con la trattazione in camera di consiglio senza partecipazione delle parti. Nel corso degli ultimi mesi, peraltro, a queste modifiche, che hanno riguardato direttamente le norme del codice di procedura civile, altre se ne sono aggiunte, pure rilevanti per il processo civile, sebbene non direttamente incidenti sulla disciplina codicistica. Anche di queste si è tenuto conto. Basti pensare al D. Lgs. 19 gennaio 2017 n. 3, che ha dato attuazione alla direttiva UE 2014/104, che, in materia di risarcimento dei danni derivanti dalla violazione delle norme sulla concorrenza, ha previsto una nuova modalità dell'ordine di esibizione delle prove. Oppure alla L. 8 marzo 2017 n. 24, che, in materia di responsabilità professionale sanitaria, ha introdotto, fra l'altro, una nuova ipotesi di obbligatorio esperimento dell'accertamento tecnico preventivo ex. art 696 bis c.p.c. Oppure, infine, al D.L. 17 febbraio 2017 n. 13 (conv., con modificazioni, dalla L. 13 aprile 2017 n. 46), che ha istituito le nuove «sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea» e ha introdotto un nuovo rito speciale, a struttura camerale e con «udienza eventuale», per le controversie sull'impugnazione dei provvedimenti di protezione internazionale." (Dalla Premessa alla quattordicesima edizione)
Il diritto (come il mondo) si può guardare dalla grata di una cantina, dalla finestra di casa, dalla terrazza di un condominio, dalla cima di una collina di una montagna, da un aereo o dalla stazione spaziale orbitante. Non c'è una visione "giusta" e una "sbagliata". Semplicemente, sono visioni diverse, che forniscono informazioni diverse. Quella che è scientificamente sbagliata è la pretesa che la visione che si ha dalla cantina, o dalla finestra di casa, sia l'unica giusta. "Sistemi costituzionali comparati", nel trattare i temi sostanziali della materia, dà applicazione alle teorie metodologiche, esposte nel capitolo introduttivo, relative alla centralità del linguaggio, alle classificazioni, ai formanti, alla circolazione e ai trapianti, ai rapporti con altre scienze, al pluralismo, al rifiuto dell'eurocentrismo. La materia nel suo complesso, e i singoli segmenti che la compongono (le fonti, diritti, le famiglie giuridiche, le forme di stato e di governo, il federalismo, la giustizia costituzionale, ecc.) sono trattati nell'alveo di classificazioni duttili e prevalentemente basate sull'utilizzazione di vari elementi pertinenti, per offrire interpretazioni da diversi angoli visuali. "Sistemi costituzionali comparati" predilige l'approccio interdisciplinare ma al tempo stesso non fa sconti al rigore del metodo giuridico. L'apertura a modi di fare diritto non solo occidentali deve confrontarsi con la polisemia della parola "diritto" nelle diverse epoche e latitudini. La decostruzione, applicata a linguaggio e classi, e le nuove proposte di sistemazione, si accompagnano però all'esposizione delle categorie tradizionali e all'illustrazione degli istituti vigenti e delle tesi prevalenti. Con il contributo di Silvia Bagni, Serena Baldin, Fioravante Rinaldi, Massimo Rinaldi e Giorgia Pavani.
La collana "Princìpi, regole e sistema" si compone di quattro Sezioni: I) Corsi; II) Monografie; III) Diritto privato europeo; IV) Miscellanea. Il terreno delle prime due Sezioni è rappresentato dall'universo del diritto privato comune nelle sue tradizionali aree tematiche: persone, famiglia e successioni; diritti reali; obbligazioni e contratti; responsabilità civile; impresa; tutela dei diritti. La terza Sezione è dedicata, per un verso, alle direttive dell'Unione europea in materia privatistica, al loro impatto sul diritto civile dei singoli Stati nonché all'interpretazione e all'applicazione delle relative disposizioni di recepimento; per altro verso, al complesso dei problemi scaturenti dal difficile processo di costruzione di un diritto comune europeo delle obbligazioni e dei contratti. La Miscellanea, oltre ad ospitare studi di diritto giudiziale, commenti di novità normative e ricerche comparatistiche, apre infine i propri orizzonti alla riscoperta delle radici storiche della nostra cultura civilistica.
