In questo libro gli Scouts del Centotrentuno troveranno le ragioni del nostro esistere, le radici di un Gruppo fortemente innestato nella Scuola Pio IX dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, come pure nel rione Borgo, a due passi dalla Curia generalizia della Compagnia di Gesù di p. Salvatore Gallo e dalla Congregazione per le Chiese orientali di mons. Giuseppe Mojoli.
I nostri Capi potranno attingervi rinnovato sprone ed entusiasmo per andare avanti, anche se il numero ristretto dei ragazzi induce talvolta a dubitare che "ne valga la pena": in fondo, al Campo Estivo del 1948, l'anno dopo l'indimenticabile Jamboree di Moisson, non parteciparono forse soltanto “tre Antilopi e tre Volpi (ma senza il Caposquadriglia Giamba). Assenti del tutto le Aquile“ (p. 239)?
I genitori scopriranno che i ragazzi di ieri, a occhi e croce i nonni degli attuali Esploratori, non erano poi molto diversi dai loro figli (non è il vostro bambino quello descritto da un anonimo nel "questionario alle famiglie" di fr. Pio a p. 125?).
I "Quadri" ovvero i dirigenti della nostra Associazione s'accorgeranno che anche i Monass, i Salvatori, i Mazza e i Mugnai battibeccavano come loro, ma nel contempo praticavano lo scoutismo sul campo, concreti e fattivi, anche a costo di rimetterci…la cucitura dei calzoni.
Mimmo Sorrentino è riuscito a darci qualcosa di più di una storia delle origini del Gruppo: in questo libro c'è la storia della rinascita dello Scoutismo dopo l'armistizio e, insieme, una storia sociale, civile e morale di Roma all'indomani della Liberazione.