In questo mémoire, Raphael Luzon racconta la fine della storia millenaria della Comunità ebraica di Libia. Ancora bambino, fu costretto ad abbandonare Bengasi in seguito al pogrom che nel 1967 le folle arabe scatenarono contro gli ebrei. Inizia così per lui un esilio pieno di nostalgia e sofferenze, di cambiamenti e di nuove sfide davanti alle quali non perde mai la speranza di far tornare a battere, almeno nella memoria, il cuore della sua comunità cancellata dall'impeto distruttivo del fanatismo. Eppure Luzon scrive senza risentimento, per lui la ricerca della giustizia non è mai caccia al colpevole; all'ostilità antepone il desiderio di riconciliazione, sapendo che niente muove le coscienze più di una testimonianza sincera, vera, equilibrata. In questo senso, Roberto Saviano scrive nella prefazione: "Consiglio al lettore di soffermarsi, tenerlo un po' più a lungo tra le mani, di risfogliarlo e rileggere alcuni passi, perché nelle parole di Luzon possiamo talvolta trovare l'ispirazione per intraprendere un cammino di pace e di memoria".
Come si potrebbe giungere con le proprie forze al Bene o a Dio se essi non avessero un legame incancellabile con il sé umano? Fin dall'antichità greca e biblica si è meditato su questo interrogativo per riflettere sulla conversione. Nel cuore della storia del XX secolo, malgrado l'impotenza del Dio biblico a manifestarsi, i pensatori presi in esame in questo libro hanno continuato a vegliare su questo legame. Convertirsi, in quelle circostanze, fu la loro maniera di resistere alla fatalità del male. Sia che il loro percorso sia stato filosofico (Henri Bergson), sia che sia stato accompagnato dalla meditazione dei libri ebraici (Franz Rosenzweig) e cristiani (Simone Weil, Thomas Merton) o di ambedue (Etty Hillesum), essi a poco a poco percepirono come il più profondo - l'anima o il sé umano - sia abitato dal "più alto". Andare verso Dio è dunque tornare a Lui. Tuttavia, nell'ottica biblica, questo tornare non somiglia al ritorno filosofico dell'anima verso una patria perduta, ma procede come un avvenire e una promessa.
Questo libro ci conduce alla riscoperta di un ebraismo vivo, ricco di una tradizione millenaria, capace di rimanere sempre attuale, inesauribile fonte di saggezza e insegnamento. Il primo percorso proposto introduce il lettore alla scansione ebraica del tempo con i suoi significati profondi. Il secondo scende alle radici dell'interpretazione delle fonti tradizionali fino a interrogare la singola lettera. Il terzo apre le porte dei valori dell'etica ebraica che sgorgano dalle righe dei testi sacri. E come la luna che si rinnova ogni mese anche l'uomo troverà nel messaggio antico della tradizione la nuova linfa per rinascere e crescere incessantemente.
Questo libro riassume millenni di ricerche spirituali, patrimonio un tempo di una élite. Aryeh Kaplan, un grande maestro contemporaneo, ci permette di seguirlo passo passo verso un mondo al quale tutti aspiriamo, quello del riavvicinamento al Creatore dell'Universo. Le tecniche meditative ebraiche sono messe in parallelo con quelle dell'Oriente ed esaminate nella loro peculiarità. Aryeh Kaplan, con la sua erudizione e la sua profonda sensibilità, ha trasformato una intuizione in certezza: quella della dimensione meditativa della preghiera ebraica. Questa guida pratica introduce il lettore alla meditazione mantrica, a quella contemplativa e alla visualizzazione in un contesto ebraico, e insegna come utilizzare la meditazione per rafforzare le preghiere tradizionali. Per mezzo di esercizi semplici e spiegazioni chiare, Kaplan ci offre i mezzi per sviluppare il nostro potenziale spirituale attraverso pratiche meditative autenticamente ebraiche.
Primo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Alfredo Sabato Toaff (Genesi), Dario Disegni (Esodo), Menachem Emanuele Artom (Levitico), Ermanno Friedenthal (Numeri), Elio Toaff (Deuteronomio), Elia Samuele Artom (Haftaroth), Alfredo Ravenna (Indici).
Quarto e ultimo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Al presente volume hanno collaborato, in particolare: Menachem Emanuele Artom (Salmi), Paolo Nissim (Proverbi), Dario Disegni (Giobbe; Daniele), Aldo Luzzatto (Meghilloth), Samuele Avisar (Ezra-Nehemia), Giuseppe Laras (Indici).
Secondo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Il presente volume contiene in particolare: Giosuè, Giudici, 1 Samuele, 2 Samuele, 1 Re, 2 Re.
Terzo volume di questa traduzione, con testo ebraico a fronte, del canone della Bibbia ebraica pubblicata dalla casa editrice La Giuntina. Tale opera è il frutto di studi esegetici compiuti da insigni Rabbini e Maestri in Israele ed è curata dal Rabbino Prof. Dario Disegni. Il presente volume presenta: Isaia, Geremia, Ezechiele e i dodici profeti.
Nuri è un ragazzo nato a Baghdad e immigrato in Israele agli inizi degli anni '50. I genitori, costretti a vivere in condizioni di estremo disagio in un campo profughi, acconsentono a mandare il figlio in kibbutz. Provenendo da una società mediorientale, conservatrice e tradizionalista, Nuri dovrà affrontare una lotta interiore tra il suo vecchio mondo e l'esperimento sociale più audace del XX secolo, volto a far nascere un ebreo nuovo, ribelle, laico e creatore di una cultura nuova. Il cibo, la musica, il rapporto con i genitori e con le ragazze, l'ideologia socialista - tutto è nuovo e diverso, e Nuri sa che deve farli propri se non vuole restare emarginato. Il lettore si affezionerà a questo ragazzo sensibile e coraggioso le cui vicende ci offrono un'opportunità unica per comprendere l'angoscia dello sradicamento dalla propria cultura sperimentata dagli immigrati.
Su una collina rocciosa, circondata da un paesaggio biblico, sorge l'avamposto Maalé Chermesh C. Per il governo israeliano non esiste, ma per l'esercito va difeso. Il suo fondatore coltiva asparagi, pomodorini e rucola, alleva pecore e cresce la sua numerosa famiglia mentre, aggirando la burocrazia e manipolando politici, riesce ad attirare altri coloni e a ottenere nuovi caravan da abitare. In pochi anni l'avamposto diventa una realtà ben radicata in quell'area contesa tra arabi ed ebrei. Questo romanzo corale ci svela le vite degli abitanti dell'avamposto, ognuno alla ricerca di una propria via nel mondo; traccia con arguzia le dinamiche politiche che governano la realtà delle colonie; racconta in modo brillante le diverse componenti della società israeliana, un caleidoscopio di tanti colori che nonostante le tensioni che lo animano non si frantuma mai.