Il concetto di responsabilità sociale di impresa è nato all'interno del dibattito accademico negli anni '50. La definizione più recente è stata fornita dalla Commissione Europea con la comunicazione n. 681 del 2011 che l'ha definita come: la responsabilità delle imprese nei confronti della società. Siamo dunque di fronte ad un paradigma nuovo che guarda all'impresa come istituzione sociale e non più come mero attore economico. La responsabilità sociale di impresa non è solo una teoria accademica ma una realtà concreta che tende e deve svilupparsi all'interno delle organizzazioni. Il senso di responsabilità, la consapevolezza del proprio ruolo, la coscienza professionale, queste le motivazioni intrinseche su cui fondare una concezione virtuosa dell'operare di impresa, che si sintetizza nella ricerca di equilibri sostenibili nel tempo, di comportamenti capaci di creare e mantenere un tessuto di relazioni stabili e proficue con tutti i soggetti portatori di differenti interessi. Il libro è suddiviso in due parti. La prima parte è dedicata, da un lato, a presentare lo stato del dibattito sul tema della responsabilità sociale di impresa; dall'altro ad inquadrare l'orientamento dell'Unione Europea in materia di agire responsabile. La seconda parte analizza (dapprima in termini generali poi più specifici guardando al caso dell'impresa sociale) il tema del bilancio sociale, ovvero il processo attraverso cui si "rende conto" agli stakeholder degli effetti sociali ed ambientali dell'agire eticamente orientato.
"Il periodo trascorso tra la precedente edizione di questo libro e quella che oggi si licenzia è stato dominato, quasi per intero, da un faticoso processo di riforma costituzionale tra i cui obiettivi fondamentali figuravano una profonda riarticolazione del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, la modifica della geografia degli enti costitutivi della Repubblica (per effetto dell' abolizione delle province) e la radicale trasformazione del bicameralismo, grazie alla creazione di un' assemblea parlamentare non priva di assonanze con le seconde Camere presenti negli ordinamenti federali."
"Superati i venti anni di titolarità del corso di diritto tributario nella facoltà giuridica teramana, è apparso maturo il tempo di proporre agli studenti di un manuale didattico sintetico ma tendenzialmente completo. Negli anni, infatti, la didattica ha assunto una specificità derivante dalla sensibilità personale e dalle esigenze rappresentate dagli studenti; dell'una e delle altre è testimonianza la distribuzione e la collocazione degli argomenti, che credo sia l'aspetto più originale del Corso, il vero motivo del suo aggiungersi agli ottimi e numerosi manuali didattici già in uso." (Dall'Introduzione)
Questo manuale, muovendo dall'esperienza didattica dei due autori, che insegnano diritto pubblico in corsi di studio non giuridici, propone un approccio innovativo, non limitandosi a offrire una sintesi dei tradizionali argomenti della manualistica, bensì ripensando radicalmente oggetto e metodo della trattazione. Particolare attenzione è dedicata all'introduzione del fenomeno giuridico, alla sua distinzione rispetto agli altri fenomeni sociali e all'accurata definizione dei concetti. Indirizzandosi a studenti che si trovano ad approfondire anche altre discipline sociali, gli autori hanno privilegiato un approccio storico-comparato, contestualizzando gli istituti nella loro evoluzione e soffermandosi in modo particolare sulla trasformazione subita dal diritto pubblico nel passaggio dallo Stato liberale allo Stato costituzionale, specie di fronte alle sfide della internazionalizzazione e della globalizzazione.
Viviamo nell'epoca dell'abbondanza dei dati, da cui tutti traiamo un beneficio in termini di maggiori opportunità di conoscenza del mondo. Questa disponibilità di informazioni, però, non può essere senza limiti, poiché altrimenti ci renderebbe sovraesposti oltre ogni nostro desiderio, muterebbe radicalmente le nostre relazioni sociali e si risolverebbe, in definitiva, nella messa in circolo di una enorme quantità di dati di bassa qualità e scarsa utilità. Il Regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali coglie perfettamente questi rischi nell'introdurre il principio di privacy by design, che si pone l'obiettivo di individuare nuove forme di tutela per le persone basate sulla leva tecnologica, in aggiunta a quelle che tradizionalmente si sono realizzate intervenendo sulla leva giuridica. Se diritto e tecnologia saranno ben armonizzati, la maggiore disponibilità di dati potrà realmente determinare un cambiamento di tipo cognitivo, permettendoci la scoperta di nuove relazioni tra dati (i Big Data), le persone e gli oggetti (l'internet delle cose). Perché da questa scoperta non nascano rischi per le persone (di sicurezza, ma anche di sottili o gravi discriminazioni) è più che mai necessario rafforzarne la tutela "sin dall'inizio", ossia intervenendo sui trattamenti dal primo momento in cui un servizio o una nuova applicazione sono pensati e progettati. Il libro si pone l'obiettivo di illustrare le principali modalità disponibili per offrire alle persone nuove tutele "per via tecnologica", mediante l'adozione di processi di anonimizzazione e pseudonimizzazione dei dati. Esso si rivolge a chi si occupa di tecnologie, se pure a diversi livelli e con diversa formazione: a chi le progetta, a chi le impiega per realizzare servizi, a chi ne disciplina l'uso all'interno delle aziende o in ambito pubblico, a chi prende decisioni strategiche su investimenti e piani di sviluppo. Ciò al fine di portare a più stretto contatto le diverse anime giuridica, tecnologica e oggi anche economica della protezione dei dati personali.
"Queste Lezioni, che riguardano il diritto amministrativo sostanziale, cercano anzitutto di inquadrare la materia in un contesto storico e di comparazione giuridica. Ciò non soltanto nel primo capitolo, dedicato alle origini e agli sviluppi del diritto amministrativo, ma anche nelle diverse parti del lavoro, ove si analizzano i principi, i modelli organizzativi e l'attività delle pubbliche amministrazioni. L'esame degli andamenti storici è essenziale per comprendere tempi e ragioni della nascita e delle trasformazioni del diritto amministrativo: un diritto giovane - nella sua configurazione compiuta ha poco più di due secoli - che ha conosciuto radicali mutamenti, autentiche metamorfosi. La più evidente è la trasformazione da diritto strettamente legato alle esperienze nazionali a diritto che è venuto ad assumere un ruolo determinante nel panorama dell'Unione europea e dell'esperienza giuridica globale. L'attenzione comparativa è indispensabile, poiché, soprattutto dalla metà del Novecento, è divenuta più intensa la circolazione orizzontale di istituti giuridici, che sono passati da un ordinamento all'altro. In particolare, la tradizione di un penetrante sindacato giurisdizionale sull'attività amministrativa, propria degli ordinamenti giuridici dell'Europa continentale, ha molto influito sui Paesi legati al common law, a partire dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti d'America. Viceversa, la tradizione del procedimento amministrativo preliminare al provvedimento - il procedimento che consente al privato di esprimere la propria voce prima che l'amministrazione pubblica decida - è nata in Inghilterra e di lì è trasmigrata gradualmente nelle esperienze eurocontinentali." (dalla premessa)
"L'opera si propone di commentare le principali figure della parte speciale, anche non codicistica, del diritto penale per offrire in un unico volume un quadro delle più importanti materie sul piano applicativo; cercando di fornire al lettore un'utile analisi con prevalente ispirazione problematica, critica e ricostruttiva. L'impostazione dell'opera esclude cioè un appiattimento dell'esposizione sulle pigre prassi applicative; promuovendo un confronto con la dottrina e la giurisprudenza ordinaria e costituzionale. Nel trattare le fattispecie preminenti, i contributi si preoccupano di sviluppare le premesse e le conclusioni relative ai particolari settori di disciplina, dando conto anche delle ulteriori figure appartenenti alla medesima classe o categoria di reati. In altri termini gli autori, secondo la particolare sensibilità di ognuno, in una prospettiva "antologica", curano di trattare le figure principali di reato inquadrandole in una cornice che mira ad illustrare in maniera significativa il senso complessivo della disciplina settoriale. Anche sotto questo profilo il volume intende dar risalto alle "strutture" della parte speciale; ma con un forte richiamo ai principi generali nella interpretazione delle singole fattispecie. Con ciò volendo evitare l'atteggiamento di chi, dopo aver segnalato con attenzione ed energia il valore dei principi nella parte generale del diritto penale, quasi li dimentica nella trattazione della parte speciale. Talora dando l'impressione di una ritrosia nel trarre le naturali conseguenze di quanto proclamato in via generale; quasi che i significati di parte speciale si imponessero di per sé non richiedendo la massima sensibilità nel raccordarsi con i pilastri della struttura generale del reato. I principi rimarrebbero in definitiva oggetto di vane esercitazioni su fattispecie di un mondo delle pure idee, senza misurarsi con la ostica realtà applicativa dei singoli casi."